Bambino sul volo Manchester-Roma, il governo inglese su tutte le furie

ROMA – A Manchester e a Downing Street non riescono a capacitarsi. Alla vigilia delle Olimpiadi e dello sbarco di 2 milioni di turisti in Gran Bretagna un bambino di 11 anni è riuscito a beffare la sicurezza di un aeroporto, imbarcarsi da solo e arrivare a Roma. Se invece di Liam, monello scappato di casa, fosse stato un terrorista? La notizia, pubblicata ieri dal Messaggero, ha fatto impallidire il sottosegretario ai Trasporti Justine Greening, che ha annunciato l’avvio di diverse inchieste ufficiali, prime fra tutte quelle interne allo scalo di Manchester e alla compagnia aerea Jet2.com, malauguratamente scelta dal ragazzino per viaggiare. Nel frattempo almeno cinque dipendenti dell’aeroporto sono stati sospesi insieme ad alcuni membri del personale di volo.

«Prendiamo con estrema serietà questa violazione della sicurezza e stiamo investigando per capire come sia potuto accadere» ha commentato Greening alla Bbc. Mentre a Manchester, che si considera uno degli scali britannici più sicuri grazie all’introduzione del body scanner, si cospargono il capo di cenere. E sottolineano che la sicurezza dei passeggeri non è mai stata compromessa perché Liam ha superato i controlli al metal detector. Peccato che nessuno gli abbia chiesto il biglietto né lì, né al momento dell’imbarco. Per questo sarebbero stati sospesi anche i dipendenti della compagnia aerea che hanno gestito il volo LS792.

Le immagini delle telecamere dello scalo mostrano che il baby clandestino, con i suoi capelli rossi, le lentiggini e la maglietta di Spiderman, è arrivato al Terminal 1 e si è tranquillamente mescolato a una famiglia con bambini, si è messo a chiacchierare e nessuno ha sospettato che fosse lì per conto suo. «Era allegro e per niente in ansia. Parlava molto e raccontava come avesse provato a scappare di casa» ha detto al Manchester Evening Standard Sarah Swayne, una delle passeggere del volo con il quale la polizia di frontiera italiana ha rispedito subito Liam in Inghilterra.

«Quando siamo atterrati non voleva scendere – ricorda un altro viaggiatore – Probabilmente aveva paura della reazione dei genitori. Ma è stato preso per mano dallo staff e portato a terra prima di tutti gli altri». Con sé Liam ha riportato anche un piccolo souvenir da Roma: gli agenti gli hanno regalato un cappellino della polizia italiana.

L’undicenne è appassionato di bus e aerei, racconta chi lo conosce, e sostiene che da grande farà il pilota. Non è chiaro come abbia fatto ad arrivare al terminal, ma è probabile che abbia preso un bus, un’altra delle sue fissazioni di bambino. La madre martedì sera era sotto choc e quando la polizia italiana l’ha chiamata al telefono e ha potuto parlare con suo figlio prima è scoppiata in lacrime per la gioia e poi ha ripetutamente ringraziato gli agenti.

Fonte:www.ilmessaggero.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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