2014 Febbraio

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena

14 Febbraio 2014

Roma, Italia – L’attuale numero 1 di Ferrari è molto apprezzato negli Emirati

(WAPA) – L’attuale presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, grazie agli ottimi rapporti dei quali gode negli Emirati Arabi Uniti, sarebbe il favorito per assumere il ruolo di presidente in Alitalia, dopo che sarà stato trovato l’accordo per l’ingresso di Etihad Airways nel principale vettore aereo italiano.

Secondo le indiscrezioni trapelate nelle ultime settimane, la compagnia medio-orientale potrebbe entrare in Alitalia con un investimento tra i 300 ed i 350 milioni di Euro, per una quota oscillante tra il 40% ed il 49%.

Montezemolo è molto legato a Khadem Al Qubaisi, presidente di Aabar, fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti, che nell’ottobre 2012 supportò la nomina del numero 1 di Ferrari a vice-presidente di Unicredit. Il fondo possiede infatti oltre il 5% delle quote della banca italiana, che a sua volta detiene il 12,99% delle quote di Alitalia (terzo più grande azionista dopo Intesa Sanpaolo e Poste Italiane).

Nei prossimi giorni Gabriele Del Torchio e James Hogan, rispettivamente amministratori delegati di Alitalia ed Etihad, si incontreranno per discutere alcuni dettagli dell’ingresso della compagnia medio-orientale in nel vettore italiano. La trattativa sarebbe comunque in uno stato molto avanzato: secondo indiscrezioni gli azionisti di Alitalia avrebbero scelto Citi come advisor, e l’accordo dovrebbe essere concluso entro il 4 marzo.

Martedì 11, nel corso di un media briefing al “Singapore Airshow” (l’evento internazionale del settore dell’aviazione che si chiuderà il 16 febbraio), Hogan aveva dichiarato che rappresentanti di Etihad Airways si trovano a Roma per discutere con le banche creditrici di Alitalia. (Avionews)
(0092)

Fonte:www.avionews.it


14 Febbraio 2014

Milano, Italia – Il Gruppo raggiungerà 103 destinazioni con 186 rotte e 2361 frequenze settimanali

(WAPA) – Davide Mandaresu, direttore vendite Italia di Alitalia, e Laura Cavatorta, direttore di AirOne, hanno presentato le novità del Gruppo Alitalia per la stagione estiva 2014 durante la “Bit –Borsa internazionale del turismo” in corso a Milano.

Con il nuovo orario estivo, in vigore dal 31 marzo, il Gruppo Alitalia volerà verso 103 destinazioni, di cui 26 in Italia e 77 nel resto del mondo. Le rotte servite saranno 186, per un totale di 2361 frequenze settimanali.

Tante le novità illustrate, dallo sviluppo del network di Alitalia alla forte crescita di AirOne, dalla nuova strategia commerciale di Alitalia -che ha l’obiettivo di segmentare sempre più l’offerta con le tariffe SaltaSu dedicate a diversi target di clientela che prima volavano poco o non volavano con Alitalia- ai nuovi accordi di co-brand- che hanno contribuito a rinnovare il servizio di bordo – fino al restyling di Ulisse, la rivista di bordo di Alitalia, che da marzo assumerà una veste grafica rinnovata e nuovi contenuti.

Le novità di Alitalia

Prosegue la crescita del network intercontinentale e internazionale di Alitalia con l’avvio del nuovo collegamento bisettimanale diretto fra l’aeroporto “Marco Polo” di Venezia e quello di Tokyo-Narita, operativo dal 3 aprile 2014. Con questo volo si amplia l’offerta della compagnia sull’Estremo Oriente e, in particolare, sul Giappone, mercato strategico per Alitalia. Venezia sarà la terza città italiana collegata a Tokyo, oltre a Roma e a Milano; Alitalia vola anche da Roma-Fiumicino a Osaka.

Dal 1° maggio, inoltre, il vettoer inaugurerà un nuovo collegamento internazionale diretto tra Roma-Fiumicino e Skopje, capitale della Macedonia. Gli orari del nuovo volo sono stati studiati per favorire, oltre ai viaggi di affari e a quelli dei macedoni residenti in Italia, anche le connessioni dalla Macedonia al resto del network intercontinentale ed internazionale di Alitalia, attraverso l’hub di Roma-Fiumicino. L’apertura di Skopje, quale nuova destinazione del network Alitalia nei Balcani, segue l’avvio dei collegamenti verso Podgorica (Montenegro) e il rafforzamento dell’operativo del Gruppo Alitalia su Tirana (Albania), quest’ultima oggi collegata a Roma, Bari e Torino (con voli Alitalia) e a Milano-Malpensa, Pisa, Venezia, Verona e Bologna (con voli AirOne Smart Carrier).

