2016 Maggio

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19 Maggio 2016

(ANSA) – NEW YORK, 19 MAG – “Le prime indicazioni sono quelle di una bomba”: cosi’ fonti dell’amministrazione Obama citate dai media Usa sull’aereo della Egyptair precipitato nel Mediterraneo, mentre era in volo da Parigi al Cairo. Le stesse fonti – spiega la Cnn – affermano anche di non essere a conoscenza di alcuna minaccia particolare che avrebbe preceduto la scomparsa dell’aereo.

Fonte:www.lettera43.it/


19 Maggio 2016

IL CAIRO – L’aereo dell’Egyptair è scomparso dai radar durante il viaggio da Il Cairo a Parigi. Le autorità egiziane non escludono che l’aereo possa essere caduto a causa di un attentato terroristico, ma sono ancora molti i punti da chiarire mentre si cercano gli eventuali resti del velivolo.

Le autorità greche sostengono che avere individuato due oggetti arancioni che si presume possano appartenere all’aereo Egyptair precipitato. I due oggetti galleggiavano nel mare a 50 miglia a sud-est dall’area dove il volo è scomparso dai radar.

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La sorte dei passeggeri a bordo dell’Airbus A320 resta dunque ignota e i punti da chiarire sono ancora molti, scrive Leonard Berberi sulCorriere della Sera:

1. I punti da chiarire
Un aereo che sparisce mentre è nella fase ritenuta meno critica di un volo, tre addetti alla sicurezza a bordo, il giallo sul segnale di allarme che sarebbe stato lanciato o forse no e l’ultimo saluto, al momento del passaggio delle consegne alle autorità egiziane. Sono diversi i punti decisamente poco chiari sul destino dell’aereo della compagnia EgyptAir precipitato nel Mediterraneo

2. I tre addetti alla sicurezza a bordo
Nell’elenco dei passeggeri fornito dalla compagnia aerea egiziana ci sono in tutto dieci persone dipendenti. Sette sono i membri dell’equipaggio previsti per il collegamento Parigi Charles de Gaulle (foto sotto)-Il Cairo, gli altri tre sono invece identificati come addetti alla sicurezza del vettore. Che ci facevano lì? Erano semplici passeggeri con famiglie al seguito o di ritorno da una trasferta di lavoro in Francia? In ogni caso, questi addetti potrebbero essere passati attraverso le stesse procedure di controllo dell’equipaggio, quindi in qualche modo meno sorvegliati dei passeggeri tradizionali

3. La fase del viaggio
L’Airbus A320 è uno dei velivoli più utilizzati al mondo nel corto e medio raggio. Secondo il colosso europeo di costruzione di questo tipo oggi ce ne sono oltre 6.700 (i dati si riferiscono al 30 aprile scorso) che assieme hanno registrato qualcosa come 98 milioni di voli. Ad oggi non c’è mai stato un incidente strutturale per questo tipo di aereo durante la fase di crociera. Anche il volo della compagnia egiziana si trovava in questa fase, considerata tra le meno a rischio, a 37 mila piedi di quota, cioè a oltre 11 chilometri d’altezza. Se qualcosa è successo – sono i primi ragionamenti degli esperti – è altamente probabile che sia dovuto a qualcosa di non strutturale

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4. Il giallo del segnale di emergenza
Secondo fonti della compagnia pochi istanti prima di sparire dai radar l’aereo aveva lanciato un segnale di allarme. Voce che però è stata smentita dai vertici dell’esercito egiziano, quindi parzialmente confermata dal primo ministro del Paese. L’inchiesta dovrà chiarire anche questo punto, se non altro per poter capire cosa è successo a bordo e se è stata una cosa improvvisa oppure no. L’inchiesta sarà guidata dalle autorità egiziane anche se l’indagine vera e propria sarà effettuata dagli esperti di Airbus e quelli francesi dell’autorità investigativa nazionale

5. Esplosione in volo?
Diversi marinai greci hanno parlato di una palla di fuoco all’orizzonte, proprio nel momento in cui l’A320 spariva dai radar. Questo farebbe propendere per un’esplosione in volo del jet egiziano. Se queste testimonianze dovessero essere confermate l’inchiesta non potrà a quel punto escludere la pista terroristica. È data come poco probabile l’ipotesi di un missile che colpisce il velivolo (nella foto due militari stamattina all’aeroporto di Parigi)

