Puglia

1 Febbraio 2016

Una parte dei 600 milioni di dollari andranno allo stabilimento Avio Aero di Brindisi e al Politecnico di Bari per sviluppare un nuovo laboratorio.

motori aereri

Investimenti per oltre 600 milioni di dollari in Italia nell’arco di un quinquennio. E parte di questi fondi arriveranno anche in Puglia grazie all’intesa siglata a Firenze (denominata “Progetto Galileo”) da Ge Oil & Gas alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, del presidente e ad di General Electric, Jeff Immelt, del presidente e ad di Ge Italia, Sandro De Poli, del presidente e ad di Ge Oil & Gas, Lorenzo Simonelli, e del presidente di Nuovo Pignone, Massimo Messeri.

Grazie agli investimenti previsti nell’intesa firmata oggi, nella sede della presidenza della Regione, che saranno destinati alla ricerca, allo sviluppo e all’innovazione tecnologica in Italia, Ge Oil & Gas consolida la propria presenza nel Paese e rafforza la collaborazione con il tessuto accademico, industriale ed economico delle Regioni in cui opera.

In particolare la Toscana, dove si trova la sede più importante della divisione Ge Oil & Gas-Nuovo Pignone, presente anche in Lombardia, Calabria e Puglia.
In particolare, il protocollo d’intesa prevede 200 milioni di euro di investimenti nei prossimi 4 anni in Piemonte, Puglia e Campania, le regioni dove sono impiegati i circa 4.000 dipendenti italiani dell’azienda.

Gli investimenti nell’innovazione dei processi produttivi mirano a tenere alta la competitività tecnologica degli stabilimenti di Avio Aero, mentre gli investimenti in Ricerca & Sviluppo garantiranno all’azienda di espandere il proprio ruolo nei programmi aeronautici del futuro. In Puglia Avio Aero e il Politecnico di Bari stanno per dare vita a un nuovo laboratorio, l’Apulia Development Centre for Additive Repair, per sviluppare procedure di riparazione per componenti di motori aeronautici mediante tecnologie innovative basate anche su sistemi laser.

Le procedure di riparazione
sviluppate e ottimizzate nel laboratorio verranno poi industrializzate, a partire dal 2018, nello stabilimento Avio Aero di Brindisi e utilizzate per il recupero di componenti in servizio, allungando il ciclo di vita dei motori aerei.

Le nuove attività impegneranno 10 ricercatori che si aggiungeranno ai 40 già attivi nell’Energy Factory Bari (Efb), il laboratorio nato nel 2010 tra gli stessi partner, per sviluppare tecnologie innovative nell’aerospazio e nell’energia.

Fonte:bari.repubblica.it/


23 Ottobre 2015

Nello stabilimento Avio Aero verrà fabbricato il motore a turboelica per aerei
L’investimento è di 500 milioni di dollari. In Italia non si producono dagli anni Settanta

Il progetto è ambizioso e regala alla Puglia un primato in Italia: la produzione di un motore a turboelica per aerei da installare su velivoli di grandezza fino a un Atr (aerei di trasporto regionale) ed eventualmente su quelli a pilotaggio remoto. Un affare per il territorio e per l’intera industria aerospaziale «made in Sud». A scommettere sul futuro dell’aviazione italiana è la multinazionale statunitense General Electric (GE) che controlla Avio Aero (con stabilimento a Brindisi).

Il piano

Si tratta di un piano che prevede l’investimento di 400-500 milioni di dollari tra progettazione e realizzazione dei motori con ripercussioni per i prossimi vent’anni. La Puglia, nei piani di GE, era un’opzione, ma non una certezza. Infatti, in occasione di un convegno organizzato a luglio scorso a Roma (proprio da General Electric sul tema «Sviluppo e Innovazione nei settori strategici a elevata tecnologia»), era stato Riccardo Procacci, presidente e amministratore delegato di Avio Aero, a illustrare le prospettive e i siti candidati a ospitare l’intervento: «Vedremo dove si produrrà, General Electric deve decidere e come Avio stiamo lavorando per farlo in Italia. In alternativa ci sono gli Stati Uniti, il Brasile o altri Paesi europei». A quanto pare la scelta è stata effettuata e ricade sullo stabilimento di Brindisi che — dopo aver ottenuto un contratto per la revisione delle turbine LM2500 impiegate sulle navi della Marina Militare statunitense — ora è pronto a «creare» un motore dagli impieghi più svariati e di una potenza pari a 1.700 cavalli. Si tratta di una scommessa importante: è la prima volta che GE sviluppa e produce un motore in Europa. E comunque in Italia non si producono motori aeronautici di tali caratteristiche dagli anni Settanta (l’ultimo era fabbricato dall’Alfa Romeo Avio).

