Alenia-Aermacchi.

17 Agosto 2014

Il SIAI-Marchetti S-211 (più frequentemente indicato anche come S.211) è un aereo da addestramento basico/intermedio italiano con motore a getto, dalla progettazione moderna e avanzata per il periodo in cui fu concepito, specialmente per l’ala a profilo supercritico, il motore turbofan e il largo uso di strutture in materiale composito.

Fortemente voluto dall’allora Direttore Generale SIAI-Marchetti Cav. Fredmano Spairani per il rilancio dell’azienda, fu progettato dall’ufficio tecnico SIAI guidato dagli ingegneri Brena, Frontini e Brembati sul finire degli anni settanta ed effettuò il primo volo il 10 aprile 1981. Fu prodotto in una settantina di esemplari, principalmente per le aeronautiche diSingapore, delle Filippine e di Haiti. Partecipò negli anni Novanta al concorso JPATS (Joint Primary Aircraft Training System) per un nuovo addestratore basico statunitense, il quale fu però individuato nel Pilatus PC-9.

A partire dal 1997, in seguito all’acquisizione della SIAI da parte diAermacchi, il velivolo, con leggeri aggiornamenti, ha assunto la denominazione M-311 e in seguito M-345. Proprio l’M-345 è stato indicato a fine 2013 quale successore dell’Aermacchi MB-339, sia come addestratore basico/intermedio per l’Aeronautica Militare, sia quale velivolo della PAN, dimostrando così la validità e la modernità dell’originale progetto SIAI-Marchetti.

Storia

Sviluppo

Concepito intorno alla metà degli anni Settanta, l’S.211 si presentava come un vero e proprio programma aeronautico: basandosi sulle analisi di mercato condotte, la SIAI proponeva infatti di utilizzare da subito, dopo una breve fase di addestramento primario su un economico addestratore ad elica (come l’SF-260 ad esempio), un velivolo a getto versatile, moderno e dai bassi costi di gestione. In questo modo si sarebbe permesso all’allievo pilota di “crescere” con un solo aereo polivalente, avendo effettuato subito la “conversione” da elica a jet, e di acquisire quel bagaglio di esperienza che lo avrebbe poi portato in modo più raccordato e meno “traumatico” alla fase pre-operativa sull’addestratore avanzato, anch’esso ovviamente a jet. Questa formula veniva sintetizzata con lo slogan “prestazioni da jet e costi da turboelica”, ad evidenziare la maggiore qualità addestrativa che un velivolo a jet poteva offrire senza tuttavia rinunciare a quell’indispensabile economia di esercizio richiesta nella fase basica e intermedia.

L’S.211 venne pubblicizzato la prima volta al Salone di Parigi del 1977 sotto forma di modellino in scala. Nel giugno 1979, invece,sempre a Parigi, fu presentato il primo mock-up in scala reale e con alcuni componenti ed equipaggiamenti “veri” già installati, a dimostrazione dell’avanzamento del programma.

Per i calcoli aerodinamici preliminari e l’ala a profilo supercritico, la SIAI si avvalse della consulenza del Prof. Jan Roskam e del suo staff all’Università del Kansas. L’efficiente aerodinamica dell’S.211 fu testata con un modellino in scala 1/5 nella galleria del vento della Boeing.

Un momento del trasporto del prototipo, nel pressi del Castello di Somma Lombardo

Malpensa, 10 aprile 1981. Il prototipo dell’S.211 in volo poco dopo il decollo

Il primo prototipo (immatricolato I-SITF) effettuò il roll-out dal Reparto Sperimentale SIAI di Vergiate nei primi di marzo 1981 e volò la prima volta nel pomeriggio del 10 aprile 1981 con ai comandi il leggendario collaudatore SIAI Alessandro Ghisleni dall’aeroporto di Malpensa. Il primo volo durò circa venticinque minuti e, non essendoci ai tempi la telemetria, era seguito in volo da un velivolo chase SF-260TP con ai comandi il test-pilot Floro Finistauri ed il chief flight test engineer Renato Russo. Venne scelta la pista di Malpensa, nonostante la SIAI disponesse della pista dello stabilimento di Vergiate, per maggiore sicurezza, in quanto più lunga e ampia. La decisione di fare il primo volo a Malpensa comportò anche unavventuroso viaggio di trasferimento del prototipo, su un rimorchio speciale, da Vergiate all’aeroporto.

Il primo esemplare ha sempre volato in configurazione monoposto, in quanto il secondo abitacolo era occupato dal rack FTI (Flight-Test-Instrumentation).

Dal progetto completo consegnato al Reparto Sperimentale per la realizzazione, al volo del primo prototipo passarono solo quattordici mesi, un tempo record che costituiva motivo di orgoglio per la SIAI-Marchetti e i suoi lavoratori, uniti in un comune sforzo sia lavorativo che economico, in quanto il programma S.211 fu del tutto finanziato internamente, nonostante fossero state avanzate numerose richieste di sostegno agli specifici fondi statali.

Il 3 ottobre 1981 volò da Vergiate il secondo prototipo (marche civili I-SIJF), questo in configurazione biposto, con ai comandi l’equipaggio Floro Finistauri (test-pilot) e Gianni Pastorello (flight test engineer).

Nel giugno 1983 fu realizzato il terzo esemplare, che è stato anche il primo (e unico) di pre-serie: infatti grazie a mirati accorgimenti gestionali e industriali, i due prototipi furono costruiti già “industrializzati”, potendo così avere il terzo esemplare unico di pre-serie e già primo di serie definitiva, e il quarto velivolo realizzato il primo della serie per Singapore, nel 1984. Uno sviluppo-lampo (impressionante l’attività di volo sperimentale: oltre 1000 voli sui 3 esemplari prima della consegna a Singapore, tenendo presente le modifiche necessarie per la configurazione aerodinamica definitiva e per lo sviluppo e qualifica degli impianti) che permise all’S.211 di essere tra i primi fra gli addestratori di nuova generazione.