6. Il passaggio di consegne
Poco prima delle 2.26 di notte – ora locale egiziana – l’ultimo ad aver parlato con la cabina di pilotaggio del volo EgyptAir è stato un controllore di volo della torre greca dell’isola di Kea. Nella comunicazione l’addetto ellenico ha spiegato al comandante che di lì a poco il collegamento sarebbe stato preso in consegna dagli egiziani. Qualche minuto più tardi il jet è entrato nello spazio aereo egiziano, ma quando il controllore greco ha contattato il velivolo per confermare i dettagli del passaggio di consegne non è stato in grado di parlarci. È da questo momento che viene lanciato l’allarme”

Fonte:www.blitzquotidiano.it/


19 Maggio 2016

l relitto dell’aereo di Egyptair scomparso dai radar questa notte mentre era in volo fra Parigi e Il Cairo è stato individuato al largo dell’isola greca di Karpathos, in acque territoriali egiziane. Lo riferiscono i media francesi.

Il volo MS804, con 66 persone a bordo (56 passeggeri e 10 membri dell’equipaggio), ha fatto perdere le sue tracce quando si trovava già nello spazio aereo egiziano, a circa 280 chilometri dalla costa. Le condizioni del tempo erano buone.

L’aereo, a quanto ha detto il ministro della Difesa greco, ha compiuto brusche virate e ha improvvisamente perso quota prima di scomparire dai radar.

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Navi egiziane stanno convergendo sul luogo in cui è stato individuato il relitto, riferiscono i media, nel mar Egeo fra Rodi e Creta.

«La possibilità che si sia trattato di un atto terroristico è più forte di quella del guasto tecnico», ha affermato il ministro dell’aviazione civile, Sherif Fathi, aggiungendo che non è ancora il momento per trarre delle conclusioni, ma che l’ipotesi del terrorismo resterebbe una delle possibilità più accreditate.Funzionari della sicurezza egiziana stanno eseguendo controlli sull’identità dei passeggeri per verificare eventuali loro collegamenti con estremisti e quindi la possibilità che un attacco terroristico abbia abbattuto l’aereo.

Ad avvalorare la tesi del terrorismo le prime indiscrezioni trapelate dall’aministrazione Usa. «Le prime indicazioni sono quelle di una bomba»: così fonti dell’amministrazione Obama citate dai media Usa sull’aereo della Egyptair precipitato nel Mediterraneo. Le stesse fonti – spiega la Cnn – affermano anche di non essere a conoscenza di alcuna minaccia particolare che avrebbe preceduto la scomparsa dell’aereo.
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È giallo sull’eventuale invio di un messaggio di Sos. Fonti dell’EgyptAir avevano riferito che poco prima della sparizione dai radar, alle 2.26, dall’aereo era partito un Sos, mentre un segnale di emergenza è stato captato alle 4.26, circa due ore dopo aver perso le tracce del velivolo. Quest’ultimo segnale, secondo la compagnia, potrebbe essere stato inviato dall’apparecchiatura per la localizzazione dell’aereo installata a bordo. Ma il primo ministro Sherif Ismail ha smentito la notizia, affermando che «non vi è alcuna informazione» sull’accaduto e aggiungendo che non si può escludere alcuna ipotesi, compreso l’attacco terroristico. Lo riferisce l’agenzia statale egiziana Mena.

Ad ulteriore conferma dell’ipotesi secondo cui l’aereo è precipitato in mare c’èla testimonianza del capitano di un mercantile, il quale ha detto di avere visto fiamme nel cielo questa notte a circa 240 chilometri a sud dell’isola greca di Karpathos.

I controllori di volo greci sono stati in contatto con la cabina di comando dell’Egyptair mentre l’aereo transitava nello spazio aereo ellenico e non hanno ricevuto nessuna segnalazione di problemi da parte del pilota. È quanto fa sapere il direttore dell’Aviazione civile greca confermando che il volo era a 37mila piedi e procedeva ad una velocità di 519 miglia l’ora. Secondo la stessa fonte i controllori greci hanno provato a contattare il volo Ms804 circa 10 miglia prima di lasciare lo spazio aereo greco ed entrare in quello egiziano ma non hanno ricevuto risposta. I tentativi di contatto sono proseguiti – ha aggiunto – fino alle 3.39 (le 2.39 in Italia) quando l’aereo è scomparso dai radar.

