2013 Novembre

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena

22 Novembre 2013

Jfk, a 50 anni dall’omicidio che cambiò l’America

Jfk, a 50 anni dall'omicidio che cambiò l'America

Viaggio nella città in cui fu ucciso il presidente. Tra foto ricordo, cimeli, testimoni oculari, leggende vecchie e nuove. E ferite ancora aperte.

E’ il 21 novembre del 1963, l’Air Force One decolla da Houston e porta il presidente John Fitzgerald Kennedy a Fort Worth, una piccola città attaccata a Dallas. Passa qui la sua ultima notte, all’Hotel Texas. Gli preparano la suite più bella, piena zeppa di quadri di valore, ma gli uomini della scorta non la giudicano abbastanza sicura e così scendono di un piano alla 850. Per non lasciare senza la dovuta coreografia Jfk e la moglie Jacqueline, alcuni Picasso e Van Gogh vengono spostati in tutta fretta. Il passato qui non esiste più. Le ristrutturazioni successive cambiano il volto dell’albergo, a partire dal nome: ora Hilton Fort Worth. La 850 è sparita, ma nel mezzanino e nella lobby ci sono grandi foto ricordo e il negozio interno vende memorabilia dell’epoca. Di fronte all’ingresso svetta la grande statua di bronzo di Kennedy, pezzo forte del memoriale a lui dedicato.

LO SPECIALE MULTIMEDIALE

David lavora alla reception: “Tutti quelli che arrivano sono scossi da un brivido di emozione. Anche i più giovani o gli stranieri che  non sanno cosa è successo in questo posto, appena ne vengono a conoscenza chiedono, si informano, scattano foto”. In questi ultimi giorni la febbre sale: “Il cinquantesimo anniversario ha riacceso l’interesse, c’è una sorta di  processione: in centinaia vengono a vedere dove ha dormito l’ultima volta”. E dove tiene il suo ultimo discorso prima di volare verso Dallas.

L’epicentro nella città texana è Dealey Plaza, dove si incrociano Elm e Houston Street. Qui alle 12 e 30 del 22 novembre passa il corteo presidenziale, nascosto dietro un mucchio di cartoni della finestra al sesto piano della Texas School Book Depository sta appostato Lee Harvey Oswald. Prende la mira e spara per tre volte. Ci può affacciare dallo stesso punto, gli alberi, che da sotto sembrano coprire la visuale, in realtà non sono un ostacolo: persino ad un occhio poco esperto sembra un colpo possibile. Adesso questa palazzina di mattoni rossi è il Sixth Floor Museum che un gruppo di appassionati ha messo in piedi strappandolo alla sicura demolizione: “Non avremmo potuto permetterlo, sarebbe stato come ammettere che Dallas aveva qualcosa da nascondere”, spiega ai giornali locali Lindalyn Adams, una delle fondatrici.

Sotto, dove le strade formano la piazza, è tutto come cinquant’anni fa. Cambia solo il cemento rifatto proprio in questi giorni per cancellare le X bianche che indicavano il luogo esatto della vettura di Jfk. E c’è in più il monumento che ricorda l’attentato, con le lapidi nere e la fontana bianca che fa rimbalzare i getti d’acqua. I turisti fanno la fila per entrare, i venditori ambulanti spacciano “documenti dell’epoca” e i testimoni oculari si moltiplicano con l’avvicinarsi della data storica. Oggi alle 12 e 30 qui ci sarà la cerimonia ufficiale: minuto di silenzio, campane e dal palco verranno letti i discorsi di Jfk. Un profilo basso, senza autorità, senza membri della famiglia Kennedy: “Vogliamo ricordare più la sua vita che il suo omicidio”, spiega Ruth Altshuler del comitato organizzatore.

Mikey viene da Cincinnati, ha quasi ottant’anni ed è qui con i nipoti che gli hanno sentito ripetere mille volte quel giorno: “Ero al lavoro, appena arrivata la notizia ci fecero uscire dalla fabbrica: accendemmo le televisioni e molti si misero a piangere”. Tutti quelli che sono qui si ricordano dov’erano e cosa stavano facendo, la risposta è automatica: “Certo che lo so, ero….” e via raccontando. Se lo ricorda anche Marcus che sta entrando al Texas Theatre, il cinema al 231 di Jefferson Boulevard dove Lee Harvey Oswald viene arrestato. Anche qui tutto è cambiato, le poltrone sono rosse come allora ma queste splendono di design ultramoderno. Nella lobby c’è un bel bar e al piano di sopra una galleria d’arte. Proiettano War is Hell, lo stesso film che andava in scena quel giorno e poi JFK di Oliver Stone, ovvio. I proprietari convivono con la storia, due anni fa provano pure a mettere in vendita delle magliette con la scritta: Oswald Wanted. Vanno a ruba ma le polemiche sconsigliano di ripetere l’iniziativa.

