velivolo

10 Agosto 2014

Incidenti aerei 2014: un altra tragedia sfiorata, questa volta a Norimberga, in Germania. Un velivolo della Air Berlin ha perso una ruota del carrello. E’ riuscito ad atterrare lo stesso…

norimberga germania

Avrebbe potuto essere inserito nella lista degli incidenti aerei 2014: invece ieri a Norimberga tutto si è concluso al meglio solo grazie all’abilità del pilota. Un velivolo della Air Berlin ha perso una ruota in fase di atterraggio. A bordo c’erano 40 persone.

 

Il volo proveniva da Spalato e al momento di toccare la pista di Norimberga, in Germania, una delle grosse ruote che compongono il carrello si è staccata. “L’atterraggio è avvenuto comunque in sicurezza” sostiene un portavoce della compagnia Air Berlin. Il pilota è stato molto abile a sfruttare l’unica ruota rimasta di una delle tre coppie di pneumatici. L’aereo, quindi, non è sbandato, ma immaginatevi la paura dei 40 passeggeri a bordo.

 

Ovviamente Air Berlin sottoporrà l’aereo ad attente verifiche. Anche in questo caso, però, bastava poco perchè un incidente si trasformasse in una tragedia. Ricorderete tutti quello che è accaduto solo qualche settimana fa all’aeroporto di Barcellona, dove un aereo in fase di atterraggio se n’è trovato un altro sulla pista.

 

Fonte:http://urbanpost.it


18 Aprile 2014

Sorvolo dell’abitato di Marzaglia da parte del traino alianti dell’Aviosuperficie di Castellazzo (RE) .


Il velivolo, un Morane Saulnier MS235E I-EGDO (c\n 12905) trainava un aliante bibosto “Burkhart Grob” G-103 Twin Astir II I-IVVB (c\n3699), il quale raggiunta la quota si sarebbe poi sganciato per librarsi nell’aria….

E ora si veleggia…

…E dopo esseresi sganciato dal velivolo-traino, l’aliante si libra nell’aria facendosi sostenere dalle termiche…

Copyright Pierinoinflight


23 Dicembre 2013

Bando da 7,3 milioni per avere a disposizione tre mezzi nell’arco di 12 ore. La Protezione Civile li utilizzerà per le emergenze.

TRIESTE. Un elicottero pronto in 15 minuti in situazioni d’emergenza. Un altro, eventualmente, disponibile in due ore. E un terzo in volo entro 12 ore. La Protezione Civile deve contare anche sui servizi aerei – operativi da 23 anni in Fvg – e la giunta regionale provvede. Vicino alla scadenza (14 marzo 2014) il contratto con il precedente fornitore, si apre la gara per un nuovo accordo triennale, eventualmente rinnovabile per ulteriori tre anni, da complessivi 7.320.000 euro, un incremento del 13% rispetto ai 6.480.000 del periodo 2008-2014. «È una cifra importante ma che non deve stupire – commenta l’assessore competente Paolo Panontin –, tenuto conto che il costo dell’utilizzo dei mezzi viaggia attorno ai 26 euro al minuto».

Di qui il calcolo di una spesa attorno a 1,2 milioni all’anno, poi spalmata su un contratto di tre anni più tre, non per acquistare elicotteri ma per averne a disposizione da uno a tre per il soccorso in emergenza anche in zona montana e la ricerca di persone disperse (ne è servito uno proprio di recente in Carnia per individuare una donna che si era smarrita nei boschi), per il controllo e lo spegnimento degli incendi (tra il Carso e le Giulie ben 12 l’estate scorsa), per il trasporto di attrezzature e personale specializzato in aree di difficile accesso, per la ricognizione di zone a rischio e infine per le esercitazioni proprio della Protezione Civile.

Per tutto il periodo di validità del contratto, si legge nel bando, la ditta aggiudicataria garantisce la disponibilità di una base operativa, e delle relative certificazioni previste, ubicata in regione in posizione baricentrica rispetto alla zona montana, nella quale schierare gli elicotteri destinati al servizio. Il velivolo di prima emergenza, fa sapere il direttore della Protezione Civile Fvg Guglielmo Berlasso, si trova infatti sempre o a Ronchi dei Legionari o a Tolmezzo. «A volte serve sul Carso, altre volte in montagna», spiega. «Negli ultimi anni – aggiunge l’assessore Panontin – il servizio è risultato fondamentale per agevolare e accelerare le attività della Protezione civile a salvaguardia della pubblica incolumità garantendo tempestività, efficienza e ampio successo delle operazioni anche in contesti transfrontalieri».

