2013 Gennaio

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena

27 Gennaio 2013

Il Ministero della Difesa della Russia sta rivedendo i piani di costruzione dell’aviazione da trasporto. L’obiettivo principale è quello di ridurre la dipendenza dai produttori ucraini. Si punterà prima di tutto sui progetti degli uffici di progettazione russi.

Rinuncia agli aerei Antonov?

Gli aerei dell’ufficio di progettazione Antonov – dagli aerei АN-26 ai Ruslan – costituivano storicamente la base dell’aviazione militare da trasporto (AMT) della Russia. Anche adesso la loro incidenza sull’AMT è abbastanza grande. Nello stesso tempo alcune difficoltà nella cooperazione con l’Ucraina e la politica generale volta a ridurre la dipendenza dalle importazioni nell’industria della difesa minaccia di sospendere progetti promettenti di origine ucraina, il che può comportare conseguenze non univoche.

Il programma statale degli armamenti per gli anni 2011-2020 prevede l’acquisto in questo decennio di non meno di 600 nuovi aerei per l’aeronautica militare della Russia, tra cui oltre un centinaio di aerei militari da trasporto. Quaranta di queste macchine sono Il-476, cioè una versione modernizzata dell’aereo Il-76, la cui produzione si sviluppa ad Uljanovsk. La stragrande maggioranza degli aerei rimanenti doveva essere costituita dalle macchine dell’ufficio di progettazione Antonov, inclusi gli Аn-124 Ruslan e Аn-70. Adesso la sorte di questi aerei è diventata incerta.

Le forze aeree della Russia hanno deciso di riparare e di modernizzare gli esistenti aerei Ruslan. Ma le strutture commerciali non sono capaci di attuare questo programma senza la commessa militare, in quanto il prezzo dell’aereo è troppo alto per esse.

Non è chiara neanche la prospettiva dell’aereo Аn-70. I dirigenti russi intendono prendere la decisione sul suo acquisto e sul finanziamento della sua produzione solo dopo la conclusione dei test. Cià rinvia fino alla seconda metà degli anni 2010 il possibile inizio della sua produzione nella fabbrica di aerei di Kazan’.

Il futuro della macchina leggera Аn-140Т (versione con la “rampa” dell’aereo An-140 già utilizzato) sarà deciso nel corso della competizione con il progetto russo Il-112V. Sulla ripresa del lavoro a quest’ultimo progetto insistono i costruttori russi.

Tempo di prendere la decisione

Adesso le forze aeree si sono garantite di fatto la fornitura di un solo nuovo aereo da trasporto, Il-476. La sorte degli altri progetti è in sospeso. È ovvio che nei prossimi 15-20 anni questo problema possa essere risolto in parte grazie alla riparazione generale e alla modernizzazione. Si tratta innanzitutto di vecchi aerei come Аn-22 e Аn-124.

Ma nel segmento degli aerei medi e leggeri, dove gli Аn-12 e Аn-26 vanno gradualmente in pensione, le riparazione e la modernizzazione non aiuteranno più a rimediare alla situazione.

Affinché la Russia non si veda costretta ad acquistare aerei stranieri di questa classe, la decisione di principio deve essere presa entro il 2013. La scelta nella classe degli aerei leggeri è già definita. Nella classe media si dovrà scegliere tra il progetto russo-indiano МТS/МТА e l’ucraino Аn-178. E, ovviamente, è necessario decidere la sorte degli aerei Аn-70 e Аn-124. Il primo aereo con le sue uniche caratteristiche di decollo e atterraggio è necessario alla Russia che possiede un immenso territorio ma disponde di pochi aerodromi buoni.

Il secondo aereo può concedere alle forze aeree grandi possibilità per il trasporto strategico delle truppe. La questione di fondo è in che misura ci si renda conto di queste possibilità e quanto necessario sia considerato il loro incremento.