L’altro santuario è il Parkland Memorial Hospital dove, alle 13 in punto, Kennedy viene dichiarato morto dopo i tentativi disperati di salvarlo: una lapide lo ricorda. Le targhe o i cartelloni turistici sono ovunque per ricordare quella mattina che cambiò l’America: ci sono a Beckley street dove Oswald dorme la sera prima dell’attentato e qualche isolato più in là al 214 di Neely Street dove Lee vive invece con la moglie Marina e le due bimbe piccole. E’ qui davanti che lui si fa fare la famosa foto con il moschetto in mano. Ed è lungo queste strade che il viaggio nella memoria funziona meglio, perché in questi quartieri dalle case basse di legno niente o poco è cambiato.

Sembra di vederlo il poliziotto di pattuglia J. D. Tippit che ferma l’assassino di Kennedy perché corrisponde alla descrizione diramata subito dopo la sparatoria. Lo intercetta alla fine di East 10th street ma non fa in tempo a difendersi che viene ucciso a colpi di pistola. Sua moglie Marie oggi lo ricorda così: “Era un brav’uomo, un cristiano, amava me e i suoi bambini. Niente me lo riporterà indietro, che è l’unica cosa che mi interessa: ma penso sia giusto e importante ricordare”. Una targa nera, quadrata, gli rende omaggio. Il marciapiede traballa, screpolato come una ferita oggi come cinquant’anni fa.

L’omicidio di Jfk: i protagonisti di quel 22 novembre 1963

L'omicidio di Jfk: i protagonisti di quel 22 novembre 1963

John Fitzgerald Kennedy (ansa)

Jackie Kennedy subito dopo il colpo che ha ferito mortalmente suo marito.

 Lee Harvey Hoswald, l’uomo accusato di aver sparato a Kennedy (reuters)

Jack Ruby, uomo legato alla mafia, spara a Hoswald in custodia e lo uccide 

Il momento dello sparo di Ruby contro Oswald 

Lyndon B. Johnson giura come presidente degli Stati Uniti d’America immediatamente dopo la morte di Kennedy (reuters)

Marie Tippit, moglie di J.D. Tippit, il poliziotto ucciso da Oswald (secondo le ricostruzioni ufficiali) in fuga dopo gli spari contro Kennedy (ap)

Earl Warren, il giudice che ha guidato la Commissione Warren sull’omicidio Kenned.

Jim Garrison, procuratore di New Orleans, l’uomo che ha cercato di dimostrare in tribunale che l’omicidio Kennedy è stato un complotto e Oswald non è stato l’unico a sparare .

La Texas School Book Depository da dove sono partiti i colpi contro Kennedy .

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963

 

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

Omicidio Kennedy, le prime pagine su quel 22 novembre 1963  

“Quel giorno morì la nostra infanzia”: le star ricordano l’omicidio Kennedy

Da Michael Douglas a Robert De Niro, da Anthony Hopkins a Morgan Freeman: le memorie dei veterani di Hollywood

"Quel giorno morì la nostra infanzia": le star ricordano l'omicidio KennedyMICHAEL DOUGLAS, 69 anni
“Mi vengono i brividi solo a pensarci. Ero al primo anno della University of California a Santa Barbara e stavo passeggiando in una pausa tra lezioni. La prima cosa che ho notato è stato questo silenzio. Migliaia di studenti camminavano intorno a me, e improvvisamente, silenzio. Ricordo di essermi chiesto cosa fosse successo. Poi ho visto qualcuno ascoltare una radiolina; poco dopo sono venuti a darmi questa notizia sconvolgente. Se oggi c’è la Papamobile, un motivo c’è. Quel giorno ci fu pressione da parte dei servizi Segreti che non volevano che il presidente andasse in giro con una decappottabile, ma erano tempi diversi. Ci sentivamo tutti uniti dal nostro presidente e il suo modo stupefacente di parlare lo rendeva vicino anche a noi studenti universitari, ci identificavamo in lui. E’ stata una delle grandi tragedie della nostra storia recente e purtroppo questo è un paese dove ci sono stato troppi omicidi o tentati omicidi contro i nostri presidenti”.

MORGAN FREEMAN, 76 anni
“Lavoravo in un ufficio al Garment District a New York. Siamo andati in pausa pranzo e non abbiamo fatto in tempo a rientrare che la notizia era sulla bocca di tutti, e siamo corsi ad accendere la radio. Nessuno ha più lavorato, ci siamo trascinati fuori dagli uffici riversandoci in strada. Ricordo di essere tornato a piedi a casa quel giorno. Era pieno di sguardi increduli. E’ stata una giornata incredibile. Questa è l’America e nessuno spara al presidente”.