Non resta che attendere la migliore offerta via gara europea dopo che cinque anni fa a prevalere fu la Elifriulia di Ronchi (poi in Ati con Helica di Amaro) con sedi operative anche a Cortina, Tolmezzo e Roma.

Dalle due piste regionali sono partiti gli AS 350 Écureuil del gruppo francese Eurocopter con caratteristiche ben precise: peso a vuoto 1.400 kg, peso massimo al decollo con carichi esterni non inferiore a 2.700 kg, velocità massima non inferiore a 140 nodi, motore a turbine di potenza massima non inferiore a 557 Kw, gancio baricentrico di capacità non inferiore a 1.350 kg, porta scorrevole sul lato sinistro, disponibilità di almeno 5 sedili passeggeri, volume bagagliai di almeno un metro cubo. «Questi mezzi esprimono il miglior rapporto qualità/prezzo/prestazioni – chiarisce ancora Berlasso –, data la possibilità di trasportare 1,4 tonnellate di acqua».

La ditta dovrà anche garantire nel contratto la disponibilità di almeno tre piloti (con esperienza minima di volo di almeno 1.500 ore in qualità di comando, di cui almeno 500 ore di lavoro aereo per trasporti al gancio baricentrico), tre tecnici di terra e quattro operatori addetti all’assistenza. E ancora, oltre all’obbligo di mantenere la piena disponibilità di uno dei tre elicotteri del servizio e relativo equipaggio per l’attivazione immediata, ossia con decollo entro 15 minuti dall’attivazione da parte della Sala operativa regionale, dovrà pure mettere in agenda una miglioria rispetto all’attuale assetto: prevedere in situazioni di particolare emergenza l’ampliamento della flotta base di tre aeromobili con ulteriori elicotteri operativi entro 36 ore dall’attivazione della Protezione Civile.

Fonte:http://ilpiccolo.gelocal.it



Un aereo acrobatico è precipitato durante una esibizione alle porte di Madrid: il velivolo ha perso il controllo e si è andato a schiantare contro un hangar. Morto il pilota 34enne

Si trattava ‘Hispano Aviación HA-200 Saeta , un monomotore a getto da addestramento avanzato ad ala bassa sviluppato dall’azienda aeronautica spagnola Hispano Aviación nei tardi anni cinquanta e prodotto negli anni sessanta

guarda video

http://www.guardian.co.uk/world/video/2013/may/06/plane-crash-madrid-air-show-video

Fonte:

www.lastampa.it 

 www.guardian.co.uk


28 Dicembre 2012

Il 3 febbraio 1998 alle ore 15:13 un Grumman EA-6B Prowler,  aereo militare statunitense del Corpo dei Marines al comando del capitano Richard Ashby, decollato dalla base aerea di Aviano alle 14:36 per un volo di addestramento, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis, in Val di Fiemme. La cabina, al cui interno si trovavano venti persone, precipitò da un’altezza di circa 150 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Il velivolo, danneggiato all’ala e alla coda, fu comunque in grado di far ritorno alla base.

Nella strage morirono i 19 passeggeri e il manovratore, tutti cittadini di Stati europei: tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese.

Strage del Cermis
EA-6B Prowlers over Mount Rainier.jpg

Coppia di Grumman EA-6B Prowler in volo

 
Stato bandiera Italia
Luogo Cavalese
Data 3 febbraio 1998
Tipo omicidio plurimo colposo
Morti 20
Responsabili cap. Richard Ashby, pilota
cap. Joseph Schweitzer, navigatore

 

L’inchiesta

Nonostante la presenza di testimoni, la dinamica dei fatti non apparve subito chiara. Solo la prontezza dei magistrati trentini, che sequestrarono immediatamente l’aereo incriminato nella base di Aviano, ha permesso di chiarire le responsabilità. In effetti l’aereo era già pronto per essere smontato e riparato. La dinamica poté essere provata solo dopo che all’interno del taglio sull’impennaggio di coda furono trovati resti della fune tagliata. Le autorità militari statunitensi, visti alcuni precedenti, provarono a insinuare che la funivia fosse caduta da sola: infatti, vent’anni prima nella stessa zona era accaduta una simile tragedia, il Disastro della funivia di Cavalese, nella quale erano morte 42 persone.

