Pilatus presenta il PC.24, primo business jet svizzero

13 Settembre 2014da admin

«Siamo qui a mostrare che noi non chiediamo soldi a nessuno, e che i nostri progetti li realizziamo a nostro rischio. Noi le cose le facciamo, non ci limitiamo a parlarne.» Sono le parole conclusive del discorso di Oskar Schwenk, a.d. di Pilatus Aircraft, alla cerimonia del roll out del PC.24, orgogliosamente presentato come “il primo business jet made in Switzerland”. Ad ascoltarlo una folla oceanica, ben più numerosa delle 20.000 persone previste, in una kermesse aero-agricola sull’aeroporto della ditta a Buochs. In un quadro tradizionalmente svizzero, con concerto di alpenhorn, cortei di trattori agricoli storici, sbandieratori con innumerevoli bandiere rossocrociate, e dopo un impeccabile air show di tutti i velivoli Pilatus, dal P.2 del 1945 al recente e riuscito addestratore PC.21, il nuovo prototipo si è presentato al traino di un tiro di 18 cavalli militari, condotti da un maresciallone baffuto.

Ma coreografia e kermesse a parte, il nuovo velivolo si presenta come un serio contendente nella gremita fascia di mercato degli executive leggeri, differenziandosi dai competitori per una grande porta cargo e per la possibilità di operare da piste non asfaltate e corte: le 85 opzioni già ricevute vengono in larga misura dagli operatori del turboelica PC.12, che con più di 1000 esemplari in servizio si è conquistato la fiducia di utenti in zone impervie, desertiche o comunque fuori dai circuiti consueti. Una macchina da lavoro, capace di caricare anche colli ingombranti, adatta a ruoli di ambulanza, pattugliamento o per servire piccole comunità isolate.
Nella sua conferenza stampa, Schwenk non ha fatto mistero delle difficoltà di questo ambizioso progetto, annunciando un ritardo di tre mesi sul calendario previsto e un aumento del prezzo da 8,9 a 9,3 milioni di dollari, allineato con quello dei concorrenti, il Citation CJ4 e l’Embraer Phenom 300, che non offrono però le stesse capacità operative in ambienti difficili. Il ritardo del primo volo, posposto alla primavera 2015, non influirà sulla data di certificazione, prevista nella primavera del 2017, con tre prototipi. Il ritmo produttivo a regime è previsto in circa 30 velivoli/anno.
Il costo dello sviluppo, interamente sopportato dalla società, è stato indicato in mezzo miliardo di franchi svizzeri, cifra sorprendentemente bassa, forse non comprendente i costi di industrializzazione e di lancio, con un punto di pareggio annunciato di 300 aeroplani. Con l’attuale carnet di opzioni, la Pilatus annuncia orgogliosamente «Sold out until 2020».

 

Fonte: DedaloNew – Autore Giulio C. Valdonio

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