2013 Agosto

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena


Il pilota era un manager della Microsoft

Il piccolo velivolo si è schiantato su alcune abitazioni nel Connecticut. Nell’impatto, oltre all’uomo ai comandi è morto il figlio di questi e due bambini che si trovavano all’interno di un edificio distrutto. Il pilota, Bill Henningsgaard, aveva già avuto un grave incidente nel 2009

HARTFORD – Il piccolo velivolo da turismo precipitato ieri su alcune abitazioni nel Connecticut ha provocato la morte del pilota, del figlio di quest’ultimo e di due bambini che si trovavano negli edifici distrutti dall’aereo. Il pilota, Bill Henningsgaard, era un membro della direzione esecutiva di Microsoft dove lavorava da 14 anni e stava portando il figlio in un giro per visitare i college della East Coast.

Già nel 2009, però, Henningsgaard aveva avuto un altro grave incidente aereo, nella zona del fiume Columbia. Stava volando da washington a seattle assieme alla madre ottantaquattrenne quando per un guasto ai motori è caduto nel fiume. In un blog postato pochi giorni dopo quell’incidente, aveva raccontato proprio la paura vissuta: “Ora devo confrontarmi con il fatto di aver vissuto un’esperienza simile – scriveva – e di averla vissuta avendo vicino mia madre. Per fortuna ci siamo salvati, ma è un’esperienza terrificante”.

Henningsgaard era conosciuto anche per la sua rinomata filantropia. Era infatti membro di una Fondazione che si occupava di aiutare le comunità disagiate di Seattle. Inoltre, aveva fatto parte di una associazione che si occupava di abusi nei confronti delle donne e dei minori e aveva lanciato una raccolta di fondi per aprire il nuovo centro di accoglienza a Bellevue, riuscendo a raccogliere oltre 10 milioni di dollari.

Ma l’incidente aereo del Connecticut, per ora, resta senza spiegazioni. Il velivolo non avrebbe avuto guasti, né il pilota aveva lanciato un allarme. Secondo il Dipartimento dei trasporti americano, l’aereo ha fatto una picchiata con un angolo di 60 gradi finendo contro le case

mentre stava percorrendo la rotta di approccio all’aeroporto di New Haven. L’unica certezza è che in quel momento stava piovendo forte.

Nell’incidente, come detto sono morti il pilota e il figlio e due bambini che si trovavano nelle abitazioni distrutte anche da un violentissimo incendio che ne è scaturito dopo l’impatto con l’aereo. I soccorsi non sono potuti entrare nelle case in fiamme proprio per l’alto calore e il pericolo di ulteriori esplosioni.

Fonte:www.repubblica.it



Nessun ferito ma avrebbe potuto essere una tragedia.

Due aerei si sono scontrati in pista all’aeroporto di Melbourne, in Australia. Un velivolo della Virgin ha toccato con l’ala il retro di un Jetstar Airbus A320. A bordo dell’aereo Virgin c’erano 175 passeggeri, nessuno dei quali è rimasto ferito. Come si vede nelle immagini della 9 News quest’ultimo ha un’ala fuori uso. I danni a entrambi i mezzi ammontano a circa 2 milioni di euro. Da stabilire le cause dell’impatto le cui conseguenze avrebbero potuto essere più gravi.
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Durante l’intervista su Virus, il programma di Nicola Porro su RaiDue, Briatore ha parlato anche della Sardegna.

Per l’imprenditore, in Sardegna il turismo non è sviluppato quanto potrebbe a causa dei trasporti: “Costano troppo”. E il riferimento è sia “agli aerei che alle navi”.

Briatore dice che “In Sardegna non c’è turismo, è troppo cara. In questo momento nell’Isola tutti si devono dare da fare per risolvere il problema dei trasporti. In testa c’è il Governatore Cappellacci”.

Poi ancora sui trasporti: “C’è un problema grave, ci sono due monopoli, quello del mare e quello dell’aria. A Maiorca o Ibizia ci sono 75 compagnie diverse che si occupano di trasporti. In Sardegna sono nove. Ecco perché non riusciamo a fare il turismo”.

Briatore ha parlato anche del Billionaire, venduto di recente a una cordata di imprenditori di Singapore: “Un cameriere guadagna 2.200 euro netti più le mance, che sono sostanziose. A Montecarlo un cliente lasciò 150mila euro”.

Fonte:www.unionesarda.it



Forse 6 dispersi, due sono bimbi.

Il velivolo si è schiantato sulle abitazioni nei pressi dell’aeroporto di Tweed New Haven, nel Connecticut. I bambini si trovavano all’interno degli edifici

WASHINGTON  – Un aereo ad elica di piccole dimensioni si è schiantato vicino all’Aeroporto di Tweed New Haven, in Connecticut, colpendo alcune abitazioni. Sono tre, finora, i dispersi, di cui due bambini, di uno e 13 anni, che si trovavano dentro una delle case colpite e andate in fiamme. Sull’aereo potrebbero esserci stati invece tre passeggeri, anche questi risultano dispersi.

