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13 Novembre 2016

I piloti con diabete trattato con insulina e ben controllato possono volare, pur seguendo un rigido protocollo di controlli.

L’ok ai voli però c’è solo in Canada, Regno Unito e Irlanda. In Italia medici disponibili al confronto

di Elena Meli

pilot

Il diabete non può e non deve essere più una malattia che limiti le possibilità lavorative dei pazienti, neppure nel caso di impieghi molto delicati come il pilota di voli di linea: lo dimostrano i dati di uno studio inglese secondo cui i piloti con un diabete sotto controllo e in trattamento con insulina non mettono a rischio se stessi né i passeggeri, perché i livelli di glicemia sono praticamente sempre nel giusto intervallo e non c’è un’alta probabilità di crisi ipo- o iperglicemiche se il monitoraggio è rigido prima e durante il volo.

 

Anche la Società Italiana di Diabetologia apre al confronto e ipotizza protocolli di monitoraggio glicemico specifici per questi lavoratori, anche grazie alla collaborazione con l’Ente Nazionale Aviazione Civile (ENAC).

Studio sui piloti
Fino al 2012 soltanto il Canada consentiva ai pazienti con diabete di tipo 1 di avere accesso alla licenza per pilotare voli di linea; oggi anche Regno Unito e Irlanda lo permettono e oltremanica esiste la più ampia “flotta” di piloti diabetici al mondo, per questo il Royal Surrey County Hospital e la UK Civil Aviation Authority all’aeroporto londinese di Gatwick hanno deciso di avviare uno studio di valutazione approfondita delle condizioni di questi lavoratori, per capire se il programma attuale (molto severo) di controllo e monitoraggio, prima e durante i voli, sia sufficiente a garantire la sicurezza di piloti e passeggeri.

Con il consenso dei partecipanti i ricercatori hanno raccolto numerosi dati circa la storia clinica e le condizioni dei 26 piloti in attività nel Regno Unito, registrando poco meno di 9000 valori di glicemia durante monitoraggi eseguiti in circa 4900 ore di volo. «Nei voli di medio e corto raggio il 96 per cento delle letture della glicemia era nella norma, nei voli a lungo raggio ben il 97 per cento – spiega Julia Hine, coordinatrice dell’indagine –.

Appena lo 0.2 per cento dei monitoraggi è rientrato nella fascia rossa di pericolo, anche se poi durante tutte le ore analizzate i piloti non hanno mai avuto problemi correlati a ipo- o iperglicemie. Il protocollo di monitoraggio in uso in Regno Unito e Irlanda pare perciò sufficiente a garantire la sicurezza dei lavoratori, che mostrano di non aver subito alcun peggioramento nel controllo della malattia correlato al loro impiego».

In Italia
Un protocollo di valutazione rigido è necessario per la tipologia di lavoro del pilota, che comporta lo squilibrio dei ritmi biologici e in particolare dei tempi di assunzione dei pasti, soprattutto quando si attraversano i fusi orari: anche per questo i piloti devono dimostrare di avere un ottimo controllo glicemico e i monitoraggi frequenti in cabina di pilotaggio con un glucometro sono indispensabili, perché consentono di individuare eventuali squilibri nella glicemia per porvi immediatamente rimedio.

Anche in Italia il dibattito è aperto e la SID si è espressa a favore della possibilità di dare un Certificato Medico di Classe 1 per la Licenza di Pilota Commerciale (quello che appunto consente di pilotare voli di linea) a chi soffre di diabete. «Il protocollo inglese sembra funzionare molto bene, dall’altro lato dell’oceano l’American Diabetes Association suggerisce di valutare caso per caso i diabetici per determinare se siano o meno idonei a svolgere determinate attività.

L’attuale normativa italiana non consente la concessione della licenza a piloti di linea con diabete in trattamento con insulina o farmaci orali che possano causare ipoglicemie – ricorda il professor Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Diabetologia –.

La restrizione è dettata da logiche motivazioni di buonsenso, ma i progressi del trattamento del diabete con nuovi farmaci che non causano ipoglicemie e con insuline sempre più intelligenti che riducono i rischi d’ipoglicemia aprono alla possibilità che questa patologia possa essere trattata in assoluta sicurezza anche con insulina.