Conseguenze immediate

Il presidente degli Stati Uniti d’America Bill Clinton si scusò per l’incidente alcuni giorni dopo, e promise alle famiglie delle vittime risarcimenti in denaro. L’episodio creò un clima di tensione tra statunitensi e italiani. Il primo ministro italiano Romano Prodi presenziò dopo pochi giorni una rappresentanza del governo in terra statunitense.

I media italiani diedero forte risalto all’episodio.

I pubblici ministeri italiani richiesero di processare i quattro marine in Italia, ma il giudice per le indagini preliminari di Trento ritenne che, in forza della Convenzione di Londra del 19 giugno 1951 sullo statuto dei militari NATO, la giurisdizione sul caso dovesse riconoscersi alla giustizia militare statunitense.

Inizialmente tutti e quattro i membri dell’equipaggio furono indagati, ma solo il pilota cap. Richard Ashby e il suo navigatore cap. Joseph Schweitzer comparirono effettivamente davanti al tribunale militare americano per rispondere dell’accusa di omicidio colposo.

L’equipaggio del Prowler

Processo

Il processo contro Ashby fu celebrato a Camp Lejeune nella Carolina del Nord. La Corte militare accertò che le mappe di bordo non segnalavano i cavi della funivia e che l’EA-6B stava volando più velocemente e a una quota molto minore di quanto permesso dalle norme militari. Le prescrizioni in vigore al tempo dell’incidente imponevano infatti un’altezza di volo di almeno 2000 piedi (609,6 m). Il pilota dichiarò che egli riteneva che l’altezza di volo minima fosse di 1000 piedi (304,8 m). Il cavo fu tranciato ad un’altezza di 360 piedi (110 m). Il pilota sostenne che l’altimetro dell’aereo era mal funzionante, e affermò di non essere stato a conoscenza delle restrizioni di velocità. Nel marzo del 1999 la giuria assolse Ashby, provocando l’indignazione dell’opinione pubblica italiana ed europea. Anche le accuse di omicidio colposo nei confronti di Schweitzer non ebbero seguito.

I due militari furono nuovamente giudicati dalla corte marziale USA per intralcio alla giustizia per aver distrutto un nastro video registrato durante il volo nel giorno della tragedia. Per tale capo d’accusa furono riconosciuti colpevoli nel maggio del 1999. Entrambi furono degradati e rimossi dal servizio. Il pilota fu inoltre condannato a sei mesi di detenzione, ma fu rilasciato dopo quattro mesi e mezzo per buona condotta.

Nel febbraio 2008 i due piloti hanno impugnato la sentenza e richiesto la revoca della radiazione con disonore, allo scopo di riavere i benefici finanziari spettanti ai militari; hanno anche affermato che, all’epoca del processo, accusa e difesa strinsero un patto segreto per far cadere l’accusa di omicidio colposo plurimo, ma di aver voluto mantenere l’accusa di intralcio alla giustizia «per soddisfare le pressioni che venivano dall’Italia». È comunque stato riconosciuto che l’aereo viaggiava a bassa quota e che la velocità era eccessiva considerati gli ostacoli presenti in zona..

La confessione di Joseph Schweitzer 

Nel gennaio 2012, un’inchiesta di National Geographic fa luce su alcuni retroscena della vicenda grazie alla testimonianza inedita degli investigatori americani che tentarono invano di far condannare i responsabili e di Joseph Schweitzer, navigatore dell’aereo, che per la prima volta parla e descrive il video turistico distrutto per impedire che si arrivasse alla verità (e per la cui distruzione fu accusato di intralcio alla giustizia): «Ho bruciato la cassetta. Non volevo che alla Cnn andasse in onda il mio sorriso e poi il sangue delle vittime».

Risarcimenti ai familiari

Nel febbraio 1999 il Senato degli Stati Uniti ha stanziato circa 40 milioni di dollari per i risarcimenti ai familiari delle vittime e per la ricostruzione dell’impianto di risalita, ma nel maggio dello stesso anno lo stanziamento, respinto da una commissione del Congresso, non è stato confermato dal governo nella persona del ministro della difesa William Cohen.