Impiego operativo

Negli anni Ottanta l’S.211 suscitò l’interesse di numerose aeronautiche, che erano spesso già utilizzatrici soddisfatte dell’SF-260. Tuttavia solo Singapore (che nonostante la sua piccola superficie ha sempre avuto un organico militare numeroso, avanzato e moderno), Haiti e le Filippine adottarono l’addestratore SIAI-Marchetti.

Singapore utilizzò in totale 32 esemplari, che dopo oltre vent’anni di carriera hanno iniziato ad essere dismessi a fine 2008. Le Filippine acquistarono 25 velivoli, buona parte dei quali ancora in servizio sia come addestratori sia in versione da attacco leggero, questi ultimi modificati dalla PAF negli anni Novanta e rinominati AS-211 Warrior, i quali sono stati poi ulteriormente potenziati negli anni Duemila in seguito al ritiro dal servizio degli F-5, con un progetto denominato Project Falcon. L’S.211 è usato anche dalla pattuglia acrobatica filippina Red Aces per le sue evoluzioni.

I quattro S.211 in possesso all’aeronautica di Haiti invece, dopo lo scioglimento delle forze armate negli anni Novanta, sono stati acquistati dall’aeronautica di Singapore (due esemplari) e da una società privata statunitense (gli altri due, venduti poi a piloti privati).

Sempre negli anni Novanta, quando fu annunciato il concorso JPATS (Joint Primary Aircraft Training System) dall’aeronautica degli Stati Uniti per un nuovo addestratore basico, la SIAI-Marchetti aggiornò e migliorò sotto molti aspetti il suo addestratore, che venne rinominato per l’occasione S.211A. Le modifiche furono studiate in collaborazione con l’americana Grumman, in quanto il bando del concorso prevedeva che i velivoli stranieri in gara fossero presentati in coproduzione con una società locale. Partecipò un grandissimo numero di costruttori (anche l’Aermacchi con l’MB-339C in coproduzione con la Lockheed) e infine, nonostante anche l’S.211A rispondesse alle caratteristiche richieste, fu scelto il PC-9 della svizzera Pilatus che entrò in servizio come Raytheon T-6 Texan II. Rimase comunque in SIAI la soddisfazione di essere stati nella selezione USAF primi tra gli addestratori a jet.

L’M-311 n.c. 201

Quando, nel 1997, l’Aermacchi incorporò la SIAI-Marchetti, acquisì sia il progetto dell’S.211 che alcuni esemplari rimasti. In particolare, l’S.211A immatricolato I-PATS (n.c. 201) ‘reduce’ dall’America rappresenta proprio l’anello di congiunzione, sia materiale che ideale, tra il SIAI-Marchetti S.211 e l’Aermacchi M-311 (presentato negli anni Duemila) e M-345 (evoluzione dell’M-311 presentato nel 2012). Questo esemplare infatti è usato come ‘laboratorio’ ed è quello che figura spesso nelle session fotografiche e agli stand dell’azienda varesina ai saloni aeronautici, permettendo così di seguire le modifiche apportate via via.

L’S.211 oggi

A oggi, oltre ai velivoli ancora in servizio presso l’aeronautica delle Filippine, sono presenti negli Stati Uniti i due esemplari dismessi da Haiti, in possesso a piloti privati e in condizioni di volo. I numerosi S.211 dismessi da Singapore, invece, sono stati ceduti ad una società australiana che li ha messi in vendita (alcuni dei quali ancora disponibili). Due di questi sono tornati in Italia e, rimessi a nuovo e riverniciati, sono anch’essi in condizioni di volo. Al museo di Volandia a Vizzola Ticino(nei pressi di Malpensa) sono esposti due S.211: uno è il secondo prototipo I-SIJF (riverniciato mimetico sabbia), l’altro è l’esemplare I-SMTE in livrea JPATS.

L’S.211 non fu adottato in Italia, forse a causa della presenza dell’MB-339, presentato qualche anno prima (1976) e subito adottato dall’Aeronautica Militare, anche se l’addestratore Aermacchi è di fascia leggermente superiore a quello SIAI-Marchetti, sia in quanto a peso che a prestazioni. L’MB-339 è inoltre di una “generazione” precedente e di concezione più convenzionale (motore turbogetto e ala dritta, evoluzione dell’MB-326) e più costoso in termini unitari e operativo-manutentivi. Tuttavia la sovrapponibilità in alcuni compiti e per certe fasi addestrative dei due aerei non ha portato a ordinativi in Italia. Presentandosi però la necessità della sostituzione degli MB-339, Aermacchi ha proposto come successore proprio l’evoluzione che ha tratto dall’S.211, l’M-345 HET (High Efficency Trainer, riproponendo la formula di addestratore basico a jet dai bassi costi di gestione e di acquisto) che ha, rispetto al predecessore, un’avionica completamente digitale al passo coi tempi e un motore più moderno. L’Aeronautica Militare dovrebbe adottare l’M-345 entro il 2017 il quale andrà in dotazione sicuramente alle Frecce Tricolori e forse anche in sostituzione a tutti gli altri MB-339 giunti ormai alla fine della loro onorata carriera.

Tecnica

Di forma compatta (9,50 m), è un aereo molto curato sotto il profilo aerodinamico. Ogni scelta tecnica infatti è stata presa in funzione dell’efficienza e delle migliori qualità di volo possibili per un aereo da addestramento.