Alitalia intende ampliare ulteriormente la propria offerta sull’area dei Balcani introducendo, progressivamente, anche nuovi collegamenti per Zagabria (Croazia) e Pristina (Kosovo).

Dal 30 marzo 2014 saranno attivati i nuovi collegamenti internazionali diretti da Milano-Linate verso Varsavia e Praga. Nel dettaglio, il collegamento Milano-Linate/Varsavia sarà effettuato 4 giorni alla settimana, tutto l’anno; quello fra Milano-Linate e Praga sarà effettuato 3 giorni alla settimana nel periodo fra 30 marzo e il 25 ottobre.

Collegamenti stagionali

Da aprile sarà di nuovo operativo il collegamento stagionale da Roma a Salonicco e da maggio i voli stagionali da Roma-Fiumicino verso Los Angeles e Chicago.

Da giugno a settembre ripartono i collegamenti stagionali estivi:
– da Roma e da Milano-Linate per Lampedusa e Pantelleria;
– da Roma per Ibiza, Palma di Maiorca e Rodi.

Da luglio a settembre saranno di nuovo operativi anche i collegamenti stagionali estivi da Roma-Fiumicino a Trapani e da Napoli a Olbia.

Per il mese di agosto saranno operativi i nuovi collegamenti stagionali estivi:
– da Milano-Malpensa verso Ibiza;
– da Milano-Linate per Atene, Copenaghen, Salonicco e Heraklion;
– da Roma per Minorca, Mykonos e Heraklion.

Incremento di frequenze

A partire da giugno 2014, in occasione dei Mondiali di calcio, Alitalia incrementerà la sua presenza in Brasile, aggiungendo un volo sulla rotta Roma-Fiumicino/Rio de Janeiro e arrivando a un totale di 6 frequenze settimanali. Inoltre, grazie all’accordo commerciale con la compagnia brasiliana Gol-Linhas Aéreas Inteligentes, i passeggeri Alitalia possono raggiungere 17 destinazioni domestiche brasiliane servite da Gol in coincidenza con i voli Alitalia per San Paolo e Rio de Janeiro: Aracaju, Belo Horizonte, Brasilia, San Paolo Congonhas, Cuiaba, Curitiba, Florianopolis, Goiania, Iguazu Falls, Maceiò, Manaus, Natal, Navegantes, Porto Alegre, Recife, Salvador de Bahia e Vitoria.

Grazie all’accordo con Gol, i clienti e i tifosi in partenza dall’Italia potranno volare verso tutte le città del Paese sud-americano che ospiteranno le partite dei Mondiali di calcio in programma dal 12 giugno al 13 luglio 2014.

Gli incrementi di frequenze dei voli Alitalia durante la stagione estiva 2014 interesseranno anche il mercato giapponese – attraverso l’introduzione di un ulteriore volo fra Milano-Malpensa e Tokyo, per un totale di 5 frequenze settimanali su questa rotta -e il mercato domestico: in Sardegna è previsto un incremento di 11 frequenze settimanali sulla rotta Roma-Fiumicino/Cagliari, di 55 frequenze settimanali sulla Milano-Linate/ Cagliari e di 21 frequenze settimanali sulla rotta Milano-Linate/ Alghero. Rispetto all’estate 2013, saranno effettuati più voli anche sulle rotte Milano-Linate/Brindisi (+ 7 frequenze settimanali), Milano-Linate/Comiso (+ 3 frequenze settimanali) e Roma-Fiumicino/Bologna (+3 frequenze settimanali).

Forte crescita di AirOne

Durante la presentazione alla stampa, Laura Cavatorta, direttore di AirOne, ha illustrato le novità della stagione estiva 2014 del vettore. Il vettore opererà su un network di 32 destinazioni, di cui 20 internazionali e 12 nazionali, con 226 frequenze settimanali, in crescita rispetto al network estivo del 2013.

Nella stagione estiva la compagnia assume un ruolo centrale nella connessione delle regioni italiane con le principali città europee, allo scopo di favorire i flussi di traffico da/per questi territori italiani. In particolare, AirOne incrementerà da fine marzo la sua presenza sul territorio siciliano, dove si trovano due delle sue basi operative: Catania e Palermo, quest’ultima una delle novità dell’offerta summer 2014. Con 5 aerei dislocati sulle due città siciliane (su una flotta totale di 10 aerei), il vettore effettuerà 29 rotte nazionali e internazionali da/per Catania e Palermo, servendo 20 destinazioni da Catania e 9 da Palermo.

Da Catania la compagnia aumenta l’offerta del 34% e servirà 6 destinazioni nazionali (Milano-Malpensa, Pisa, Venezia, Verona, Torino e Bologna) e 14 internazionali (Amsterdam, Berlino, Düsseldorf, Kiev, Lione, Londra, Parigi, Praga, Stoccarda, Vienna, Krasnodar, Rostov, Mosca e San Pietroburgo).