ROBERT DE NIRO, 70 anni
“E’ una di quelle esperienze che non si dimenticano, fu la prima volta che mi sono trovato davanti a qualcosa di così piu grande di me. Avevo vent’anni credo, e stavo sulla metro a New York. Improvvisamente tutti hanno cominciato a parlare di quello che era successo, e mi sono avvicinato per ascoltare. E’ stato un colpo durissimo”.

KATHY BATES, 65 anni
“Nel ’63 avevo quindici anni. Ricordo che da scuola ci rimandarono a casa. Passai tutto il week end a guardare cosa era successo in televisione, i preparativi del funerale e le tantissime persone che andavano a portare a Kennedy l’ultimo saluto. Vidi in tv quando spararono a Oswald. Sono cresciuta con queste cose. E’ stata indubbiamente la fine della mia infanzia. La consapevolezza che una persona che stava facendo del bene al paese potesse essere assassinata era impensabile per me fino a quel momento. Ho ricordi più vividi di quando venne ucciso Martin Luther King, cinque anni dopo, nella mia città natale, Memphis. E dopo ancora Bobby Kenndey, ero in California in quel periodo, avevo appena iniziato a lavorare in una compagnia teatrale  ma mi era andata male e proprio allora lui vinse le elezioni e il giorno dopo venne ucciso. Fu un brutto momento”.

JOHN GOODMAN, 61 anni
“Ricordo che mi avevano cacciato fuori dalla classe ed ero andato su in presidenza. Proprio quando sono entrato in ufficio è arrivata la notizia da Dallas che avevano sparato al presidente. Sono sceso di corsa giù per le scale e ho riportato la notizia alla classe. Abbiamo preso un vecchio televisore e siamo andati avanti così per il resto della giornata. Ricordo persone piangere. Ero troppo piccolo per apprezzare la gravità della situazione ma ricordo aver sentito quel senso di vuoto. Quando ero piccolo avevo scritto una lettera al presidente e mi era ritornata indietro una lettera dalla segreteria, avevo otto o nove anni. Avevo scritto di politica estera, (ride) di cosa ne pensava della presenza di Mao al confine Sovietico… e Cuba, avevamo profondamente parlato di Cuba, me lo ricordo”.

ANTHONY HOPKINS, 75 anni
“Lavoravo al Leicester Phoenix Theater, in uno spettacolo di Bernard Shaw chiamato Major Barbara. Avevo uno strano ruolo, un produttore di munizioni, strane battute… ma non mi soffermerò su questo. Ci stavamo preparando per andare in scena e il direttore di scena, intento ad ascoltare una radiolina ci dice “Credo che hanno sparato al presidente Kennedy. ‘Cosa?’ ‘Si’. Stava lì, fermo in un angolo cercando di prendere il segnale. Alcuni attori vanno in scena, io non dovevo uscire per un altra decina di minuti e sono rimasto con lui. Poco dopo sentiamo  che era morto.  Nessuno del pubblico sapeva. Sono salito sul palco, ma non potevo dire nulla perché avevo parecchie battute. Poi è scattato l’intervallo e tutti sono venuti a sapere quello che era successo. Abbiamo finito lo spettacolo ma la metà degli spettatori era andata via. Fu un grande shock che accadeva 50 anni fa. Incredibile, mi sembra ieri. Ne parlai con altri attori al pub la domenica sera. Poi ci fu l’assassinio a Lee Harvey Oswald e pensai che erano tutti pazzi in America, quella era la mia visione del paese, c’era troppa violenza lì. Dopo ho capito che è un sintomo diffuso, purtroppo. Fu una tragedia mondiale. Il governo Inglese pianse la morte di Kennedy, eravamo alleati, eravamo sopravvissuti insieme alla crisi di Cuba, Kennedy era il nostro eroe. Qualche anno dopo, nel ’76, conobbi Jacqueline Kennedy ad una festa di funzionari per l’uscita di  Quell’ultimo ponte. Era con il figlio piccolo, John. E’ stato un momento commovente”.

JAQUELINE BISSET, 69 anni
“Certo che me lo ricordo, ero a Parigi, a una cena in compagnia di amici di famiglia. Rimanemmo tutti scioccati. Volevamo qualche informazione in più, ma non riuscivamo a parlare. Anche il giorno dopo ricordo un gran silenzio per le strade, le persone erano cupe e spaventate”.

CHIWETEL EJIOFRO, 36 anni
“L’omicidio di Martin Luther King e di John F. Kennedy sono stati due eventi tragici in un’era di assassinii che ha anche incluso Malcolm X e Robert Kennedy. Dopo c’è stata la corrente guerrafondaia, la guerra in Vietnam e l’idea che tutti questi eventi possano essere collegati fra loro. Alcuni di questi assassinii sono stati attribuiti a problemi razziali, altri legati alla minaccia del comunismo, ma credo che si tratti  della stessa cosa. Quando persone con  idee basate sulla correttezza e sull’uguaglianza diventano troppo potenti, si tasformano in una minaccia per il sistema”. 

