E’ morto l’ex generale Schwarzkopf,comandante della Tempesta nel deserto

28 Dicembre 2012da PIERGIORGIO GOLDONI

Aveva 78 anni. Nel 1991 guidò la coalizione internazionale che cacciò le truppe irachene dal Kuwait. Non volle mai entrare in politica e pur avendo appoggiato George W. Bush fu critico rispetto alla gestione della seconda guerra del Golfo

TAMPA (Florida) – E’ morto a Tampa, in Florida, l’ex generale Norman Schwarzkopf, che nel 1991 guidò l’operazione “Tempesta nel deserto” con cui una coalizione internazionale cacciò le truppe di Saddam Hussein dal Kuwait. Aveva 78 anni. Il decesso è stato causato dalle complicazioni di una polmonite.

Tra i primi a manifestare il proprio cordoglio, George H. W. Bush, presidente degli Stati Uniti all’epoca della prima guerra del Golfo. In un comunicato l’ex capo della Casa Bianca, attualmente ricoverato in ospedale a Houston, ha reso omaggio alla memoria di “un vero patriota americano, uno dei più grandi capi militari della sua generazione”. 

Schwarzkopf era noto come “Stormin’ Norman” (“Norman esplosivo”) per il suo caratteraccio e per il modo in cui trattava collaboratori e subordinati. Ma era anche una persona gioviale che non amava quel soprannome e preferiva essere chiamato “l’orso”.

Era nato il 24 agosto 1934 a Trenton, New Jersey. Il padre aveva fondato la polizia dello stato e ne era a capo. Il giovane Norman l’aveva seguito con lui in Iran, dove Schwarzkopf senior addestrava le forze di sicurezza ed era consigliere dello shah Reza Pahlavi. Oltre che in Iran, aveva studiato in Svizzera, Germania e Italia, prima di seguire le orme del padre ed entrare all’Accademia militare di West Point. Nel 1966 era andato volontario in Vietnam, dovesi era gudagnato numerose decorazioni.

 

Nel 1988 Norman Schwarzkopf era diventato comandante in capo del quartier generale Usa. Tre anni più tardi le truppe irachene avevano invaso il Kuwait con il pretesto di un presunto furto di petrolio. E lui aveva guidato la coalizione militare di una trentina di Paesi che riuscì a ricacciare indietro le forze di Saddam Hussein. Ma sull’esito dell’operazione “Tempesta nel deserto” restano ancora oggi non pochi dubbi. In seguito Schwarzkopf aveva detto di essere stato d’accordo con la decisione di Bush di non arrivare a Bagdad per catturare Saddam, visto che la missione internazionale prevedeva soltanto la liberazione del Kuwait. Ma questa scelta era stata criticata da molti, soprattutto quando si era arrivati alla seconda guerra del Golfo.

E sull’invasione dell’Iraq nel 2003 Schwarzkopf aveva avuto un atteggiamento ambivalente, pur avendo fatto tre anni prima campagna elettorale per George W. Bush e avendo inizialmente appoggiato l’intervento militare. Il comandante della “Tempesta nel deserto” sosteneva che la vittoria non sarebbe stata facile come dicevano la Casa Bianca e il Pentagono e che le prospettive erano incerte. “Come sarà l’Iraq del dopoguerra, con i curdi, i sunniti e gli sciiti? Questa è la grande questione a mio avviso. E dovrebbe essere al centro dei piani per la campagna”, aveva detto in un’intervista al Washington Post. E alla fine del 2004 aveva criticato apertamente l’allora Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld e il Pentagono per gli errori fatti e per le valutazioni sbagliate sulla realtà irachena.

Si era sempre dichiarato politicamente indipendente. Anche al culmine della sua popolarità dopo la prima guerra del Golfo aveva rifiutato di candidarsi a cariche pubbliche e si era tenuto ai margini della scena. A riposo dall’esercito dal 1992, negli ultimi anni si era dedicato soprattutto a opere di beneficenza.

 

(28 dicembre 2012)

Fonte:www.repubblica.it

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