Da Palermo volerà verso 3 destinazioni nazionali (Torino, Venezia e Verona) e 6 destinazioni internazionali (Parigi, Amsterdam, Berlino, Londra, San Pietroburgo e Mosca).

Un’altra novità dell’offerta estiva 2014 è l’apertura di una nuova base operativa a Verona con un aereo dislocato e voli verso 6 destinazioni, di cui 3 nazionali (Catania, Palermo ed una nuova destinazione che verrà messa in vendita a breve) e 3 destinazioni internazionali (Barcellona, Tirana e, nelle prossime settimane, un’ulteriore nuova destinazione internazionale attualmente in via di finalizzazione).

Oltre a Catania, Palermo e Verona, le altre basi servite questa estate dal vettore sono:

– Venezia, collegata a 4 destinazioni nazionali (Catania, Cagliari, Palermo e Lamezia Terme) e a 8 internazionali (Atene, Copenaghen, Ibiza, Praga, Tirana, Samara, San Pietroburgo e Mosca);
– Pisa, da cui si potranno raggiungere 2 destinazioni nazionali (Catania e Olbia) e 6 internazionali (Palma di Maiorca, Praga, Berlino, Tirana, Mosca e San Pietroburgo);
– Milano-Malpensa, collegata a una destinazione nazionale (Catania) e a una internazionale (Tirana).

AirOne è inoltre il vettore con il maggior numero di collegamenti fra l’Italia e l’Albania, grazie ai voli diretti per Tirana da: Milano-Malpensa, Pisa, Venezia, Bologna e Verona a cui, dal 1° marzo, si aggiungeranno anche i nuovi voli da Genova per Tirana.

Nella stagione estiva 2014 cresce anche la presenza del vettore sui collegamenti verso la Russia, dove la compagnia, oltre ad operare voli diretti per Mosca e San Pietroburgo dalle basi di Catania, Palermo, Pisa e Venezia, propone anche Krasnodar e Rostov da Catania e Samara da Venezia.

Il vettore anche quest’anno, per la seconda volta, partecipa all’iniziativa “Sicilia d’inverno 2014”, un progetto di destagionalizzazione turistica promossa dalla Sac (Società aeroporto Catania), in collaborazione con le Camere di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa. L’iniziativa, finalizzata all’incremento dei flussi turistici nazionali durante il periodo invernale, consiste nel promuovere i territori delle Province di Catania, Siracusa e Ragusa come luogo ideale per trascorrere un weekend invernale o una vacanza incentrati sulla storia e la cultura di questi territori e sulla convenienza del prezzo dei voli AirOne e del soggiorno.

Proseguono con successo le offerte Saltasu giovani e family

Prosegue anche nella stagione estiva 2014 la vendita delle tariffe SaltaSu Alitalia che sono dedicate a particolari categorie di viaggiatori e consentono di volare a prezzi molto vantaggiosi, acquistando anche a ridosso della partenza.

Le tariffe SaltaSu di Alitalia hanno riscosso un grande successo fra la clientela: da giugno 2013 ad oggi, grazie alla SaltaSu Giovani, sono saliti a bordo più di 300.000 ragazzi. Da ottobre 2013 hanno volato con Alitalia più di 110.000 passeggeri grazie alla tariffa SaltaSu Family. Le mete internazionali preferite dalla clientela SaltaSu sono state: Madrid, Barcellona, Malaga, Valencia, Bilbao, Il Cairo, Londra, Vienna, Atene e Malta. Da segnalare anche Tirana e Bucarest su cui si sta sviluppando soprattutto un traffico di tipo “Family” dall’Italia. In Italia le mete preferite sono state la Sicilia (Catania e Palermo), la Calabria (Lamezia Terme), seguite dalla Puglia, dalla Campania e dal Piemonte.

Nuova livrea Alitalia dedicata alla Regione Friuli Venezia Giulia

Dopo 17 anni la compagnia riporta in volo una livrea speciale, dedicando un aereo A-319 della sua flotta alla Regione Friuli Venezia Giulia.

Per un anno volerà in Italia e verso le mete internazionali del turismo una livrea “Discover Friuli Venezia Giulia” dedicata in particolar modo al Colibrì, esemplare presente solo nella regione, dove si trova l’ultima colonia al mondo al di fuori del loro habitat naturale. Il Friuli Venezia Giulia è l’unica Regione in Italia e nel mondo ad occuparsi dello studio e dell’allevamento dei Colibrì, oramai in via di estinzione.

L’iniziativa rientra nel progetto “Alitalia per l’Italia” che ha come obiettivo principale quello di trasportare nel mondo le eccellenze del nostro Paese e di accompagnare il turismo internazionale a conoscere le bellezze artistiche, paesaggistiche ed enogastronomiche del nostro territorio.