I due posti sono in tandem, per ridurre la sezione dell’aereo e per riprodurre un ambiente di pilotaggio simile a quello operativo (la soluzione a posti affiancati era stata ipotizzata ma scartata per minore efficienza aerodinamica e ambiente di pilotaggio meno “fedele”). L’abitacolo è climatizzatopressurizzato e i seggiolini sono Martin Baker MK 10 eiettabili zero-zero. Ovviamente i posti sono scalati (di circa 28cm) permettendo la massima visibilità sia all’istruttore, sistemato posteriormente, che all’allievo.

L’avionica tipica comprende la radio VHF/UHF e il sistema di navigazione VOR-ILS/TACANADF, AHRS (HSI, ADI), ATC/IFF, ma poteva essere personalizzata con

specifiche richieste dall’acquirente.

L’ala è in posizione alta; le prese d’aria sono poste sotto ad essa e leggermente in avanti, in corrispondenza circa del secondo abitacolo e hanno sezione a “D” con una parete antiscorrimento fissa. La linea dorsale, dal secondo abitacolo alla coda, è rettilinea e leggermente inclinata in basso. L’ala alta è stata preferita a quella bassa perché permetteva una migliore manovrabilità e un migliore recupero da assetti inusuali o pericolosi, come la vite, ad esempio; in posizione alta è poi preservata la “pulizia” aerodinamica, avendo le prese d’aria completamente al di sotto di essa e gli sportelli carrello solamente nella fusoliera; è inoltre facilitata anche l’installazione di eventuali carichi sub-alari. Il profilo alare supercritico è stato scelto per avere alti valori di portanza senza eccessiva penalizzazione aerodinamica (e quindi consumi ridotti) ed evitare, grazie al suo caratteristico spessore, l’insorgere di turbolenze a elevate velocità, mantenendo al contempo ottime qualità alle basse (lo stallo avviene, ad esempio, a 155km/h con i flap abbassati).

La freccia alare è di circa 19° sul bordo d’attacco e 4° su quello di uscita, gli impennaggi sono cruciformi, con coda a freccia e piani orizzontali, anch’essi con leggera freccia, leggermente più in alto rispetto all’ala.

Il carrello, che come si è detto è interamente confinato nella fusoliera, è in configurazione triciclo anteriore.

L’ala stessa fa da serbatoio di carburante vero e proprio (viene chiamata “ala bagnata”): grazie alla struttura ad elementi incollati non è presente la “sacca” di contenimento, ma è il sigillante (PR 1422) tra longheroni, correntini e rivestimento metallico esterno che ne determina la tenuta; il serbatoio centrale (un Pirelli con spugna antisciacquio) è posizionato subito dietro il seggiolino posteriore. La capacità totale interna è quindi di circa 800 litri, a cui si possono aggiungere quasi 600 litri in serbatoi ausiliari esterni.

Il motore è un turbofan Pratt&Whitney JT15D-4C; era un motore moderno ed economico, ampiamente collaudato nella versione civile “-1” sui Cessna Citation. La versione in uso sull’S.211 è la “-4C”, militare, che ha l’involucro irrobustito, l’impianto di lubrificazione che consente il volo rovescio prolungato e il controllo elettronico dell’alimentazione; ha una spintamassima di circa 1250 kg e di 950 kg in spinta continua in quota. È un motore molto efficiente, a doppio flusso, e capace di un consumo specifico bassissimo, grazie al tasso di diluizione 3,3:1, pari a circa 15,92 mg/N (0,56 kg:Kg/s), cioè valori molto minori rispetto ai turbogetti puri, più diffusi in quegli anni, e anche a molti altri turbofan.

In grigio scuro, le parti realizzate in materiale composito

Lungo la fusoliera, in corrispondenza del motore, sono ricavati alcuni sportelli per poter facilitare e velocizzare l’ispezione e la manutenzione.

La razionalizzazione della progettazione permise poi di contenere il numero di parti di cui è composto il velivolo, che sono circa 2.600 (per fare un paragone, l’SF-260 ne ha circa 1.400 in più). Sempre per quanto riguarda le particolarità costruttive, l’ala presenta (come già si è accennato) una particolare struttura ad elementi incollati (quindi con poche rivettature e inchiodature) che permette un buon risparmio di peso, una resistenza del metallo migliorata e minori probabilità di perdite carburante. Altra caratteristica sono i molti componenti del velivolo realizzati con moderni materiali compositi (tecnica all’avanguardia sia per l’epoca sia per il tipo di aereo) come ad esempio le prese d’aria e i condotti interni delle stesse, i portelli carrello, i tip alari e del timone, le finestrelle per l’ispezione motore, la copertura del cono di scarico e molti altri particolari.

In termini di armamento non ci sono dotazioni interne, essendo in effetti un velivolo pensato principalmente per la fase addestrativa e dalle dimensioni ridotte. I piloni alari hanno una portata di 165 kg e quelli interni di 330 kg, il carico massimo è comunque indicato in un totale di 660 kg. Sui piloni si possono installare, ad esempio: un cannone da 20 mm, una mitragliatrice da 12.7 mm, una da uno/due proiettili da 7.62 mm, bombe di vario tipo, missili aria-terra o aria-aria, lanciarazzi o anche strumentazioni per fotoricognizione o altre missioni particolari; possono essere installati ovviamente anche serbatoi ausiliari o impianti fumogeni. È poi presente un quinto attacco sotto alla fusoliera, pensato principalmente per un gun pod.