La Federal aviation administration, l’agenzia federale preposta all’aviazione civile, ha spiegato che il velivolo era partito dal Teterboro airport, in New Jersey.

Fonte:www.repubblica.it



Il cargo militare era pieno di munizioni

Il cargo era etiope e trasportava munizioni

ROMA – Un aereo militare è precipitato in fase di atterraggio a Mogadiscio, capitale della Somalia. Si tratterebbe di un volo cargo dell’African Union. Ne dà notizia Al Jazeera. Almeno quattro persone sono morte: il cargo era etiope e trasportava munizioni. Non è chiaro se le vittime siano i sei membri d’equipaggio a bordo dell’aereo o personale dello scalo.

A Mogadiscio atterrano principalmente aerei militari dell’Unione africana (Ua), impiegati nella missione per la stabilizzazione del Paese e velivoli delle Nazioni Unite.

www.ilmessaggero.it



Un Cessna con due persone a bordo è precipitato, probabilmente per aver finito il carburante, schiantandosi su una villetta nella cittadina di Herndon, in Virginia.
Tre i feriti: miracolosamente nessuno è grave
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Roma, 7 ago – Un enorme incendio ha devastato l’aeroporto internazionale di Nairobi, in Kenya, con centinaia di voli da e per uno degli scali piu’ grandi dell’Africa che sono stati cancellati o deviati altrove. Le fiamme si sono diramate all’interno del terminal degli arrivi intorno alle 9 di stamane e i vigili del fuoco sono riusciti a domarle solo quattro ore dopo. Il presidente kenyano Uhuru Kenyatta ha definito l’incendio un ”evento tragico” e ha parlato di un veloce ritorno alla funzionalita’ dello scalo, utilizzando il terminal domestico anche per i voli internazionali. Ma dai primi sopralluoghi, i danni sembrano particolarmente ingenti e non si profila una soluzione rapida per l’operativita’ dell’aeroporto. Dallo scalo di Nairobi transitano circa 16 mila persone al giorno, con molti voli internazionali a lungo raggio che fanno scalo li’ per proseguire verso altre nazioni della regione. (fonte AFP). red-uda/

Fonte:www.asca.it



Torna la paura in cielo. Un aereo della Us Airways proveniente dall’Irlanda effettua un atterraggio di emergenza all’aeroporto di Philadelphia in seguito a una minaccia. Il velivolo viene parcheggiato in un’area sicura dello scalo e i passeggeri fatti scendere per essere controllati, così come i loro bagagli.

L’aereo sarebbe stato costretto ad effettuare un atterraggio d’emergenza sulla base di una minaccia telefonica al dipartimento di polizia di Filadelfia, che segnalava la presenza di una bomba a bordo. Il volo Us Airways 777 era stato seguito da jet F-165 del Norad (North American Aerospace Defense Command) per estrema precauzione.

E anche l’Fbi si è poi recata allo scalo di Filadelfia per assistere le indagini. Ma dopo una perquisizione delle forze di sicurezza l’allarme è rientrato: secondo fonti della polizia della citta la minaccia L’atterraggio di emergenza conferma l’alta tensione in seguito a quella che lo stesso presidente americano Barack Obama definisce una “minaccia significativa” di attacchi che ha portato alla chiusura di ambasciate e consolati americani.

La “minaccia è significativa” e dagli Stati Uniti non è giunta nessuna reazione esagerata, afferma Obama parlando di buon senso e di scelte di prudenza nel descrivere le mosse decise dagli Stati Uniti di fronte alla minaccia terrorismo. “L’estremismo radicale e violento c’è ancora” dice. “Monitoriamo la situazione giorno per giorno” assicura il Dipartimento di Stato, mettendo in evidenza come l’ambasciata americana a Saana in Yemen resta chiusa anche oggi perchè la “minaccia continua”.

Emergono intanto nuovi dettagli su come l’allerta americana sia scattata: secondo indiscrezioni alla base della decisione di chiudere le ambasciate e i consolati e di emettere il ‘travel alert’ c’è una conference call fra 20 esponenti di Al Qaida.

Oltre al leader dell’organizzazione, Ayman al-Zawahiri, e al numero uno di al Qaida nella penisola araba, Nasser al-Wuhayshi, alla conversazione intercettata avrebbero preso parte anche il pakistano talebano Boko Haram dalla Nigeria ed esponenti dell’organizzazione in Iraq, nel Maghreb islamico e in Uzbekistan. Ma a preoccupare l’intelligence sarebbe stata soprattutto la presenza di aspiranti affiliati di Al Qaida nella penisola del Sinai

Indiscrezioni che giungono nel giorno del 15mo anniversario degli attacchi di Al Qaida alle ambasciate americane in Kenya e in Tanzania, occasione che consente a Obama di ribadire il deciso impegno degli Stati Uniti a proteggere gli americani che servono il paese oltreoceano. Gli Usa “restano risoluti nel lavorare con i partner per combattere l’estremismo violento nell’Africa dell’Est, nella regione e nel mondo”.