Il vettore vuole diventare l’ambasciatore nel mondo del “Made in Italy”.

Franciacorta, eccellenza del vino Made in Italy, in comarketing con Alitalia

La presentazione della stagione estiva di Alitalia è stata festeggiata da Franciacorta, ambasciatore dell’eccellenza enologica “Made in Italy”, che da gennaio 2014 è a bordo di “Magnifica”, la classe business di Alitalia sui voli di lungo raggio. Franciacorta è il primo vino italiano prodotto con il metodo della rifermentazione in bottiglia ad avere ottenuto nel 1995 la Denominazione di origine controllata e garantita.

La partnership rappresenta e sintetizza un’ottima iniziativa di co-marketing con l’obiettivo di ottenere importanti benefici reciproci. Da un lato Alitalia può offrire ai propri clienti una grande eccellenza italiana; dall’altro Franciacorta, oltre ad avere un contatto diretto con i passeggeri di “Magnifica”, può comunicare attraverso le molteplici opportunità di Alitalia Mediaservice i propri metodi di produzione, le caratteristiche del vino e, nello stesso tempo, può valorizzare con i clienti Alitalia le bellezze del territorio da cui provengono questi vini di eccellenza. Ad identificare questa nuova sinergia, un’etichetta speciale, studiata ad hoc, che vuole esprimere in modo elegante questa unione di passioni e che si propone di comunicare al pubblico esclusivo della “Magnifica” di Alitalia, la bellezza, la qualità e l’unicità di due realtà del Made in Italy a cui tutto il mondo guarda con estrema ammirazione.

Ulisse, la porta di ingresso di Alitalia Mediaservice

Durante la conferenza-stampa, Giuseppe Ferrarini – Vice-President Sales Advertising Services Sponsorship e Co-marketing- ha annunciato il restyling di “Ulisse”, la storica rivista di bordo di Alitalia che da marzo sarà a bordo con una nuova veste e nuovi e più ricchi contenuti.

“Ulisse” è solo uno degli strumenti di comunicazione utilizzati dalla Divisione Mediaservice che, operativa da giugno 2013, si occupa di individuare e proporre al mercato innovative formule di comunicazione.

Alitalia, con i suoi oltre 2 milioni di passeggeri al mese e oltre 5 milioni di iscritti profilati, si propone infatti come innovativo ed efficace mezzo di comunicazione in grado di intercettare il suo pubblico con modalità originali ed efficaci.

Un target colto, influente, con un forte potere d’acquisto che sfugge alla comunicazione classica. Coccolati e messi a loro agio durante l’attesa e durante l’esperienza di viaggio, i passeggeri possono scegliere prodotti e servizi ad alto valore e tailormade nelle diverse situazioni nelle quali sono protagonisti: sul web nel momento dell’informazione e dell’acquisto dei documenti di viaggio; negli aeroporti; nelle vip lounge e a bordo del volo. (Avionews)
(006)

Fonte:www.avionews.it


9 Febbraio 2014

Dopo una settimana di insistenti piogge finalmente una domenica soleggiata, ed allora perché non cogliere la palla al balzo per ” togliere un po’ di polvere alle ali ”….

E così è stato.

Approfittando del bel tempo assieme a Carlo, ai comandi del Piper PA28-181 Archer II (c/n 28-7990524) I-IKIM  e Lele, “primo ufficiale”  siamo decollati attorno alle 11,35 da Modena per dirigerci all’Aeroporto Giuseppe Verdi di Parma per fare un “touch and go”, termine aeronautico anglosassone che significa letteralmente tocca e và.

Poco prima del’atterraggio a Parma, si è alzato in volo per la pista 20 un Boeing 737-800 della Rayanair, il quale si è diretto poi verso sud.

Attorno alle 12,35 siamo rientrati a Modena.

 

 

GUARDA VIDEO

http://www.youreporter.it/video_Un_touch_and_go_a_Parma

Per

www.aeroclubmodena.it

 

Piergiorgio”pierinoinflight”Goldoni


8 Febbraio 2014

E’ la stessa Ferrari a smentire l’ipotesi di un possibile trasloco del Cavallino Rampante da Maranello in Olanda per usufruire di un regime fiscale più vantaggioso.

 

Ferrari: addio all’Italia dopo 67 anni?

Considerati gli evidenti vantaggi fiscali di una mossa di questo tipo, scaturita per volere dell’Amministratore Delegato Sergio Marchionne dopo la nascita di FCA, più di qualcuno aveva iniziato a pensare che Ferrari, dopo 67 anni di storia intrecciata così profondamente con l’Italia, l’Emilia Romagna e Maranello, avrebbe potuto subire la stessa sorte degli altri marchi italiani del neonato Gruppo automobilistico.