Gli investimenti

Sicuramente la multinazionale statunitense dimostra di avere un feeling particolare con l’Italia. Il gruppo sinora ha investito 200 milioni in Avio Aero per un ammontare complessivo di un miliardo da effettuare in Italia nell’arco di 5 anni. Tanto che nel convegno di luglio scorso Sandro De Poli, presidente e amministratore di GE Italia affermò: «Il percorso di riforme intrapreso dall’Italia è utile per dare competitività al Paese che ha realtà di assoluta eccellenza e uniche».

Le collaborazioni

La Puglia, quindi, sarà il cuore del programma facendo leva sulla partnership con il Distretto tecnologico aerospaziale (Dta), il Politecnico di Bari e l’Università del Salento. Al tal fine è in via di sottoscrizione un contratto di programma con la Regione. «È certamente una straordinaria opportunità per la Puglia – chiarisce Giuseppe Acierno, presidente del Dta — e il fatto che una grande multinazionale scelga di avviare un programma così importante sta a significare che qui esistono e sono state create le condizioni per lanciare grandi sfide. Il distretto sta in questi giorni definendo le forme più idonee di collaborazione per sostenere il programma del socio GE Avio». «È un’affermazione significativa per tutto il sistema pugliese — aggiunge Eugenio Di Sciascio, Rettore del Politecnico di Bari — perché ha vinto l’aggregazione basata sulle competenze. Il governo politico, il Distretto tecnologico aerospaziale e il mondo della ricerca accademica hanno dato prova di affidabilità e specializzazione». Il mondo accademico pugliese avrà il compito della progettazione e della ricerca del motore. A Bari i laboratori saranno avviati nei capannoni dell’area ex Scianatico di via Amendola.

Finte:corrieredelmezzogiorno.corriere.it/


22 Ottobre 2015

Alcuni spunti di riflessione. Dispiace raccontare della vicenda dell’aeroporto di Salerno-Pontecagnano che avrebbe dovuto servire l’importantissima area del Cilento ed anche la vicina Alta Basilicata. Dispiace che dopo tanti anni di discussioni, progetti e investimenti lo scalo aereo che potrebbe dare una svolta ad aree altrimenti difficili da raggiungere, versi in condizioni critiche. La Regione Campania guidata dall’ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, si prepara a intervenire.

De Luca ha promesso che Salerno-Pontecagnano verrà rilevato dalla Regione. Bella idea ma viene anche da pensare: soldi buttati senza un piano serio di sviluppo e bisogna vedere cosa ne penserà l’Enac. Lo scalo avrebbe dovuto servire anche la Basilicata sempre più agganciata al carro di Matera Capitale europea della cultura nel 2019. Un manager della cultura del calibro di Paolo Verri alla fine ha detto no a Michele Emiliano, magistrato antimafia e già sindaco sceriffo di Bari, oggi alla guida della Regione Puglia.

Verri, dopo aver partecipato e vinto la selezione per diventare il general manager del turismo in Puglia ha rinunciato per restare a Matera, viste anche le pressanti richieste arrivate dal vertice della Regione Basilicata. Un passo falso per il modello Puglia, messo su dall’ex governatore Niki Vendola? Si vedrà. Intanto è ancora tutta da giocare la partita della governance tra la Regione e Pugliapromozione, e senza un assetto stabile e autorevole si rischia.

Dal canto suo la Basilicata, in vista di Matera 2019, dovrà rilanciare sull’aeroporto sul proprio territorio, previsto peraltro dalla programmazione nazionale. Se non decolla quello di Salerno  deve necessariamente partire quello lucano e sarebbe meglio che qualche discorso venisse fatto anche con la Puglia per Foggia. In conclusione, lo sviluppo del turismo al Sud ha bisogno di un cambio di passo, di un salto di qualità dopo i risultati buoni ma limitati ad alcune aree.

Ci vuole un progetto a rete, di sistema. Non mi pare che in questi giorni ci siano molti spunti per essere assai ottimisti.

Fonte:vincenzochierchia.blog.ilsole24ore.com/


15 Aprile 2014

dal nostro inviato FRANCO GIULIANO

GROTTAGLIE – 14 Aprile 2014, aeroporto di Grottaglie: potrebbe diventare questa la data che verrà scritta sui libri di storia per indicare l’inizio della rivoluzione nel trasporto aereo, quando i velivoli commerciali viaggeranno senza pilota ad una velocità «mach 12», cioè 12 volte superiore a quella del suono e impiegheranno, per esempio (secondo quanto prevede un programma già avviato da Enac e autorità Usa) appena 100 minuti da Los Angeles a Roma, lungo un corridoio nella stratosfera. E Grottaglie potrebbe diventare il «porto di approdo» di questi viaggi aero-spaziali.

