In Copp’o’ Sole

18 Aprile 2007da tarabusi

Un inverno cosi’ non si vedeva da anni (c’Ë chi dice secoli). Gennaio e Febbraio primaverili con temperature intorno ai 18 gradi, marzo una caduta di temperature durata una settimana, aprile quasi da fare il bagno in mare, siccit‡, ecc. ecc. In questo panorama a met‡ tra il fantastico e il catastrofico se non altro si riesce a volare. L’unico rischio Ë che l’alta pressione porti umidit‡ e nebbia. Ecco che mi viene il prurito di unire il sacro (ossia il volo) al profano (cioË il lavoro). Piu’ che prurito, visto che non ho oramai piu’ tempo se volgio volare l’unica soluzione Ë questa. Come? Beh semplice: pianificare una trasferta anzichË con l’auto con l’aereo.
L’orario Ë gi‡ cambiato, le effemeridi sono intorno alle 20:00, quindi la cosa Ë gestibile. Dove? Qui c’Ë l’imbarazzo della scelta: il mercoledi’ dovevo andare a Cagliari, il giovedi’ a Milano ed il venerdi’ a Napoli. Scarto le prime due, la prima per colpa di Soru e per principio la seconda perchË Modena Milano in aereo non mi fa guadagnare tanto tempo. Cosi’ finisco per orientarmi su Napoli. Siccome poi stare tre ore per aria da solo Ë una noia mortale coinvolgo l’amico Valler per il volo. Inizio cosi’ la mia routine di preparazione: Napoli ha delle restrizioni di orario per l’AG e mando una settimana prima la richiesta di Slot che mi viene prima accettata solo parzialmente (mi danno l’Ok per l’ora da me richiesta per l’arrivo ma non mi autorizzano l’orario di partenza), poi dopo diverse chiamate, alla fine l’operatore di Alisud (tra l’altro sempre gentile e collaborativo) mi dice <>. Chiss‡ perchË non ho mai avuto dubbi che avrebbero trovato una soluzione. La settimana seppur con il clima estivo inizia male: mercoledi’ mi faccio due ore di attesa a Bologna per aspettare la Meridiana che non riesce a decollare da Cagliari causa nebbia (e gi‡ penso a venerdi’ mattina quando alle 07:00 saro’ in aeroporto pronto ad accendere il motore). Giovedi’ non Ë da meno. Comunque tutto Ë pronto, aereo rifornito e sul piazzale, chiavi in tasca, carte OK, Slot per Napoli OK, piani di volo OK.
Vista la distanza la sera prima inizio il rito di studio della situazione meteo: nessun fenomeno di rilievo, unico rischio la visibilit‡.
Eccomi quindi in piedi venerdi’ mattina all’alba pronto per il volo anche se gi‡ guardando fuori dalla finestra vedo che sar‡ dura. Arrivo al campo in orario alle 07:15 e trovo gi‡ Valler (sempre piu’ puntuale di me).
La situazione non Ë buona, le minime non ci sono ci saranno si e no 800 metri di visibilit‡, anche se lungo la rotta e sugli appennini avremo sky clear. A fatica Valler si convince di stare a terra e solo perchË lo slot di arrivo ci permette un po’ di attesa andiamo a fare colazione ad un vicino bar nella speranza che la nebbia si alzi. Al ritorno (ossia quasi alle 08:00) la situazione Ë peggiorata e la visibilit‡ Ë scesa a 600 mt. Nulla da fare nemmeno per Valler. Iniziamo ad attaccarci al telefono per gestire prima il Delay con la torre (non abbiamo bisogno di dirgli nulla, anche loro sono in nebbia, appena gli diamo il nominativo, senza aggiungere altro mi dicono:<< le diamo un delay di un’ora, va bene?>>. Poi tocca a Napoli che si riserva di richiamarci per un nuovo Slot.
Passiamo un’ora a contare i pali della luce che vediamo per determinare la visibilit‡, essendo a 300mt di distanza, Valler ne vede 5 e io 3, la media fa 4 quindi, a malincuore (soprattutto Valler) attendiamo. Nel frattempo arriva anche il ns meccanico che propende anche lui per stare a terra. Amen, attendiamo ancora. Napoli alla fine ci richiama e purtoppo l’unico slot di arrivo disponibile Ë alle 13:05. A questo punto, confermato il nuovo slot, prima delle 09:40 non possiamo decollare se non vogliamo finire a fare delle holding vicino a Capodichino. Va bene, ce la mettiamo via ed anche Valler si deve rassegnare. Alla fine Ë successo come mercoledi’ con Meridiana: due ore di ritardo!


