NH-90


Nonostante crisi e deficit, l’Italia non accenna a tagliare le spese per la Difesa: pochi giorni fa la AgustaWestland ha consegnato un altro dei 116 elicotteri che il nostro paese sta pagando 39 milioni di euro l’uno. Che ne pensa il ministro Mauro?

Crisi o non crisi, alla faccia della spending review e dei tagli annunciati alla casta, l’Italia continua a spendere milioni (anzi, miliardi) di euro in armamenti. AgustaWestland (gruppo Finmeccanica) ha infatti consegnato lo scorso 2 maggio all’Esercito italiano il primo elicottero NH-90 Tth in configurazione Foc (Final Operational Capability) durante una cerimonia ufficiale svoltasi nello stabilimento AgustaWestland a Venezia-Tessera, alla presenza dei generali Giangiacomo Calligaris e Francesco Langella.

Non si tratta di una consegna come tutte le altre, però. Il programma NH-90 è infatti il maggior contratto europeo per la fornitura di elicotteri militari di tutti i tempi, come affermato dalla stessa azienda produttrice: si tratta infatti di fornire 529 unità a 19 forze armate di 14 Nazioni, tra cui paesi in grave crisi economica come Italia, Portogallo, Spagna e perfino Grecia.

La storia di questi velivoli parte da lontano, dagli anno ’80, quando venne varato il programma internazionale per la realizzazione del nuovo NATO Helicopter; con la caduta del muro di Berlino e lo sgretolamento dell’URSS tuttavia il progetto subì dei rallentamenti (era scomparso il nemico numero uno per cui gli elicotteri erano stati concepiti) per poi riprendere vita nel 2000, quando l’Italia, insieme ad altri paesi, formalizzò la commessa per la fornitura di 116 nuovi NH-90, 60 per l’esercito e 56 per la marina militare. Il primo elicottero venne consegnato nel nostro paese nel dicembre 2007, ma in una versione diversa da quello uscito dalla linea di produzione giovedì scorso, che è stato il primo con capacità operativa completa (FOC = Full Operational Capability). Il debutto purtroppo non fu dei migliori: pochi mesi dopo la consegna, il primo NH-90 si inabissò durante un’esibizione sul lago di Bracciano, affondando a 150 metri dalla riva e causando la morte del pilota, il capitano Filippo Fornassi.

Ma quanto sono costati questi elicotteri di ultima generazione, adatti – sempre secondo AugustaWestland – a missioni di trasporto tattico, trasporto di carico, operazioni speciali, ricerca e soccorso, di addestramento ed evacuazione di feriti, ma che la Difesa definisce anche anti sommergibile e anti nave, quindi da guerra – e già impiegati dall’Italia in Afghanistan?

Qui le cose si complicano un po’. Secondo l’unica informazione ufficiale rintracciabile sul sito del ministero della Difesa, ma datata 2007 l’impegno finanziario previsto dall’Italia per il programma “Ala Rotante” di cui fanno parte gli Nh-90 “ammonta a circa 3.890 milioni di euro per la fornitura di n. 50 elicotteri TTH per l’EI e di n. 50 elicotteri per la MM”, per un costo unitario che ammonta (o ammontava, visto che i dati sono vecchi di sei anni) a circa 39 milioni di euro per unità. AgustaWestland parla però esplicitamente di una commessa italiana pari a 116 elicotteri, pari a una spesa totale che supera i 4,5 miliardi di euro.

La Grecia ha ordinato 20 elicotteri NH90, di cui 4 sono stati già consegnati; ne restano ancora 16 da pagare, ma è noto che il paese ellenico, stretto nella morsa del deficit, ha già annunciato di voler tagliare il bilancio della difesa; tuttavia non è ancora chiaro se le sforbiciate riguarderanno proprio il programma NH-90. Per quanto riguarda l’Italia, il nuovo ministro Mario Mauro, obiettore di coscienza storico, non ha ancora dichiarato che cosa prevede di fare riguardo al bilancio delle spese  militari italiane: l’avanzamento del programma “Ala rotante” potrebbe dargliene l’occasione?

Fonte:www.vita.it


22 Settembre 2012

Continua il ponte aereo tra l’aeroporto Marconi di Bologna e lo scalo militare di Herat per trasportare i nuovissimi NH-90 della brigata aeromobile ‘Friuli’, nell’area di operazioni affidata al contingente italiano

Bologna, 17 settembre 2012 – Continua il ponte aereo tra l’aeroporto Marconi di Bologna e lo scalo militare di Herat (Afghanistan) per trasportare i nuovissimi elicotteri NH-90 della brigata aeromobile ‘Friuli’, nell’area di operazioni affidata al contingente italiano.

Sabato mattina è arrivato dalla base aerea di Ramstein (Germania) il terzo Boeing C-17 dell’Usaf (forze aeree statunitensi) assegnato dalla Nato per l’operazione. Il quadrireattore a stelle e strisce, appartenente al reparto schierato nella base McChord, Stato di Washington, è atterrato al Marconi attorno alle 5 in piena oscurità ed è stato parcheggiato nel piazzale di Sab cargo.

L’elicottero NH-90, uno dei mezzi più moderni e flessibili delle nostre forze armate, costruito da un consorzio europeo di cui fa parte Agusta-Westland, era già stato smontato dai tecnici del II reggimento di sostegno ‘Orione’ di stanza nel sedime aeroportuale. La fusoliera e le altre parti, queste in casse pallettizzate, sono state caricate nella capiente stiva del C-17, in stretta collaborazione con i militari dell’Air mobility command (uno dei comandi dell’Usaf che assicura il trasporto di personale e mezzi in tutto il mondo).
 

Oltre alla fusoliera, le parti più significative erano le pale del rotore principale in fibra di carbonio e di quello posto a poppa che funge da ’anticoppia’, impedendo in tal modo che l’elicottero giri su se stesso. I piloti e gli specialisti militari del C-17 hanno apprezzato la professionalità dimostrata dagli uomini del reggimento ’Orione’: l’unico reparto in Italia che assicura la manutenzione e la revisione del nuovo elicottero tattico.
 

«Il condizionamento (cioè l’adeguamento dei carichi alle dimensioni della stiva del C-17) e la pallettizzazione hanno dimostrato una elevata professionalità da parte dei colleghi italiani» hanno detto i militari statunitensi. Poco prima delle 10 il cargo dell’Usaf è decollato per Herat, raggiunta in sei ore di volo. Sono 5 le spedizioni programmate per il trasporto degli NH-90 in Afghanistan. Intanto i primi due elicotteri sono già operativi e hanno effettuato numerose missioni, confermando l’elevato standard della macchina. Anche il C-17, da parte sua, è una star: su questo quadrireattore è autorizzato a volare anche il presidente degli Stati Uniti in aree critiche, e l’aereo trasporta le limousine blindate, oltre alla scorta per la sicurezza, nei viaggi dell’Inquilino della Casa Bianca.
 

Marco Tavasani

FONTE:www.ilrestodelcarlino.it


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