Aeroporto Canova

14 Gennaio 2014

 

L’aeroporto ‘Canova’ di Treviso è stato abilitato martedì al decollo degli aerei in caso di nebbia con visibilità a 150 metri. A giorni, invece, è atteso il via libera anche per gli atterraggi con le medesime condizioni. Lo ha reso noto Enrico Marchi, presidente di Save, società che gestisce lo scalo veneziano ‘Marco Polo’ e quello di Treviso.

“Questa mattina – ha detto Marchi – abbiamo ricevuto il ‘notam’, l’equivalente del bollettino ai naviganti, che autorizza i decolli con scarsa visibilità; abbiamo fatto un passo avanti finalmente con Enav ed Aeronautica militare, che hanno risolto la questione. Entro 15, 20 giorni ci auguriamo di poter effettuare anche gli atterraggi a bassa visibilità”.

Fonte:www.trevisotoday.it


10 Ottobre 2012

«Canova», voli a singhiozzo: l’aeronautica militare «blocca» la seconda categoria Si attende da mesi il nullaosta per usare i dispositivi anti-foschia, già installati

Aeroporto «Canova»: continua a bastare un po’ di nebbia per bloccare atterraggi e partenze.

Come è capitato, per l’ennesima volta, domenica scorsa: quattro voli saltati nella mattinata. E i voli continueranno a saltare, sempre causa nebbia, per colpa di una firma mancante su un pezzo di carta. Ossia per colpa della solita burocrazia.

E tutto questo nonostante lo scalo sia dotato, ormai da tre anni, dei necessari dispositivi per garantire il traffico aereo in (quasi) tutte le condizioni meteorologiche, ossia il passaggio dalla prima categoria (voli con nebbia permessi solo con visibilità minima orizzontale di 600 metri) alla seconda categoria (visibilità a 350 metri). Mancava solo l’adeguamento della pista, per passare alla seconda categoria. E infatti nel 2011 si è messo in moto il cantiere, che ha portato alla chiusura dello scalo per mesi e alla spesa da parte di AerTre e Save di 16 milioni di euro. Scalo che ha riaperto i battenti nei primi giorni del dicembre 2011. Da oltre dieci mesi a questa parte, quindi, all’aeroporto «Canova» tutto è pronto per atterrare e decollare anche in presenza di nebbia. Però ogni volta che il cielo si vela, gli aerei non possono né decollare né atterrare: a paralizzare lo scalo è appunto una firma mancante. Solo una firma.

Quella dell’aeronautica militare: l’aeroporto di Treviso è infatti una struttura civile però il service provider (ossia il fornitore di servizi) è l’aereonautica militare. E quindi i due via libera per adottare la seconda categoria dovevano arrivare dall’Enac (ente nazionale di aviazione civile), che ha dato l’ok da tempo, e dall’aeronautica militare, che ha l’incartamento da mesi. Ma non firma.

E così, di questo passo, si profila un inverno all’insegna dei disagi: ogni volta che calerà la nebbia sarà blocco totale del traffico aereo, fino a che non arriverà appunto l’ultimo nullaosta. La trevigiana AerTre (la società che gestisce lo scalo) e Save (la società veneziana che ha inglobato quasi tutte le quote di AerTre) sono in attesa da mesi della firma necessaria per sbloccare l’imbarazzante stallo. E intanto i viaggiatori, compresi i turisti diretti a Treviso, vivono disagi continui.

Ma non si tratta dell’unica anomalia del «Canova»: oltre al blocco della seconda categoria, a fine maggio è pure scaduta la concessione ventennale per la gestione dello scalo. E quella nuova, la quarantennale, accaparratasi dalla Save, che ha promesso 130 milioni di investimenti per i prossimi 40 anni, non è ancora stata data dal governo Monti. A rigor di logica, quindi, da giugno l’aeroporto di Treviso dovrebbe essere chiuso al traffico aereo. Eppure i voli continuano ad esserci (nebbia permettendo) perché siamo in Italia e quindi è scattata, tacitamente, la solita proroga inattesa grazie alla solita, fatidica legge speciale. Ma c’è anche il bubbone della Via, la Valutazione di impatto ambientale dello scalo, ritenuta però dalla direzione generale del ministero dell’Ambiente e dall’Enac non necessaria ai fini dell’ampliamento della pista, fatto che lo scorso anno ha scatenato le proteste dei comitati, che infatti hanno chiamato in causa il Tar. E il tribunale amministrativo regionale lo scorso autunno aveva addirittura chiesto la sospensione dei lavori in attesa di giudizio, sospensione durata poche settimane perché resa di fatto nulla dal ricorso al Consiglio di Stato avviato dall’Enac, che rimise in moto le ruspe. Lo scorso luglio, infine, il Tar ha posto il limite a Treviso di 16.300 voli all’anno.

Fonte:http://tribunatreviso.gelocal.it


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