Dei risarcimenti hanno quindi dovuto farsi carico, quantomeno in prima istanza, la Provincia Autonoma di Trento e il Parlamento Italiano.

Nell’immediatezza del fatto, la Provincia Autonoma di Trento ha stanziato cinquantamila euro per ogni vittima come concorso alle spese immediate, ed è intervenuta per finanziare la ricostruzione dell’impianto di risalita. Tali somme sono state rimborsate alla Provincia dallo Stato italiano nel settembre del 2004.

Il 13 luglio 1998, la Federazione italiana lavoratori trasporto della provincia di Trento e altri avevano convenuto in giudizio davanti al tribunale di Trento gli Stati Uniti d’America, chiedendo che fosse accertato e dichiarato che l’attività di addestramento svolta dai velivoli militari statunitensi sopra il territorio della provincia autonoma arrecava grave pericolo all’incolumità fisica degli abitanti, chiedendo in via principale la pronuncia di una condanna del governo statunitense alla cessazione immediata dell’attività pericolosa accertata, e in particolare il sorvolo del territorio con i caccia militari, e in via subordinata l’adozione di ogni più opportuna cautela per limitare tale attività, al fine di escludere qualsiasi pericolo per la vita, la salute e l’integrità fisica dei lavoratori addetti ai trasporti su fune. Tuttavia, con regolamento preventivo di giurisdizione, gli Stati Uniti d’America e il Governo italiano proposero ricorso alla Corte di Cassazione perché dichiarasse il difetto assoluto di giurisdizione del giudice italiano, in forza del principio di diritto internazionale generalmente riconosciuto della cosiddetta immunità dalla giurisdizione civile dello Stato estero; le Sezioni Unite della Corte di Cassazione, con la sentenza n. 530/2000, in accoglimento del ricorso, pronunciarono il difetto assoluto di giurisdizione e la condanna della Federazione dei lavoratori trentini a rifondere le spese di lite. La Suprema Corte precisò nella circostanza che, in base all’art. 10, comma 1 Cost., le consuetudini internazionali formatesi anteriormente all’entrata in vigore della Costituzione, come l’immunità dalla giurisdizione civile dello Stato estero in relazione alle attività in cui si esplica il suo potere sovrano (acta iure imperii), sono recepite automaticamente e senza limiti nell’ordinamento interno, sicché doveva essere dichiarato il difetto di competenza giurisdizionale del giudice italiano, che non poteva quindi entrare nel merito e concedere il provvedimento inibitorio urgente richiesto.

La legge del Parlamento italiano su risarcimenti

Nel dicembre del 1999 il Parlamento Italiano ha approvato una legge, che prevedeva un indennizzo per i familiari dei deceduti, pari a 4 miliardi di lire per ogni vittima. In conseguenza di tali provvedimenti delle autorità italiane, e in ottemperanza ai trattati NATO, il governo degli Stati Uniti ha dovuto risarcire allo Stato italiano il 75% delle somme complessivamente erogate.

Una tragedia simile avvenne in Francia nell’agosto 1961, quando sei persone morirono dopo che un aereo militare francese, che volava a bassa quota, tranciò i cavi di una funivia tra la Punta Helbronner e l’Aiguille du Midi, sul versante francese del Monte Bianco.

Vittime

  • Hadewich Antonissen (24, Vechelderzande), belga;
  • Stefan Bekaert (28, Lovanio), belga;
  • Dieter Frank Blumenfeld (47, Burgstädt), tedesco;
  • Rose-Marie Eyskens (24, Kalmthout), belga;
  • Danielle Groenleer (20, Apeldoorn), olandese;
  • Michael Pötschke (28, Burgstädt), tedesco;
  • Egon Uwe Renkewitz (47, Burgstädt), tedesco;
  • Marina Mandy Renkewitz (24, Burgstädt), tedesca;
  • Maria Steiner-Stampfl (61, Bressanone), italiana;
  • Ewa Strzelczyk (37, Gliwice), polacca;
  • Philip Strzelczyk (14, Gliwice), polacco;
  • Annelie (Wessig) Urban (41, Burgstädt), tedesca;
  • Harald Urban (41, Burgstädt), tedesco
  • Sebastian Van den Heede (27, Bruges), belga;
  • Marcello Vanzo (56, Cavalese), manovratore della Cabina in discesa, italiano;
  • Stefaan Vermander (27, Assebroek), belga;
  • Anton Voglsang (35, Vienna), austriaco;
  • Sonja Weinhofer (22, nata a Monaco, domiciliata a Vienna), austriaca;
  • Jürgen Wunderlich (44, Burgstädt), tedesco;
  • Edeltraud Zanon-Werth (56, nata ad Innsbruck, residente a Bressanone), italiana.
Nazionalità Vittime
Bandiera della Germania Germania 7
Bandiera del Belgio Belgio 5
Bandiera dell'Italia Italia 3
Bandiera della Polonia Polonia 2
Bandiera dell'Austria Austria 2
Bandiera dell'Olanda Paesi Bassi 1
Totale 20

