Guai in vista per la compagnia aerea Ryanair, l’ad O’Leary è indagato in Italia per un’evasione milionaria

18 Ottobre 2012da PIERGIORGIO GOLDONI
La procura di Bergamo ha iscritto nel registro degli indagati Michael O’Leary, amministratore delegato della compagnia aerea irlandese low cost Ryanair, e il suo braccio destro Juliusz Komorek: secondo il pm Maria Mocciaro avrebbero assunto a Dublino 220 dipendenti della compagnia, in realtà di stanza all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio, assoggettandoli così alla tassazione irlandese, molto più bassa di quella italiana. La notizia è riportata dal “Corriere della sera”. Questo stratagemma avrebbe comportato un danno all’erario italiano di quasi 12 milioni di euro, stando ai calcoli di Inps e Direzione provinciale del lavoro che, a fine 2011, aveva segnalato proprio all’Inps presunte irregolarità nell’assunzione dei dipendenti della compagnia. Dal canto suo Ryanair ha sempre sostenuto di non dover pagare le tasse in Italia, perché i dipendenti operano a bordo degli aerei irlandesi e non svolgono dunque alcuna attività lavorativa in Italia.
 
La compagnia ritiene di aver agito nel rispetto delle regole – Secondo quanto avrebbe rilevato l’Inps, si tratterebbe di un’evasione di quasi 12 milioni di euro. Cifra che oltretutto potrebbe non essere veritiera in quanto si basa sul numero dei nominativi dichiarati dalla compagnia irlandese. Sempre secondo il Corriere della Sera le cifre in mano alla Polizia di frontiera sarebbero ben più consistenti: dal 2003 al 2010 i dipendenti dello scalo bergamasco sarebbero stati infatti 900. Ipotesi che se confermata configurerebbe un’evasione al fisco molto più importante. Le irregolarità erano state segnalate già dal 2011, ma la compagnia pur avendo avuto la possibilità di regolarizzare la sua posizione non lo ha mai fatto perché sostiene di aver agito correttamente in quanto i suoi equipaggi, operando su aerei irlandesi, devono essere assoggettati alle norme di quel Paese. Secondo la procura di Bergamo, invece, Ryanair fa firmare i contratti a Dublino, dove la tassazione degli stipendi è intorno al 12%, mentre in Italia è al 37%, anche se i lavoratori lavorano a tutti gli effetti nel nostro Paese, dove vivono: il domicilio entro un’ora dall’aeroporto è infatti uno dei requisiti per l’assunzione.
16 ottobre 2012
Redazione Tiscali

Fonte:http://notizie.tiscali.it

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