Fonte:www.repubblica.it


20 Novembre 2013

Il Cessna AT-17 Bobcat (o C-78) era un aereo da addestramento bimotore ad ala bassa prodotto dall’azienda statunitense Cessna Aircraft Company durante la seconda guerra mondiale.

File:Cessna AT-17.jpg

Il AT-17 venne utilizzato per colmare il gap tra gli aerei da addestramento monomotore e i bimotori da combattimento. L’AT-17 montava due motori a pistoni Jacobs R-755-9 radiali. La versione civile derivata era il Model T-50.

Storia del progetto

Il AT-17 ebbe una versione militare della aereo civile Cessna T-50, che è stato fatto nel 1939; il primo volo e fatto nel 26 marzo 1939. In 1940 il United States Army Air Corps e fatto un ordine di T-50, usando il nome AT-8.

GUARDA I VIDEO

Aero-TV: Profiles in Aviation – The Cessna T-50 ‘Bobcat’

https://www.youtube.com/watch?v=TtE-NZINBX4

Cessna T50 Bamboo Bomber at Oshkosh 2013 Saturday & Friday

https://www.youtube.com/watch?v=Qnfv5RFb5sg

Esemplari attualmente esistenti

Un esemplare è esposto al Travis Air Museum  presso la Travis Air Force Base vicino a Fairfield (California).

Utilizzatori

Civili

Polonia Polonia
operò con 14 UC-78 nel periodo 19461950

Militari

Brasile Brasile
Canada Canada
Taiwan Taiwan
Stati Uniti Stati Uniti

 Descrizione

Tipo aereo da addestramento
Equipaggio 4
Costruttore Stati Uniti Cessna
Data primo volo 1939
Data entrata in servizio 1940
Utilizzatore principale Stati Uniti USAAF
Altri utilizzatori Canada RCAF
Stati Uniti United States Navy
 

 Dimensioni e pesi

 
Lunghezza 9,98 m (32 ft 9 in)
Apertura alare 12,78 m (41 ft 11 in)
Altezza 3,02 m (9 ft 11 in)
Superficie alare 27,41 m² (295,0 ft²)
Peso a vuoto 1588 kg (3500 lb)
Peso carico 2585 kg (5700 lb)
Peso max al decollo 2755 kg (6062 lb)
 

Propulsione

Motore 2 radiali Jacobs R-755-9
Potenza 245 hp (183 kW) ciascuno
 

Prestazioni

Velocità max 314 km/h (195 mph)
Velocità di crociera 282 km/h (175 mph, 152 kt)
Autonomia 1207 km (750 mi)
Tangenza 6705 m (22000 ft)

 

Fonte:http://it.wikipedia.org & www.youtube.com


19 Novembre 2013

Il governo «chiama» Etihad per il salvataggio

 

Non rinnovati 1.300 i contratti a termine. A terra anche 220 piloti, 400 steward . Della Valle: no a svendita della compagnia.

Il piano industriale a cui sta lavorando l’Ad di Alitalia Gabriele del Torchio prevede fra i 2.500/2.600 persone suddivise fra 1.300 contratti a tempo determinato e il resto fra piloti, steward e personale di terra con contratto a tempo indeterminato. Lo riferiscono alla Reuters fonti sindacali. «I numeri del piano industriale parlano di 2.500/2.600 persone in esubero: 1.300 sono i contratti a termine. Per il resto si tratta di 220 piloti, 400 steward e 600/700 dipendenti fra il personale di terra», ha detto una delle fonti.

NUOVI PARTNER – Il governo deve «pensare in grande» per risolvere la questione Alitalia. Lo afferma Diego Della Valle, numero uno di Tod’s, che invita a studiare un piano complessivo per il turismo. «È un grande errore andare a fare la questua per trovare chi possa comprare la compagnia oggi. Il turismo è la vera carta da giocare per lo sviluppo futuro del Paese e avere una compagnia che perde un po’ di denaro può far parte del progetto». Ad Abu Dhabi intanto è volato un consigliere del Governo, Fabrizio Pagani, che ha incontrato il sottosegretario agli esteri emiratino e discusso di varie questioni bilaterali, tra cui – secondo quanto si apprende – anche della situazione della compagnia italiana, per la quale non ha mai nascosto il proprio interesse la compagnia di bandiera degli Emirati, Etihad. Alla missione negli Emirati, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe presente anche un socio forte della compagnia italiana.

CONVOCATE LE SIGLE SINDACALI – Comunque martedì19, riferiscono fonti ad Agi, l’Alitalia dovrebbe convocare le organizzazioni sindacali per un confronto entro la settimana nel corso del quale verrà illustrato il piano e inizierà la discussione su come affrontare il problema occupazionale. Nel frattempo mercoledì prossimo, 20 novembre, è convocato il tavolo ministeriale sul trasporto aereo dove saranno presenti le associazioni di tutti i protagonisti del settore aereo: le compagnie aeree (Assaereo), gli aeroporti (Assoaeroporti), i sindacati, l’Enac e l’Enav. Con l’occasione, molto probabilmente non si potrà non discutere anche del futuro dell’Alitalia e, in quella sede, potrebbe già uscire una comunicazione ufficiale del personale in esubero dell’Alitalia-Cai.