Sulla base dell’esperienza nel campo degli aerei da addestramento la SIAI-Marchetti ha dotato l’S.211 di qualità di volo adatte a far apprendere all’allievo in modo graduale e completo tutte le tecniche di pilotaggio; le velocità di decollo eatterraggio sono quindi volutamente non molto elevate, le prestazioni generali sono buone, l’aereo è stabile e manovrabile, permette sicurezza operativa, ha stallo progressivo e corretto e si recupera facilmente da assetti inusuali o pericolosi. Inoltre ha complete capacità acrobatiche. Nel dettaglio, le prestazioni sono: decollo in 500 m e atterraggio in circa 700 m, con ostacolo di 15 m in tutti e due i casi; velocità di stallo 155 km/h con i flap estesi; fattore di carico limite +6/-3 g e continuativo di 3,5 g; rateo di salita 21,4 m/s. L’autonomia interna consente 3,5 ore di volo in quota. La tangenza è di 12.200 m. La velocità di crociera a 6.000 m è 667 km/h mentre quella in picchiata arriva a 740 km/h (0,8M).

Come si vede, anche le prestazioni rientrano quindi nell’ambito in cui si pone il velivolo, cioè intermedie tra un turboelica e un aereo da addestramento intermedio-avanzato.

Un’altra caratteristica chiave di questo addestratore, oltre all’economia di esercizio e manutentiva, è l’affidabilità. Ad esempio, durante delle prove di volo durate diversi mesi e della durata di circa 100 ore di volo, l’unico intervento è stato l’aggiunta di 2 litri di olio motore.

SIAI-Marchetti S.211 flight.jpg

Versioni

S.211

Prima versione del velivolo; costruiti due prototipi, 60 esemplari circa per SingaporeFilippine e Haiti (furono costruiti anche quattro esemplari ordinati dall’Uganda, ma mai consegnati, forse per problemi di pagamento, e rimasti sempre imballati in magazzino) più alcuni esemplari usati come “dimostratori”.

S.211A

L’S.211A

Aggiornamento dell’S.211 per il concorso americano JPATS studiato a fine anni Ottanta-inizio anni Novanta insieme alla Grumman. Furono introdotte circa un centinaio di migliorie, tra le più importanti: motore Pratt&Whitney JT15D-5C, alette stabilizzatrici nella zona posteriore della fusoliera, prese d’aria e “lama” di separazione più grandi e con un profilo diverso, un sistema EFIS della Collins, gambe carrello alleggerite, steering idraulico, nuovi tip alari, nuovo impianto idraulico, impianto di condizionamento migliorato, rinforzato lo stabilizzatore, attacchi e fissaggio ala in zona fusoliera migliorati, sistema di eliminazione vibrazioni dello stabilizzatore in affondata, aumentata ancora di più l’accessibilità e la semplificazione manutentiva (significativa la velocità per eseguire l’operazione, richiesta dal concorso JPATS, del run to run: da velivolo con motore in moto, spegnerlo, sostituire il motore e rimettere in moto, il tutto svolto sull’S.211A in 35 minuti, sui 45 richiesti dalla specifica) e molte altre piccole modifiche.

Grazie al motore “-5C”, con spinta di 1450 kg e dal consumo migliore del 3% (specifico, ovvero relativo alla spinta erogata), le prestazioni sono migliorate: velocità massima 740 km/h a 7.600 m, picchiata 980 km/h, tangenza 12.800 m, fattore di carico +7/-3 g, rateo di salita 26 m/s. Ne risentì leggermente l’autonomia con una perdita comunque di soli 15 minuti. Due esemplari costruiti.

M-311

Nuova versione dell’S.211A aggiornata e commercializzata da parte di Aermacchi in seguito all’acquisizione della SIAI-Marchetti nel 1997. Presentato nel 2005, la differenza principale è nell’avionica, completamente digitale con glass cockpit edHead Up Display. È stato anche aggiunto un faro sul musetto.

M-345 HET

Ultima evoluzione della formula, presentato da Aermacchi nel 2012 e indicato come successore dell’MB-339. Oltre all’avionica digitale già presente dall’M-311 sono previste altre modifiche (il progetto è tuttora in evoluzione) come ad esempio tettuccio e seggiolini in comune con l’addestratore avanzato M-346, musetto più allungato e un motore più moderno, sempre turbofan, con spinta forse aumentata a 1600kg.

L’Aermacchi M-345 HET

Paesi utilizzatori

Un S.211 esposto all’esterno del museo dell’aeronautica di Singapore

Singapore

Singapore Air Force (RSAF) – 32 velivoli in dotazione al 130º e 131º Gruppo. Dopo che a fine 2008 iniziarono ad essere dismessi, quattro di questi sono in esposizione per uso istituzionale/educativo

Filippine

Philippine Air Force (PAF) – 25 velivoli in dotazione al 105º Gruppo Addestramento e al 7º Gruppo Combattimento Tattico, quest’ultimo ha in uso la versione modificata e rinominata AS-211 Warrior come aereo da attacco al suolo leggero e antiguerriglia.

Haiti

Haitian Air Corps (HAC) – 4 velivoli dismessi e messi in vendita negli anni Novanta.