Fonte:http://italian.ruvr.ru


27 Gennaio 2013

Accettata la richiesta della Francia per i rifornimenti

(ANSA) – NEW YORK, 27 GEN – Gli Stati Uniti forniranno alla Francia aerei cisterna per le operazioni in Mali. Lo comunica il Pentagono. Il segretario alla Difesa, Leon Panetta, ha approvato la richiesta di Parigi sulla messa a disposizione di aerei cisterna per le forze francesi in Mali, accettando cosi’ di rifornire di carburante i velivoli transalpini.

Fonte:www.ansa.it


26 Gennaio 2013

L’aeronautica svizzera ha intercettato due velivoli che erano penetrati nei cieli protetti sopra Davos. Per i partecipanti al Forum economico non vi è stato nessun pericolo, ha detto un portavoce delle forze aeree.

Le violazioni dello spazio aereo si sono verificate la prima ieri, e la seconda oggi. In entrambi i casi si sono levati in volo jet da combattimento F/A-18. Uno degli “intrusi” è stato accompagnato fuori dalla zona protetta, mentre l’altro è stato costretto ad atterrare all’aerodromo di Samedan (GR).

Per tutta la durata del Forum le violazioni vengono sistematicamente segnalate al ministro della difesa Ueli Maurer, che è assistito da due ufficiali. In caso di estremo pericolo spetta a Maurer impartire l’ordine di abbattimento.

Fonte:www.swissinfo.ch


26 Gennaio 2013

Tre incidenti a dir poco anomali nella storia della sicurezza del volo; come evitare che fra qualche mese o anno ad altri aerei capiti la stessa sorte

marzo 1997 due cittadini italiani sono a bordo del Cessna 402 YV-784 (Chapi Air Travel) in volo
da Caracas a Los Roques;
●4 gennaio 2008 otto cittadini italiani sono a bordo del Let 410 YV-2081 (Transaven) in volo
da Caracas a Los Roques;
●4 gennaio 2013 quattro cittadini italiani sono a bordo del Britten Norman Islander YV-2615 (Transaero) in volo da Los Roques a Caracas.

Cosa hanno in comune questi tre voli? Punto primo, si svolgono con aeromobili immatricolati in Venezuela; punto secondo, sono avvenuti sulla stessa rotta; punto terzo, sono scomparsi.
Riteniamo che a quest’ultimo particolare non si sia data la giusta rilevanza tenendo presente che nella storia dell’aviazione civile, o meglio nella storia della sicurezza volo (safety) non accade che gli aerei scompaiano. O cadono, o qualcuno li porta altrove, non vi sono vie di mezzo a meno che non vogliamo tirare fuori (come in effetti è già accaduto) storie di UFO.

 Detto ciò ci troviamo in presenza di tre incidenti a dir poco anomali nella storia della safety che non possono passare nell’oblio del dimenticatoio non fosse altro per evitare che fra qualche mese, fra qualche anno un altro aereo segua la stessa sorte.
Ebbene quello che colpisce in questa vicenda che si è svolta nel giro di quindici anni, ha coinvolto tre aerei e quattordici nostri connazionali (le persone a bordo erano in totale 26), è l’assordante silenzio sullo stato della safety venezuelana.

 L’aviazione civile è arrivata a fornire sicurezza ai quasi 3 miliardi di passeggeri che ogni anno prendono l’aereo proprio perché quando accadono gli incidenti la dinamica degli stessi viene analizzata in ogni suo dettaglio giungendo così a capire cosa non ha funzionato e provvedendo all’eliminazione dell’inconveniente: è così che l’aviazione civile è potuta giungere a cifre assolutamente rassicuranti per chi prende il mezzo aereo. Ebbene nel caso dei tre incidenti sotto esame il fatto che i velivoli coinvolti negli stessi non siano mai stati ritrovati ha fatto si che non si sia potuto indagare sulle cause di queste tragedie e puntualmente le stesse continuano a verificarsi.

A questo punto allora non essendosi rintracciato ciò che di solito rimane di un velivolo incidentato, le ricerche dovrebbero mirare altrove ed eventualmente spostare il tiro dalla safety alla security. La differenza fra i due termini crediamo sia nota: safety riguarda la sicurezza volo tecnicamente intesa, security significa assicurarsi che a bordo dei velivoli non salgano persone che possano mettere a rischio il volo e l’incolumità dei suoi occupanti. Facciamo presente che in base ai regolamenti ICAO la security è un compito che spetta allo Stato da cui il volo ha origine, pertanto anche volendo spostare la mira dalla safety alla security, è fuor di dubbio che i controlli siano responsabilità dello Stato da cui originano i voli, nei casi in questione quello venezuelano.