Fonte:www.corriere.it


19 Novembre 2013

Roma, 18 nov – Piaggio Aero e Selex ES (gruppo Finmeccanica) annunciano che il programma P.1HH HammerHead Unmanned Aerial System ha raggiunto e superato con successo la fase di dimostrazione e validazione del sistema con il primo volo lo scorso 14 novembre del dimostratore tecnologico P.1HH DEMO presso la base dell’Aeronautica militare italiana di Trapani ‘Birgi’. Il dimostratore UAV P.1HH DEMO UAV e’ decollato ad una velocita’ di 110 nodi, effettuando un sorvolo sul Mediterraneo per circa 12 minuti, durante i quali sono stati testati il sistema di navigazione e le capacita’ di manovra sia in modalita’ automatica che manuale. “Selex ES – dichiara in una nota l’amministratore delegato Fabrizio Giulianini – gioca un ruolo chiave a livello europeo e internazionale nel settore dei velivoli senza pilota, grazie al particolare posizionamento che vede l’azienda coprire l’intera catena di comando e controllo dell’UAS (Unmanned Aerial System). Oltre a produrre sistemi ‘unmanned’ completi e sensori, Selex ES partecipa attivamente ai principali gruppi di lavoro internazionali con l’obiettivo di studiare e definire le normative che in futuro consentiranno agli UAS di volare in spazi aerei civili. Gia’ oggi, in caso di situazioni di crisi o emergenze umanitarie, questi sistemi stanno trovando i primi utilizzi”. Giulianini conclude affermando che la societa’ sta “lavorando per mettere a disposizione del governo italiano i nostri sistemi e sensori nell’ambito dell’emergenza umanitaria che si e’ venuta a creare a largo dell’isola di Lampedusa. Gia’ nel passato gli equipaggiamenti di Selex ES a bordo degli ATR 42 della Guardia di Finanza italiana sono stati impiegati per le operazioni di pattugliamento dell’agenzia europea Frontex”. Com-Zam 18-11-13 18:11:58 (0500) 5

 


18 Novembre 2013

New York – Morte e distruzione al passaggio di almeno 61 tornado nel Midwest degli Stati Uniti. Al momento, secondo un primo bilancio ancora incompleto, ci sono già tre morti, 37 feriti e molti dispersi solo nella contea di Washington, un piccolo centro del sud dell’Illinois, lo stato più colpito dalla furia del maltempo.

Ma con raffiche a oltre 140 miglia l’ora, una vasta area del Paese, circa una decina di stati, sono coinvolti in questa nuova emergenza. E si teme che le vittime possano essere molte di più, mentre l’area in tempesta si sposta verso la costa orientale, dove non è escluso che possa lambire anche la città di New York.

Colpita anche Indianapolis, mentre l’ondata distruttiva si sta spostando a est, minacciando nelle prossime ore stati come Ohio, Indiana e Kentucky e città molto popolose, come Detroit, Cleveland, Cincinnati e Buffalo. Da ore tutte le autorità meteo, il National Weather Service e la Protezione Civile hanno lanciato l’allarme a tutti gli americani a rischio, potenzialmente oltre 120 milioni, ma 53 direttamente coinvolti, perché rimangano chiusi in casa per proteggersi, mettendosi a riparo nelle cantine o in luoghi sicuri.

E mentre gli esperti lanciano l’allarme, arrivano le prime desolanti foto delle contee più colpite: in particolare la contea di Washington, di Pekin, di New Minden hanno avuto vaste distruzioni. Un video molto toccante rilanciato dalla Cnn, mostra il tornado visto da una finestra di una casa della cittadina di Washington, mentre il suo autore prega perché venga risparmiata la sua casa e la sua famiglia.

 GUARDA VIDEO

http://bcove.me/8mrwlwn0

E quindi, si vede come il furore del vento e della pioggia devi e cambi direzione a meno di centro metri dalla casa, risparmiando l’autore delle immagini. Scene incredibile arrivano anche da Indianapolis, dove il vento fortissimo ha spazzato via molte macchine. Come capita spesso in questi casi, in vastissime aree del Paese si aspettano che nelle prossime ore vasti blackout, tenuto conto della caduta dei pali della luce.

Ora l’incubo è che questa mortale ondata di maltempo arrivi a minacciare la East Coast, l’area più popolata del Paese, lambendo Pennsylvania, Maryland e New Jersey, con la possibilità, seppure remota, che lunedì mattina possa essere sfiorata anche la città di New York.

