Mario Caregnato Storia di un pilota italiano

26 Ottobre 2012da PIERGIORGIO GOLDONI

Non è stato facile riordinare i pezzi mancanti di un mosaico lungo una vita di Mario Caregnato. Penso che, alla fine, qualcosa sia emerso che valga la pena di essere raccontato e partecipato. Fabio Caregnato.
 

Mario Caregnato nasce il 15 Agosto 1904 a Laghi, in provincia di Vicenza, da Alessandro, maestro elementare, e Luigia Zanotelli. In famiglia vivono anche due fratelli, Giovanni ed Igino e una sorella, Libia.

Quando si dice il destino…

 
Quando Mario era solo ragazzo, un aereo in avaria atterrò in un prato vicino al suo paese. Il pilota riuscì a riparare il guasto, ma non poteva mettere in moto il motore, che doveva essere avviato girando a mano l’elica. Per farlo occorreva qualcuno che potesse dargli una mano e che avesse i riflessi pronti. La sua scelta si orientò proprio su quel ragazzo che si era fermato a guardare. Ma non poteva rischiare di far girare l’elica ad un ragazzo. Allora lo fece sedere al posto di pilotaggio e gli mostrò cosa doveva fare mentre lui avrebbe girato l’elica: “tira questo, spingi quello…. poi quando il motore si avvia…” In un primo momento tutto funzionò come previsto e il motore si avviò regolarmente. Poi qualcosa andò storto e l’aereo prese a correre per il prato invano inseguito dal pilota che urlava al ragazzo …. Fu così che Caregnato ebbe la sua primissima esperienza aeronautica e .… cappottò per la prima volta.

I furori giovanili

Ha soli 17 anni quando, nel 1921, partecipa alla marcia su Roma organizzata dal Partito Nazionale Fascista e nemmeno 19 anni quando si arruola nella Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, 42^ Legione Vicenza. Nel 1924, a febbraio, viene inviato a Bengasi, in Libia, ed aggregato alla 26^ Squadriglia di aeroplani SVA. Rientrato in Italia nell’agosto del 1924, decide di arruolarsi nell’Esercito e viene inviato alla 41^ Compagnia distrettuale a Torino. Nell’aprile 1925 è sottoposto a visita psicofisiologica e il 3 Maggio è a Cerveteri alla scuola di pilotaggio. Il 13 Maggio è ammesso a frequentare la “Scuola di Pilotaggio di Ponte S.Pietro” (BG) e il giorno successivo inizia l’addestramento su velivolo delle officine Gabardini denominato “Checca 55”. Dopo alcune settimane di rullaggio il 19 Agosto effettua il primo decollo su un velivolo H D 42 e raggiunge 250 m di altezza. Nelle settimane successive gli allenamenti proseguono non più a doppio comando ma da solo, con l’istruttore che segue da terra. Seguendo i rapporti del primo libretto di volo, il 2 Dicembre 1925, effettua la prima prova di spirale, il 5 Dicembre la prova degli otto, il 3 Marzo 1926 il primo volo acrobatico. Sono frequenti gli incidenti anche mortali e basta una piccola distrazione a fare perdere il controllo dell’aereo con conseguenze solitamente nefaste per il pilota. E’ nel corso di questo intenso periodo di allenamento acrobatico che accade il seguente episodio: l’istruttore fornisce a Caregnato le istruzioni per eseguire una picchiata a vite: “alzati fino ad una certa quota, posiziona i comandi in un certo modo, abbassa la testa dentro la fusoliera dell’aereo in modo da non poter vedere fuori perché altrimenti gira la testa, aspetta che l’aereo abbia tre scossoni (perché ad ogni scossone corrisponde un giro completo), tira fuori la testa, riprendi i comandi e tira su l’aereo”. Caregnato esegue gli ordini: si alza in volo fino alla quota indicata, posiziona le leve di comando dell’aeroplano come gli era stato spiegato, mette giù la testa e … aspetta, aspetta, aspetta che l’aereo si scuota. Ma gli scossoni non arrivano: decide allora di tirare su la testa e si accorge di essere quasi sul punto di schiantarsi a terra, quindi con una rapida manovra, sfiorando il terreno, riprende l’aereo e poi atterra. Venne a sapere dopo che di avvitamenti ne aveva fatti almeno una decina…ma senza sentire scossoni! Comunque l’ istruttore non fu contento dell’accaduto anche perché, nello stesso momento in cui Caregnato precipitava, un altro allievo che doveva effettuare una prova di volo rovescio non riusciva a raddrizzarsi. Inoltre, l’istruttore si convinse che quella di Caregnato fosse stata solo una bravata, e perciò gli inflisse per punizione diverse frustate nella schiena.