In particolare, l’anticipazione su un clamoroso trasloco di Ferrari verso l’Olanda è stata lanciata da Il Giornale che oggi pubblica in prima pagina “Il gruppo Fiat Chrysler Automobiles trasferisce il marchio Ferrari in Olanda. Un altro pezzo di Italia prende il volo con i suoi 100 milioni di fatturato”. Secondo Il Giornale la Ferrari potrebbe operare questa scelta per portare il celebre marchio verso il Paese che ha la tassazione più vantaggiosa.

Ferrari smentisce. Il Cavallino resta in Emilia

Per mettere a tacere le indiscrezioni è intervenuta ufficialmente Ferrari, che, attraverso una nota, ha annunciato che il Cavallino Rampante non si sposta né dall’Emilia né dall’Italia.

La casa modenese – si legge – “smentisce in modo categorico quanto pubblicato questa mattina da un quotidiano del nord secondo cui il marchio sarebbe trasferito in Olanda. La notizia è destituita di ogni fondamento. La Ferrari – chiosa la nota – è dal 1947 a Maranello dove rimarrà con le sue vetture e il suo marchio”.

Una Ferrari lontana dall’Italia? Non avrebbe senso

Possiamo quindi per il momento tirare tutti quanti un sospiro di sollievo. Del resto la Ferrari, un costruttore che ha saputo fare del Made in Italy non solo un marchio ma un vero motivo di orgoglio su cui ergere valori, storia e tradizione, non avrebbe motivo di esistere, a nostro avviso, lontano dal Bel Paese.

Fonte:www.automoto.it


7 Febbraio 2014

Luca di Montezemolo , Presidente della casa del Cavallino Rampante di Maranello ha smentito immediatamente la voce, sottolineando che la Rossa non si muoverà di un millimetro dalla sua sede storica in provincia di Modena.

E manterrà la sua “identita storica e  

soprattutto il made in italy”

Beh vista l’ultima ” furbata” diciamo così,  di  Marchionne che ha trasferito la Maserati, o meglio la linea di produzione della 4 porte a Grugliasco, non ci sarebbe da stupirsi se ” qualcuno ” per esigenze di ” globalizzazione produttiva  ” spostasse la casa automobilistica modenese all’estero…

Mah speriamo bene, tra terremoto, e alluvione ormai siamo allo strenuo, ci mancherebbe solo l’ultima mazzata per mettere in ginocchio definitivamente una provincia già martoriata dalle bizze della natura dall incuria dell’uomo.

P.G.G.


7 Febbraio 2014

Mario Sardu, 62 anni di Riola, era il responsabile del centro radar di Marsala. «La notte del 27 giugno 1980 nel Tirreno erano in volo soltanto jet “amici”»

 

SASSARI. Il muro di gomma che protegge il segreto della strage di Ustica non è più da tempo un vergognoso bastione impenetrabile che respinge la legittima domanda di verità. È come se il cemento che per anni ha tenuto insieme bugie, complicità, omissioni e depistaggi si stia lentamente sbriciolando, facendo intuire lo scenario di guerra nel quale, il 27 giugno del 1980, finì il Dc9 Itavia, con 81 persone a bordo.

Così, proprio l’altro ieri, un altro mattone è caduto. Ad allargare la breccia è stato un ex maresciallo dell’Aeronautica sardo, Mario Sardu, 62 anni di Riola, che dopo oltre 33 anni ha deciso di rompere il silenzio, raccontando in una lunga intervista al quotidiano La Repubblica cosa vide e sentì la notte di Ustica. Quella notte maledetta Sardu era il responsabile del 35esimo Gram di Marsala, cioè il cervello del sistema radar militare che controllava il Tirreno e il canale di Sicilia.

Non sono verità sconvolgenti quelle che rivela Sardu, ma da lui arriva la conferma, forte e credibile, che il Dc9 Itavia fu abbattuto da un caccia della Nato. L’ex maresciallo prima di tutto smentisce quello che per anni ha costituito un comodo alibi per l’Aeronautica. E cioè che i radar erano impegnati in un’esercitazione Nato. Va da sè che così si trovava anche una giustificazione alla presenza di aerei da guerra dell’alleanza atlantica nel basso Tirreno. Ebbene Sardu dice invece che la sera del 27 giugno non era in corso alcuna esercitazione. La guerra simulata, in codice Synadex, era stata programmata per quella sera alle 21, ma non partì mai.

«Qualche minuto prima della caduta del Dc9 – ha detto Sardu – tutto il traffico era “friendly”, cioè erano in volo solo aerei amici». Una constatazione che ha il peso di un’accusa. Come dire: il Dc9 non può essere stato abbattuto da un aereo nemico, uno”zombi” come si dice nel gergo militare. Restano solo jet della Nato.