Fonte:ww.ilsecoloxix.it


17 Novembre 2013

National Weather Service: “Preparatevi adesso”

Usa, allerta tornado per 53 milioni di persone. National Weather Service: "Preparatevi adesso"

L’allarme lanciato dai metereologi: “Situazione Pericolosa, ha il potenziale di essere mortale e distruttiva”. Le tempeste si stanno muovendo a 96,56 chilometri orari. A rischio Illinois, Indiana, sud Michigan e Ohio occidentale. Evacuato lo stadio di Chicago.

CHICAGO – Il servizio metereologico statunitense ha emesso un avviso maltempo per un’ampia area degli Stati Uniti: rischi di tornado e venti distruttivi soprattutto per dieci Stati, a partire da Illinois, Indiana, sud Michigan e Ohio occidentale.

“Si tratta di un pericoloso sistema metereologico che ha il potenziale di essere estremamente mortale e distruttivo” ha dichiarato Laura Furgione, vice direttore del National Weather Service e la National Oceanic and Atmospheric Administration. “Preparatevi adesso”. Funzionari del servizio metereologico hanno confermato che un tornado ha toccato terra poco prima delle 11 di mattina (ora locale), vicino alla comunità dell’Illinois di East Peoria.

E’ già arrivato. Temporali intensi e tornado si sono verificati in alcuni Stati, e le autorità hanno messo in guardia la popolazione, inclusi tifosi di football americano. Nel frattempo a Chicago i tifosi radunati per una partita dei Chicago Bears contro i Baltimore Ravens al Soldier Field sono stati fatti evacuare dalle gradinate, per l’avvicinarsi di vento e pioggia.

“Questa è una situazione molto pericolosa” ha dichiarato Russel Schneider, direttore del servizio metereologico del centro di previsione delle tempeste. “Circa 53 milioni di persone in 10 Stati corrono rischi significativi”. Schneider ha aggiunto che le tempeste si stanno muovendo a 96,56 chilometri orari, fattore che non darà alle persone abbastanza tempo di cercare riparo se si affidano solo a guardare il cielo. “Le persone potrebbero essere tranquille perché non vedono brutto tempo ma insistiamo che dovrebbero mantenere un occhio vigile sul tempo e avere modo di sentire se ci sono allerte tornado perché le cose possono cambiare molto velocemente” ha dichiarato il metereologo Matt Friedlein.

L’epicentro dei temporali, con forti venti e precipitazioni improvvise, secondo il National Weather Service, è la zona dei grandi laghi, dall’Ohio all’Indiana, dall’Illinois al Michigan, sino a scendere lungo le valli del Mississippi e del Tennesse. Tra le grandi città che potrebbero essere colpite di più dal maltempo tra la serata di domenica e le prime ore di lunedì, Chicago, Detroit e Buffalo. Si temono soprattutto i disagi provocati dai blackout. In seguito i venti potrebbero poi spostarsi verso est, per raggiungere la Pennsylvania, il Maryland e il New Jersey, con la possibilità che lunedì mattina possa essere sfiorata anche New York.

Fonte:www.repubblica.it

SEGUI L’EVOLUZIONE METEO SU

Tornado Outbreak, Widespread Damaging Winds Expected Sunday

http://www.weather.com/news/tornado-central/severe-weather-tracker-page

Fonte:www.weather.com


17 Novembre 2013

Grandi manovre nel settore aeronautico, durante l’Air Show di Dubai. Investimenti decisi in Europa anche per Etihad, che acquista una quota nella svizzera Darwin. I timori dei sindacati: “Anche loro abbandonano Alitalia?”

Oltre trecento aerei in un giorno, per un investimento che sfiora i 150 miliardi di dollari. Le compagnie degli Emirati Arabi e del Golfo movimentano l’air show di Dubai, con una shopping record dei cieli, diviso tra Airbus e Boing. Etihad, su cui sono puntati gli occhi degli osservatori per la vicenda Alitalia dopo che Air France si è defilata dall’aumento di capitale e Aeroflot ha reso noto di non essere interessata, ha inoltre annunciato l’acquisizione del 33,3% della compagnia svizzera Darwin Airline, il cui brand diventerà Etihad Regional.

I timori dei sindacati
E’ un acquisto che il ceo James Hogan annuncia come “un cambiamento radicale” che potrebbe essere esteso ad altri mercati. Ma il segretario generale dell’Ugl Giovanni Centrella teme che “sfumi molto probabilmente l’interesse verso l’Italia di un altro eventuale investitore straniero”. Dubai comunque non delude le aspettative della vigilia per le case costruttrici di vettori aerei. L’Italia è presente con Finmeccanica e le sue società Alenia Aermacchi, Augusta Westland e Selex es.