 Ora il pubblico sa che gli enti europei preposti alla sicurezza del volo emettono almeno due volte all’anno l’ormai famosa “black list” e la domanda che ci dovremmo fare è se gli ultimi quattro italiani scomparsi a bordo del BN2 il 4 gennaio scorso sarebbero mai saliti a bordo di quell’aereo se la compagnia venezuelana avesse fatto parte dell’elenco.
E’ altresì vero che le autorità di Bruxelles si tutelano avvertendo che se “una compagnia aerea non figura nell’elenco comunitario non significa quindi automaticamente che essa soddisfi i criteri di sicurezza vigenti” ma non ci si può non chiedere cosa altro debba accadere affinchè i turisti italiani ( e non solo essi) vengano resi edotti dei rischi che corrono imbarcandosi su un velivolo locale, una volta che si trovano in vacanza in Venezuela.

 Nell’avanzare questi ipotesi facciamo riferimento anche altri particolari: il 23 giugno 2010 nelle aule del Tribunale di San Juan de Los Morros, in Venezuela, si è svolto un processo verso i narcotrafficanti. Il tutto aveva avuto origine dalla scoperta fatta in località Sombrero presso i capannoni di una azienda ove era stato ritrovato anche un velivolo Aero Commander 680 (7 posti, comparabile al BN2) immatricolato YV-1704. Per questa notizia abbiamo trovato la corrispondente sentenza, mentre altre fonti di stampa hanno parlato del ritrovamento di ben 28 aerei, sequestrati in un capannone.

 Chi di dovere si pronunci sulla sicurezza non solo della Conviasa, vettore che ha avuto due incidenti mortali uno nel 2008 l’altro nel 2010, bensì di tutte le compagnie immatricolate in Venezuela, è il minimo che si possa fare per cercare di evitare il ripetersi di simili tragedie.

Antonio Bordoni

Fonte:www.masterviaggi.it


26 Gennaio 2013

AGI) – Berna, 25 gen. – Tina Turner sta per ricevere la cittadinanza della Svizzera, dove risiede dal 1995, e lascera’ il suo passaporto americano: lo hanno reso noto i media elvetici. “Sono molto felice in Svizzera e mi sento a casa qui, non posso immaginare un posto migliore per vivere”, ha dichiarato la 73enne cantante del Tennessee, che risiede nel pittoresco villaggio di Kuesnacht, sul lago Zurigo. La “leonessa” del Rhythm and Blues, il cui vero nome e’ Anne Mae Bullock, ha gia’ superato i colloqui e i test per la cittadinanza e ora attende solo il via libera del cantone di Zurigo e delle autorita’ svizzere. La cantante di “Simply the Best” e “What’s Love Got to Do With It?”, che ha imparato il tedesco, si era trasferita in Svizzera per seguire il suo compagno, il discografico tedesco Erwin Bach, di 16 anni piu’ giovane di lei.