Fonte:www.ilsole24ore.com



File:F-111F dropping high-drag bombs.jpg

Il General Dynamics F-111 Aardvark (oritteropo in inglese), era un cacciabombardiere supersonico bimotore con ali a geometria variabile, prodotto dall’azienda statunitense General Dynamics dalla fine degli anni sessanta al 1985.

L’Aardvark è stato il primo aereo da combattimento, prodotto in serie ed impiegato in azioni belliche, ad utilizzare questa tecnologia, rispondendo ai requisiti del Tactical Air Command (Comando aerotattico della Difesa aerea) statunitense per ottenere un velivolo in grado di coprire distanze intercontinentali ad alte velocità e, al tempo stesso, capace di svolgere missioni di supporto aereo ravvicinato

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http://www.youtube.com/watch?v=5RXYC3fm1s4

Sviluppo

File:General Dynamics F-111A pre production 061003-F-1234S-001.jpgL’origine dell’Aardvark si deve al TFX (Tactical Fighter Experimental Program), ambizioso progetto dei primi anni sessanta, con cui s’intendeva soddisfare, contemporaneamente, i requisiti della U.S.Navy per un intercettore missilistico imbarcato a lungo raggio, e dell’USAF, in cerca di un velivolo la cui configurazione permettesse di condurre missioni di bombardamento low-altitude ognitempo e di Close Air Support per le forze terrestri.

SAC/TAC

Sul finire degli anni cinquanta, l’USAF aveva potuto constatare quanto fosse di fondamentale importanza, per sfuggire e neutralizzare le difese nemiche, volare sempre più in alto ed a velocità elevate.

Questa nuova interpretazione del volo in clima ostile venne ben rappresentata, in quegli anni, dai voli effettuati da prototipi di velivoli ad elevate prestazioni, quali il bombardiere strategico B-70 Valkyrie, il B-58 Hustler e l’F-105 Thunderchief il cui ruolo operativo fu poi quello di Wild Weasel. I continui abbattimenti, negli anni Sessanta, degli aerei spia U-2 Dragon Lady portò l’USAF Strategic Air Command a rivedere i propri piani e a puntare sulla penetrazione delle linee nemiche a bassissima quota. Ciò portava ad un drastica riduzione del rischio di intercettazione radar mentre i missili SAM non erano in grado di agganciare ed inseguire con successo, bersagli a così basse altitudini.

File:General Dynamics F-111A 061003-F-1234S-010.jpg

Allo stesso tempo, anche l’Air Force TAC (Tactical Air Command) era molto interessato allo sviluppo di velivoli in grado di agire in profondità nel territorio nemico ed in totale autonomia e, come anche il SAC, era in procinto di ricevere i primi esemplari del nuovo F-105 Thunderchief, il quale però, difettava non poco nel volo radente. Nel giugno del 1960 l’USAF bandì un concorso per l’acquisizione di un cacciabombardiere a lungo raggio in grado di penetrare le difese antiaerei sovietiche ad altitudini ridotte e ad alte velocità, portando sull’obbiettivo armamenti nucleari.

U.S. Navy

Il requisito della U.S. Navy, era quello di poter contare su di un intercettore a lungo raggio capace di proteggere da attacchi missilistici sovietici i propri Battle Group dislocati attorno al globo. A metà degli anni cinquanta decise di focalizzare i propri sforzi nella realizzazione del prototipo da combattimento FAD (Fleet Air Defense), il cui armamento era costituito esclusivamente di missili aria-aria. In questo caso, nella concezione della Navy, ciò che doveva essere performante, manovrabile e rapido non doveva essere la piattaforma di lancio bensì il missile utilizzato. Contrariamente, al velivolo, veniva richiesta una maggiore autonomia ed una velocità di punta non elevata per contenere i consumi e dilatare i tempi di missione.

Il McDonnell Douglas F-4 Phantom II, allora in servizio, possedeva solo in parte queste capacità e non disponeva di una sufficiente autonomia. Venne perciò proposto nel 1957 l’F6D Missileer, il quale però era incapace di condurre combattimenti aerei o sottrarsi ad essi. La necessità di un velivolo in grado di difendersi autonomamente e volare a velocità medio-basse, portò alla scelta delle ali a geometria variabile e a riporre fiducia nel più recente progetto della General Dynamics.

File:F-111 1.jpgIl 14 febbraio 1961 Robert McNamara, Segretario della Difesa statunitense, annunciò che erano stati avviati gli studi sullo sviluppo di un singolo velivolo capace di soddisfare entrambi i requisiti avanzati dalle due Forze Armate. Si decise allora, di realizzare il prototipo in base alle richieste dell’USAF per poi dedicarsi ad una versione modificata per l’U.S.Navy.

Nel giugno dello stesso anno, McNamara diede l’approvazione a continuarne lo sviluppo nonostante la Navy insistesse per la separazione dei progetti, i cui unici punti in comune erano: l’angolo di freccia variabile ed il doppio impianto propulsivo. La configurazione biposto, richiesta da entrambe, era però differente nella disposizione dell’equipaggio: l’USAF era propensa ad una configurazione in tandem del pilota e del WSO (Weapons System Operator); d’altro canto, la USN preferiva due seggiolini fianco a fianco per la consultazione comune del display radar.

