aereo americano

1 Ottobre 2015

Non ci sono più tracce né del velivolo né dei 6 uomini a bordo. Stava volando da una base in Corsica a Padova

di FIORENZO BUCCI

Isola d’Elba, 29 settembre 2015 – Un mistero che resiste da 71 anni senza una spiegazione logica: nell’autunno del 1944 un aereo americano in missione con sei militari a bordo sparito nel nulla attraversando un banco di nuvole sul mare tra le isole di Montecristo e dell’Elba. Non una notizia dagli altri velivoli impegnati nell’operazione. Niente di niente se non la speranza che, a distanza di tanti anni, continua ad animare uno dei parenti degli aviatori dispersi il quale non si rassegna e non accetta il mistero. Fino al punto di volare dagli States per cercare notizie e raccogliere testimonianze da qualche vecchio sopravvissuto.

Tutto accadde di domenica, il 5 novembre 1944, quando, dalla base del 34°  Bomb Group ad Alesani in Corsica, partì una missione che aveva per obbiettivo un ponte ferroviario a Padova. Armieri, specialisti, meccanici lavorarono sodo nella notte per preparare i B-25 Mitchell e già di prima mattina, il capo-meccanico di «Schnapps Yo-yo«, uno dei diciotto B-25J (12 appartenevano al 48° e 6 al 486° Bomb Squadron), controllò il velivolo, testò i motori, riempì i serbatoi di carburante. Nessuno ricordava perché l’aereo fosse stato ribattezzato con quel nome: «Schnapps Yo-yo», che un soldato di qualche nostro reggimento alpino potrebbe volentieri tradurre in «Grappa a go go».

Di certo, il codice ottico «6M» sulla deriva del velivolo non portava bene: altri due B-25 del 486° l’avevano ricevuto ed entrambi erano stati abbattuti. Dopo il briefing, nel corso del quale vennero illustrati obiettivo, rotta e condizioni meteorologiche, l’equipaggio di «6M» raggiunse l’aereo. Ne facevano parte il pilota, Richard H. Brandle di Philadelphia, il copilota, William C. Johnson di Doddsville nel Mississipi, il bombardiere-navigatore Milton Frankel di Chicago, l’operatore radio Robert H. Sponamoore di Springfield nell’Illinois, il motorista Andrew C. Thrash di Choctaw nell’Alabama e il mitragliere di coda Ernest B. Lay di Richmond in Virginia.

Poco dopo il decollo «6M» si posizionò nella terza formazione di 6 aerei e raggiunse insieme agli altri i 1200 metri di quota e i 272 chilometri orari di velocità. Passarono pochi minuti e improvvisamente davanti agli aerei del 486°, che volava più in basso, si parò un fronte nuvoloso che indusse i piloti ad abbandonare la posizione stretta per evitare possibili collisioni.

La formazione penetrò le nubi in pochi secondi, trascorsi i quali il «6M» sparì dalla vista degli altri velivoli. Sparito nel nulla: nessuno l’avrebbe mai più rivisto. Gli equipaggi degli altri aerei pensarono a qualche difficoltà tecnica tale da costringere il bombardiere a far ritorno alla base. Ma non fu così. Le ricerche delle ore e dei giorni successivi non ebbero esito: nessun avvistamento, né tracce d’olio, né resti dell’aereo, né salvagenti, canotti di salvataggio. Niente di niente.

Vennero formulate le ipotesi più diverse: perdita di controllo a causa di una turbolenza, formazione di ghiaccio sulle ali, ma il mistero di «Schnapps Yo-yo« non fu più svelato. Nella zona in cui gli aerei incontrarono il banco nuvoloso (coordinate 42°55N10E, più o meno a metà distanza tra Capraia e Marciana Marina all’isola d’Elba) la profondità del mare è di diverse centinaia di metri. È possibile che quegli abissi inesplorati abbiamo accolto i sei giovani militari e l’ultimo volo dal loro aereo dal nome strano. In America questa tesi è stata sposata anche da un poeta che al mistero di Schnapps Yo-yo ha dedicato alcuni versi.

Fonte: www.lanazione.it/


26 Ottobre 2012

L’Assopaguro ed il sindaco di Montalto Caci pubblicati su un quotidiano degli USA

MONTALTO DI CASTRO 

 “L’associazione Assopaguro sta portando avanti un lavoro eccezionale. I suoi sub sono riusciti ad identificare il nome del pilota dell’aereo abbattuto durante la II Guerra Mondiale e caduto davanti la costa di Montalto. L’aviatore era originario del New Jersey. Imprigionato è poi stato liberato nel maggio 1944.

