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7 Febbraio 2017

Le circolari ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) sono uno degli strumenti con cui l’Autorità aeronautica italiana dispone le procedure per ottemperare alle regolamentazioni EASA (European Aviation Safety Agency. E’ stata firmata la LIC 13 (circolare serie licenze), questa dispone le procedure per la “designazione esaminatori e procedure di esame per rilasci, rinnovi e ripristini di licenze, abilitazioni e certificazioni di volo”, questo è il titolo ufficiale della circolare.

La nuova procedura è stata redatta per permettere ed ENAC di monitorare ed eventualmente verificare sul campo l’operato degli esaminatori, ed è leggermente più “burocratica” rispetto alla precedente. E’ previsto un periodo di transizione che terminerà il 1 luglio 2017, entro questo termine vengono applicate le vecchie procedure.

Pertanto i piloti  che possono essere interessati al rinnovo prima della data del 1 luglio per, rinnovo, ripristino o rilascio di una licenza/abilitazione possono usufruire di una procedura più “snella”.

La segreteria dell’aeroclub Modena  è a disposizione per info e chiarimenti.

R.R.


6 Febbraio 2017

La multi crew coordination è il coordinamento fra membri di equipaggio di un aeromobile, per  ottimizzare il processo decisionale, la divisione dei compiti, l’utilizzo delle check lists e il reciproco controllo, lo scopo finale è quello di una sicura condotta dell’aeromobile. Tanti anni fa, all’epoca di questo “episodio” della scatola nera, questo concetto non era forse molto profondo. Leggere per credere.

Buona lettura.

Cliccare qui  Un salto nel buio

Fonte JP4

R.R.


31 Gennaio 2017

La legge di Murphy è un insieme di paradossi pseudo-scientifici a carattere ironico e caricaturale. Si possono idealmente riassumere nel primo assioma, che è in realtà la “Legge di Murphy” vera e propria, che ha dato il titolo a tutto il pensiero “murphologico”:

Se qualcosa può andar male, andrà male.

In questo “episodio” della serie questa legge viene applicata al mondo dell’aviazione.

Buona lettura  cliccate qui La legge di Murphy

Fonte JP4

R.R.


23 Gennaio 2017

La spina dorsale della flotta nella nostra scuola di volo è costituita da tre vertebre…no cioè scusate, da tre velivoli Piper Tomahawk II.

Tre insostituibili, instancabili, robusti aerei progettati per il lavoro pesante (l’addestramento di primo periodo). Progettato nella seconda metà degli anni 70 dalla Piper dopo aver raccolto le indicazioni di molti istruttori di volo americani, su come doveva essere un velivolo per l’addestramento di primo periodo. Le richieste erano per un velivolo che dimostrasse in maniera efficacie tutte le tipologie dello stallo, stallo aggravato e la vite, ma che fosse abbastanza comodo per l’allievo e l’istruttore, parsimonioso nel consumo carburante, con una buona autonomia e robusto, molto robusto.

La scelta dell’aero club Modena, nei primi anni 80, di dotarsi di questo velivolo si è rivelata azzeccata. Qualche centinaio di piloti dell’aero club ha imparato a volare sul Tomahawk. I tre esemplari in linea anno dimostrato in pieno la bontà del progetto Piper, compresa la robustezza. Mediamente hanno ognuno più di 14000 atterraggi, (molti dei quali un po’ rudi, ma sempre nei limiti), e ancora parecchie migliaia di ore di vita operativa davanti. Quest’anno, se non ci sono intoppi la flotta Tomahawk vedrà un upgrade avionico per uniformarsi alle nuove esigenze radio (spaziatura 8.33 KHz), e transponder (modo S e ADS-B out). Inoltre rinnovo interni, verniciatura e, forse, una sorpresa.

Stay tuned.

R.R.