Fonte:www.agi.it


26 Gennaio 2013

(AGI) – Roma, 25 gen. – La terra ha tremato con forza oggi pomeriggio in Garfagnana, nella Toscana settentrionale, una scossa di terremoto alle 15,48, con magnitudo locale 4,8 che e’ stata avvertita chiaramente nel nord Italia. Secondo l’Ingv, l’ipocentro e’ stato a 15,5 km, l’epicentro tra Pieve Fosciana e Castelnuovo Garfagnana. La paura si e’ presto diffusa in larghe zone della Toscana e dell’Emilia Romagna, ma anche in Liguria. Non si segnalano pero’ danni a cose o persone. A Lucca, Viareggio, Capannori e altri comuni, alcune scuole domani saranno chiuse a scopo cautelativo, al fine di effettuare le verifiche strutturali dovute. Controlli saranno effettuati anche nelle localita’, come Altopascio e Pieve Fosciana, dove le scuole sono abitualmente chiuse nel fine settimana. Subito dopo la prima scossa, in un’ora ne sono state registrate altre nove dall’Ingv fra Toscana ed Emilia. Il distretto sismico delle scosse e’ individuato nella Garfagnana, eccetto per la scossa delle 16.22, localizzata a Frignano, in Emilia. Dopo la prima forte scossa e’ stata chiusa in via cautelativa la linea ferroviaria Lucca-Aulla per dare corso a verifiche strutturali. Tanta paura, ma nessun danno nello spezzino per la scossa di terremoto avvertita distintamente anche nel resto della Liguria, come Genova e il levante. Non si registrano danni, mentre numerose sono state le telefonate allarmate ai vigili del fuoco e alla polizia municipale. “La penisola italiana e’ attualmente attraversata da un periodo di tempesta crostale, ovvero e’ entrata in una fase in cui e’ costantemente bombardata da scosse di terremoto”, ha detto all’AGI Giovanni Gregori, geofisico del Cnr. “Quest’ultima scossa – ha spiegato Gregori – ci dimostra che il nostro Paese e’ come un tavolo squassato che riceve continuamente un colpo dietro l’altro”. “Per la Terra si tratta di una fase fisiologica che puo’ durare diversi anni, fino a quando non si arriva a periodi di calma piatta”. Ma per il geofisico questa sarebbe una buona notizia: “Piu’ sono le scosse di terremoto – ha sottolineato – minori sono i danni che provocano. E’ nei periodi di quiete che bisogna preoccuparsi perche’ significa che la terra sta accumulando tanta energia che puo’ esplodere improvvisamente con violenza”. Ecco perche’ – secondo Gregori – tutti i terremoti sarebbero in qualche modo collegati. “Anche se si tratta di faglie diverse – ha concluso – tutte fanno parte dello stesso meccanismo”. Nessun legame tra la scossa di terremoto che ha interessato l’area montuosa della Garfagnana, a 30 chilometri a Nord-Est di Viareggio, e il sisma che proprio un anno fa ha colpito l’Emilia, ha spiegato a sa volta all’AGI Stefano Gresta, presidente dell’Ingv: “Si tratta di una struttura sismogenica diversa”, ha chiarito. “Al momento si e’ trattata di una scossa isolata, cioe’ senza alcun precedente nei giorni scorsi”. Sul perche’ questo terremoto sia stato percepito in diverse citta’, il presidente dell’Ingv spiega: “Piu’ un terremoto e’ profondo e piu’ e’ largo il cono in cui l’energia viene proiettata in superficie”, e dunque maggiore l’area di percezione. “Questo, pero’, significa che i danni sono anche minori”, ha precisato Gresta. Non e’ da escludere poi – come spiega Alessandro Amato, ricercatore sismico dell’Ingv – che potrebbe trattarsi di uno sciame sismico quello inaugurato con la scossa da 4,8 gradi in Garfagnana. “La scossa e’ arrivata senza pravviso ne’ scosse piu’ leggere – spiega Amato – ma ora ne seguiranno altre. E’ un classico terremoto appenninico, medio-forte, abbastanza superficiale avendo profondita’ di 15 chilometri”. La Garfagnana e’ considerata dagli esperti una zona dall’alto rischio sismico: nel 1920 l’intera regione fu devastata da un forte terremoto superiore ai 6,5 gradi. (AGI) .

Fonte:www.agi.it


26 Gennaio 2013

La Duma approva il divieto di propaganda. Arrestati i manifestanti che protestavano davanti al Parlamento. Ma un sondaggio rivela che i due terzi dei russi sono d’accordo. E l’opposizione tace .

MOSCA – Rappresentano da sempre la più fragile, la meno amata, delle tante opposizioni al governo di Vladimir Putin. Adesso gli omosessuali di Russia stanno per essere definitivamente emarginati per colpa dell’ennesima legge dal gusto sovietico. Con una maggioranza pressoché assoluta il Parlamento russo ha approvato ieri l’estensione a tutto il territorio nazionale di una legge già in vigore a livello regionale a San Pietroburgo, Kaliningrad ed altre grandi città russe: il divieto di propaganda omosessuale.

