Imo a’ Roma

20 Aprile 2007da tarabusi

E’ successo tutto per una serie di coincidenze, ritardi, meteo, ecc. ecc. ecc.. Avevo una serie di incombenze da sbrigare che mi avrebbero portato all’Isola d’Elba, e a Roma. E’ ovvio che la prima considerazione che ho fatto Ë stata quella di andarci in aereo. Tra fine maggio e la prima settimana di giugno una forte instabilità con impulsi violenti impediva qualunque trasferimento e cosi’ ho deciso di rimandare. La prima di giugno non accennava a miglioramenti quindi sposto ancora (non potevo nemmeno anticipare Roma viste le meteo). La seconda settimana ha avuto un paio di giorni buoni, ma il primo giorno all’Elba c’era la nebbia (roba da non credere) e proprio quel giorno un collega si Ë voluto aggiungere alla gita per l’Elba e per incastrare anche la sua agenda abbiamo rimandato alla settimana dopo!


Piu’ o meno la stessa sorte è toccata alla gita su Roma. Nella prima di giugno mi mancavano dei dati, la seconda di giugno non poteva il Cliente che avrei dovuto visitare, la terza invece sembrava funzionare.

Ecco quindi che in quella settimana avrei dovuto fare un trasferimento giovedi’ all’Elba ed uno venerdi’ a Roma. Ero anche nella posizione di non poter piu’ rimandare, quindi immaginate l’ansia delle meteo: farsi un Elba in macchina ed il giorno dopo un Roma..roba da masochisti.
Per tutto l’inizio della settimana ho seguito l’evolversi delle meteo (ad iniziare dalla domenica prima), ogni giorno seguivo l’evoluzione, l’instabilit‡ era ancora presente ma molto piu’ debole e sembrava fermarsi a nord della Pianura Padana, quindi avevo un certo ottimismo. Alla fine il giovedi’ mattina riusciamo a partire per l’Elba. All’andata prendiamo un po’ d’acqua vicino al litorare di Piombimo e fatichiamo anche un po’ a serpeggiare tra la bassissima copertura per infilarci nell’insenatura dell’aeroporto. Ma poi nel pomeriggio un bel vento spazza tutto e ci regala una buona visibilit‡ oltre che il turbo per il rientro (a parte un po’ di scossoni sugli appenini). La mattina dopo mi alzo con cielo coperto anche se verso sud si vedono le montagne. Il briefing meteo Ë comunque buono, quindi si va! Mando via il piano di volo che prevede una rotta quasi diretta via FRZ Vor, Amtel, Bolsena il punto Tiber e poi giu’ all’Urbe.

L’amico Valler decide di accompagnarmi per la gita, quindi, l’equipaggio Ë al completo.
Decolliamo in orario salendo subito verso FRZ Vor che scavalliamo a 6.500 piedi. Da lÏ, procediamo per il punto Kugix passando quasi sulla verticale di Peretola. Il Radar ci lascia in quota e procediamo senza problemi verso Amtel, quindi lasciamo la dorsale appenninica per il lago di Bolsena. La massima quota VFR consentita nell’area Ë di 3.000 piedi, quindi scendiamo mentre incrociamo il Tevere che ci porter‡ sino all’Urbe. In zona c’Ë un po’ di traffico, tra elicotteri militari e AG, ma raggiungiamo Settebagni (che il cancello di ingresso all’Urbe) senza ritardi. Da li’ in poi iniziamo la procedura di avvicinamento che ci porter‡ sino al finale (e gi‡ vediamo il Cupolone…).
Dopo poco meno di due ore siamo a terra. A questo punto le strade si dividono, io vengo recuperato da un collega e mi sciroppo la giornata di lavoro, Valler si inventa turista nei pressi della fontana di Trevi. Il ritrovo Ë fissato per le 17:00 – 17:30.

La giornata vola via, tra un appuntamento e l’altro Ë gi‡ ora di rientro. Valler Ë gi‡ in “posizione”. Sbrighiamo le poche formalit‡ (le tasse sono modiche…ma c’Ë il trucco…) e decidiamo di rifornire mettendo 50 litri di Avgas. Qui si prendono anche quello che non si sono presi sulle tasse (2,3 Euro al litro…an vedi’ sti romani….). E io pago…..ma ce l’avrei fatta anche senza rifornire…comunque, melium abundare quam deficere…diceva un tale…

A un quarto alle sei decolliamo per Modena, il volo si svolge senza problemi, decidiamo di fare la tratta Amtel, FRZ a 5.500 ft ma il Radar di FRZ ci chiede di salire sino a 7.500 che raggiungiamo e manteniamo senza problemi. Come all’andata, ci mettiamo meno di due ore e prima delle 20:00 siamo a casa. Che dire, in due giorni ho loggato quasi sette ore di volo…quasi un mestiere…E non finisce qui: la settimana dopo mi Ë toccato di fare da navigatore per un trasferimento a Perugia…ma questa Ë un’altra storia.

tarabusi

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