Per mettere la firma su questo «libro nuovo ancora tutto da scrivere» si sono dati appuntamento nella sala partenze dell’aerostazione di Grottaglie, chiuso ai voli civili («Sarà il mercato a decidere il futuro di questo aeroporto», ha detto il presidente Vendola), i rappresentanti dei ministeri dei Trasporti e della Difesa, di Enac, Enav, Finmeccanica, Alenia Aermacchi, Distretto aerospaziale pugliese, AgustaWestland, Selex Es, Piaggio Aero. Tutti insieme si sono incontrati per prenotare una fetta del ricco business che secondo le stime si aggirerebbe intorno ai 40 miliardi di euro per i prossimi 10 anni. «Credo – ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola -, che qui oggi stiamo decidendo il futuro della Puglia. Credo che noi siamo veramente di fronte a prospettive straordinarie non solo per Grottaglie, ma per la provincia di Taranto e per il Sud».

«Qui a Grottaglie – ha spiegato il direttore generale di Adp Marco Franchini, dopo l’intervento introduttivo dell’amministratore unico Giuseppe Acierno – si punterà sempre di più sulla sperimentazione dal punto di vista aeronautico dell’in – novazione e della formazione. Verranno creati i soggetti che nel futuro gestiranno l’aviazione civile, sempre più pilotata da remoto». «La Puglia (dopo l’investimento di Alenia che qui realizza parte del Boeing 787, un progetto avviato nel 2004 dall’ex governatore Raffaele Fitto e che oggi crea occupazione per 1.800 addetti) si fa sempre promotrice di iniziative di tal genere – ha detto Alessio Quaranta, direttore generale Enac -. Abbiamo utilizzato queste infrastrutture e questa regione come laboratorio. Quando la società Aeroporti di Puglia ci ha proposto questa sperimentazione a Grottaglie ci siamo trovati concordi».

«Oggi siamo qui – ha detto Donato Amoroso, direttore generale Alenia Aermacchi – per creare la rete necessaria a consolidare collaborazioni future. Fare sistema è fondamentale. Il mercato oggi è sfidante dal punto di vista economico e tecnologico». «Per realizzare questo sogno – ha detto l’ex direttore dell’Enac, oggi presidente del Centro Studi Demetra, Pierluigi Di Palma nel ricordare le battaglie comuni della Gazzetta e dell’Enac per lo sviluppo del sistema aeroportuale pugliese – abbiamo fatto la battaglia alla burocrazia. Oggi abbiamo dimostrato che c’è una differenza tra la “cattiva ” burocrazia e la “buona” burocrazia. Qui oggi festeggiamo una realtà prima in Europa».

La scommessa del presidente Vendola è di investire nel futuro e per farlo serviva l’apporto del mondo della ricerca e dell’industria (e dell’univer – sità). E qui, oggi, in questa vecchia aerostazione c’erano tutti quelli che contano nel settore dell’aerospazio. «Credo che con questo convegno abbiamo la possibilità di dimostrare come in Italia se si vuole, si riesce a fare sistema», ha detto l’amministratore unico Enav, Massimo Garbini (atterrato poco prima sulla pista di Grottaglie col suo aereo Piaggio 180, della flotta Enav). Il quale ha assicurato «che l’ Enav è fortemente impegnata in Puglia con il centro di controllo regionale di Brindisi e non ha nessuna intenzione di andare via da quel centro. Anzi entro il 2018 è previsto un progetto che porrà l’Italia all’avanguardia, con la gestione dell’intero spazio aereo europeo affidato ad un unico centro di controllo (cielo unico) e il passaggio della gestione dello spazio aereo di Brindisi dai militari all’Enav».

Infine il ruolo importantissimo dell’Aeronautica militare: «La Difesa c’è e vuole fare la sua parte. Bisogna continuare e andare avanti». A dirlo, il capo di gabinetto del ministero, il generale Carlo Magrassi, ripartito subito dopo davanti allo sguardo meravigliato di tutti con un bellissimo aereo dell’Aeronautica militare che lo aspettava sulla pista. «Il mondo sta cambiando in una direzione – ha detto -. Internet è stata la rivoluzione di ieri, la rivoluzione di domani consisterà nel muovere merci e persone riducendo al minimo i tempi morti. Il futuro sarà in un’automazione che permetterà di muovere numeri enormi di mezzi ottimizzando i loro spostamenti. Nel futuro ci saranno enormi opportunità, ma anche enormi rischi: ecco perché il mondo della difesa e del commercio devono unirsi. Grottaglie è un esempio di questa unione, ma deve essere un nodo importante della rete, perché in questo modo si può iniziare a partecipare allo sviluppo nazionale che può generare successo. Importante arrivare primi e con gli standard giusti».