A dicembre, furono ricevuti da Boeing, General Dynamics, Lockheed, McDonnell, North American e Republic i requisiti richiesti per il concorso TFX. L’evaluation group trovò tutti i progetti lacunosi ma Boeing e General Dynamics furono selezionate per partecipare agli stage successivi. La proposta della Boeing, considerata piuttosto valida, era screditata dai propulsori chiaramente inaffidabili e non conformi ai requisiti delle Forze Armate: si rendevano necessarie anche alcune modifiche al vano bombe ed alla capsula di salvataggio.

File:F-111A dropping MK82.jpg

In seguito ad ulteriori modifiche ed aggiornamenti, la commissione optò per il progetto della Boeing ma, a sorpresa, McNamara nel novembre del 1962 selezionò il prototipo realizzato dalla General Dynamics, la quale firmò il contratto il mese successivo, poiché presentava caratteristiche più adeguate alle richieste avanzate da Navy ed USAF.

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Tecnica

L’F-111 è un aereo d’attacco al suolo ognitempo, con capacità di volo a bassa quota. Le principali caratteristiche di quest’aereo sono: le ali a geometria variabile, la stiva interna per gli armamenti più voluminosi e la non comune configurazione side by side dei membri dell’equipaggio. I materiali di cui è composta la fusoliera sono per la maggior parte leghe di alluminio, d’acciaio, di titanio e di altri materiali d’applicazione esclusivamente aeronautica. La maggior parte delle varianti dell’F-111 includono un Terrain-Following Radar connesso direttamente all’autopilota. Molte di queste caratteristiche presenti nell’Aardvark, furono alla loro prima applicazione su di un velivolo in servizio rendendo, per questo motivo, il progetto F-111 ambizioso e rivoluzionario.

Armamento interno

L’Aardvark è dotato di un pozzo interno in cui possono essere stivati vari armamenti per le differenti configurazioni del velivolo:

  • Cannone M61 Vulcan 20mm: era in dotazione a tutte le versioni da combattimento tattico (escluse quelle da ricognizione, EW e da attacco nucleare) con un caricatore da 2048 colpi. Mai utilizzato in azione, venne rimosso nei primi anni ’80 dall’USAF. Stessa sorte si ebbe per quelli australiani.
  • Bombe: la stiva può accogliere due bombe convenzionali; di norma le Mk117.
  • Armamento Nucleare Tattico: tutti gli F-111 statunitensi, eccetto la specifica versione EF-111A, furono equipaggiati per ospitare vari armi nucleari a caduta libera: B43, B57, B61. L’FB-111A era in grado di caricare, oltre al carico bellico precedentemente elencato, anche due AGM-69 Short Range Attack Missile collocati nel vano bombe ed altri 4 accomodati sui piloni esterni.

 

  • POD: Le versioni C ed F potevano ospitare nuovi sistemi di puntamento come l’AN/AVQ-26 Pave Tack, che permetteva agli F-111 di illuminare autonomamente i bersagli per l’utilizzo di bombe Paveway.
  • Ricognizione fotografica: Gli RF-111C della RAAF, sono equipaggiati da pod contenente una serie di sensori e videocamere per poter svolgere le missioni RECCE. Questi comprendono un set di videocamere: una Honeywell AN/AAD-5 all’infrarosso, una Fairchild KA-56E e KA-93A4 panoramiche, ed un paio di CAI KS-87C.
  • Missili: L’F-111B, per rispondere ai requisiti della USN, era stato modificato per poter trasportare all’interno del pozzo due missili aria-aria AIM-54 Phoenix. General Dynamics, inoltre, equipaggiò le ultime versioni dell’Aardvark di un radar di guida per l’AIM-7 Sparrow, nonostante il missile non sia mai stato impiegato dall’F-111 in tutta la sua carriera operativa.

Armamento esterno

Il disegno dell’F-111 permette l’applicazione di carichi esterni al di sotto della fusoliera e su 8 piloni subalari, 4 sotto ognuna di esse. Ogni hardpoint ha una capacità di carico di 2,700 kg (6000 lb) ma, a causa della singolare scelta di utilizzare un’ala a freccia variabile, i piloni non possono essere sfruttati appieno ed in tutte le circostanze: solo uno dei piloni più interni (3- 4-5- 6) per ogni lato può essere utilizzato in caso di freccia massima; al contrario i piloni più esterni (1-2-7-8) sono fissi, e possono essere caricati contemporaneamente solo se le ali vengono configurate ad un angolo minore di 26° così evitando, in decollo, il contatto del carico con il terreno. I piloni alle estremità (1-8) non sono mai stati utilizzati in missione, ed il secondo paio di piloni (2 e 7) vengono adoperati raramente per il trasporto dei serbatoi supplementari.