 

SIAI-Marchetti S-211

I primi due esemplari di S.211 in volo sopra Angera sul Lago Maggiore
I primi due esemplari di S.211 in volo sopraAngera sul Lago Maggiore
Descrizione
Tipo aereo da addestramento
aereo da attacco al suololeggero
Equipaggio 1-2 (allievo-istruttore)
Costruttore Italia SIAI-Marchetti
Data primo volo 10 aprile 1981
Data entrata in servizio 1984
Data ritiro dal servizio 2008 (Singapore)
in servizio (Filippine)
Utilizzatore principale Singapore RSAF
Filippine PAF
Altri utilizzatori Haiti HAC
Esemplari circa 70
Altre varianti Sviluppato nell’Aermacchi M-345
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza 9,50 m
Apertura alare 8,43 m
Freccia alare 19° sul bordo d’attacco
4° sul bordo d’uscita
Altezza 3,80 m
Superficie alare 12,60 
Peso a vuoto 1 800 kg
Peso max al decollo 2 750 kg (configurazione addestratore)
3 150 kg (S.211, configurazione armata)
3 550 kg (S.211A, configurazione armata)
Capacità combustibile 800 litri (interni) più eventuali 600 litri (in serbatoi ausiliari esterni)
Propulsione
Motore – un turbofan Pratt & Whitney Canada JT15D-4C (S.211)
– un turbofan Pratt & Whitney Canada JT15D-5C (S.211A)
Spinta 1 250 kg (-4C)
1 450 kg (-5C)
Prestazioni
Velocità max 740 km/h (S.211)
980 km/h (S.211A)
Velocità di crociera 667 km/h (S.211)
740 km/h (S.211A)
Velocità di salita 21,4 m/s (S.211)
21,6 m/s (S.211A)
Corsa di decollo 500 m
Atterraggio 704 m
Autonomia h 30 min (S.211)
h 15 min (S.211)
Tangenza 12 200 m (S.211)
12 800 m (S.211A)
Armamento
Mitragliatrici fino a 660 kg in carichi esterni (varie combinazioni)
Cannoni fino a 660 kg in carichi esterni (varie combinazioni)
Bombe fino a 660 kg in carichi esterni (varie combinazioni)
Missili fino a 660 kg in carichi esterni (varie combinazioni)
Piloni 4 + 1
Note dati riferiti alla versione originale “S.211” (sono indicate le differenze con l’S.211A)

 

Fonte: it.wikipedia.org/wiki/SIAI-Marchetti_S-211


17 Agosto 2014

2. Com.te Slangen_Com.te Bucci_M-345_3-7-2014 (01)Il 3 Luglio scorso, presso il sito produttivo di Alenia Aermacchi a Venegono Superiore (Varese), il Comandante della PAN, Magg. Pil. Jan Slangen, ha effettuato il suo primo volo sul Dimostratore Avionico M-345 HET (High Efficiency Trainer) di Alenia Aermacchi con la livrea della Pattuglia Acrobatica Italiana, le famose Frecce Tricolori. .L’M-345 HET debutterà nei cieli del Farnborough Air Show, nel corso della più importante vetrina internazionale del settore aerospazio e difesa, che avrà luogo a Londra dal 14 al 20 luglio prossimi.
Il Comandante della PAN Jan Slangen, appena atterrato dopo il suo primo volo – durato circa un’ora – sul dimostratore avionico M-345 HET ha così commentato: “Si tratta di una macchina molto interessante, con un potenziale molto elevato, sia come addestratore basico che velivolo acrobatico.

Siamo decollati dalla pista di Venegono per andare in zona operazioni e, dopo qualche manovra basica e acrobatica di orientamento, abbiamo provato a impostare un mini profilo di presentazione con una sequenza di manovre del nostro programma acrobatico. Personalmente sono molto soddisfatto del comportamento energetico del velivolo, della sua manovrabilità e dei consumi particolarmente contenuti. Ovviamente si tratta ancora di un  dimostratore avionico, con alcune migliorie da apportare, di facile implementazione e già previste nello sviluppo finale del prototipo.”
L’M-345 HET rappresenta la più recente soluzione proposta da Alenia Aermacchi per la fase basica-avanzata del sillabo addestrativo per piloti militari. L’M-345 HET offre alle forze aeree una soluzione economicamente vantaggiosa ed efficace, grazie ad un significativo contenimento dei costi di acquisizione e di esercizio, comparabili a quelli dei turboelica di elevata potenza che, pur essendo nella stessa classe di peso dell’M-345 HET ed equipaggiati con sistemi di bordo simili, forniscono tuttavia prestazioni ed efficacia addestrativa nettamente inferiori.

Nel giugno 2013 Alenia Aermacchi e il Segretariato Generale della Difesa/Direzione Nazionale degli Armamenti del Ministero della Difesa hanno siglato un accordo per definire congiuntamente le specifiche operative e per collaborare allo sviluppo di un nuovo velivolo da addestramento basico-avanzato, denominato M-345 HET, High Efficiency Trainer.  L’entrata in servizio del velivolo è prevista per la fine del 2017.

 

 

Dati tecnici
•    Migliori prestazioni (velocità, potenza e manovrabilità)
•    Avionica digitale e Embedded Training Simulation allo stato dell’arte
    HUD (Head Up Display) nel cockpit anteriore e un ripetitore nel cockpit posteriore;
    Multi-Function Displays per entrambi i posti di pilotaggio
    comandi HOTAS (Hands On Throttle-And-Stick
•    cellula ridisegnata/aggiornata, migliore manutenibilità e accessibilità (elevata vita a fatica)
•    motore turbofan di ultima generazione con spinta massima nella classe dei 1.550 kg (3,400 lb)
•    fattori di carico limite compresi tra +7/-3,5 g
•    eccellenti potenzialità come Light Combat aircraft
•    contenimento dei costi di acquisizione e di esercizio, comparabili a quelli di trainer turboelica di elevata potenza

Fonte: Comunicato Finmeccanica/ Alenia  Aermacchi

 

Fonte: www.analisidifesa.it

 

VEDI ARTICOLO 

www.aeroclubmodena.it/2014/08/siai-marchetti-s-211-2/


27 Marzo 2014

Israele sceglie la tecnologia italiana per qualificare e rafforzare le competenze del suo esercito. Con la consegna ufficiale del primo di una commessa complessiva di trenta aerei addestratori M-346, Alenia Aermacchi dà concretezza a un accordo che, nel giudizio dei vertici societari, può essere il primo passo di un rapporto di collaborazione più ampio con lo stato israeliano. «Si tratta di una commessa complessa che ha coinvolto nelle forniture anche Honeywell, il governo israeliano e la joint venture Tor – spiega il ceo di Alenia Aermacchi, Giuseppe Giordo –. Per la parte che ci compete, questo ordine vale 450 milioni di euro».