Sardu dice poi di non aver visto l’aereo dell’Itavia precipitare, scomparire dai monitor del centro radar, ma si accorse che a un certo punto la traccia non c’era più. Scomparsa. Sul chi può essere stato a lanciare quel missile che ha provocato la morte di 81 persone, l’ex maresciallo non azzarda conclusioni, ma è innegabile che restringe le possibilità.

Sta di fatto che lo scenario fatto intuire dall’ex sottufficiale sardo era stato in qualche modo anticipato nella primavera del 2011, quando la Nato aveva trasmesso un dossier alla procura di Roma in risposta alla rogatoria inoltrata circa un anno prima dalla magistratura italiana. I vertici dell’alleanza atlantica avevano trasmesso l’elenco delle tracce radar degli aerei militari che, la sera del 27 giugno del 1980, erano in volo nello spazio aereo italiano. Per alcuni velivoli mancherebbe ancora l’identificazione, ma tutto fa pensare che fossero cacciabombardieri francesi decollati dalla base di Solenzara, in Corsica.

Parigi ha sempre dichiarato che nella base dell’Armée dell’air di Solenzara il giorno di Ustica le attività erano state sospese alle 17. In precedenza, esattamente nell’ottobre del 1997, l’allora segretario generale della Nato, Javier Solana, aveva consegnato al nostro governo una documentazione nella quale si parlava di dodici caccia americani e britannici in volo quella tragica notte. Ma Solana omise di riferire di altri quattro aerei da combattimento. Si parlò anche allora della possibilità che si trattasse di aerei francesi, perché una registrazione radar di Poggio Ballone (Grosseto), stranamente non inghiottita dal gorgo oscuro nel quale sono svanite prove e testimonianze, indicava in Solenzara, in Corsica, la base di partenza dei quattro jet.

Per dire la verità, fu il generale dei carabinieri Nicolò Bozzo, braccio destro di Carlo Alberto Dalla Chiesa nella cupa stagione del terrorismo, il primo a mettere in relazione Solenzara con la strage di Ustica. La sera in cui il Dc-9 dell’Itavia precipitò in mare, infatti, dalla base corsa partirono decine di caccia-bombardieri. Bozzo era là in vacanza con alcuni parenti, e fu quindi testimone dell’intenso traffico aereo di quella sera. La sua testimonianza casuale – durante un briefing in Calabria successivo a un sopralluogo del giudice Priore che indagava sul misterioso Mig-21 trovato sulla Sila – smentì clamorosamente il ministero della Difesa francese. Diventa così sempre più realistica la possibilità che il Dc9 Itavia si sia trovato al centro di un’operazione di guerra reale e non simulata. E anche sull’obiettivo di quell’operazione restano pochi dubbi: il colonnello libico Muahammar Gheddafi

Fonte:http://lanuovasardegna.gelocal.it


7 Febbraio 2014

"Ustica, solo aerei Nato in volo la notte della strage"

Il maresciallo che seguiva il traffico rompe il silenzio: ecco cosa accadde. C’erano solo velivoli “friendly” e un missile può essere lanciato anche da una nave

CAGLIARI – Tra i grandi misteri d’Italia, quello di Ustica è il più tormentato e affollato di bugie. Cosa davvero successe la notte del 27 giugno 1980 lo sanno in molti, ma tengono le bocche cucite o raccontano fandonie. C’è di mezzo la Nato, tante ragioni di Stato e ci sono le 81 vittime che viaggiavano a bordo di un DC-9 dell’Itavia.

Il maresciallo Mario Sardu, 62 anni, quella notte era il responsabile del 35esimo GRAM di Marsala, sede del centro militare di controllo radar, nome in codice “Moro”. Oggi è pensionato. Ed è arrabbiato con l’Aeronautica per problemi legati a scatti di carriera e ad avanzamenti di grado che non gli sono stati concessi. Ha fatto ricorso al Tar, ma è stato respinto. Stessa sorte col Consiglio di Stato. Ha scritto a Napolitano e al ministro della Difesa. Nessuno gli ha risposto.

Per 33 anni non ha mai rilasciato un’intervista. Questa è la prima. Ed è destinata a riaccendere polemiche. Perché il maresciallo spiega come il wargame Synadex, l’esercitazione simulata, non sia mai stata sospesa. Semplicemente perché non andò mai in esecuzione. Ai giudici, invece, i radaristi avevano detto che era stata “attivata”. E conferma l’ipotesi che ad abbattere il DC-9 non sia stato un aereo “nemico”.