 Mi hanno dato l’opportunità di aiutarli nella ricerca dei familiari del militare. Ringrazio loro ed il giornale di Cranford (sua città di origine) per il lavoro che stanno facendo. Un ringraziamento particolare anche alla giornalista americana redattrice dell’articolo, Barbara Rybolt”.

Il sindaco – Sergio Caci

DI SEGUITO LA TRADUZIONE ITALIANA DELL’ARTICOLO USCITO NEL “Cranford Chronicle”del 23 ottobre 2012 (questo è invece il link originale dell’articolo uscito in America: http://www.nj.com/cranford/index.ssf/2012/10/divers_in_italy_find_crashed_p.html)  

Di Cranford il pilota dell’aereo da guerra “WWII” trovato a maggio in Italia in fondo al mare (articolo del 23 ottobre 2012)

Quando i sub al largo della costa italiana trovarono il relitto di un Thunderbolt P47 a circa 25 metri sotto il livello del mare, la loro scoperta avviò una ricerca che alla fine li portò a Cranford. Poi tutto sembro essere un vicolo cieco. 

Sergio Caci, Sindaco di Montalto di Castro, una piccola cittadina a circa 100 chilometri a nord-ovest di Roma, questa mattina ha contattato il ‘Cranford Chronicle’ chiedendo l’aiuto del giornale nel ritrovamento del pilota dell’aereo o dei suoi parenti, così da permettere ai sub che trovarono l’aeroplano di risalire alla storia del pilota. 

I membri dell’associazione subacquea ‘Assopaguro’ che trovarono l’aereo condussero le loro indagini sullo stesso e sul suo pilota. “Dopo una lunga serie di immersioni – dichiara il Sindaco- con l’aiuto di alcuni specialisti, i sub sono stati in grado di risalire al numero di serie dell’aeroplano, lo stesso riportato nel rapporto dell’equipaggio dell’aereo scomparso, il Secondo Luogotenente Neal H. Gundersen di Cranford. Essi hanno portato alla luce anche il suo numero di serie 0-814680 e la notizia che il pilota apparteneva al 64esimo squadrone di combattimento Black Scorpions”. 

Secondo il Sindaco, dalle ricerche del gruppo si è arrivati all’informazione che il 14 aprile 1944, lo Squadrone di Gundersen decollò dalla base di ‘Alto’ in Corsica, diretto al centro Italia per effettuare un bombardamento. “Sulla strada di ritorno alla base –aggiunge Sergio Caci-, il gruppo fu intercettato dagli aerei tedeschi nei pressi del lago di Bolsena e l’aereo di Gundersen venne abbattuto. Altri membri della squadriglia videro l’aereo bruciare mentre precipitava in mare, ma non scoprirono mai se Gundersen sopravvisse. 

L’associazione – continua Caci- ha trovato altri verbali che indicano come Gundersen si gettò dall’aeroplano indossando un paracadute. Fu catturato e fatto prigioniero dall’esercito tedesco e condotto alla ‘Stalag Luft 1 Barth’ a Vogelsang in Prussia. Gundersen venne rilasciato dai tedeschi nel maggio del 1945, un fatto che fu riportato in un articolo della prima pagina del ‘Citizen and Chronicle of Cranford’ del 24 maggio dello stesso anno”. 

C’è un’annotazione ‘nell’indice sociale delle morti certe’ che indica come Neal Gundersen, nato nel 1921, morì nel 1973 in New Jersey, anche se Caci dichiara di non sapere se si tratta della stessa persona.

Il Sindaco ci ha scritto che gradirebbe sapere come Gundersen si salvò, come fu fatto prigioniero e che vorrebbe avere alcune sue fotografie. Egli ha spiegato come quelle informazioni aiuterebbero a colmare un pezzo di storia di Montalto di Castro e come le foto servirebbero a colmare un pezzo mancante nella storia della famiglia Gundersen. 

In definitiva Caci ed i membri dell’Associazione che hanno scoperto il relitto vorrebbero trovare il modo per dare risalto al sacrificio fatto da un giovane americano coinvolto nella battaglia per la liberazione dal Nazismo.

Fonte:www.ontuscia.it


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