Dopo le nove verso est la situazione migliora decisamente, cosi’ iniziamo l’imbarco dei documenti e del materiale che ci serve e ci prepariamo per tempo al decollo. Saro’ io a fare l’andata. Accendiamo il motore alle 09:35 e dopo un breve riscaldamento iniziamo a rullare per il decollo. Impostiamo la salita diretta verso FRZ Vor e dobbiamo bucare la nebbia ma lo strato Ë sottile e a 2.000 piedi siamo fuori. La rotta che faremo sar‡ FRZ, Bolsena, poi verso il mare per intercettare l’aerovia A1 che ci porter‡ sino a Ponza e poi da li dentro il golfo di Napoli verso la nostra destinazione finale. Non c’Ë turbolenza ed il volo procede senza particolari difficolt‡ sino a Bolsena.
Sui crinali degli appennini si stanno gi‡ formando grandi cumuli, quindi sar‡ probabile che al rientro la faremo tutta sul mare. Dopo Bolsena viriamo per il punto Medal vicino alla costa che Ë l’intersezione della nostra aerovia. Completata la virata (peraltro fatta con gli strumenti vista la densa foschia) mi accorgo che ho il lago dalla parte sbagliata. Ho un po’ di imbarazzo poi inizio a verificare tutti gli strumenti. Finita la scansione mi accorgo che la girobussola Ë fuori di 120 gradi. Com’Ë possibile? L’ho appena regolata. La rimetto in linea e viro dalla parte giusta con la bussola tenendo sotto controlla la girobussola che adesso sembra funzionare. Non so se dare la colpa allo strumento o alla mia goffaggine, tuttavia, riprendo la dovuta attenzione e proseguo usando la bussola. Non mi era mai capitato un effetto di percessione cosi’ pesante e repentino. Il guaio Ë che con la scarsa visibilit‡ che c’Ë la girobussola fa comodo. Alla fine, un po’ a tentoni, seguendo la bussola con la giro che a tratti va e a tratti si perde arriviamo al medal, da li’ in avanti mettiamo in prua il Vor di Ponza ed il gioco Ë fatto (impareremo al rientro da uno dei ns istruttori che la girobussola ha in effetti un problema).
La tratta sul mare prosegue a 1.000 piedi cn un caldo bestiale e con gli occhi fissi sugli strumenti per l’impossibilit‡ di distinguere alcunchË: davanti tutto bianco, ai lati si vede l’azzurro del mare che poi si confonde con il bianco del cielo e la costa Ë invisibile. A 1.000 piedi diventa impegnativo (anche per il caldo che fa) ma Ë un buon allenamento. Usciti dalla zona di Fiumicino risaliamo a 3.000 piedi per tirare il fiato e ci godiamo un bel sorvolo dell’isola di Ponza. Roma Info ci passa con Grazzanise che ci fa riportare il Lago Patria e ci consegna direttamente a Napoli torre. Abbiamo la pista in vista e ci dicono che siamo il num. 1 per l’atterraggio sulla 24. Per far perdere il meno tempo possibile ai traffici commerciali in attesa sul raccordo stringiamo il sottovento e in pochi istanti siamo a terra liberando al primo raccordo. Ci assegnano il parcheggio 22 che Ë dall’altra parte dell’aeroporto e rulliamo in mezzo a tutti gli heavy sino al nostro stand.

Alisud si dimostra efficiente: ci accolgono subito e ci riforniscono come richiesto immediatamente (abbiamo consumato 124 litri di Avgas per la tratta). L’Avgas Ë caro ma le tasse sono proporzionate vista le celerit‡ del servizio e la disponibilit‡ delle persone. Dopo oltre 3 ore per aria ci godiamo una meritata pizza, in copp’o’sole, in quel di Napoli. Io riesco ad incontrare le persone che dovevo vedere cosi’ mi libero anche dell’incombenza della giornata. Purtroppo il ritardo della mattina ci lascia poco tempo per le escursioni, alle 16:00 dobbiamo ripartire se vogliamo avere un po’ di margine sulle effemeridi. Quindi, via di nuovo per la rotta di ritorno. Questa volta Ë Valler a sinistra, la rotta sar‡ via Ponza, Elba, FRZ poi Modena, niente interno causa temporali e cumoli. Anche alla partenza ci fanno decollare quasi subito, devo dire pero’ che la stanchezza inizia a farsi sentire: levataccia, attesa, volo affaticante e lungo di andata, corsa per il pranzo, il meeting…di nuovo per aria…e via. Comunque, avanti Savoia!

Doppiamo Ponza e intercettiamo la nostra radiale per L’Elba. La visibilit‡ Ë un pelino migliorata anche perchË abbiamo il sole a lato ma la distanza da coprire Ë tanta. Rifacciamo la zona di Fiumicino a 1.000 e anche qui la girobussola ogni tanto singhiozza (almeno so che non ero io l’ubriaco), Dopo l’isola del Gilglio ci autorizzano alla salita sino a 6.000 piedi per l’attraversamento degli appennini. Via radio chiediamo un update del Cimone per verificare le condizioni meteo che sembrano buone, poi, io salut Valler e abbasso lo schienale sdraiandomi un po’ per recuperare energie…Procediamo senza intoppi sino a Modena, e alle 19:30 anche qui dopo oltre tre ore di volo arriviamo a casa. Belli cotti! Pero’ che giornata…

tarabusi

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