“In quel momento, qualche minuto prima della caduta dell’aereo, tutto il traffico era friendly. Il settore (Martina Franca) ci disse non seguiteli più. Volevano che seguissimo le tracce in penetrazione (quella degli aerei non appartenenti alla Nato, ndr), perché quelle che avevamo identificato erano tutti amici. Quando facevamo l’esercitazione, cosa che accadeva almeno una volta alla settimana, si metteva il nastro Synadex di simulazione di guerra. L’operatore EM Ior era Tozio Sossio. Il simulato partiva alle 9, ma per 20-25 minuti lui non riuscì a mettere la scheda. Poi il settore ci disse “ripassiamo in reale”. Ma nel frattempo l’aereo era già caduto”.

Quindi non siete mai stati in simulato? La Synadex doveva attivarsi alle ore 19 Zulu, cioè alle 21 locali. Alle 21 e 13, quando avete dato lo “stop” non eravate ancora partiti, è così?
“Esatto! Non siamo neanche entrati in simulato. Queste cose le hanno prese tutte sottogamba, non le hanno mai considerate…”.

Perché non l’ha mai detto prima?
“Non ce l’hanno mai chiesto! Salvatore Loi era all’identificazione e girava la manopola su sim o su reale. Ma su reale non poteva più vedere il DC-9 perché era già caduto”.

Alle 20 e 59, per essere precisi. E voi stavate preparando la Synadex…
“Esattamente. Quando ci preparammo a passare in simulato gli aerei erano tutti identificati. Tutti amici. Noi eravamo della Difesa, non del traffico aereo. Dovevamo guardare dalla Libia, dalla Tunisia, dai paesi ostili… purtroppo non seguimmo più la traccia del Dc-9 per seguire il simulato”.

Ma il sergente Luciano Carico disse che sul sistema fonetico manuale aveva seguita la traccia del Dc-9 e l’aveva vista scomparire dal monitor.
“Quello che ha detto Carico non importa. Quando ci ha chiamato il giudice Borsellino a Marsala, lui e il tenente Avio Giordano, che non erano mai andati a Roma a deporre, parlavano tra di loro in corridoio e io dissi: ‘Signori miei, stiamo attenti perché voi alle consolle non c’eravate, c’eravamo io e Loi che abbiamo già deposto a Roma'”.

Lei questa cosa la fece presente durante il confronto?
“Certo, e il giudice istruttore Vittorio Bucarelli mi minacciò, disse che alzavo troppo la voce e che i carabinieri erano fuori, pronti a portarmi via…”.

Quindi l’aereo, da 26mila piedi, passò a zero. Colpito da un missile, secondo i giudici…
“D’accordo, ma il missile chi l’ha lanciato?”.

È quello che le chiediamo, era lei in servizio la sera della strage.
“Secondo lei chi può essere stato, se quella sera gli altri aerei erano tutti amici? Non certo un nemico…”.

Gli aerei militari erano marcati con lo strap, l’etichetta di colore rosso, avevano comunque un’autorizzazione di volo…
“Sissignore. Gli aerei non autorizzati invece, come quelli provenienti dalla Libia, venivano marcati zombi ed erano in giallo, perché considerati non alleati. Li tenevamo d’occhio, mentre gli aerei amici non li guardavamo neanche”.

C’erano aerei, in quella zona, la sera del 27 giugno 1980?
“Come dissi all’epoca, un caccia, un aereo militare, è piccolo, a differenza di un aereo civile. Se non si accendono i codici, i famosi IFF/SIF, rischi di non vederlo. Più basso vola, meno possibilità ha di esser visto dal radar. I militari dovevano accendere tutti e tre i codici IFF/SIF 1,2,3; mentre gli aerei civili solo il 3. Se sono friendly, volo basso e non accendo i codici, non vengo visto dal radar. E poi, non sono solo i caccia a lanciare i missili, ma anche
le navi… quindi non dirò che non c’erano altri velivoli. C’erano eccome, ma erano tutti friendly”.

Facciamo un’ipotesi. Se caccia francesi Mirage, in formazione, partivano da Solenzara, in Corsica e volavano bassi, quante probabilità avevate di vederli?
“Se volavano bassi noi non li vedevamo! Avrebbero consumato il doppio del carburante… come fece quel Mig precipitato in Calabria, ma loro, i francesi, sarebbero potuti rientrare alla base: avrebbero avuto abbastanza autonomia. I libici, no. Poi c’erano gli americani. Quelli di Sigonella o quelli stanziati a Cagliari quando andavano verso la Tunisia o il Marocco, per fare attività anti-sommergibile, volavano bassi e non li vedevamo. Al ritorno, però, si alzavano, volavano più in alto per consumare meno carburante, e a quel punto ci apparivano sul radar. Spesso facevamo decollare i nostri F-104 da Trapani Birgi. Al che loro, sentendo che partivano gli intercettatori, accendevano finalmente i codici. Furbi, gli americani, li accendevano solo all’ultimo…”.