Lo shopping delle compagnie arabe
Del resto i Paesi del Golfo rappresentano il 20% dei ricavi del gruppo che al salone presenta il velivolo multi-missione MC-27J dei Alenia Aermacchi e i mock-up degli elicotteri di nuova generazione AW169 e AW189 di AgustaWestland. Nel primo giorno lo shopping annunciato dalle compagnie aeree dell’area è record. Emirates annuncia l’acquisto più importante nella storia dell’aviazione civile: duecento aerei, tra Airbus e Boeing, per un valore complessivo di 99 miliardi di dollari.

Gli acquisti di Emirates ed Etihad
L’ordine per la compagnia di bandiera degli Emirati è articolato in 150 Boeing 777X con opzione per ulteriori cinquanta aerei per un valore di 76 miliardi di dollari, e in cinquanta Airbus A380s per un valore di 23 miliardi di dollari. “Le consegne degli aerei inizieranno nel 2020”, ha dichiarato lo sceicco Ahmad Bin Saeed Al Maktoum, presidente e ceo della Emirates Airline, sottolineando che il volume dell’ordine odierno riflette la crescita futura degli Emirati Arabi Uniti.

L’industria aeronautica in grande sviluppo
Attualmente il settore aeronautico di Dubai contribuisce al 28% del Pil, mentre l’intero Medio Oriente avrà bisogno nei prossimi vent’anni di almeno quattromila piloti e 53mila addetti al supporto tecnico. Etihad, la compagnia di bandiera di Abu Dhabi, emirato capitale della Federazione degli Emirati Arabi Uniti, ha invece annunciato l’ordine di 82 aerei Boeing fra cui 777x e 787s, per un valore di 25,2 miliardi di dollari e un ordine per 27 miliardi di dollari ad Airbus che comprende 36 velivoli A320 Neo.

Fonte:www.rainews24.rai.it


17 Novembre 2013

L’aereo era in atterraggio a Kazan: è esploso all’impatto. Tra le vittime il figlio del governatore del Tatarstan

Un Boeing che volava sulle tratte nazionali russe si è schiantato in fase di atterraggio a Kazan, capitale del Tatarstan. Le 50 persone a bordo, 44 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio, sono morte. Lo riferiscono le agenzie Ria Novosti e Itar-Tass citando l’Agenzia per il Trasporto federale di Mosca. Fonti del ministero per le Emergenze indicherebbero invece le vittime in 52, con 50 corpi già ritrovati. Tra questi ci sono anche, secondo la lista delle vittime Irek Minnikhanov, il figlio 24enne del governatore del Tatarstan, Rustam Minnikhanov, e il responsabile dei servizi di sicurezza dello Stato. Non risultano, invece, ancora recuperate le scatole nere.

ESPLOSIONE – L’aereo, un 737 della compagnia Tatarstan, volo U9 363, era in rotta dall’aeroporto di Mosca Domodedovo a Kazan, 700 km a est della capitale. Lo schianto è avvenuto al momento dell’atterraggio, alle 19.25 locali – le 16.25 italiane. Dopo l’impatto è avvenuta anche un’esplosione. Secondo fonti locali l’incidente si sarebbe verificato mentre il pilota tentava un richiamo, il terzo, per riprendere quota. Le fiamme sono state spente un’ora dopo l’impatto.

GUARDA VIDEO

 http://video.corriere.it/russia-incidente-aereo-prime-immagini-disastro/328b9ec0-4fc2-11e3-bcac-1da7283cab64

ERRORE UMANO – Fonti dei servizi d’emergenza, citati dall’agenzia Interfax, parlano di un probabile errore dei piloti durante l’avvicinamento, anche se non escludono nemmeno un guasto tecnico. Il muso dell’aereo avrebbe comunque toccato terra al momento e, successivamente, sarebbero esplosi i serbatoi. L’agenzia meteo di Kazan ha precisato che al momento dell’incidente si registravano scarse precipitazioni, che la temperatura era sopra lo zero, che il vento era inferiore ai 30 km/h e che nella zona dell’aeroporto la visibilità era di circa 5 km. Un’inchiesta per «violazione delle regole si sicurezza aerea» è stata immediatamente avviata.

LA STORIA E IL PRECEDENTE – Il velivolo – costruito nel 1990- era identificato con la registrazione VQ-BBN. Comprato prima dalla francese Euralair Horizons, era entrato nella flottiglia di Air France. Ceduto nel 1995 alla Uganda Airlines, era poi stato utilizzato tra il 2000 e il 2005 da una compagnia brasiliana, la Rio Sul, da lì ceduto alla rumena Blue Air e passato nel 2008 alla Bulgaria Air. La compagnia di Sofia, dopo pochi mesi, aveva venduto il Boeing alla Tatarstan. Poco meno di un anno fa, il 26 novembre 2012, mentre stava partendo da Kazan verso Domodedovo , aveva dovuto invertire la rotta dopo 20’ e compiere un atterraggio d’emergenza perché alcuni sensori avevano indicato un’emergenza a bordo.

