spesa

8 Aprile 2014

dal blog filippocontarini.ch 

A Tiziano Galeazzi, fermissimo sostenitore dei Gripen, rispondono oggi Filippo Contarini, socialista, e Sabrina Chakory, verde. L’articolo di questi graditi ospiti non impegna la linea redazionale.


Sabrina ed io abbiamo scritto questo articolo sull’acquisto di aerei da guerra, convinti che sia necessario lavorare sui temi fondamentali invece di lasciarsi andare a sterili polemiche tatticiste. Buona letttura!

È anzitutto una questione di priorità. E diciamolo: in questo momento i Gripen non sono la nostra priorità. Ci sono in gioco cifre enormi: i nuovi giocattoli dell’esercito costeranno oltre 3 miliardi, più almeno altri 7 di manutenzione nei prossimi anni, soldi spesi soprattutto per materiale e servizi esteri.

Lo Stato ha tanti compiti e i cittadini svizzeri hanno la possibilità di dire sì o no alle grandi spese, stabilendo la lista delle priorità. Ecco allora due semplici esempi per spendere meglio i nostri soldi:

  1. I giovani fanno sempre più fatica a trovare lavoro. L’assicurazione contro la disoccupazione ha tagliato i sussidi, scaricando il peso della precarietà sulle famiglie. Inoltre le borse di studio a livello nazionale vengono “limate” senza sosta. In un periodo di incertezza economica globale la formazione e l’inserimento professionale sono la priorità numero uno. Sono finite le vacche grasse, la vera assicurazione contro la miseria in questo nostro Paese non sono 22 aerei svedesi, ma è dare un futuro economico ai nostri giovani. Usiamo quei miliardi per non lasciare i giovani a piedi o con stipendi da fame.
  2. Abbiamo appena votato un importante finanziamento per lo sviluppo del trasporto ferroviario. Sappiamo però che le nostre strade rimangono intasate, in Ticino come nelle grandi regioni urbane dell’altipiano. Il motivo: le compagnie di trasporto pubblico vengono privatizzate e diminuisce il servizio nelle zone periferiche. Inoltre la pianificazione urbana è completamente sballata, espropriare costa troppo, di corsie ciclabili e innovazioni per la mobilità lenta non se ne parla. Bisognerebbe incentivare i trasporti eco-compatibili, ripensare le strutture viarie nonché ampliare e intensificare i trasporti pubblici nelle periferie per evitare il traffico parassitario. Sarebbe un investimento economico prioritario in mobilità, in qualità di vita e in tutela ambientale.

Per tutte queste cose i soldi non ci sono.

I soldi ci sono invece per andare in Svezia a comprare degli aerei che esistono solo sulla carta e che costano un’enormità. Conosciamo alla perfezione le motivazioni di chi vuole comprarli: sono un’assicurazione per il nostro futuro, i nostri aerei sono vecchi, nel mondo c’è la guerra… La realtà è che questi signori non ci spiegano né perché bisogna andare a comprare aerei così cari (ah la grandeure suisse…), né a cosa ci servano realmente altri 22 aerei da combattimento nuovi, visto che abbiamo una flotta già molto grande. Solo cinque anni fa l’esercito chiedeva 400 milioni per sistemare i tanti aerei a disposizione. Oggi ci chiedono una pioggia di miliardi per prenderli nuovi. Evidentemente il fatto che il ministro della difesa sia anche l’ex presidente dell’UDC fa comodo. Quando in gioco c’è la sete politica i soldi si trovano subito. E il cittadino paga.

È il caso di ricordarlo: la Svizzera è uno Stato che si sorvola in pochi minuti. La protezione aerea garantita dai nostri jet non è quella dei film, non siamo e non saremo una grande nazione in guerra e non ci sono da noi i top gun che volano per ore sopra i deserti. La Svizzera è, è stata e deve rimanere un Paese neutrale. La neutralità si mantiene prima di tutto intrattenendo coerenti posizioni diplomatiche con i nostri vicini. Chi vuole comprare gli aerei da guerra gioca sulla paura, ma non sarà con i facili slogan del Dipartimento della difesa che saremo fedeli alla nostra Storia. Dov’erano i nostri Tiger e i nostri Hornet quando la CIA deportava i prigionieri a Guantanamo volando per ben 76 volte sopra il nostro territorio?