Lo studio sui piloti inglesi con diabete insulino-trattato dimostra che è possibile pilotare aerei su rotte commerciali in piena sicurezza attraverso un attento monitoraggio della glicemia e un protocollo terapeutico rigoroso.

La SID è disponibile a collaborare con le autorità regolatorie italiane per approfondire la tematica e sviluppare protocolli per il trattamento e il monitoraggio della terapia».

FONTE: /www.corriere.it/

 


4 Febbraio 2016

L’ultimo episodio il 28 Gennaio 2016

aereolinea svenimento

“Mistero sul volo Londra-Los Angeles: 13 persone si sentono male per “strane sostanze” nell’aria”

La notizia appare su molti quotidiani:

”Mistero ad alta quota. Gli inquirenti stanno cercando di capire che cosa abbia causato malori improvvisi al personale di bordo e ai passeggeri di un aereo dell’American Airlines diretto da Londra a Los Angeles, costringendo il pilota a invertire la rotta e a ritornare nello scalo di partenza per un atterraggio di emergenza.

www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/mistero_volo_londra_los_angeles_13_persone_strane_sostanze-1511804.html

Questo è soltanto l’ultimo di una serie di episodi analoghi, iniziati da qualche anno e che si stanno intensificando.

Sul Corriere della sera: 31 ottobre 2009 Mistero sul volo della British: sei passeggeri svengono a bordo.Misterioso episodio a bordo di un aereo in volo sull’Atlantico.

Sei passeggeri sono svenuti sabato mattina a bordo di un volo della British Airways diretto da Newark (New Jersey) a Londra. Il personale di bordo ha dato l’allarme, suscitando il panico tra gli oltre 200 passeggeri che hanno temuto la diffusione di sostanze tossiche. Lo riporta la stampa inglese.

Una squadra di soccorso è subito intervenuta all’atterraggio del Boeing alle 6.50 all’aeroporto londinese di Heathrow, non riscontrando alcuna sostanza tossica nè anomalia all’interno del velivolo. Tutti i passeggeri sono stati rilasciati dopo un check up medico, compresi i sei che erano svenuti.

Da Rai news 6 Settembre 2014:

Era diretto a Naples, in Florida piloti e passeggeri svengono.

La tragedia a bordo di un monomotore ad elica partito dallo stato di New York. Probabile ipossia per chi era bordo. Il dramma seguito in diretta dai media Usa. Il piccolo velivolo vola sino a finire il carburante e precipita. E’ stato scortato da due F-15 sino al limite dello spazio aereo cubano.

www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Stati-Uniti-pilota-e-passeggeri-svenuti-aereo-vola-sino-a-finire-il-carburante-e-precipita-78f83c7c-b627-4588-8767-a89c1164b0c0.html

Aereo scomparso in Malesia, l’ultima teoria:

«Piloti svenuti, si è inabissato con il pilota automatico»

Ricordiamo tutti la tragedia dell’aereo scomparso in Malesia 8 marzo 2014 con 239 passeggeri a bordo.

Il vicepremier australiano, Warren Truss, ha presentato la nuova teoria della scomparsa basata sulla lettura dei movimenti dell’aereo compiuta dai satelliti, che i vari Paesi hanno messo a disposizione,

da cui si desume che per sei ore l’aereo è rimasto in volo guidato dal pilota automatico. Quando il carburante è finito, è caduto in mare e si è inabissato, forse intatto.

Questa lettura fa presupporre che passeggeri e personale di bordo fossero tutti in ipossia, cioè in grave carenza di ossigeno, ma naturalmente non spiega che cosa può avere causato la perdita di ossigeno, né il perchè l’aereo avesse effettuato un’inversione di rotta a U prima dell’inserimento del pilota automatico. Sembrerebbe che i piloti essendosi accorti di essere sul punto di svenire abbiano inserito il pilota automatico in extremis.

www.ilmessaggero.it/home/aereo_scomparso_pilota_automatico_malaysia_malesia-473288.html

Perchè non si trovano le cause di questi svenimenti? Come mai non se ne parla più di tanto in TV, nei telegiornali, tanto che poi passano rapidamente nel dimenticatoio senza risposte? Paghiamo un canone televisivo e non siamo informati.

Fonte:www.primapaginadiyvs.it/


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