400mila euro

6 Novembre 2016

Le indagini condotte dall’ente cinese di aviazione civile hanno stabilito che i responsabili dell’incidente sono due controllori di volo

 

La compagnia aerea China Eastern Airlines ha voluto ringraziare un proprio comandante con 3 milioni di yuan, pari a poco più di 400mila euro, per aver evitato un disastro aereo.

chinaestern
I fatti risalgono a circa un mese fa, ma la notizia della ricompensa sta facendo il giro del mondo solo adesso. L’11 ottobre all’aeroporto Hongqiao di Shanghai, He Chao, questo il nome del comandante eroe, ha evitato per 19 metri uno scontro in decollo contro un altro aereo della stessa compagnia impegnato a rullare sulla pista.

He Chao, come rivela China.org, ottenuto il via libera dalla torre di controllo e ha iniziato la procedura di decollo quando, dopo aver superato la V1, la cosiddetta “velocità di decisione”, il suo aereo si è trovato di fronte un Airbus 330 della stessa compagnia proveniente da Pechino e appena atterrato.

Grazie alla sua prontezza di riflessi però il comandante è riuscito a salvare 439 passeggeri, i suoi e quelli dell’aereo contro cui si sarebbe scontrato.

La China Eastern Airlines ha così voluto premiare Chao con oltre 400mila euro. La compagnia ha premiato anche il resto dell’equipaggio con 600mila yuan pari a circa 80 mila euro ciascuno.

Le indagini condotte dall’ente cinese di aviazione civile hanno stabilito che i responsabili dell’incidente sono due controllori di volo, colpevoli di aver dato informazioni sbagliate all’equipaggio dell’Airbus 330. Per i due sbadati licenza revocata.

Fonte: www.ilgiornale.it/


21 Settembre 2013

Le automobili erano su un semirimorchio che è stato lasciato incustodito L’azienda: «Dirette in Malesia, è stato l’importatore a scegliere il vettore»

Erano appena uscite dalle officine di Maranello e ancora da immatricolare: due costosissime Ferrari 458 destinate al mercato estero malese, all’alba di ieri sono state rubate a Salvaterra di Casalgrande, a due passi da Sassuolo.

Erano, e proprio questo ha dell’incredibile (oltre all’eccezionalità del lussuoso bottino), custodite in un container a bordo di un semirimorchio, lasciato parcheggiato in un’area di sosta in via XXV Aprile.

A quanto risulta, non c’era alcun allarme antifurto, non c’era nemmeno alcun custode.

Ad accorgersi della “sparizione” del semirimorchio e del suo preziosissimo contenuto e a rivolgersi ai carabinieri – a indagare ora sono quelli di Casalgrande – è stato un residente, forse lo stesso autotrasportatore, che è di Casalgrande, e che, soltanto qualche ora prima, aveva ritirato le costose vetture dalle officine Ferrari di Maranello.

Dunque le due automobili (il cui valore si aggira intorno ai duecentomila euro ciascuna), invece di prendere posto, come da programmi, ieri mattina sull’imbarcazione mercantile che da La Spezia le avrebbe condotte a destinazione, in Malesia, ora battono ben altri lidi: forse nascoste in qualche luogo insospettabile, in attesa di venire “ripulite” e rivendute al mercato nero.

Almeno questa è la ricostruzione possibile di cosa possa accadere dopo un simile furto.

L’unico elemento in grado di ricondurle ai proprietari è il numero di telaio: la prima cosa destinata a “sparire”.

«Le due automobili erano per due privati che le hanno ordinate in Malesia, presumibilmente un anno e mezzo fa, più o meno il tempo necessario per realizzare le vetture una volta che vengono richieste, e dove ci appoggiamo a un’azienda che importa e vende i nostri modelli – ha spiegato Stefano Lai della Ferrari di Maranello – È stata questa azienda (partner ufficiale Ferrari in Malesia è la Naza Italia Sdn Bhd, ndr) a scegliere l’autotrasportatore di Casalgrande per il trasporto. Il ritiro a Maranello è probabile sia avvenuto il giorno prima, cioè nella giornata di mercoledì. Le automobili erano già state pagate e quindi erano già di proprietà dell’importatore che le aveva richieste. Dovrebbero essere già dotate di copertura assicurativa. Ferrari dunque non c’entra più nulla e non può fare granché: nella dotazione di base non c’è alcun sistema antifurto o collegamento satellitare. Il furto dunque danneggia l’azienda malese, oltre all’autotrasportatore che le aveva in carico».

Partite dunque le indagini per cercare di risalire a chi ha messo a segno il colpo e ha fatto sparire un “bottino” veramente di valore.

Fonte:http://gazzettadimodena.gelocal.it


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