Alitalia, scade il lock up: soci liberi di vendere le quote

13 Gennaio 2013da PIERGIORGIO GOLDONI

ROMA – Occhi puntati sugli azionisti italiani di Alitalia per capire cosa decideranno di fare delle proprie quote, che da domenica potranno essere cedute all’esterno. Domani scade infatti la clausola di lock up che per quattro anni ha impedito loro la vendita delle azioni per garantire l’italianità della compagnia. E mentre crescono le voci sul possibile interesse da parte di compagnie straniere, con Air France-Klm che resta in pole position, il primo appuntamento per un confronto sulla situazione sarà il comitato esecutivo di Alitalia convocato per il 22 gennaio.

Scade il lock up.
Venendo meno il vincolo lock up, previsto dall’accordo tra Alitalia e Air France-Klm del 2008, dal 13 gennaio al 28 ottobre i soci italiani potranno trasferire le proprie azioni a terzi, ma a condizione che gli altri soci non abbiano esercitato il diritto di prelazione e che il trasferimento sia approvato dal cda di Alitalia. Il vero liberi tutti scatterà invece dal 28 ottobre, quando non ci sarà più bisogno dell’ok del cda, mentre resterà il diritto di prelazione.

Le indiscrezioni.
Gli azionisti della cordata italiana, che detengono complessivamente il 75% distribuito in 21 quote (dal 10,6% di Riva allo 0,9% di Marcegaglia, Manes e Loris Fontana) nel 2008 hanno sborsato 750 milioni e sono interessati a monetizzare l’investimento, ma i tempi non sembrano essere così stretti. Secondo indiscrezioni alcuni soci avrebbero dato mandato a Rothschild di esplorare le possibili alternative, ma da fonti finanziarie si fa sapere che la banca d’affari è stata contattata come altre ma non ha ancora ricevuto alcun mandato scritto.

Air France.
L’integrazione con Air France-Klm intanto viene considerata un naturale sviluppo delle cose: il gruppo franco-olandese, primo azionista con il 25%, secondo voci di stampa avrebbe pronta un’offerta carta contro carta che valorizza l’investimento dei soci italiani il 20% in più rispetto a quanto versato nel 2008. Ma da Parigi hanno smentito l’avvio delle trattative precisando che al momento non ci sono mezzi per fare acquisizioni.

Etihad e Qatar Airways.
In pista c’è anche la compagnia degli Emirati Etihad, che ha una partnership sia con Alitalia che con Parigi e ha confermato di valutare opportunità di investimento in altre compagnie. Si fa anche il nome di Qatar Airways: un’ipotesi di cui si è parlato anche in occasione della visita a novembre del premier Mario Monti a Doha, ma senza impegni formali da parte dei vertici del Qatar. Invece un’altra compagnia del Golfo, Emirates, ha smentito di avere piani di acquisizione di altre compagnie.

L’ipotesi Fs.
Tra le possibili ipotesi c’è anche quella di Ferrovie dello Stato: l’operazione viene considerata in alcuni ambienti «naturale» se non si vuole consegnare Alitalia agli stranieri, tuttavia prima del nuovo governo qualunque mossa non dovrà comportare alcun esborso da parte dello Stato, quindi si potrebbe arrivare ad una manifestazione di interesse, ma non di più. La prima occasione per un confronto tra i vertici della compagnia sarà il comitato esecutivo (cui partecipano tra gli altri il presidente e l’ad Roberto Colaninno e Andrea Ragnetti, Jean-Cyril Spinetta di Air France e il primo azionista italiano Angelo Massimo Riva) convocato per il 22 gennaio.

Il cda.
Mentre il primo cda ordinario in calendario è previsto a fine febbraio. Intanto si sblocca la querelle tra Alitalia e Aeroporti di Roma: oggi è stato infatti riaperto a Fiumicino il Fast track per Milano, chiuso un giorno fa dal gestore degli aeroporti romani per «inadempimenti contrattuali» da parte di Alitalia. Decisione duramente criticata dal vettore che, a quanto si apprende, da fonti aeroportuali, avrebbe cominciato a pagare quanto dovuto ad Adr per i vari servizi.

Fonte:www.ilmessaggero.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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