95 anni

6 Dicembre 2013

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La notizia è stata data in tv dal presidente sudafricano, Jacob Zuma. L’eroe della lotta all’apartheid aveva 95 anni ed era malato da tempo. Ha fatto 27 anni di carcere: una volta libero non ha mai parlato di vendetta.

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22:50 – Nelson Mandela è morto a 95 anni. Il Sudafrica era da mesi con il fiato sospeso per le condizioni di salute dell’eroe della lotta all’apartheid. Nel 1993 fu insignito del premio Nobel per la Pace. Icona di un popolo, Mandela è stato stroncato dalle infezioni causate dalla tubercolosi contratta nei 27 anni di detenzione. Vittima del regime segregazionista, non ha mai pronunciato la parola vendetta. E’ stato uno dei Grandi dell’umanità.

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“Voglio ricordare con semplici parole la sua umiltà, la sua grande umanità per la quale il mondo intero avrà grande gratitudine per sempre”, ha detto nel suo annuncio tv il presidente Zuma, che si è rivolto ripetutamente a Mandela col suo popolare e affettuoso soprannome: Madiba. L’ex presidente è morto serenamente nella sua casa di Johannesburg.

Una lunga assenza
– Era da tempo che non si vedeva più, che l’uomo stimato anche dai nemici non parlava nelle manifestazioni pubbliche e dagli schermi tv. Ma per i molti nati dopo la fine del razzismo di stato e per quelli che ricordano i tempi dei ghetti, del massacro a Soweto nel 1976, delle lotte dell’African National Congress,l’immagine di Mandela e’ impossibile da cancellare. Con il peso della sua grandezza, ma anche con la sua ironia e quel filo di civetteria delle camicie disegnate per lui dallo stilista ivoriano Pathe’ O.

Bandiere a mezza’asta e funerali di Stato
– Nelson Mandela “avrà funerali di Stato”, ha annunciato Zuma. Le bandiere saranno a mezz’asta in tutto il Paese da domani al giorno delle esequie. “La sua anima riposi in pace. Dio benedica l’Africa”, ha detto ancora Zuma.

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Folla commossa sotto la casa di Madiba – Una folla si è radunata sotto l’abitazione della famiglia Mandela, a Johannesburg, per rendere omaggio a Madiba. Le immagini in diretta dalla Cnn mostrano molte persone in lacrime, tra cui molti giovani.

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Fonte:www.tgcom24.mediaset.it



CARPI 8 luglio-L’attore Ernest Borgnine, morto a 95 anni in un ospedale di Los Angeles, non aveva mai dimenticato le sue origini italiane, padre piemontese (Camillo Borgnino) e madre carpigiana (Anna Boselli), e anche in anni recenti aveva fatto visita al nostro paese. Aveva vinto un Oscar come miglior attore protagonista per l’interpretazione di “Marty, vita di un timido” negli anni Cinquanta: in quella stessa edizione degli Oscar Anna Magnani vinse la statuetta come miglior attrice. Nella primavera 2002 proprio Carpi, dove mancava da più di quarant’anni, lo aveva festeggiato con mostre, proiezioni di film e incontri, e la consegna del premio speciale Carpi per la cultura. Per celebrarlo, il Comune aveva anche realizzato una mostra che ne ripercorreva la carriera cinematografica, con manifesti e locandine dei principali film da lui interpretati e materiale concesso dalla famiglia di origine della madre.

A Milano con Bosio e Rocca. Tre anni dopo, a 88 anni, Borgnine era a Milano sul set del film “La cura del gorilla”, al fianco di Claudio Bisio e Stefania Rocca. «È la prima volta che faccio un film in italiano – commentò – e ne ho fatti 184, ma bisogna provare tutto!». Il 13 novembre 2006, poi, la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, lo aveva ricevuto nel palazzo dell’ esecutivo a Torino e gli aveva donato il simbolo del Piemonte. «I miei genitori – aveva ricordato anche in quell’ occasione Borgnine – erano italiani: mia mamma di Carpi, in provincia di Modena, dove da ragazzo ho vissuto per qualche anno, e mio padre di Ottiglio, vicino ad Alessandria. Ci sono stato ieri per la prima volta e il sindaco mi ha consegnato la cittadinanza onoraria. È stata una grandissima emozione». L’ attore era stato ospite anche del Torino Film Festival, rassegna cinematografica che quell’anno aveva dedicato una sezione al regista Robert Aldrich, autore tra l’altro di “Quella sporca dozzina”, che aveva avuto proprio Borgnine tra i protagonisti.

Fonte:www.ilmessaggero.it


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