Il carico esterno, secondo l’impiego USAF, include una vasta tipologia di bombe: a caduta libera, general-purpose, a grappolo ed alcune special-purpose. Tutti gli esemplari di Aardvark, inoltre, possono caricare bombe a guida laser, anche se solo le unità equipaggiate con il Pave Tack possono utilizzarle autonomamente.

Dal 1980 gran parte degli F-111 convenzionali ha visto, come aggiornamento strutturale, l’applicazione di binari laterali sui lati dei piloni alle estremità alari per l’utilizzo di due AIM-9P Sidewinder in funzione d’autodifesa.

AGM-84 Harpoon, AGM-88 HARM ed AGM-142 Popeye entrarono, in seguito, a far parte dell’arsenale degli F-111C australiani.

Capsula di salvataggio

File:F-111 cockpit similuator.jpg

L’ECC (Escape Crew Capsule) di cui è dotato l’F-111 è il risultato di numerosi studi ed esperimenti, condotti tra il 1960 ed il 1970, volti ad aumentare la sicurezza dell’equipaggio nel caso si rendesse necessario abbandonare il velivolo.

File:F-111 cockpit similuator - cockpick view.jpg

Essendo stato concepito come aereo ad alte prestazioni velocistiche, si pensò non fosse opportuno dotare il velivolo di seggiolini eiettabili singoli esponendo i piloti a velocità superiori a quelle del suono senza nessuna particolare protezione.

La cabina di pilotaggio assunse nell’Aardvark anche il ruolo di capsula di salvataggio e, in caso di ammaraggio, di battellino d’emergenza. Azionata da un motore da 27.000 lb di spinta, l’ECC è dotata di un paracadute principale di 21 metri (70 feet) di diametro (oltre a quello pilota di dimensioni ridotte) e numerosi air bag posti al di sotto ed al di sopra di essa, attutendo l’atterraggio e assolvendo, in mare, la funzione di galleggianti; la configurazione adottata è molto simile al Launch Escape System adottato dalla capsula spaziale Apollo.

La sequenza d’eiezione viene avviata quando una delle due manopole a “D”, collocate sulla console centrale, viene impugnata e tirata verso l’alto. Prima fase della procedura è l’avviamento del motore ed il distaccamento della capsula dal resto della fusoliera, grazie alla detonazione delle FLSC (Flexible Linear-Shaped Charge) poste tutt’attorno ad essa. Nel contempo, mentre l’OS (Oxygen System) passa in modalità “Emergency” garantendo all’equipaggio una riserva d’aria di circa 10 minuti, delle ghigliottine tranciano, oltre all’OS principale, anche i cavi elettrici della strumentazione di bordo. Tre secondi dopo l’avvio dell’eiezione, il MEI (Mechanical Explosive Interrupt), se già in posizione ON, attiva la fuoriuscita di chaff a protezione dell’equipaggio in fase di salita; quattro secondi più tardi, il radiofaro trasmette la posizione dell’ECC agli apparati a terra.

Infine, a 15 secondi dall’inizio della sequenza, viene aperto il paracadute stipato già semi-aperto nella zona posteriore della cabina, diminuendo lo shock per l’equipaggio una volta messi in tensione i tiranti. La soluzione della cabina eiettabile ha, tuttavia, avuto poca fortuna nel mondo dell’aviazione continuando tuttora ad avere nell’F-111, la sua unica applicazione pratica su di un velivolo da combattimento.

Impiego operativo

File:F-111As Combat Lancer 1968.jpg

Terminati i primi test in volo condotti dai singoli reparti che avevano ricevuto il nuovo F-111, un distaccamento di sei aeromobili venne trasferito, nell’ambito del test Combat Lancer, presso la base USAF di Takhli (Thailandia) nel marzo del 1968.

Il test era teso a dimostrare se l’Aardvark fosse già in grado di operare in uno scenario realmente ostile, ottenendo allo stesso tempo sia la qualifica di Combat Ready, che di Combat Proven. Nel corso della missione, l’F-111 avrebbe dovuto essere capace di passare indenne sopra le difese contraeree nord-vietnamite che, durante la guerra del Vietnam, erano state capaci di abbattere diversi piloti statunitensi. Tre aeromobili non rientrarono dalla loro prima missione. In seguito, si capì che i problemi che comportarono la perdita dei velivoli erano dovuti a difetti di progettazione, in particolare riguardanti i piani orizzontali, che inficiavano la struttura dell’ Aardvark.

Operazione Linebacker/Linebacker II

Tornato operativo nel settembre 1972, l’F-111 fu nuovamente rischierato nel Sud-est asiatico, partecipando alla fase finale dell’Operazione Linebacker e, più tardi, alla Linebacker II. Le missioni, condotte con successo dagli Aardvark, non rendevano necessario né il supporto ECM (Electronic Counter Measures), né il rifornimento in volo; gli F-111 avevano dimostrato di volare in sicurezza in condizioni considerate estreme per gli altri velivoli dell’USAF. La capacità di carico dell’F-111, ben quattro volte maggiore di quella di un Phantom II, e la sua suite avionica, gli permisero di effettuare più di 4000 missioni in territorio ostile contando solo sei perdite.