L’aereo è un Airbus A 320 costruito nel 2003, il numero del volo è MS804, decollato dall’aeroporto Charles De Gaulle alle 23.09 di ieri ora europea. L’atterraggio era previsto per le 3.15. Quando è scomparso dai radar, l’aereo era a quota 11.280 metri. Le autorità egiziane hanno perso il contatto radar con l’aereo quando il velivolo si trovava sul Mediterraneo a circa 280 chilometri dalla costa egiziana alle 2:30 ora locale. Lo rende noto la EgyptAir.

Tra i passeggeri anche un bambino e due neonati. Indagini sulla situazione sono attualmente in corso, anche con l’impiego delle forze speciali. Attivato un numero internazionale (fuori dall’Egitto) da cellulare per i parenti delle persone imbarcate, +202 25989320. Non ci sono cittadini italiani tra i passeggeri. La maggioranza dei passeggeri sono egiziani (30), oltre a 15 francesi, un britannico, un belga, due iracheni, un kuwaitiano, un saudita, un sudanese, un portoghese, un algerino, un canadese e un cittadino del Ciad.

L’Airbus 320 precipitato era stato consegnato alla compagnia egiziana nel novembre 2003 e aveva accumulato 48.000 ore di volo. L’apparecchio, precisano fonti di Airbus, era immatricolato SU-GCC e portava la linea di serie 2088. Egyptair ha comunicato tramite Twitter i dati dei piloti: il capitano ha 6275 ore di volo, di cui 2101 su un Airbus 320. Il copilota ha 2766 ore di volo.

Il capo dello stato francese, Francois Hollande, ha parlato questa mattina al telefono con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi, con il quale ha concordato una «stretta cooperazione» per stabilire le circostanze della scomparsa del volo Egyptair MS804. Lo ha reso noto l’Eliseo. Una telefonata vi è stata anche tra il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukri ed il suo omologo francese Jean-Marc Ayrault, che si sono reciprocamente scambiati le condoglianze per le vittime della tragedia aerea. Sul volo Egyptair si trovavano 15 passeggeri francesi e 15 egiziani, oltre a 7 membri dell’equipaggio. I due ministri hanno anche sottolineato l’importanza della cooperazione tra i due Paesi per accertare le cause del disastro. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli esteri del Cairo, citato dall’agenzia Mena.Per il primo ministro francese, Manuel Valls, «non si esclude alcuna ipotesi».Valls lo ha detto rispondendo a una domanda durante un’intervista alla radio RTL

Fonte:www.ilmessaggero.it/


16 Maggio 2016

La compagnia, secondo i passeggeri, non ha fornito alcuna assistenza, limitandosi a spiegare che il prossimo volo per la Puglia è previsto mercoledì. Una donna si è sentita male ed è svenuta.

Sono rimasti bloccati per tre ore su un aereo della compagnia Vueling che sarebbe dovuto decollare per Bari e che invece è rimasto fermo a Parigi, all’aeroporto Charles de Gaulle, e che non è più ripartito. È stato un viaggio da dimenticare quello di più di 100 passeggeri che avevano scelto la compagnia low cost spagnola per la tratta Parigi-Bari.

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Alle 16 l’aereo sarebbe dovuto atterrare nel capoluogo pugliese e inizialmente i passeggeri sono stati imbarcati regolarmente. Per più di un’ora sono rimasti sull’aereo senza informazioni, fino a quando il comandante ha spiegato che il velivolo non sarebbe potuto decollare perché l’equipaggio aveva superato il monte ore di lavoro previsto dal regolamento.

I passeggeri hanno chiesto l’intervento della polizia e sono scesi intorno alle 19, quando il personale della compagnia ha cominciato a scaricare le valigie.

In aeroporto non sono mancate le scene di panico. Sull’aereo c’erano numerose famiglie
con bambini e anziani. Una donna si è anche sentita male ed è svenuta.