E le portaerei?
“Quelle americane che navigavano in mezzo al Mediterraneo ovviamente non le potevamo vedere, se da quelle si alzava in volo uno solo o più velivoli non potevamo saperlo, valeva sempre la storia dell’1+. Erano libere di scorrazzare. Ci avvertivano soltanto dell’eventuale presenza di sommergibili russi. La portaerei di Napoli, però, dubito avesse i radar. Noi eravamo nel pallone, ma non avevamo i radar spenti… “.

Che sfortuna, proprio in quei quaranta minuti…
“Gheddafi si salvò nell’86 un giorno che il radar di Marsala era in avaria e il radar di Siracusa in manutenzione, o viceversa, non ricordo bene. Nell’85 aerei israeliani rasero al suolo la caserma dove si diceva fosse Arafat, lo mancarono d’un soffio. Ora, gli israeliani andarono e tornarono indisturbati, proprio in quel momento in cui non potevamo vederli. Qualcosa dovevano sapere. Guarda caso agirono quando entrambi i radar erano in avaria… “.

Fonte:www.repubblica.it


7 Febbraio 2014

Gurgaon, India – Operazione da circa 3,9 miliardi di dollari a prezzi di listino

(WAPA) – SpiceJet sarebbe in procinto di effettuare un ordine di 38 aerei 737 Max, secondo indiscrezioni riportate da persone a conoscenza delle trattative tra la compagnia low-cost indiana e Boeing. L’operazione avrebbe un valore di circa 3,9 miliardi di dollari (circa 2,9 miliardi di Euro) a prezzi di listino.

L’acquisto consisterebbe di un acquisto di 30 aerei e della conversione di un ordine per otto B-737 NG: la transazione potrebbe essere ufficialmente annunciata dalla compagnia e dall’azienda aerospaziale statunitense ne corso del “Singapore Airshow”, l’evento internazionale del settore dell’aviazione in programma nella città asiatica dall’11 al 16 febbraio. Le indiscrezioni non sono state commentate né dai portavoce di Boeing né da quelli di SpiceJet.

Fondata nel 2005, SpiceJet è nel 2012 è diventata la terza compagnia indiana in termini di quota di mercato dopo Air India e Jet Airways. Attualmente vola su 54 destinazioni interne, in Asia Pacifica ed in Medio Oriente grazie ad una flotta di 58 aerei.

La serie “Max” del’aereo 737 è l’ultima versione disponibile, ovvero quella successiva alla “NG” (Next Generation) della famiglia di maggior successo di Boeing. In particolare, il 737 Max 7 rimpiazza sia il 737/700 che il 737/700 NG, il 737 Max 8 rimpiazza il 737/800 e, infine, il 737 Max 9 sostituisce il 737/900 NG.

Peculiarità maggiore è la riduzione dei consumi, per la quale Boeing ha sviluppato (al pari di Airbus) un particolare tipo di winglet, di serie sui 737 Max, che garantirebbero un ulteriore risparmio in termini di carburante dell’1,5% in aggiunta 10-12% già garantito dallo stesso aereo. (Avionews)
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Fonte:www.avionews.it


7 Febbraio 2014

Nuova Delhi, India – 624 gli espositori presenti all’evento, provenienti da 36 Paesi

(WAPA) – L’ottava edizione di “Defexpo”, l’evento internazionale del settore della difesa, si è aperto oggi, giovedì 6 febbraio 2014, a Nuova Delhi.

Sono 624 gli espositori dell’edizione 2014, provenienti da 36 Paesi (le società indiane sono 256), che metteranno in mostra i propri prodotti nella speranza di conquistare una fetta significativa del budget indiano della difesa, che prevede investimenti per 150 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni. La Russia sarà il Paese più rappresentato con 37 aziende, seguita dalla Francia con 24 e da Israele con 20.

Rosoboronexport, l’agenzia della Federazione Russa per le esportazioni della difesa, metterà in mostra i propri aeromobili in vista dei prossimi appalti che verranno assegnati da Nuova Delhi. La Russia sta infatti offrendo l’elicottero utility leggero Ka-226T nella gara per 197 elicotteri da sorveglianza e ricognizione per l’aeronautica, e l’aereo anfibio multiscopo Be-200 per la marina.

L’edizione di quest’anno ha visto anche l’esclusione di alcune aziende, tra le quali quelle del Gruppo Finmeccanica, che aveva già prenotato e pagato gli spazi espositivi per le proprie sussidiarie (AVIONEWS).

Come spiegato da vari rappresentanti del ministero della difesa di Nuova Delhi, “Defexpo 2014” sarà principalmente focalizzato sull’industria della difesa indiana: il governo sta fortemente puntando sullo sviluppo delle società nazionali, e solamente nel 2013 ha emesso richieste per informazioni e proposte per quasi 7 miliardi di dollari. (Avionews)
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Fonte:www.avionews.it


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