Dopo le parole i fatti. Nel pomeriggio sono stati tracciati gli scenari operativi di questo programma per testare gli aerei senza pilota insieme alle imprese che hanno già manifestato l’interesse a localizzare su Grottaglie i propri insediamenti.
«Ora il “pro getto-Grottaglie” – come ha assicurato Giacomo Aiello, capo di gabinetto del ministero dei Trasporti – sarà portato all’attenzione dell’Eu – ropa e diventerà uno dei punti strategici nell’agenda del prossimo semestre di presidenza italiana».<!– –>

 

Fonte:www.lagazzettadelmezzogiorno.it


20 Maggio 2009

Maggio è stato un mese lavorativo abbastanza concitato per tutta una serie di eventi che tra l’altro si sono concentrati verso la terza settimana. Io ed un collega avevamo una serie di appuntamenti (a mo’ di turnè) tra la capitale ed il sud Italia.

Fissati tutti gli impegni con le persone e le società, abbiamo deciso di andarci con un volo privato, il ns volo privato.
La Turnè prevedeva il primo giorno una visita a Roma e a Bari, il giorno due Brindisi poi ritorno.

La sera prima chiamo Ciampino per la PPR che mi viene rilasciata via telefono, nelle note metto refuel Avgas 100LL, in quanto anche avendo autonomia di 7 ore non riusciremo a fare tutto il giro senza rifornire.

Il tempo è buono, sono previsti cumuli e qualche temporale sulla dorsale appenninica ma si puo’ fare.
Partiamo a metà mattinata alla volta di Ciampino, con rotta Standard via FRZ, Amtel e Bolsena. Dopo Bolsena scendiamo per Passo Corese e su Settecamini – il cancello di ingresso di Ciampino – cambiamo con l’approach per l’avvicinamento. Ci autorizzano come numero 2 e ci passano con la torre che ci lascia continuare essendo ormai diventati numero 1 all’atterraggio. Sfiliamo un 737 Ryanair al punto attesa e lasciamo la pista sul raccordo seguendo le istruzioni per il parcheggio.

Al desk del terminal dell’Aviazione generale ci sono due ragazze a cui chiediamo subito il refuel: ovviamente attendiamo li’ sino a che non ci mandano la cisterna. Terminiamo le operazioni di Refuel in modo da non dover piu’ aver bisogno di rabbocchi e pagate le tasse (beh siamo a Roma e si vede) lasciamo (a malincuore) le “hostess” che ci hanno accolto essendo attesi all’esterno. Pranzo di lavoro, visita alle strutture, piano di battaglia e fissato nuovo appuntamento per giugno. Alle 16:30 siamo di nuovo al terminal, le ragazze sono cambiate, ce ne sono altre, una di queste è quella che mi ha risposto al telefono la sera prima; ci chiede se dobbiamo ritornare la settimana successiva in quanto ci spiega che essendoci la finale di Champions sono al completo, cosi’ come lo sono tutti gli aeroporti sino a Firenze.


Fatti i controlli siamo a bordo, diamo il via al push back (grazie Paolo) che ci porta sulla taxiway DS punto in cui ci autorizzano alla messa in moto. Alle 17:00 circa decolliamo alla volta di Bari, l’uscita è via Rocca Priora che fatichiamo a scavallare in quanto il ns rateo di salita non è proprio brillante. Ci autorizzano la quota di 6.500 ed un diretto su Teano, da li’ diretti per Bari attraverso gli appennini e i parchi Eolici del Sud. Il pomeriggio è avanzato, ci sono parecchi cumuli e a tratti prendiamo qualche secchiata d’acqua, ma il cieling e la visibilità ci permetto di proseguire con rotta diretta senza perdere tempo (i cumuli sono in via di dissolvimento e non sentiamo nemmeno turbolenza). Al traverso sud di Foggia iniziamo la discesa per Bari, da qui il tempo si rasserena: siamo sul tavoliere delle Puglie.