Operazione Creek Swing/Ready Switch

Nel 1977, partecipando all’Operation Creek Swing/Ready Switch, i rimanenti F-111A furono rischierati dalla Nellis AFB al 366° TFW con base a Mountain Home, equipaggiando il 389th, 390th, e 391st Tactical Fighter Squadrons. Contemporaneamente gli F-111F ed i loro equipaggi vennero trasferiti alla base RAF di Lakenheath in Inghilterra, per rimpiazzare gli F-4 del 492d, 493d, e 494th TFS.

Operazione El Dorado Canyon

La notte fra il 15 ed il 16 aprile 1986, 29 F-111 appartenenti all’aeronautica statunitense ed altri velivoli della U.S. Navy, tra cui A-6E, A-7E ed F-14, presero parte all’Operazione El Dorado Canyon conducendo alcuni bombardamenti su territorio libico. Gli Aardvark del Tactical Fighter Wing, volarono quella che è considerata la più lunga missione per un aereo da combattimento. Nel corso dei sorvoli sulla Libia un solo F-111 venne abbattuto.

Operazione Desert Shield/Desert Storm

File:3 F-111 1EF-111.jpg

Nell’Operazione Desert Storm, definitiva consacrazione dell’Aardvark, gli F-111F si accreditarono ben 1,500 centri di mezzi corazzati iracheni oltre che ad essere gli unici velivoli che portarono sugli obbiettivi le GBU-15 e le GBU-28 Paveway.

Timor Est

Al contrario dei colleghi statunitensi, gli F-111C australiani non vennero mai impiegati in azioni belliche. Unico frangente in cui gli Aardvark della Royal Australian Air Force vennero chiamati in causa al di fuori dei confini nazionali con un High Alert Level, fu nell’ambito dell’operazione ONU INTERFET, coordinata dal Major General australiano Peter Cosgrove.

File:F-111F.jpg 

Pong Su

In tempi recenti, marzo 2006, a seguito all’incidente della Pong Su, nave mercantile battente bandiera nord coreana ed utilizzata per traffici di droga in Estremo Oriente, il governo australiano decise di affondare la nave come dimostrazione di forza nei confronti della criminalità organizzata. La Pong Su venne squarciata da due GBU-10 Paveway II nell’attacco aereo condotto da un F-111C.

Versioni

Sviluppato congiuntamente per USAF e U.S. Navy, fallì per eccesso di peso la carriera nella marina come intercettore missilistico (F-111B), sostituito poi dall’F-14; esso riuscì invece nell’USAF, con oltre 500 macchine prodotte.

F-111A

File:F-111B NAN7-65.jpgL’F-111A fu la prima versione prodotta in serie dell’Aardvark in 158 esemplari, inclusi 17 di pre-produzione propulsi dai TF30-P-1. La maggior parte degli A vennero equipaggiati dalle turboventole TF30-P-3 e dalle prese d’aria variabili “Triple Plow I“, garantendo una velocità massima attorno a Mach 2.3 in quota (circa 2,300 km/h).

L’avionica di questa prima serie di esemplari era costituita dal radar AN/APQ-113,indipendente dall’AN/APQ-110 il quale rispondeva alla specifica TFR (Terrain-Following Radar) e dal sistema di navigazione inerziale Litton AJQ-20.

File:Australian F-111s.jpg

Un totale di 42 F-111A, venne convertito nella versione da guerra elettronica EF-111A Raven mentre nel 1982 altri quattro F-111A, ancora operativi, vennero consegnati all’Australia e portati allo standard C. Le rimanenti unità di questa versione furono radiate e conservate all’Aerospace Maintenance and Regeneration Center della Davis-Monthan Air Force Base nel giugno del 1991.

F-111B

Designata come F-111B, la versione dell’Aardvark volta a soddisfare le richieste della U.S. Navy per il programma Fleet Air Defense, fu il risultato della collaborazione fra General Dynamics, la quale era priva d’esperienza riguardo ai velivoli imbarcati, e Grumman. La versione B ebbe però gravi problemi riguardanti per lo più il peso, ritenuto eccessivo per il decollo da portaerei.

Tramontata definitivamente l’intenzione di trasformare in velivolo imbarcato l’F-111, la stessa Grumman pochi anni più tardi presentò alla U.S. Navy il prototipo dell’F-14 Tomcat, il quale ereditava dall’Aardvark propulsori, avionica ed ali a geometria variabile.

F-111C

La versione C dell’Aardvark, è quella da esportazione proposta all’Australia. Essa è il risultato dell’unione fra F-111A ed F-111B e l’Australia decise di ordinare 24 velivoli nel 1963, ricevendo il primo esemplare nel 1968.

Gli F-111C furono modificati a metà degli anni ottanta per accogliere a bordo i sistemi di rilevamento all’infrarosso Pave Tack FLIR/laser pods che precedettero un più consistente aggiornamento: l’Avionics Upgrade Program, avvenuto nel 1998. La nuova suite avionica comprendeva, oltre a computer e display digitali anche:

Dal 1994 questi esemplari dispongono dei propulsori TF30-P-109, ognuno accreditato di 93 kn di spinta.

