Il piano industriale di Alitalia Cai prevede l’esubero di 690 lavoratori, di cui 300 assistenti di volo, 300 dipendenti dello staff di terra e 90 occupati nella manutenzione. E’ secco il no dei sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti e Ugl, convocati all’assemblea che illustrava il nuovo piano della compagnia, che punterebbe a risparmiare con questi esuberi circa 30 milioni di euro. I lavoratori in esubero dovrebbero entrare così in cassa integrazione ma “perché dovremmo condividere una nuova azione che scarica sugli ammortizzatori sociali italiani, pagati dalle tasse degli italiani, se non è chiaro quale atteggiamento hanno/avranno gli azionisti?” tuona la Fit Cisl che sospetta che a gennaio “Air France, alle prese anch’essa con grandi problemi, potrà passare all’aumento del suo attuale 25% con pochi sforzi e relativamente poco investimento”. Duro anche il capogruppo del PD in commissione Trasporti alla Camera, Michele Meta, che ricorda come “a quattro anni dal passaggio di consegne della vecchia Alitalia alla Cai le conseguenze drammatiche della privatizzazione, voluta in quei termini dall’allora premier Berlusconi, sono sotto gli occhi di tutti” visto che “ancora oggi ci troviamo a fare i conti con una compagnia in grave difficoltà, come hanno ammesso gli stessi vertici della società, e con il dramma di migliaia di lavoratori sull’orlo del baratro”. Meta afferma quindi che “se si fossero legate le sorti dell’ex Alitalia ad un vettore internazionale avremmo resistito meglio alla crisi del settore aereo, presente ovunque ma drammatica in Italia. Avremmo inoltre garantito ben altre prospettive anche per quei 4.500 cassintegrati Alitalia che sono stati abbandonati al loro destino”. Meta conclude che “non si può tollerare che a pagare il prezzo di un’operazione assolutamente sbagliata siano ancora una volta i lavoratori” e chiede “al Governo e ai vertici di Alitalia di riferire immediatamente alla Camera sui dettagli del piano industriale che prevede ulteriori 690 esuberi”. Richiama “la responsabilità del Governo che non deve consentire ai capitani coraggiosi di scaricare il frutto della loro incapacità solo sui lavoratori” anche Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, invitando l’esecutivo dei tecnici ad intervenire “con autorevolezza” perché “i lavoratori di Alitalia stanno pagando da quattro anni per l’incapacità e, diciamolo pure, per la poca voglia di questi imprenditori di rimanere nel business, convinti a fatica solo dalle insistenze e dalle prospettive di contraccambio del governo Berlusconi”. Anche la Filt Cgil promette battaglia, spiegando che “la Cassa integrazione degli addetti del trasporto aereo non è una soluzione ma un problema da risolvere per i tanti addetti già collocati in Cigs o mobilità del settore senza occupazione”, sottolineando che “la soluzione alla crisi strutturale del trasporto aereo non può essere ricercata ancora una volta attraverso l’ennesima operazione emergenziale di tagli all’occupazione, ma costruendo un sistema di regole ed una via compatibile di sviluppo dell’intero settore”. L’obiettivo dei sindacati al prossimo incontro con i vertici di Alitalia, che dovrebbe svolgersi lunedì 22 ottobre alle ore 15:00, stando a quanto apprende l’Adnkronos, è quindi quello di “ridurre a zero i tagli” e discutere invece sul rilancio della compagnia. Per venerdì 26 ottobre, comunque, rimane confermato lo sciopero aerei di 4 ore, dalle ore 13:00 alle ore 17:00, a cui aderirà il personale Alitalia Cai ma anche i lavoratori del comparto aereo e aeroportuale (società di handling, di catering, del cargo e dei servizi di pulizia multiservizi di ristorazione e commerciale ) delle altre compagnie.