Ravenna:Gli occhi dell’Enac tornano sulla Standiana

4 Dicembre 2013da PIERGIORGIO GOLDONI

Dopo il primo approccio (naufragato), l’ente Aviazione civile vorrebbe portare gli idrovolanti nel bacino. Il project manager rassicura i canottieri: “Nessun pericolo per gli sportivi. Sarebbe una svolta per Ravenna”

RAVENNA – Il bacino della Standiana, affidato dal Comune alla società sportiva Canottieri Ravenna, ha una superficie di 1,07 chilometri quadrati. Ne basterebbero 0,04 per far atterrare un idrovolante. Un ‘fazzoletto’ in confronto allo spazio riservato alle canoe: giusto 50 metri di larghezza per 800 di lunghezza, un sottile corridoio a ovest del bacino di 2,33 chilometri per quasi mezzo chilometro di lato. Su quella porzione del lago sono puntati gli occhi dell’Enac, che ne vorrebbe fare un punto strategico per i collegamenti a basso impatto ambientale, via idrosuperficie: tradotto in tempi di volo significa Ravenna-Venezia in 15 minuti, Bologna in 20, Pola in 30. Sono queste le potenzialità viste dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, e registrate nel piano finanziato dall’Unione Europea. L’ultimo progetto in questo campo, si chiama ‘AdriSeaplanes’, è sponsorizzato nell’ambito dei progetti Ipa e intende creare una rete di scali per incentivare gli investimenti del settore privato.

Peccato che finora Ravenna abbia risposto picche, dato che a luglio è stata negata la possibilità di un test. Uno scoglio dovuto all’impossibilità di rimuovere in tempo alcuni cavi sommersi. Così pare. Ora però l’interesse è cresciuto, alla luce del rapporto recentemente rinnovato della Commissione Europea sulla rete di trasporti comunitari, che inserisce il capoluogo bizantino lungo i cosiddetti corridoi baltico e mediterraneo.

Un’occasione, che il project manager incaricato dall’Enac per conto del Ministero spiega nel dettaglio. Lui è il comandante Mauro Calvano, ex pilota di boeing 767 già amministratore delegato di varie compagnie aeree, e consulente del Centro italiano ricerche aerospaziali. “Quel bacino ha caratteristiche perfette sul piano operativo e commerciale – esordisce -. E’ ampio e protetto, si trova vicino alla costa, a Mirabilandia e a una città d’arte come Ravenna”.

Allora perché questa reticenza? Certo non un fatto di costi, dato che l’investimento sarebbe stato minimo. “Basterebbero un pontile, una scalinata, una barca d’appoggio, una boa e un punto antincendio – continua -. Un fondo di un centinaio di migliaia di euro”. Forse allora qualche timore, legato alla gestione del lago da parte della società sportiva. Paura ingiustificata, incalza Calvano: “Le due attività sono compatibili in piena sicurezza”. Così come i benefici per il territori dall’ “impatto turistico e mediatico”, senza contare che “Ravenna non è famosa per i suoi collegamenti”, rileva il comandante.

E dire che ci sarebbero già compagnie pronte a entrare
, qualora venisse creata un’infrastruttura come quelle attualmente realizzate a Giulianova, Brindisi, Pola, Valona, Bar e Corfù. Così come un privato ravennate, Luca lazzarini, che già durante l’estate si era speso per mettere d’accordo amministrazione e promotori del progetto. Con il flop delle trattative, aveva visto svanire l’opportunità di rendere operativo il bacino della Standiana già per il 2014. Ora il nuovo rapporto della Commissione Europea, associato a una progettualità 2014-2020, potrebbe ribaltare gli interessi e stemperare i timori. Ma Calvano, dopo il primo tentativo fallito, avverte: “Se Ravenna ci contatterà noi verremo, ma per lavorare, non per per affrontare litigi di giardinetto”.

Federico Spadoni
 

PIERGIORGIO GOLDONI

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