Nel 2001, furono identificati, dopo oltre 30 anni di servizio attivo, i primi segni d’indebolimento strutturale delle ali che furono sostituite con quelle di alcuni F-111F conservati all’AMARC. Da questo episodio, la flotta australiana di Aardvark è stata sottoposta a numerosi aggiornamenti secondari.

F-111D

L’F-111D era un upgrade dell’F-111A equipaggiato però con: avionica MarkII, propulsori più prestanti e prese d’aria ridisegnate. Gli esemplari della versione D vennero ordinati nel 1967 e consegnati fra il 1970-1973 e raggiunsero lo standard IOC (Initial Operational Capability) nel 1972. Di questa variante furono realizzati 96 velivoli.

Esteticamente, l’F-111D si diversifica dai precedenti Aardvark per l’adozione delle prese d’aria “Triple Plow II“, collocate 10 centimetri più in alto delle precedenti, in modo tale da evitare gli stalli provocati dall’ingestione dei flussi d’aria più lenti provenienti dal muso del velivolo. I propulsori, i TF30-P-9, fornivano una potenza di 53-82 kn ciascuno. La suite avionica Mark II comprendeva:

L’F-111D venne messo a riposo tra il 1991 ed il 1992.

F-111E

La versione E dell’F-111 è una variante semplificata dell’F-111D. Gli Aardvark appartenenti a questo blocco erano dotati delle nuove prese d’aria Triple Plow II, ma mantenevano i propulsori e l’avionica MarkI della versione originaria.

Questi esemplari, costruiti in 94 unità, furono ordinati nel 1968 e consegnati negli anni immediatamente successivi. Ritirati dal servizio nel 1995, gli F-111E vennero impiegati nella Guerra del Golfo (1991).

F-111F

La versione F dell’Aardvark fu il modello designato per prestare servizio nel Tactical Air Command, con consegne fra il 1970 e 1976 di 106 esemplari.

L’F-111F disponeva di una suite avionica mista a quelle precedenti, denominata Mark IIB.

Composta da elementi sia innovativi che già collaudati, questa comprendeva:

  • l’AN/APQ-144
  • l’MTI (Moving-Target Indicator)
  • l’AN/APQ-146 Terrain-Following Radar.
  • il Weapon Management System dell’F-111E

L'”Effe” si dotava delle prese d’aria “Triple Plow II” e dei più performanti turbofan TF30-P-100, da 112 kn ciascuno.

I propulsori vennero poi aggiornati alla versione TF30-P-109 verso il 1985.

Il battesimo del fuoco avvenne durante l’Operazione El Dorado Canyon, condotta ai danni della Libia, nel 1986, ed ancora, fu utilizzato in Desert Storm nel ruolo di cacciacarri. L’ultimo F-111F venne ritirato dal servizio attivo nel 1996 ed in sua sostituzione fu designato l’F-15E Strike Eagle.

F-111K

In seguito alla cancellazione del BAC TSR-2 nel 1965, a causa degli insostenibili costi di sviluppo, il governo britannico ordinò 50 F-111K nel febbraio del 1967. La versione K era basata su di un F-111A avente un’apertura alare maggiore e la suite di controllo del tiro Mark II; In aggiunta, si modificò il vano bombe e si aggiunse una sonda per il rifornimento in volo oltre ad un pilone centrale sotto la fusoliera.

Nel gennaio 1968, la Gran Bretagna cancellò l’ordine dei suoi F-111 per via dei costi in rialzo, dovuti della svalutazione della sterlina. I due Aardvak in procinto di essere consegnati, vennero successivamente acquistati dall’USAF che, con la designazione di YF-111A, li utilizzarono come banchi di prova volanti per i successivi aggiornamenti. La Royal Air Force ripiegò, anni più tardi, sul Panavia Tornado costruito attraverso una partnership con Germania ed Italia.

FB-111A

L’FB-111A era una versione da bombardamento strategico sviluppata per conto dello Strategic Air Command per sostituire l’ormai antiquato B-58 Hustler ed i primi esemplari del B-52 Stratofortress. Il programma Advanced Manned Strategic Aircraft,però, procedette lentamente diminuendo, inoltre, il numero di unità richieste da 263 a 76.

Questa versione vantava una nuova suite elettronica conosciuta con il nome di SAC MarkIIB, con piccole modifiche rispetto alla MarkIIB, allo scopo di rendere compatibile il velivolo all’armamento nucleare allora a disposizione. Il Boeing AGM-69 SRAM (Short-Range Attack Missile), costituì, assieme a serbatoi supplementari, la configurazione di carico classica dell’F-111A, in grado di portare sull’obbiettivo più di 16 tonnellate di bombe.

L’era dell’Aardvark nucleare, tramontò con la progressiva introduzione del B-1B Lancer che costrinse ben 34 FB ad essere convertiti, nel 1989, nella versione G. Con la scomparsa del SAC questi esemplari furono consegnati all’ACC (Air Combat Command) dove vennero utilizzati per l’addestramento dei nuovi equipaggi.