La compagnia Vueling, secondo i passeggeri, non ha fornito alcuna assistenza, limitandosi a spiegare che il prossimo volo per Bari sarebbe stato mercoledì o consigliando alcune soluzioni alternative, ma per il giorno successivo.

Alle persone che erano a bordo non è restato altro che cercare un altro volo per il capoluogo pugliese, ma sempre facendo scalo in altre città.

Fonte:bari.repubblica.it/


16 Maggio 2016

Due velivoli messi ko per errore dagli operai all’aeroporto di Napoli. Gravi disagi sulle linee per Roma e Bologna

OLBIA. Tutto sembra che congiuri contro Meridiana. Nel periodo peggiore dei suoi 50 anni e più di vita – con l’Aga Khan sempre più disinteressato dopo anni e anni di perdite milionarie, con il nuovo socio Qatar Airways ancora alla finestra, con centinaia di dipendenti che rischiano di non aver più un lavoro – tra ieri e oggi è successo qualcosa che raramente capita a una compagnia aerea: due aerei sono stati messi ko all’aeroporto di Napoli da un pullman e un camioncino, un altro ha avuto dei guai a Olbia.

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Peggio di così, per Meridiana, non poteva andare. Peggio ancora è andata però ai passeggeri sardi: con una flotta di pochi aerei, otto voli ieri sono decollati, alcuni anche di sei ore.

Le rotte colpite dai disagi sono state quelle tra Olbia e Roma, Napoli, Bologna.
I due giorni neri sono cominciati giovedì.

All’aeroporto di Napoli, in due distinti momenti, gli addetti dello scalo hanno mandato fuori servizio due aerei della compagnia di Olbia, un Md 80 e un Boeing 737.

Come? Un pullman per il trasporto dei passeggeri ha colpito un’ala, danneggiandola.

Un camioncino, usato per il trasporto dei bagagli, ha colpito in manovra un altro aereo, anche in questo caso creando un guasto.

Il tutto a poche ore di distanza. I tecnici di Meridiana hanno avviato le riparazioni, ma non in tempo per rimetterli in volo ieri. Giornata in cui è accaduto un altro fatto: un terzo aereo, un Boeing 737, ha avuto delle noie a Olbia.

Una serie sfortunatissima di eventi – alcuni passeggeri hanno fatto notare che si trattava di un venerdì 13, altri hanno pensato che ci potesse essere stato un complotto ai danni della compagnia – che ha creato forti disagi a chi doveva partire da Olbia, o arrivarci.

Il primo volo in ritardo è stato l’Olbia-Roma del pomeriggio: invece che alle 13, è partito alle 19,15; il Roma-Olbia alle 20.55 anziché alle 14.35.

Poi è stata la volta dell’Olbia-Bologna, partito alle 18.35 invece che alle 16,25; il Bologna-Olbia alle 20.10 anziché alle 18.10. E poi ancora: il Napoli-Olbia è partito alle 22 anziché alle 20; l’Olbia-Napoli alle 23.35 invece che che alle 18.10.

Infine, l’ultimo volo per Roma della sera: partito da Olbia alle 21,55 invece che alle 19,55; tornato da Roma Olbia alle 23,35 invece che alle 21,30.
Disagi di cui la compagnia aerea – stavolta incolpevole – si è scusata con tutti i passeggeri.

Oggi i voli dovrebbero essere regolari.

Fonte:lanuovasardegna.gelocal.it/


16 Maggio 2016

Diversi aerei costretti a restare a terra
Dagli Stati Uniti all’Asia (via Europa) sempre più compagnie iniziano ad affrontare la crisi di nuove leve ai comandi.

Da qui al 2034 servono oltre mezzo milione di esperti.

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L’andazzo è lo stesso da diversi mesi. Voli annullati. Rotte cancellate e poi ripristinate, salvo essere di nuovo eliminate. Decine di aerei che restano lì, parcheggiati, per diverse settimane. Persino qualche compagnia — definita «regionale» — che fallisce. Passeggeri, ovviamente, arrabbiati. A cui, spesso, viene spiegato che la causa è il maltempo. Succede negli Stati Uniti. Ma i primi segni sono evidenti anche in Asia e in Europa. Tutto perché nel mondo iniziano a mancare i piloti. Proprio in un periodo in cui i vettori si stanno espandendo a livelli mai visti.