Il primo addestratore dei trenta in corso di produzione per le forze aeree israeliane – che in questa occasione hanno abbandonato per la prima volta la storica partnership con gli Stati Uniti – è stato presentato nei giorni scorsi in una cerimonia all’interno dello stabilimento di Venegono Superiore, in provincia di Varese, alla presenza degli operai, dei vertici societari e delle forze armate italiane ed israeliane. Ad oggi Alenia ha venduto 56 esemplari di M-346 (il modello ha un’apertura alare di circa 10 metri e un peso tra i 7mila e i 10mila kg), entrato in produzione a fine 2009: a regime le linee di Venegono sono in grado di produrne 4 esemplari al mese.

Oltre ai 30 per Israele – che sostituiranno con l’M-346 i TA-4 Skyhawk di produzione Usa, attualmente in servizio – l’azienda del gruppo Finmeccanica ha rifornito con il nuovo addestratore le forze aeree di Italia e Singapore. Recentemente l’azienda ha siglato un contratto da 280 milioni con la Polonia, che ha acquistato otto velivoli. «Il middle east sta diventando sempre più strategico, ma per il futuro – spiega il ceo Giuseppe Giordo – vedo grandi opportunità soprattutto nel nuovo programma americano, il cui lancio è atteso nel 2017-18. È un piano enorme, da 350 aeroplani».

L’azienda ha chiuso l’ultimo esercizio con un ebitda in forte crescita e anche il portafoglio ordini, grazie a queste ultime commesse è saldo. «Singapore, Israele e Polonia: si tratta di tre clienti internazionali in tre mercati importanti – ricorda Giordo -. L’anno scorso abbiamo migliorato la marginalità e anche prodotto di più: i ricavi sono saliti del 15%, a quota 3,3 miliardi.

A Venegono, in particolare, abbiamo rafforzato la nostra eccellenza nei sistemi di addestramento». Smorzando le recenti polemiche sindacali per l’impiego di lavoratori temporanei o ex dipendenti, Giordo ricorda che «alcuni picchi produttivi richiedono personale somministrato o esperto. Ho già dato chiarimenti ai sindacati sulle prospettive a lungo termine dello stabilimento – spiega –: quest’anno puntiamo ad assumere cinquanta persone in più, che vanno ad aggiungersi alle 125 entrate in fabbrica a partire dal 2012».

di Matteo Meneghello –

Fonte:www.ilsole24ore.com



In occasione delle celebrazioni per il centenario dell’azienda, i dipendenti dell’azienda sabato 25 maggio hanno avuto la possibilità di visitare il sito produttivo di Venegono accompagnati dai loro familiari.

In occasione delle celebrazioni per il centenario di Alenia Aermacchi ritorna l’Open Day, iniziativa rivolta a tutti i dipendenti dell’azienda che sabato 25 maggio hanno avuto la possibilità di visitare il sito produttivo di Venegono Superiore accompagnati dai loro familiari.
Seimila le persone che oltre a poter visitare le linee produttive hanno potuto ammirare da vicino alcuni dei velivoli prodotti dall’azienda.
All’evento ha partecipato il vertice aziendale, tra cui l’Amministratore Delegato, Giuseppe Giordo: “Siamo un’azienda presente sul territorio italiano e non solo, che punta all’ampliamento dei mercati sia nel settore civile che della difesa. Siamo un’azienda sempre pronta a sperimentare strategie innovative per rispondere ai cambiamenti e alle esigenze del mercato, ma la nostra azienda è anche e principalmente un patrimonio di risorse umane e di tradizioni che quest’anno compiono cento anni di vita e vogliamo celebrare questa importante ricorrenza con i nostri dipendenti e con le loro famiglie”.

Oltre alle visite dei vari siti produttivi, tra le altre iniziative previste per gli Open Day AleniaAermacchi nei vari stabilimenti in Italia vi è la distribuzione a tutti i dipendenti di un libro celebrativo sulla storia dell’Alenia Aermacchi, la possibilità di vedere da vicino i velivoli in mostra statica, visitare mostre fotografiche, visionare un video sulla storia dell’azienda appositamente realizzato e partecipare alle tradizionali premiazioni dei Seniores, i dipendenti con 35, 30 e 25 anni di anzianità aziendale.

Alenia Aermacchi ha celebrato il 1° Maggio 2013 il suo primo secolo di vita
. Unica società aeronautica al mondo che può vantare cento anni di attività sotto un marchio comune, venne costituita nel lontano 1913 da Giulio Macchi come Società Anonima Nieuport-Macchi. I primi cento anni sono un secolo di record, di traguardi tecnologici e di sviluppo di un sistema industriale che in questo periodo ha generato e continua a generare nel nostro paese un considerevole impatto economico e sociale. L’Italia oggi può vantare una delle poche industrie aeronautiche al mondo in grado di offrire sul mercato un velivolo da caccia di ultima generazione (Eurofighter), un trasporto tattico riconosciuto come superiore ad ogni concorrente (C-27J), l’addestratore avanzato a getto più evoluto al mondo (M-346), il velivolo da trasporto regionale bestseller mondiale (ATR) e una gamma di programmi di collaborazione industriale che va dal moderno Boeing 787 Dreamliner fino al più grande velivolo passeggeri in servizio, l’Airbus A380. Oggi 15.000 aerei civili in tutto il mondo volano con componenti realizzate da Alenia Aermacchi e ogni 20 secondi decolla un aereo di linea con componenti “made in Italy”.