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Russia: una lunga serie di incidenti aerei

Quello di Kazan purtroppo non è il solo incidente aereo avvenuto in Russia e nei Paesi dell’ex Unione sovietica negli ultimi anni. Questi i più recenti:

29 dicembre 2012: un Tupolev 204-100 della Red Wings Airlines proveniente da Pardubice (Rep. Ceca) cade nei pressi di un’autostrada a Mosca. Morti cinque degli otto membri dell’equipaggio.

2 aprile 2012: un Atr 72-200 della UTair cade 1,5 km dopo la partenza dall’aeroporto di Tyumen: morti i quattro membri dell’equipaggio e 27 dei 39 passeggeri.

7 settembre 2011: è l’incidente più doloroso , tra le vittime tutta la squadra di hockey su ghiaccio della Lokomotiv Yaroslav a bordo della Yak-42D della Yak Service che si schianta a Yaroslav poco dopo la partenza: 44 i morti.

20 giugno 2011: 44 i morti anche a bordo del Tupolev Tu134A della RusAir proveniente da Mosca che precipita all’atterraggio all’aeroporto di Petrozavodsk.

1° gennaio 2011: 4 vittime sul Tupolev Tu154M della Kolavia all’aeroporto di Surgut che prende fuoco mentre sta andando verso la pista di decollo.

4 dicembre 2010: 2 morti nell’atterraggio di emergenza del Tupolev Tu154M della Dagestan Airlines decollato da poco dall’aeroporto Vnukovo a Mosca.

14 settembre 2008: tutte morte le 88 persone a bordo del volo Aeroflot 821 da Mosca a Perm che cade prima dell’atterraggio.

24 agosto 2008: 65 vittime sul Boeing 737.200 della Itek Air che tenta un atterraggio di emergenza dieci minuti dopo il decollo da Bishkek, capitale del Kirghizistan.

22 agosto 2006: nessun sopravvissuto sulle 170 persone a bordo del Tupolev Tu154M della Pulkovo Airlines che precipita 30 minuti dopo il decollo da Anapa, in Ucraina.

9 luglio 2006: 124 morti sulle 203 persone a bordo del Airbus 310-300 della Sibir Airlines che ha un incidente nell’atterraggio all’aeroporto di Irkutsk.

3 maggio 2006: nessun sopravvissuto tra le 113 persone a bordo del Airbus 300 della Armavia Airlines che cade nel mar Nero nel secondo tentativo di atterraggio all’aeroporto di Sochi.

Fonte www.ilcorriere.it

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17 Novembre 2013

Ha tentato di atterrare due o forse tre volte, poi si è schiantato al suolo ed è esploso. Così sono morte le 50 persone, 44 passeggeri e sei membri dell’equipaggio, che viaggiavano a bordo di un Boeing 737 delle linee regionali del Tatarstan, Russia centrale. L’incidente è avvenuto alle 19.25 ora locale (le 16.25 in Italia) all’aeroporto di Kazan, capitale della regione, a 700 km a est di Mosca, che poi è stato chiuso.

«Secondo le prime informazioni, tutte le persone che erano sull’aereo sono morte», ha annunciato la portavoce del ministero russo delle Emergenze, Irina Rossious, precisando che a bordo non c’erano bambini. Secondo testimoni, l’aereo ha perso quota molto velocemente ed è esploso al momento dell’impatto col suolo. Sul posto sono subito accorsi i vigili del fuoco che sono riusciti a domare le fiamme dopo un’ora ma per i passeggeri non c’è stato nulla da fare. Nessuno è sopravvissuto. I corpi delle vittime sono stati tutti ritrovati vicino al luogo in cui il velivolo si è schiantato. Ancora ignote le cause dello schianto, fonti della sicurezza hanno ipotizzato un errore del pilota. Le tv locali hanno descritto condizioni del tempo avverse con forti venti, nuvole e temperature sotto lo zero.

La terza pista è naturalmente quella del guasto tecnico. Il presidente Vladimir Putin ha costituito una commissione di inchiesta per indagare sulle ragioni dell’incidente. Negli ultimi anni in Russia sono aumentati gli incidenti nel trasporto aereo, tanto che le autorità hanno ordinato di sostituire gli apparecchi più vetusti, di progettazione sovietica, e lanciato una verifica su molte compagnie aeree, specie quelle minori che operano sull’immenso territorio della Federazione, dove spesso per spostarsi la via dei cieli è l’unica opzione. Nell’aprile del 2012, 31 persone morirono nello schianto di un aereo poco dopo il decollo in Siberia. A settembre del 2011, 44 persone rimasero uccise nell’incidente di uno Yak-42 vicino alla città di Yaroslav. Nel 2010, la Russia e le ex repubbliche sovietiche hanno registrato un tasso di incidenti tre volte superiore alla media mondiale, secondo i dati della International Air Transport Association.

Fonte:http://foto.ilmessaggero.it


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