Bari avvicinamento ci fa riportare il lungo costa che raggiungiamo in prossimità di Trani, continuando sino in vista del campo. Siamo numero tre all’atterraggio con 2 traffici commerciali che ci precedono uno in cortissimo finale. Nel tempo che ci mettiamo a raggiungere il campo siamo numero 2 e con il traffico in vista ci autorizzano ad una base sinistra per pista 07. Una volta a terra il ground ci guida al ns parcheggio, di fianco a un CRJ della Iberia. Messi i tacchi ed i copri pitot, sbarchiamo le borse ed un taxi ci porta all’hotel. L’appuntamento è per cena.

Il mattino seguente siamo di nuovo all’aeroporto, perdiamo circa mezz’ora per mettere una firma su quella che chiamano DUV e ci recapitano un conto di 66 euro, compresi 31 euro per un’ora di impiegato (brutto cane… non taceva mai, ci ha messo un’ora per scrivere la sigla dell’aeroplano, ha riguardato i fogli venti volte….. – almeno a Ciampino c’erano due veline…). Vabbè, avanti Savoia. Ridecolliamo alla volta di Bari, siamo unico traffico, ci fanno rullare e partire per pista 25, dopo il decollo riportiamo il sottovento sinistro e proseguiamo lungo costa per Brindisi. In circa 30 minuti siamo a S. Vito dei Normanni, qui siamo veramente da soli non c’è un’anima in frequenza e la torre ci autorizza direttamente al finale per questa lunghissima pista di Casale. Il vento è moderato ci sono 15/19 nodi con qualche raffica di tre quarti che proviene da nord est, ma non ci sono problemi. Anche qui, a terra ci guidano per il parcheggio. L’aeroporto è deserto, il ns velivolo si perde letteralmente nel piazzale.

Dentro al terminal fatico un po’ per capire che devo andare all’ufficio centraggio (di cosa poi?) per la solita DUV. Li’ c’è l’impiegata con un consulente informatico. Hanno appena cambiato sistema: rimango li in piedi per 20 minuti senza che la ragazza riesca a chiudere la pratica. Capita l’antifona gli scrivo i dati su un pezzo di carta, gli dico che ripartiremo nel pomeriggio verso le 16:00 e che per quell’ora vorrei poter decollare. Prima di uscire, chiamo l’aro di Fiumicino per dettare il piano di volo per il rientro (visto che l’Aro di Brindisi è chiuso), ci facciamo un caffè al bar dell’aeroporto e poi andiamo in Filiale a Mesagne per terminare la ns turnè con gli ultimi appuntamenti rimasti. Nel pomeriggio una volta incontrato tutti, ascoltati tutti, mandati a fare in c….. quasi tutti, rientriamo all’aeroporto per fare rotta verso casa. La signorina nel frattempo era riuscita a stampare la famosa DUV quindi non abbiamo perso tempo. Ci siamo fatti stampare le meteo, che erano buone, unica noia un vento contrario variabile tra i 15 ed i 25 nodi, ma a conti fatti l’autonomia ci sarebbe bastata lo stesso, e siamo saliti a bordo.

L’abitacolo dell’aeroplano era rovente, qualche istante di attesa sul piazzale poi ci hanno fatto allineare per il decollo. Uscita diretta verso nord inbound Vieste con salita iniziale a 6.500 piedi, per poi proseguire lungo l’aerovia verso Ancona. Dopo circa un’ora siamo al traverso delle isole Tremiti, il vento contrario ci fa perdere poco, la velocita sul DME si mantiene intorno ai 120 nodi alla quota di 6.500 piedi con parametri standard del motore che ci garantiscono un consumo intorno agli 11 gallona/ora. Dopo circa 2 ore lasciamo Ancona per virare verso il Vor di Firenze, raggiungiamo il punto Valen in perfetto orario e da li’ iniziamo la discesa su Modena. Dopo poco piu’ di 3 ore siamo a terra concludendo la ns Turnè lavorativa.

Per gli aeroporti posso dire che: Ciampino sono ben strutturati con un terminal dedicato all’aviazione di affari, è sempre molto trafficato, a noi è andata bene non abbiamo dovuto aspettare a lungo ne la cisterna ne il push back che ci siamo fatti da soli (il rischio qui è di aspettare la gente che ti traina o il refuelling in quanto ti mettono in fila con gli altri aerei di aviazione d’affari che devono gestire) – un po’ caruccio.
Su Bari è meglio che non parli, mi viene in mente l’impiegato ed i miei 31 euro per servizi che non esistono e che fanno pagare quanto a Ciampino. Brindisi direi invece bene, è normalmente deserto anche qui non sono un gran che attrezzati per ricevere AG ma almeno non c’è il tizio di Bari.


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