Fonte:http://www3.varesenews.it



Nel mondo 15 mila aerei in volo

L’ad Giordo: «Puntiamo alla crescita dei mercati sia nel settore civile sia in quello della difesa»

Nadia Bergamini

Caselle (TO) 

Alenia Aermacchi, l’importante azienda pimontese del settore aeronautico, festeggia il centenario di fondazione con un open day nello stabilimento di Caselle. L’iniziativa, rivolta a tutti i dipendenti e ai loro familiari, ha visto oggi la presenza di circa 8 mila persone che – oltre a visitare le linee produttive – hanno potuto ammirare da vicino alcuni dei velivoli e una mostra fotografica dedicata all’ F-104 di cui oltre 300 esemplari sono stati costruiti proprio negli stabilimenti torinesi dell’azienda. 

 All’evento ha partecipato anche l’amministratore delegato, Giuseppe Giordo: «Siamo un’azienda presente non solo sul territorio italiano, che punta all’ampliamento dei mercati sia nel settore civile sia in quello della difesa, da sempre pronta a sperimentare strategie innovative per rispondere ai cambiamenti e alle esigenze del mercato. Ma siamo anche e principalmente un patrimonio di risorse umane e di tradizioni che quest’anno compiono cento anni di vita».  

Alenia Aermacchi ha iniziato le proprie celebrazioni lo scorso 1 maggio con l’apertura del sito web www.aleniaaermacchi100.it. Ad oggi 15 mila velivoli civili volano in ogni angolo del pianeta con parti realizzate da Alenia Aermacchi: ogni 20 secondi decolla un aereo con componenti prodotti in Italia. 

Fonte:www.lastampa.it



PIANA CRIXIA (SAVONA) – Un aereo sperimentale di Alenia Aermacchi, definito «il velivolo da addestramento più avanzato oggi disponibile sul mercato», è precipitato in serata nel Savonese. Il pilota del nuovissimo M-346, un super-esperto collaudatore di Alenia, si è salvato lanciandosi con il paracadute: lui stesso ha parlato con i soccorritori e li ha indirizzati sul posto.

L’aereo è precipitato poco prima delle 19 nella boscaglia del monte Giavè, nel territorio comunale di Piana Crixia, in Valbormida, al confine tra le province di Cuneo e Savona. «Ero nell’orto, quando improvvisamente ho sentito un aereo che volava a poca distanza dalle nostre case. Mi sono voltato e ho visto il velivolo che si schiantava nel bosco, mentre un paracadute si è aperto poco prima dell’ impatto», racconta Roberto Chiarlone, pensionato di Savona che con la famiglia nei weekend raggiunge la sua villetta di località Zerbi, immersa nel verde, a Piana Crixia. Il botto e la conseguente colonna di funo, sono stati uditi e visti anche da Roberta Uvidio, mamma di una bimba di nove mesi, che era andata a trovare i vicini. «Ho visto i rottami schizzare ovunque e poi il fumo – racconta – Mi tremavano le gambe. Ho preso il telefonino e ho avvertito i vigili del fuoco e il 118».

Alle ricerche, scattate immediatamente, hanno partecipato anche due elicotteri che dopo non molto hanno localizzato il pilota. Questi, che ha riportato dei traumi alle gambe in seguito alla caduta, è stato trasportato al Centro traumatologico ortopedico di Torino. Sulle cause dell’incidente verranno fatti approfonditi accertamenti, anche perché tra le caratteristiche del velivolo finora riscontrate dai collaudatori – come riferisce Alenia Aermacchi (società del gruppo Finmeccanica) – vi è «un elevato grado di sicurezza».

Quello in volo stasera era un prototipo che stava effettuando dei test di certificazione: un aereo di Alenia e non uno degli esemplari già consegnati all’Aeronautica militare e ancora non entrati in linea operativa. L’M-346 è un bireattore finalizzato all’addestramento degli aerei da difesa di nuova generazione. È stato finora ordinato, oltre che dall’Aeronautica militare italiana, dalla forza aerea di Singapore e da quella israeliana, ma altri paesi hanno già mostrato il loro interesse per questo addestratore. Per quanto riguarda l’Italia, in particolare, la Direzione Generale degli Armamenti ha firmato a novembre 2009 il contratto per la fornitura all’Aeronautica militare dei primi sei velivoli M-346 e dei relativi sistemi di addestramento a terra, che verranno utilizzati per addestrare i piloti a volare sui caccia di nuova generazione. L’intesa si inserisce nell’ambito di un accordo più ampio per la fornitura complessivi di 15 M-346 e relativo supporto.

L’addestratore Alenia Aermacchi M-346 ha ottenuto a giugno 2011 il certificato di omologazione dall’Autorità di Certificazione del Ministero della Difesa italiano: si tratta di un requisito fondamentale per poter operare il velivolo in ambiente militare. All’inizio di gennaio 2012, i primi due M-346 (denominati T- 346A) sono stati consegnati al Reparto Sperimentale di Volo presso la Base Aerea di Pratica di Mare dove vengono sottoposti a test operativi.

www.ilmessaggero.it


20 Febbraio 2013

POMIGLIANO -NOLA – Firmato ieri  un contratto tra la Atr, di cui è partner la Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica), e la Malaysia Airlines per 18 aerei Atr 72-600 (due entro l’anno e altri 16 più avanti). La fusoliera completamente equipaggiata e gli impennaggi di coda verticale ed orizzontale del velivolo sono prodotti a Pomigliano D’Arco e a Nola.