Comprare i Gripen è un errore, spendere così tutti quei soldi è sbagliato, i cittadini hanno ora la possibilità di dire alla politica quali sono le priorità di spesa della nostra Confederazione. E lo shopping compulsivo in Svezia non è una priorità.

Sabrina Chakori e Filippo Contarini

Fonte:www.ticinolive.ch


25 Giugno 2013

di Stefano Sansonetti

Una compagnia aerea privata al servizio del ministero della difesa. Potrebbe sembrare uno scherzo, ma è una realtà destinata a concretizzarsi nel giro di qualche mese. Un’operazione per la quale, dettaglio non di secondo piano, potranno essere spesi fino a 86 milioni di euro. Soldi rigorosamente pubblici. A metterli sul piatto è il ministero guidato da Mario Mauro, i cui uffici hanno appena predisposto un articolato bando di gara per “l’appalto del servizio di trasporto aereo di personale dell’amministrazione della Difesa per l’anno 2014”. L’importo previsto, per un anno, è di 14,4 milioni. Che però salirebbero a 57,6 milioni, spiegano i documenti, nel caso in cui il ministero dovesse ricorrere a una procedura negoziata per coprire i tre anni successivi. Infine c’è la possibilità che la cifra finale sia di 86 milioni “in caso di ricorso a eventuali atti aggiuntivi, nei limiti del 50% del valore del contratto”. Insomma, il ministero della difesa si sta apprestando a spendere una somma considerevole per trovare una compagnia aerea che trasporti in Italia e nel mondo il suo personale. Ma che bisogno c’è di questa procedura, e del conseguente esborso di denaro pubblico, se solo si considera che il ministero ha già a sua disposizione tutta una serie di aeromobili per spostamenti vari? Domanda tanta più insistente se si tiene conto delle richieste avanzate all’interno dei documenti di gara.

Gli aerei
Il capitolato tecnico elenca tutta una serie di mezzi che potranno essere pretesi dalle varie Forze Armate. Si tratta di aeromobili con capienza da 20 a 70 passeggeri, aeromobili da 110 a 180 passeggeri e aeromobili da 181 a 284. A questi si aggiungono velivoli di categoria “executive” con servizio di prima classe, “noleggiato a uso esclusivo per il trasporto Vip”. A bordo, “previa autorizzazione degli enti committenti ed esecutori del contratto, potranno essere imbarcati anche passeggeri estranei all’amministrazione della Difesa, per esempio familiari e altri”. Le esigenze di trasporto possono riguardare tutto il territorio nazionale ma anche l’estero, in particolare “le località interessate da crisi o conflitti in corso o nelle quali siano in atto operazioni militari sotto l’egida delle organizzazione internazionali come Onu, Nato, Ue, Osce”. A poter usufruire di tutti questi spostamenti sarà il personale dell’Esercito, dei Carabinieri, della Marina e dell’Aeronautica. Per le loro esigenze di spostamento, spiega il capitolato tecnico, “il nolo del mezzo aereo deve essere assicurato a uso esclusivo”. Che a fornire questo tipo di trasporto privato possa essere solo un’autentica compagnia aerea è confermato dagli stessi documenti di gara, dove tra i requisiti di partecipazione è indicato il possesso di una licenza Enac. Questo è quanto scritto nero su bianco nelle carte. Rimane da capire perché il dicastero potrebbe arrivare a spendere fino a 86 milioni per tutto questo, visti i mezzi già in dotazione

La giustificazione
La Notizia ha chiesto agli uffici della Difesa le ragioni del bando di gara. In base alla risposta fatta pervenire “il servizio è richiesto dalle Forze Armate perché gli aerei di proprietà della Difesa sono insufficienti a trasportare il personale militare impiegato fuori area secondo le molteplici esigenze operative di dispiegamento e avvicendamento delle forze”. In più si fa presente che non si tratta della prima procedura di gara di questo genere, almeno da quando c’è stato “un incremento della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace”. Rimane sul piatto la questione degli aerei con servizio di prima classe e trasporto Vip, per non dire dell’eventuale presenza di moglie e figli a bordo. Ma tant’è. Nel corso degli anni, per lo stesso servizio, si sono alternate diverse compagnie: Airone, Eurofly, Alitalia e Merdianafly. Questo per dare anche un’idea di quali potrebbero essere gli operatori interessati ad aggiudicarsi un bando che dopo tutto mette in palio una somma particolarmente consistente. A spese dei contribuenti.

Fonte:www.lanotiziagiornale.it


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