 


22 Gennaio 2017

Così ho “volato sulla Guerra”

Giancarlo guidava i caccia nel ‘45. «Venivamo visti come dei privilegiati, figli di un’Italia ricca. Ma la metà dei miei compagni non ce l’ha fatta, sono stati abbattuti o fucilati»

Nel libretto di volo della Regia Aeronautica è racchiusa la sua storia. Quarto Stormo Novantesima Squadriglia. Le operazioni di guerra in rosso, i voli di ricognizione in nero. Non ha bisogno di rileggerle Giancarlo Galbusera, classe 1917, nato a Rossiglione in provincia di Genova, l’ultimo pilota di aerei da caccia della Seconda guerra mondiale. Di quegli anni ricorda tutto alla perfezione. Dopodomani,24 gennaio, compie cento anni, ma della sua vita non ha perso un frammento. La sua memoria è perfetta, così come la sua vista. «È per questo che mi rinnovano sempre la patente», scherza estraendo dalla tasca un documento da Guinness dei primati: data di scadenza 2017. Un pilota centenario che vive il presente con lo stesso entusiasmo con cui ha attraversato il secolo scorso. Nessun rammarico e rimpianto. «Per noi la guerra non era il combattimento, era un motivo per volare, adrenalina pura. La paura non esisteva; che si trattasse di bombardamenti o no, per noi aviatori l’importante era partire». Nessuno si tirava indietro. «Da Palata ci alzavamo in volo per le azioni in Albania: ci affiancavamo sull’Adriatico, e ci sentivamo i padroni del cielo».

Le missioni

Scorriamo le pagine di quei meticolosi report di guerra ingialliti: 54 azioni belliche, sette trasferimenti. Siamo nel novembre 1944. Totale ore di volo effettuate da Lecce 250, con un P39. Mitragliamento di Podgorica. Galbusera si rivede sul Montenegro. La stilografica rossa racconta: l’attacco dall’alto a un concentramento di 70 automezzi, la reazione contraerea, un mitragliamento sulla strada che porta alla città. «Il nostro sistema di puntamento rispetto a quelli di oggi era ridicolo: guardavamo in una specie di bicchiere con due righe in mezzo e sparavamo». E scherza sugli obiettivi mancati, racconta di un ponte e della mira sbagliata. «Il ponte è rimasto lì, meglio così». Era l’anno del P39, l’Air Cobra, «il miglior aereo che abbia mai guidato, 1500 cavalli dietro alla schiena, un cannoncino da 37 millimetri attraverso l’asse dell’elica e quattro mitragliatrici sulle ali». Prima c’erano stati i CR30, il famoso CR32, il CR42 Falco, il Macchi 200 e il G50, «il più brutto apparecchio della mia carriera — ammette — l’unico con cui ho avuto un incidente serio per un atterraggio troppo lento».

 

La vita dopo la guerra

Galbusera si considera uno dei più fortunati della guerra. «Venivamo visti come dei privilegiati, figli di un’Italia ricca». Suo padre era direttore del cotonificio di Rossiglione, e i suoi compagni di volo si chiamavano Carlo Negri, giovane rampollo della famiglia Pirelli, Pier Ugo Gobbato, figlio di Ugo Gobbato alla presidenza dell’Alfa Romeo, e Giorgio Bertolaso, papà dell’ex capo della Protezione civile. «La metà dei miei compagni non ce l’ha fatta, passare tra una scheggia e l’altra di un’antiaerea non era facile, e quelli che riuscivano ad atterrare e non avevano la fortuna di cadere fra le braccia dei partigiani, venivano fucilati dai tedeschi». È quello che è successo al suo migliore amico, il sottotenente Carlo Negri. «Dopo l’armistizio dell’8 settembre si era offerto volontario per lanciare su Coriza un messaggio destinato al reparto italiano, ma il suo Aermacchi C205 fu colpito e a terra venne catturato e fucilato dai tedeschi».

Il volo, dopo la guerra, è rimasto l’hobby e la passione di un uomo che è diventato imprenditore aprendo un maglificio, una ditta di materiale subacqueo, e un’azienda di materie plastiche, supportato dalla moglie Oriana di 32 anni più giovane, sposata al suo rientro a Genova. «Perché la vita da generale a riposo non faceva per me». E a questo punto è svelato il segreto della sua longevità.

Fonte: Savina ConfaloniCorriere della Sera


20 Gennaio 2017

Secondo “episodio” della serie, questa volta si tratta di una avventura militare che riguarda un vecchio foto ricognitore italiano negli anni 70.

I più vecchi di voi ricorderanno gli RF84F basati a Verona Villafranca, specialmente quelli che abitavano nell’area padana, dove questi velivoli “sfrecciavano” a bassa quota in partenza per le missioni e di ritorno alla base. Pur non trattandosi di aviazione generale rimane una simpatica storia di aviazione.

Lo stile è lo stesso della “puntata precedente”, piacevole e con un accenno umoristico, buona lettura.

Cliccate qui Il-fiammifero.pdf

fonte JP4

R.R.


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