Dalle webcam che diventano spie agli studenti che dirottano aerei: tutte le falle della Rete.

22 Ottobre 2012da PIERGIORGIO GOLDONI
La “grande rete” non è sicura. Continui esperimenti e analisi mostrano inequivocabilmente come la progressiva dipendenza della nostra società verso la tecnologia possa mettere a repentaglio la sicurezza quando si superano certi limiti. Virus informatici in grado di “succhiare” account bancari, droni militari finiti nelle mani di studenti universitari, webcam che diventano microspie nelle nostre case, città completamente videosorvegliate, l’intera rete GPS senza garanzie di fronte a un nuova generazione di minacce virtuali.
 
Una nuova generazione di delitti. Ogni tipo di informazione passa su Internet, che ha raggiunto ormai quasi ogni casa del mondo sviluppato: anche chi non possiede un pc, probabilmente ha un cellulare abbastanza avanzato da poter accedere, almeno parzialmente, alla rete. L’essere in rete, oltre ai grandi benefici che ha portato, si è fatta carico anche di una serie di “delitti informatici” di nuova concezione. Infatti, condividere file, e per file si intende ogni tipo di applicazione multimediale, siano foto, sms, telefonate, chat, espone potenzialmente il pc/tablet/cellulare anche a “visite” indesiderati: ecco i Trojan bancari come “Zeus”e “SpyEye”, che negli Stati Uniti hanno creato non pochi problemi svuotando l’account bancario dell’utente non appena vi si accedeva online. 
 
La webcam potenziale spia in casa. Tramite questi virus che infettano il vostro sistema multimediale si creano connessioni dirette, latenti, private, che permettono a un utente remoto di controllare e condividere, ad esempio, il desktop del nostro pc, guardare dalla vostra webcam, usare la vostra posta per inviare spazzatura virtuale. Insomma, se la vostra webcam sulla scrivania punta involontariamente sul letto in camera, meglio girarla. Estendendo il concetto a New York e Londra, con le loro reti di videosorveglianza totale e tutte le metropoli che seguiranno, appaiono potenziali falle di una misura di sicurezza, che può ritorcersi contro la privacy del singolo.
 
Droni telecomandati al college. Abbandonando i cellulari, quindi la sfera privata, un pericolo ancora maggiore si ha, in potenza, quando si ha a che fare con tecnologie di origine militare. Sempre negli USA, già da un paio d’anni il Congresso sta vagliando la pressante richiesta delle compagnie private e degli organi di certificazione per l’aviazione civile e militare al fine di permettere a droni senza pilota, impiegati ad esempio dalla polizia, di volare nello spazio aereo civile. Sistema “blindato” a interferenze esterne, si penserebbe. Tuttavia, il dipartimento per la Sicurezza Nazionale ha offerto ad un team della Texas University 1000 dollari per un progetto di ricerca. In poco tempo un team ha acquistato con quel budget il necessario per assemblare e programmare uno “spoofer”, un sistema di hacking che sfrutta la tecnologia GPS. Con quello, i ricercatori hanno dirottato un drone mentre era in volo, facendolo atterrare vicino a loro sotto gli occhi sbigottiti degli osservatori, affermando che “non è poi così difficile hackerare un drone”. Anche Ahmadinejad disse di aver fatto la stessa cosa all’inizio dell’anno, ma le sue affermazioni furono ritenute “ridicole”.
 
Hackeraggio più probabile di una rapina. “Ci sono più probabilità di cadere vittima di un attacco informatico di qualsiasi tipo che non essere rapinati per strada – dichiara Mikko Hypponen, capo ricercatore di FSecure, società di difesa informatica internazionale –  Internet, oltre ai benefici, ha fornito un biglietto d’aereo gratuito a tutti i criminali del mondo. Oggi ci sono tre tipi principali di attacchi informatici: criminali, governativi e, da un paio di anni a questa parte, anche i gruppi di attivisti. “Ovviamente quelli criminali colpiscono indistintamente – fa sapere Hypponen – Ma sono convinto che la rete sia ancora un bene, per questo va protetta. Ha dei problemi, come il mondo reale ne ha, ormai non c’è differenza”.

Fonte:http://oggi24.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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