«Servono oltre mezzo milione di piloti»
In un recente dossier Boeing, il colosso americano che realizza gli aeromobili, parla di richiesta «senza precedenti» di piloti e tecnici nell’aviazione civile. «Tra il 2015 e il 2034 serviranno 558 mila tra comandanti e primi ufficiali per i velivoli commerciali», spiegano gli analisti di Boeing. Di questi 226 mila serviranno per il mercato asiatico, l’area che trascinerà l’aviazione nei prossimi anni. Altri 95 mila saranno essenziali per i cieli europei e altrettanti per quelli americani. Il Medio Oriente ne richiederà 60 mila, mentre l’America Latina circa 47 mila. A questi vanno aggiunti i 609 mila addetti alla manutenzione dei jet.

Nel 2034 flotta raddoppiata
Ogni settimana dalle megastrutture di Boeing, Airbus, Bombardier ed Embraer escono una trentina di nuovi velivoli. Secondo l’ultimo «Global Market Forecast» di Airbus se nel 2015 i jet in attività in tutto il mondo erano 17.354, nel 2034 diventeranno 35.749. Più del doppio. Per ognuno di questi bisogna assumere e addestrare una dozzina di piloti che poi si dovranno dare il cambio nell’arco delle 24 ore. Ma se gli aerei nuovi di zecca arrivano negli scali di base delle compagnie, sono proprio le persone che dovranno farle volare a non vedersi. Soprattutto in Asia dove ogni anno si aggiungono cento milioni di nuovi passeggeri. Tanto da spingere Airbus, il rivale (europeo) di Boeing, e Singapore Airlines a inaugurare proprio nella città-Stato di Singapore un centro di addestramento per circa diecimila aspiranti piloti che si alterneranno negli otto simulatori. La megastruttura si aggiunge alle altre tre che Airbus ha aperto a Tolosa, Miami e Pechino.

Le cause e i nuovi mercati
L’allarme, a dire il vero, da vent’anni è lo stesso. Ma per diversi motivi — l’11 settembre, la crisi economica, l’innalzamento dell’età pensionabile dei piloti da 60 a 65 anni — la questione non si è mai presentata davvero. Finora. Perché, denunciano diversi esperti, «nei prossimi 4-5 anni le compagnie aeree non riusciranno a trovare piloti sufficientemente addestrati per portare in volo i loro aerei». Ma come si è arrivati a questa «crisi»? Un po’ per gli retribuzioni che non hanno tenuto il passo con l’inflazione. Un po’ — è il caso degli Usa — perché dopo l’incidente del volo Colgan Air 3407 del 2009 (50 morti) — l’autorità federale ha innalzato da 250 a 1.500 le ore di volo necessarie per diventare primo ufficiale. Negli ultimi tempi, poi, molti sono andati nel Golfo Persico, attratti dagli stipendi e dalla crescita vertiginosa di compagnie come Emirates, Qatar Airways ed Etihad. Altri sono finiti nelle low cost — anche europee — dove i tempi per diventare comandanti sono decisamente più ridotti dei 10-15 anni che servono per un dipendente di British Airways o Air France. Risultato: quei pochi piloti sul mercato si sono concentrati in due blocchi creando uno scompenso e dei veri e propri buchi. «Finirà che i vettori dovranno pagare spazi pubblicitari per invitare i giovani a diventare piloti», scherzano gli esperti. Un po’ come succedeva negli anni

Fonte:www.corriere.it/


16 Maggio 2016

Un’allarme bomba e’ scattato poco prima del decollo da Oslo per un volo RyanAir diretto a Manchester in Gran Bretagna (dove oggi per un pacco sospetto e’ stata annullata l’ultima partita di campionato).

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L’areo e’ stato evacuato e due persone sono state fermate dalla polizia. Il jet doveva partire dallo scalo Rygge di Oslo alle 18,55 locali e arrivare a Manchester un’ora dopo.

Secodno alcuni passeggeri i due fermati sarebbero stati sentiti dire la parola “bomba” durante un alterco e a quel punto il comandante ha ordinato l’evacuazione del volo.

Sull’aereo e’ in corso una verifica da parte degli artificieri. Un allarme che arriva dopo quello allo stadio di Manchester, prima della gara dello United.

Fonte:www.metropolisweb.it/


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