Commissione Difesa

30 Ottobre 2013

Venerdì , 27 settembre, è stato completato l’ordine definitivo dei primi sei cacciabombardieri del sesto e settimo lotto, per i quali erano già stati presi impegni e versato gli anticipi. E lo stesso accadrà nei prossimi mesi e nel 2014 per altri sette aerei dell’ottavo e nono lotto, per i quali erano già stati pagati anticipi per 60 milioni di euro.

Caccia F35
<!– –>La mozione di maggioranza sugli F35 approvata a fine giugno dopo un duro scontro in aula, doveva sospendere il programma fino alla conclusione, a fine anno, dell’indagine conoscitiva parlamentare sui sistemi d’arma, tutt’ora in corso. Invece, come confermano al fattoquotidiano.it due esperti in materia sentiti dalla commissione Difesa proprio nell’ambito di questa indagine, non c’è stata proprio nessuna sospensione. 

Lo dimostra il fatto che venerdì , 27 settembre, l’Italia ha completato l’ordine definitivo dei primi sei cacciabombardieri F35 del sesto e settimo lotto, per i quali aveva già preso impegni e versato gli anticipi previsti dalla complessa rateizzazione contrattualistica del programma Joint Strike Fighter. E lo stesso accadrà nei prossimi mesi e nel 2014 per altri sette F35 dell’ottavo e nono lotto, per i quali erano già stati pagati anticipi per 60 milioni di euro. 

“Quest’ultimo contatto è la dimostrazione di come, al di là della buona fede dei parlamentari, la sospensione prevista dalla mozione non ha fermato le acquisizioni italiane nell’ambito del programma JSF, che semplicemente proseguono secondo la tempistica stabilita”, spiega Gianandrea Gaiani, direttore di Analisidifesa.it, sentito dalla commissione d’indagine all’inizio di agosto. “La Difesa è andata avanti con il programma infischiandosene dell’indagine conoscitiva, ben sapendo che non avrebbero sospeso un bel niente perché non potevano bloccare le quattordici acquisizioni già avviate per i lotti 6,7, 8 e 9. Al massimo potranno essere impedite le acquisizioni per i lotti successivi sui ancora non è stato preso alcun impegno contrattuale, ma i tredici aerei che abbiamo comprato e che stiamo comprando ce li terremo, salvo rivenderli ‘a chilometro zero’ a paesi terzi appena usciranno dalla fabbrica di Cameri“.  

L’inesistenza di fatto della moratoria è stata sottolineata anche da Francesco Vignarca, coordinatore della Rete Italiana Disarmo, quando martedì è stato sentito in commissione Difesa. “Questa indagine conoscitiva rappresenta un’iniziativa molto importante – ha detto Vignarca – ma non ha gli strumenti per svolgere un effettivo controllo sul procurement militare. E’ sensato quello che stiamo facendo quando il ministero della Difesa, mentre voi siete qui a fare questo lavoro, è andato negli Stati Uniti a firmare un contratto per completare l’acquisto di sei aerei? Un contratto che tra l’altro prevede per questi sei velivoli, che sono nostri, una partecipazione industriale italiana solo al 5 per cento, ben al di sotto di quanto propagandato dalla Difesa, che continua a favoleggiare su ritorni industriali ed economici inesistenti”.

D’altronde lo stesso amministratore delegato di Finmeccanica, Alessandro Pansa, durante la sua audizione in commissione di pochi giorni fa aveva diplomaticamente espresso il suo scarsissimo entusiasmo per il programma: con gli F35, ha detto Pansa, “siamo esecutori intelligenti di scelte altrui. Non è con la fornitura di parti d’aerei di grandi dimensioni che Finmeccanica costruisce il suo futuro di operatore tecnologico d’avanguardia“.

Ma al ministero della Difesa non sento ragioni e proseguono dritti sulla strada dell’F35, incuranti delle mozioni e delle indagini parlamentari e sordi agli autorevoli pareri negativi di dirigenti industriali e perfino del Pentagono, che è tornato a denunciare in un rapporto le gravissime pecche tecniche e quindi economiche di questo aereo.

Fonte:www.ilfattoquotidiano.it


25 Giugno 2013

Braccio di ferro nel governo Letta sull’acquisto dei caccia F35. Il ministro della Difesa Mario Mauro smentisce le indiscrezioni secondo cui l’esecutivo starebbe pensando di sospendere il programma Joint strike Fighter. «Non ho partecipato a nessun Cdm nel quale il governo abbia cambiato posizione», afferma Mauro. «Pd e Pdl – ricorda il ministro della Difesa – quando erano separati hanno votato gli F35 e mi sembrerebbe strano che ora, da uniti, non li votino più». Mauro replica a distanza al collega responsabile degli Affari regionali Graziano Delrio, che riferendosi ai 90 aerei che l’Italia ha ordinato, per una spesa di 14 miliardi, sottolinea che la vera emergenza, ora, è dare lavoro ai giovani. «Credo – afferma in un’intervista a Repubblica tv – che proprio perché è un impegno importante, di diversi miliardi, dobbiamo fare di tutto per recuperare più risorse possibili per l’emergenza vera che abbiamo, che non è la difesa ma il lavoro per i giovani».

Poi, in una nota, chiarisce: «Quello che ho detto è che pensando agli Stati Uniti d’Europa avrebbe senso una forza europea. Scelta complessa su cui occorre un’istruttoria», spiega Delrio. Intanto le diplomazie dei partiti sono al lavoro per una mozione di maggioranza sugli F35. Accordo raggiunto nel gruppo Pd della Camera per una mozione sugli F35 che raccoglie tutte le anime del partito: a quanto si apprende, sul documento, messo a punto ieri sera (i deputati del Pd si sono espressi in maggioranza contro l’acquisto dei cacciabombardieri), è in corso un confronto con gli altri gruppi di maggioranza, tra cui il Pdl, che sta conducendo il capogruppo in commissione Difesa di Montecitorio, Giampiero Scanu.

«Stiamo lavorando a un testo unitario», conferma il capogruppo Sc Lorenzo Dellai, che rimane tuttavia cauto sull’esito della trattativa. «Ci sono diverse sensibilità in tutti i partiti», continua, e l’obiettivo può essere raggiunto «se c’è uno sforzo di buon senso».

Ma le dichiarazioni del ministro della Difesa vengono criticate dal Partito democratico: «Il ministro – attacca il vicepresidente dei deputati del Pd Gero Grassi – dichiara che sugli F35 non si torna indietro e che si acquistano. A noi sembra una posizione irresponsabile e delegittimante verso il Parlamento che sta tentando, attraverso una discussione aperta, di realizzare opportunamente il bene dell’Italia che per noi non prevede l’acquisto».

Il nodo per i Dem è quello sulla sospensione temporanea del programma degli F35 mentre è in corso l’indagine conoscitiva in materia che sarebbe prevista nella mozione. C’è ancora tempo, comunque, fino a domani per il lavoro degli sherpa visto che, a causa dell’ostruzionismo della Lega in Aula sulla proposta di legge sulla “messa alla prova”, il voto molto probabilmente slitterà a domani.

Fonte:www.ilsole24ore.com


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