La firma di questo contratto che ha un valore di 840 milioni di dollari americani (opzioni incluse) fa seguito al memorandum of understanding che era stato annunciato dalla compagnia aerea lo scorso dicembre. Con la firma del contratto diventano 42 gli Atr 72 acquistati dal 2007 a oggi dalla Malaysia Airlines .

Molto soddisfatto dei nostri aerei si dichiara il CEO di Malaysia Airlines, Ahmad Jauhari: “Negli ultimi cinque anni abbiamo lavorato molto con Atr e siamo pienamente soddisfatti delle performance e dei risultati commerciali che i nostri Atr 72 garantiscono alle reti del nostro gruppo”.

Fonte:www.marigliano.net



Per il consorzio italo-francese il deal vale 500 milioni di dollari

Giacarta, 3 gen.

Citilink, vettore low cost della compagnia di bandiera indonesiana Garuda, ha ordinato 25 turboelica Atr-72 600, con un’opzione per altri 25 esemplari nel 2015. Per il consorzio italo-francese tra Alenia Aermacchi (gruppo Finmeccanica) ed Eads, che produce il velivolo, si tratta di un affare da 500 milioni di dollari.

L’Indonesia ha sviluppato una vasta rete di trasporto aereo regionale e locale per collegare le oltre 17mila isole dell’arcipelago, e l’Atr viene considerato ideale per raggiungere molti piccoli scali, dotati di piste troppo corte per premettere l’atterraggio e il decollo dei normali aviogetti.

I primi cinque apparecchi dovrebbero essere consegnati nel prossimo settembre, mentre il resto della fornitura dovrebbe essere completata antro il 2017.

Fonte:www.ilmondo.it



Gli SF-260 rappresentano oggi il punto di riferimento fra gli aerei da addestramento utilizzati dalle forze aeree per selezionare gli allievi e coprire la fase primaria dell’addestramento

Alenia Aermacchi ha consegnato il 900° SF-260 costruito, in questo caso una variante turboelica SF-260TP, stabilendo un record di tutti i tempi per l’industria aeronautica italiana. L’SF.260 infatti, a ben 46 anni dal primo volo, è oggi il velivolo italiano di maggior successo prodotto in tempo di pace, essendo stato ordinato da non meno di 27 forze aeree e diverse scuole di volo, aeroclub e clienti privati.

Ampiamente utilizzati in tutto il mondo, gli SF-260 rappresentano oggi il punto di riferimento fra gli aerei da addestramento utilizzati dalle forze aeree per selezionare gli allievi e coprire la fase primaria dell’addestramento. Le ben note qualità addestrative dell’SF.260, ancora ineguagliate, derivano dal giusto equilibrio fra prestazione e capacità acrobatica eccellenti e dalla perfetta armonizzazione dei controlli di volo intorno ai tre assi. Il risultato è un aereo che non solo è considerato un piacere da volare da parte di provetti piloti – il suo uso da parte di varie pattuglie acrobatiche ne è testimonianza – ma che è anche “il maestro” più efficiente per gli aspiranti piloti che necessitano di acquisire la necessaria abilità di pilotaggio il più presto possibile prima di continuare l’addestramento volando su più sofisticati ma molto più costosi addestratori avanzati.

Un ulteriore apprezzamento del velivolo risulta evidente dai ripetuti ordini di SF.260 in varie versioni, sempre più aggiornate, fatti da oltre la metà degli operatori che lo hanno ordinato (17 su 27), mentre cinque di essi hanno addirittura riordinato la macchina tre o quattro volte. Si tratta di una prova inequivocabile delle qualità e del continuo processo di miglioramento del prodotto SF-260.

Le più recenti versioni attualmente disponibili sono l’SF-260E con motore a pistoni e la corrispondente versione con propulsore a turboelica SF-260TP (che ha effettuato il primo volo nel 1980), entrambi da considerarsi i velivoli con le migliori prestazioni nelle rispettive classi e concepiti per garantire un’agevole transizione dei piloti non solo dallo screening al basico ma anche direttamente al training avanzato. Una versione aggiornata di quest’ultima variante con cockpit digitale è in corso di sviluppo.
L’aereo è stato anche sviluppato nella variante “Warrior” (“Guerriero”), capace di compiere operazioni contro-insurrezionali (COIN) e ancora in servizio presso varie forze aeree nel mondo.

Progettato negli anni ’60 da Stelio Frati – il famoso designer italiano di aerei sportivi ad alte prestazioni sin dagli anni ’50 quali il Falco, il Picchio e il Nibbio – l’SF-260, allora prodotto dalla Siai Marchetti, effettua il primo volo e ottiene la certificazione nel 1966.
Nel 1997 l’ HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/Aermacchi” \o “Aermacchi” Aermacchi prende in carico il programma SF.260 e con la costituzione di un team dedicato ne ha rivisto il progetto applicando una serie di modifiche strutturali e impiantistiche per semplificare e rendere più efficente la produzione di serie. Tra le principali modifiche apportate l’adozione di un nuovo impianto combustibile, l’installazione di un impianto di condizionamento, nuovo cockpit con nuovi sedili e nuovo tettuccio per favorire l’impiego da parte di piloti militari oltre ad un sistema autopilota e un’avionica di ultima generazione.

L’aereo può considerarsi il risultato finale del desiderio di perfezione del designer. Proprio per le sue caratteristiche di “macchina sportiva dell’aria”, l’SF-260 ha registrato un buon successo anche tra i piloti privati e gli Aero Club tanto che, ancora oggi è molto vivo il mercato civile per SF-260 (ex militari) di seconda mano.


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