Da ora in poi sarà dunque reato parlare in pubblico dei diritti, degli amori e delle speranze dei cittadini gay. La definizione, strategicamente un po’ vaga, di “propaganda” darà al giudice la possibilità di punire con pesanti multe (fino a 15mila euro) artisti, attori ma anche comuni cittadini colti ad esprimere un’opinione in pubblico sulla situazione degli omosessuali. Ma soprattutto mettere al bando o vietare preventivamente eventi, manifestazioni, concerti, che possano essere ritenuti a rischio di “propaganda gay”.

Non siamo al famigerato articolo 121, imposto da Stalin nel ’34 e abolito solamente nel ’93, che prevedeva cinque anni di carcere per il reato di omosessualità ma l’evocazione del passato è evidente e pesante. E tanti anni di omofobia di Stato hanno comunque lasciato un segno. Pochissimi contestatori ieri davanti alla Duma. Solo un gruppetto di giovanissimi iscritti al semiclandestino movimento Russian Lgbt Network, l’unica cellula di

attivisti Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) in tutto il paese, che da anni lotta inutilmente per rivendicare spazi e diritti.

Nell’indifferenza dei moscoviti e dei tanti movimenti di contestazione hanno sfidato le truppe speciali che facevano da guardia al Parlamento, provando a baciarsi in pubblico e a gridare qualche slogan. E’ bastato un solo furgone per portare in cella i trenta ragazzi catturati dopo qualche ben assestato colpo di manganello. Mentre salivano sul cellulare hanno preso qualche calcio e qualche sputo anche dai soliti estremisti della Chiesa ortodossa, sempre in piazza in occasioni come queste. Gli stessi che esultavano davanti al tribunale per la condanna delle Pussy Riot.

In aula intanto si poteva ascoltare una raffica di pareri e di pregiudizi che sono purtroppo largamente diffusi nell’opinione pubblica. “Siamo in Russia, non a Sodoma e Gomorra”, diceva uno particolarmente esaltato. “Non è una legge contro gli omosessuali – spiegava in vena di giustificazioni – quanto una via per proteggere la nostra gioventù i cui valori sono minacciati da certi discorsi, certe immagini scandalose”. E i giornali più allineati riportavano con evidenza i risultati dell’istituto di sondaggi più serio del Paese, la Levada Center: quasi il 65 percento dei russi è d’accordo con la decisione del Parlamento. E c’è di peggio: due terzi della popolazione ritiene che l’omosessualità sia una malattia e condivide la recente decisione dell’esercito russo di radiare ogni “sospetto omosessuale” dal servizio militare.

La mancanza di solidarietà nei confronti dei giovani malmenati e arrestati del resto parla da sola. Il blogger anti corruzione Aleksej Navalnyj, ritenuto uno dei più coraggiosi oppositori del Cremlino e che attacca ogni giorno qualunque decisione del Parlamento, preferiva rimanere in silenzio. Solo la scrittrice Ljudmilla Ulitskaja, accettava di mettere tra virgolette una dichiarazione contro “una legge medievale che gioca sull’ignoranza di una popolazione ancora dominata da pregiudizi e da retoriche machiste”.

Anche Vladimir Putin tace. Sull’omosessualità ha sempre evitato di esprimere pareri ma ha sempre precisato: “La Russia ha un problema demografico, io ho il dovere di occuparmi dei diritti delle coppie che generano prole”. 

Fonte:www.repubblica.it


24 Gennaio 2013

Ad annunciarlo le sigle sindacali Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, sottolineando che “i piloti e gli assistenti di volo di tutta Europa si mobiliteranno contro le nuove regole imposte dalla Commissione europea”. Sit-in a Fiumicino e a Malpensa

Martedì 22 gennaio, “è la giornata di mobilitazione europea per la sicurezza aerea”. Lo annunciano unitariamente Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti sottolineando che “i piloti e gli assistenti di volo di tutta Europa si mobiliteranno contro le nuove regole imposte dalla Commissione europea sugli effettivi tempi di volo e di servizio”.

