“Pubblicità occulta”La Rai licenzia Di Pietro

Il conduttore di “Occhio alla spesa”
non si arrende: «Presenterò ricorso»

Roma

Niente più vademecum da tenere a mente tra i banchi del supermercato, consigli per “acquisti saggi”, viaggi a caccia del prodotto dop. Alessandro Di Pietro, conduttore di Occhio alla spesa, è stato licenziato dalla Rai, reo – a giudizio dell’azienda – di aver fatto pubblicità occulta a una pasta per diabetici in tre puntate del 2012 finite nel mirino dell’Antitrust e costate alla tv pubblica una multa da 25 mila euro. Di Pietro, che prima ancora che si diffondesse la notizia del provvedimento ha fatto sapere di essere stato ricoverato per un malore, farà ricorso e chiederà i danni. 

 Colpito «nella prima mattina di oggi», da «un malore di natura cardiaca», Di Pietro è ricoverato in clinica e dovrà osservare «assoluto riposo», annuncia l’ufficio stampa del conduttore, spiegando così la mancata messa in onda di Occhio alla spesa. Bocche cucite a Viale Mazzini, ma presto trapela che già ieri la Rai avrebbe notificato a Di Pietro la lettera di rescissione del contratto, dopo aver preso visione del provvedimento dell’Antitrust del 31 gennaio e aver avuto accesso a tutti gli atti. I legali del presentatore, Carlo e Adriano Izzo, annunciano immediato ricorso, definendo il licenziamento «del tutto illegittimo ed arbitrario, oltre che basato su pretesi indizi del tutto inconsistenti se non addirittura falsi», nonché la richiesta di «un forte risarcimento danni sia patrimoniale che non patrimoniale». 

 «L’Antitrust – spiega l’avvocato Carlo Izzo – ha contestato al produttore della pasta al germe di soia e ad altre società collegate la pubblicità ingannevole, alla Rai la pubblicità occulta, per le puntate del 9 gennaio, del 24 aprile e del 28 maggio 2012. Innanzi tutto quello dell’Autorità è un provvedimento non definitivo, perché non sono trascorsi i 60 giorni dalla notifica ed è ancora impugnabile: licenziare Di Pietro, che peraltro non è stato mai ascoltato, è come condannare un imputato prima della sentenza definitiva. Le contestazioni, poi, sono risibili: si parla di `tono enfatico´ del conduttore, che per noi non vuol dire nulla. E poi non è mai stato pronunciato il nome del produttore, né sono mai stati indicati o illustrati il prodotto, il marchio, la confezione». I legali negano con forza anche che «Di Pietro abbia acquisito compensi per fare pubblicità a questo prodotto: abbiamo già querelato quanti, in particolare testate online, hanno diffuso questa informazione e siamo pronti a farlo ancora». 

 Si apre così un doppio contenzioso legale, davanti al giudice del lavoro e al giudice civile. Intanto per questa stagione Occhio alla spesa non andrà più in onda: lo spazio resterà a disposizione degli altri temi affrontati da Unomattina.  

Fonte:www.lastampa.it

PIERGIORGIO GOLDONI

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