 

Fonte:http://it.wikipedia.org



(ANSA) – LUBIANA – Quattro persone sono morte in un incidente in mongolfiera nei pressi di Lubiana, in Slovenia. Tra i feriti, il cui totale è di 25, ci sono anche due turisti italiani, che hanno riportato lesioni lievi. Sulla mongolfiera, partita verso le 5 di mattina per un volo panoramico, c’erano in tutto 32 persone, quando un’ improvvisa tempesta la trascinata contro un albero, provocando un incendio e facendo precipitare il pallone.

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 LUBIANA, SLVENIA : 4 MORTI PER LO SCHIANTO DI UNA MONGOLFIERA

LUBIANA – Sarebbero quattro le persone morte nell’incidente in mongolfiera avvenuto stamani nei pressi di Lubiana. Tre sono ancora date per disperse.
Tra i feriti, il cui bilancio è salito a 25, ci sarebbero anche due turisti italiani. Lo riferisce il portale internet sloveno 24ur. La polizia ha ufficialmente confermato di aver rinvenuto due corpi, mentre i siti internet sloveni scrivono che le persone morte, secondo dati ancora da confermare, sono quattro.
Sulla mongolfiera, partita stamane verso le 5 per un volo panoramico, c’erano in tutto 32 persone. Il pronto soccorso di Novo Mesto ha riferito di dare assistenza attualmente a cinque persone ferite: due italiani, due sloveni e un britannico. Invece al centro ospedaliero di Lubiana sono state accolte 21 persone, tra le quali sei bambini. Sei persone versano in condizioni gravi con ustioni al corpo. Per ora non è nota la nazionalità dei feriti soccorsi all’ospedale di Lubiana.
Secondo le prime ricostruzioni, a causa di una tempesta improvvisa con forti colpi di vento, la mongolfiera avrebbe urtato contro un albero. Dopo l’urto, avrebbe preso fuoco e alcuni turisti sono rimasti ustionati, altri si sarebbero lanciati a terra. Dalla tempesta sarebbe stata investita anche una seconda mongolfiera, che è riuscita però ad atterrare, seppur con difficoltà.

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Aereo si schianta in Kenya, 2 turisti tedeschi e 2 piloti morti

Altri tre passeggeri feriti gravi. Il velivolo è precipitato al Masai Mara, celebre riserva nel Sud Ovest

Nairobi, 22 ago. (TMNews) – E’ di due turisti tedeschi e due piloti morti il bilancio di un incidente aereo nella riserva faunistica Masai Mara in Kenya. Altri tre passeggeri del velivolo sono rimasti gravemente feriti. Lo ha indicato la polizia locale.

Il bimotore Let-410 di una piccola compagnia kenyana, Mombasa Air Safari, si è schiantato al suolo nel celebre parco turistico nel Sud-ovest del Paese, con a bordo 11 passeggeri, cinque tedeschi, quattro americani e due cechi, e tre membri dell’equipaggio. E’ precipitato poco dopo il decollo dalla pista di Ngerende, all’estremità orientale di Masai Mara e circa 250 chilometri a Est della capitale Nairobi.

La polizia al momento non ha comunicato la nazionalità dei piloti morti. Il LET-410 è un bi-turbopropulsore che può trasportare tra i 17 e i 19 passeggeri, secondo il sito internet della compagnia ceca Let, che produce l’aereo. Un’equipe di “Flying Doctors”, un’associazione medica specializzata in particolare nelle evacuazioni sanitarie nelle zone remote dell’Africa, ha raggiunto il luogo dell’incidente per prestare soccorso.

Fonte:www.corriere.it \ www.leggo.it \www.tmnews.it


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