Secondo quanto riferiscono le organizzazioni sindacali di categoria “l’azione comprenderà dimostrazioni simultanee nei principali aeroporti europei, la consegna alla Commissione europea di circa 100 mila firme, flash mob, sensibilizzazione verso i passeggeri e possibili astensioni locali dal lavoro”. In Italia – spiegano – il personale navigante aderirà alla giornata di azione europea con un sit-in dalle 9 alle 13 davanti all’entrata del Terminal 3 (area partenze) dell’aeroporto di Fiumicino ed a Malpensa davanti al T2.

“Le nuove regole europee – spiegano infine Filt, Fit e Uilt – consentiranno alle compagnie aeree di programmare turni di volo al limite della sicurezza, in quanto gli equipaggi potranno essere in servizio 20-22 ore consecutive con le maggiori ricadute nei voli notturni”.

Fonte:http://tg24.sky.it


24 Gennaio 2013

«Bisogna assolutamente rivedere e limitare le spese militari degli F-35 perché le nostre priorità sono altre. La nostra priorità non sono i caccia, ma il lavoro.»

Come se non avesse detto abbastanza cose di sinistra, il segretario del PD Bersani abbraccia anche le facili tesi antimilitariste pur di vellicare il popolo pacifista che, trovando la sua naturale collocazione politica in Rivoluzione Civile di Ingroia, può pregiudicargli il raggiungimento della maggioranza assoluta in Senato e, quindi, il Governo.

I fatti, come riportati in data odierna sul Corriere della Sera, non stanno esattamente nei termini indicati da un aspirante premier in affanno; e infatti nella fabbrica in provincia di Novara dove si costruiranno i jet e a cui verrà affidata la cura della manutenzione degli stessi per tutta l’area europea e mediterranea non l’hanno presa bene.

Proprio in previsione di questi progetti la fabbrica in cui nasceranno gli F-35 (i 90 italiani, gli 85 olandesi, i 24 spagnoli, tanto per cominciare) è stata attrezzata ed è adesso la più grande in Europa per l’assemblaggio di velivoli militari: un ridimensionamento del nostro investimento militare, necessariamente si porterà dietro un ridimensionamento anche dei posti di lavoro e dei capitali investiti.

Tanto più che le aziende che partecipano alla costruzione del caccia supertecnologico sono sparse in tutta la Penisola. Così ne tratteggia l’impatto sociale il capo di una fabbrica campana che partecipa al programma: «Daremo lavoro a diecimila tecnici per i prossimi cinquant’anni».

Ma a preoccuparsi non sono soltanto i lavoratori all’assemblaggio del jet che il segretario “al Lambrusco”del PD ritiene di tutelare riducendo le unità da acquisire. Anche nelle alte sfere militari ci si allarma per un restringimento della nostra capacità di difesa, qualora il proposito fosse perseguito realmente: i jet che ci siamo impegnati ad acquistare, infatti, andranno a sostituire quelli di vecchia generazione, ormai desueti e oltre il limite dello sfruttamento.

Fonte:www.ultimenotizie.we-news.com


24 Gennaio 2013

Il volo era diretto verso una base italiana nella Baia di Terra Nova

Un piccolo aereo con a bordo tre cittadini canadesi è scomparso nel corso della notte mentre sorvolava una catena montuosa della regione antartica: le avverse condizioni meteorologiche nella giornata di oggi hanno impedito lo sviluppo delle ricerche e delle operazioni di soccorso.

Il volo era diretto verso la base italiana ubicata su Terra Nova Bay, che si affaccia sul mare di Ross: il localizzatore d’emergenza del velivolo ha cominciato a trasmettere verso le 10 di sera di mercoledì, mentre l’aereo si trovava in un’area montagnosa a circa 450km a nord del Polo.

Le autorità della Nuova Zelanda hanno dichiarato che nella giornata di oggi è stato inviato un C-130 che ha sorvolato l’area del presunto incidente, ma le condizioni avverse non hanno permesso l’avvistamento del velivolo.

Fonte:www.masterviaggi.it


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.