Gli stilisti Dolce e Gabbana condannati a un anno e otto mesi per frode fiscale

Dovranno versare una provvisionale di 500mila euro all’Agenzia delle entrate. Il legale: «Ricorreremo in appello»

Gli stilisti Domenico Dolce e Stefano Gabbana sono stati condannati a un anno e 8 mesi dal Tribunale di Milano. I due stilisti dovranno anche pagare una provvisionale di 500mila euro all’Agenzia delle entrate, costituita parte civile nel processo. Alfonso Dolce, fratello dello stilista, è stato condannato a un anno e quattro mesi nella sua qualità di amministratore della società lussemburghese Gado. Stessa pena a Cristiana Ruella, amministratrice pro tempore della Gado e membro del cda di Dolce & Gabbana, e a Giuseppe Minoni, direttore amministrativo e finanziario di Dolce & Gabbana. Condannato un anno e otto mesi, come gli stilisti, il commercialista Luciano Patelli. È stata invece assolta, come richiesto dalla Procura, Antoine Noella. Il giudice, in particolare, ha concesso le attenuanti generiche ai due stilisti e ad altri imputati e li ha condannati per solo uno dei due reati contestati, l’omessa dichiarazione dei redditi, e non per quello di dichiarazione infedele dei redditi. Per quest’ultimo reato (per cui tra l’altro era scattata la prescrizione) il giudice li ha assolti «perché il fatto non sussiste».

L’ACCUSA – Il pm Laura Pedio, durante le repliche al processo, aveva parlato di una «frode fiscale sofisticata» e di «prove granitiche». Secondo l’accusa, i due creatori della moda avrebbero costituito una società in Lussemburgo, la Gado, proprietaria dei marchi del gruppo e di fatto gestita in Italia, al fine di ottenere risparmi fiscali, commettendo così una presunta evasione fiscale da un miliardo di euro. Il pm aveva ribadito la richiesta di una condanna a 2 anni e 6 mesi. Il reato riconosciuto dal giudice alla sentenza di condanna è relativo a circa 200 milioni di imponibile e non alla parte rimanente, di circa 800 milioni di euro della contestazione, per cui è arrivata l’assoluzione nel merito. Lo scorso marzo, la Commissione tributaria aveva confermato in secondo grado la maxi-sanzione da 343 milioni di euro a carico di Dolce e Gabbana per l’evasione fiscale.

LA DIFESA – L’avvocato Massimo Dinoia, legale dei due stilisti, nel suo intervento di controreplica aveva parlato di «paradosso dei paradossi», perché «non è possibile che un cittadino paghi di tasse il doppio di quanto guadagna». Si ipotizza che i due stilisti dalla cessione di marchi a un prezzo «stracciato» alla società estera Gado di cui sono soci, abbiano «incassato 360 milioni sui quali» avrebbero dovuto «pagare 548.832.368 euro di tasse». Per questa accusa, ha aggiunto il difensore, «siamo cornuti e mazziati»: avendo versato «solo 162 milioni, e cioè il 45%, per i pm Dolce e Gabbana avrebbero voluto evadere le tasse. Ma è normale che le tasse superino di gran lunga il reddito? Non ci sono parole, è paradossale». «Leggeremo le motivazioni e impugneremo in appello», ha annunciato il legale dopo la lettura della sentenza.

Fonte:http://milano.corriere.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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