F-111G

Con la lettera G è indicata quella versione derivata da FB-111A riconfigurati per il ruolo di cacciabombardieri convenzionali. Con quest’ulteriore versione, l’Aardvark venne dotato di altre migliorie:

Gli F-111G furono ritirati dall’United States Air Force nel 1993 mentre la RAAF delineò l’acquisto di 15 F-111G in sostituzione dei suoi F-111C.

EF-111A Raven

File:F-111E-366th-tfw-mountain-home-AFB.jpg

Denominata Raven, è la versione da guerra elettronica dell’Aardvark.

RF-111A/C

File:F-111F GBU-10 bound for Libya.jpgNota con la sigla RF (Recognition Fighter), è la versione da ricognizione proposta dalla General Dynamics all’USAF (RF-111A) e mai commissionata. Quella ordinata dalla RAAF (RF-111C), conta quattro esemplari ancora in servizio.

GUARDA VIDEO N°2

http://www.youtube.com/watch?v=UT6aeI47yFw

Messa a terra

Ritirato dal servizio attivo con la cerimonia del 27 luglio 1996, l’F-111 ha ricevuto ufficialmente, in quest’occasione, il nomignolo di Aardvark, fino ad allora utilizzato solo ufficiosamente. In sua sostituzione, l’USAF ha adottato l’F-15E Strike Eagle mentre nel ruolo di bombardiere supersonico, il B-1B Lancer. Parallelamente la RAAF ha comunicato, nel 2007, l’intenzione di sostituire gli Aardvark con 24 McDonnell Douglas F/A-18 Super Hornet.

File:F-111 Night Cockpit.jpg

Utilizzatori

 Australia Australia

Al 2009 erano ancora operativi nelle versioni F-111C ed RF-111C.

Nel 2010 sono stati radiati ed è iniziata la sostituzione coi nuovi F/A-18F Super Hornet block II.

Stati Uniti Stati Uniti

È stato il principale utilizzatore dell’Aardvark; vennero impiegate le versioni F-111A/D/E/F/G, FB-111A ed EF-111A.

Tra il 1996 ed il 1998 vennero radiati tutti gli esemplari.

Esemplari preservati

File:F-111 with Durandal.jpg

Escludendo gli F-111C ancora in servizio attivo nella RAAF australiana, gli esemplari di Aardvark preservati ed esposti in mostra statica sono i seguenti:

F-111A
F-111B
EF-111A
 
F-111D
F-111E
FB-111A
F-111F

Cultura popolare

File:F-111-Fuel-Dump,-Avalon,-VIC-23.03.2007.jpg

  • Il suono del sorvolo di un F-111, è presente nella collezione Voyager Golden Record portata nello spazio dalle sonde spaziali Voyager 1 e Voyager 2 nell’ambito del loro programma d’esplorazione extrasolare.
  • In ambito videoludico, l’F-111 compare nei videogiochi Tom Clancy’s H.A.W.X. (scaricabile tramite un DLC) e Deadly Skies III.
  • In ambito letterario, l’F-111 compare nel romanzo di Nelson DeMille L’ora del leone (in versione F).
Descrizione
Tipo cacciabombardiere
Equipaggio 1 pilota
1 WSO
Costruttore Stati Uniti General Dynamics
Data primo volo 21 dicembre 1964
Data entrata in servizio 18 luglio 1967
Data ritiro dal servizio 1998[1] (USAF)
Utilizzatore principale Stati Uniti USAF
Altri utilizzatori Australia RAAF
Esemplari 562
Costo unitario 9,8 milioni US$
(FB-111A)
Altre varianti F-111C
F-111B
EF-111 Raven
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza 22,40 m
Apertura alare 9,75 m (max)
19,20 m (min)
Altezza 5,22 m
Superficie alare 48,77 m²
61,07 m²
Carico alare 771 kg/m²
615,2 kg/m²
Peso a vuoto 21 400 kg
Peso carico 37 600 kg
Peso max al decollo 45 359 kg
Propulsione
Motore 2 turboventola
Pratt & Whitney
TF-30-P-100
con postbruciatore
Spinta da 80 a 112 kN ciascuno
Prestazioni
Velocità max 2.5 Ma
(2 655 km/h in quota)
Velocità di salita 131,5 m/s
Autonomia 6 760 km
Raggio di azione 2 140 km
Tangenza 20 100 m
Armamento
Cannoni 1 M61A1 Vulcan da 20 mm
Bombe caduta libera:
Mk 82 da 500 lb
Mk 83 da 1000 lb
Mk 84 da 2000 lb
Mk 117 da 750 lb
BLU-107 da 2000 lb Paveway:
GBU-10 Paveway II
GBU-12 Paveway II
GBU-28 Paveway III
GBU-15
Missili aria-aria:
2 AIM-9 Sidewinder
aria-superficie:
4 AGM-84 Harpoon
4 AGM-130
Piloni 8 sub-alari
1 sotto la fusoliera

Fonte:http://it.wikipedia.org


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