Pilota

 
Il 20 Maggio 1926  consegue il Brevetto di Pilota di aeroplano e il 18 Giugno 1926 viene trasferito alla 80^ Squadriglia di Lonate Pozzolo, 1° Stormo Caccia, su velivolo Spad XIII. Con lo stesso velivolo consegue, l’11 Luglio 1926 il brevetto di pilota militare. Il 25 Settembre 1926 viene trasferito alla 83^ Squadriglia presso Cinisello Balsamo, sempre facente parte del 1° Stormo Caccia. Nel giugno 1927 passa alla 70^ Squadriglia, XXIII Gruppo, 2° Stormo Caccia, mentre nel gennaio 1929 è alla 83^ Squadriglia, dello stesso Stormo. Fu in questo periodo che tutte le squadriglie e tutti i piloti furono dotati di paracadute. Fino a quel giorno, quando accadeva che un velivolo si incendiava in volo, per non morire straziati nel rogo, molti piloti si gettavano nel vuoto, perendo. Queste morti tragiche, la scomparsa di tanti colleghi ed amici, furono i ricordi più dolorosi dei primi anni della sua carriera. Nel novembre del 1929 viene trasferito all’Aeroporto di Ciampino Nord per un corso di perfezionamento per sottufficiali dal quale rientrerà nel Marzo 1930, sempre in forza alla 83^ Squadriglia. In questo periodo si intensifica l’attività di volo acrobatico e Caregnato perfeziona la sua abilità  soprattutto nel volo rovescio con ogni tipo di velivolo. Si fidanza con Giuseppina Mancastroppa di Soresina (CR) che sarà presto sua moglie: quando lei lavora nei campi intorno a Soresina, capita che Caregnato si spinga da Cinisello con l’aereo per andarla a salutare, sorvolando i campi anche a bassa quota e facendo volteggi ben visibili tant’è che i contadini commentano “chellà, l’è ‘l Mario della Pina”. A causa di queste sue attività aeree acrobatiche non autorizzate subisce un richiamo da parte del locale comando dei carabinieri. Essere pilota di aeroplani in quegli anni significava affrontare un grave rischio tutte le volte che ci si alzava in volo: ad esempio, l’unico sistema di orientamento oltre la bussola era costituito dalla lettura della carta geografica, mentre, nello stesso tempo, si manovrava l’aereo.

Quando accadeva di perdere l’orientamento, l’unico modo di riprendere la giusta direzione di volo era quello di abbassarsi di quota seguendo i binari di una linea ferroviaria  fino a raggiungere una stazione su cui si poteva  leggere il nome della località. Riconosciuta la località, con l’ausilio della mappa e della bussola, si poteva sperare di ritrovare la giusta rotta. Tuttavia, il sistema non era privo di inconvenienti e rischi: diversi piloti, utilizzando questo metodo, nel volo a bassa quota, caddero, incrociando ed urtando  cavi elettrici, tralicci ecc. Oltre che per impressionare le donne, Mario Caregnato ha ormai maturato una passione vera per il volo acrobatico e partecipa a molte delle manifestazioni aeree dell’epoca come le “Grandi Manovre dell’Armata Aerea” dell’Agosto-Settembre 1931 e la “Giornata dell’Ala” del maggio 1932 a Roma. Nel luglio 1931 è presso l’aeroporto di Bresso alla 83^ Squadriglia, XVIII Gruppo, 3° Stormo Caccia. Nel mese di novembre 1932 cambia di specialità e inizia l’addestramento a doppio comando su aeroplano FIAT BR 3. Già dai primi del successivo mese di dicembre è pronto per effettuare pattugliamenti con BR3, CR20 e Ca100. Dall’aprile del 1933 entra a far parte dell’11° Gruppo Aeroplani da Bombardamento ma alterna voli su Ca100 e si addestra su Ca101 e su Ca74 per il volo notturno.

Istruttore di piloti

Dal luglio 1935 viene trasferito alla “Squadriglia da Turismo” dell’Aeroporto di Taliedo dove inizia la sua intensa attività di istruttore per giovani piloti. Il suo primo allievo si chiama Tassotti e molti altri allievi lo seguiranno nei successivi 8 anni di attività di istruttore. Tra questi, il giorno 24 ottobre 1935, si presenta un allievo di nome Mario Visentin (Visintin), che verrà istruito da Caregnato fino al 4 Maggio del 1936. Visentin, sarà uno dei più grandi piloti della Regia aeronautica e conterà 17 aerei abbattuti in combattimento fino alla sua scomparsa avvenuta nel 1941 nei cieli dell’Africa Orientale. Nel dicembre 1936 viene trasferito alla “Scuola di Pilotaggio della Regia Accademia Aeronautica” di Capua.

E’ già sposato con Giuseppina da circa due anni e ha già due bambini, Maria Luigia e Sergio ai quali si aggiungerà Elda nel 1938. Nel gennaio 1939 è nuovamente trasferito al Nord, alla “Scuola di Pilotaggio” di Ghedi (BS), quindi nel maggio 1940 viene trasferito all’Aeroporto di Montecorvino Rovella (SA). L’Italia entra in guerra e anche Caregnato porterà il suo contributo di esperto pilota sul fronte Greco-Albanese. Nel gennaio 1942 viene trasferito alla “Scuola di Pilotaggio” di Pistoia e nell’aprile 1943 viene nuovamente trasferito con la “Scuola” all’aeroporto di Bologna. Nel frattempo è nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia (Gennaio 1943) ed, infine, nell’agosto 1943 è ancora trasferito alla “Scuola di Pilotaggio” di Reggio Emilia.

La fine di una carriera esemplare

L’ 8 settembre 1943 lo sorprende in trasferta alla “Scuola di Pilotaggio della Regia Accademia Aeronautica” di Ravenna, presso l’aeroporto di Forlì. Gli viene concesso un permesso di due giorni per tornare a Pistoia dalla famiglia. Gli accadimenti di quei giorni convulsi, il crollo delle certezze e degli ideali in cui fino ad allora aveva fortemente creduto, lo spingeranno a ritirarsi e a non partecipare, in alcun modo e in alcun schieramento, agli eventi bellici e alla guerra civile. Rifiuterà l’adesione alla Repubblica Sociale e non rientrerà più in servizio sino al 1946. Verrà congedato il 30 giugno 1948, all’età di 44 anni e dopo aver maturato, in 22 anni di carriera come pilota militare, più di 2000 ore di volo delle quali quasi 1500 come istruttore di volo. Muore a Pistoia l’11 Agosto 1976.

Fonte:www.asso4stormo.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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