burocrazia

26 Febbraio 2014

Berlino, Germania – L’ad della società di gestione accusa le autorità per la troppa burocrazia…

(WAPA) – Troppa burocrazia: è questo il motivo per il quale l’Aeroporto di Berlino-Brandeburgo, il nuovo mega-hub della capitale tedesca che avrebbe dovuto essere inaugurato nel 2011, potrebbe non aprire prima del 2016.

Hartmut Mehdorn, amministratore delegato di Flughafen Berlin Brandenburg GmbH (Fbb), ha scritto una lettera al governo dello Stato di Brandeburgo, criticando le autorità del trasporto aereo per la loro aggiunta di specifiche dell’ultimo minuto riguardanti l’isolamento acustico nell’ambito della riqualificazione della pista nord dell’impianto, che potrebbero causare ulteriori ritardi nell’apertura dell’aeroporto, già rinviata numerose volte.

A causa di questi cambiamenti, l’inizio dei lavori di riqualificazione potrebbero infatti essere ritardati da luglio 2014 a marzo 2015.

“L’insorgere di altri eventi imprevisti” potrebbe significare che l’aeroporto non aprirà prima del 2016 “Nella migliore delle ipotesi”, ha scritto Mehdorn.

Secondo indiscrezioni circolate ad inizio settembre 2013, al termine di una procedura di valutazione dello stato dei lavori durata 8 mesi Horst Amann, direttore tecnico della società di gestione, si è visto consegnare un dettagliato report nel quale venivano elencati i 66.500 singoli problemi che affliggono lo scalo. Di questi, 34.000 sono considerati rilevanti per ottenere l’autorizzazione all’apertura, e 5845 sono stati definiti critici (AVIONEWS).

Ad ottobre Fbb ha dato avvio a nuovi lavori di costruzione e pianificazione, richiesti per l’avvio delle operazioni a Brandeburgo. Fbb ha stretto un accordo con Siemens riguardante le modifiche necessarie per le funzioni di controllo del sistema di estrazione del fumo.

I nuovi lavori sono necessari per permettere all’azienda di Monaco di Baviera di iniziare i propri interventi, e comprendono: pianificazione delle modifiche per i singoli estrattori di fumo nell’aerostazione, pianificazione e coordinamento dei lavori di costruzione che dovranno essere effettuati da Siemens e da altre società; costruzione di un sistema di impianti antincendio a spruzzo nell’area del molo nord; lavori di costruzione finale nell’area del molo nord e dell’aerostazione. (Avionews)

Fonte:www.avionews.it


18 Luglio 2013

L’incredibile caso in provincia di Pordenone, a Fontanafredda. L’acquisto del velivolo, avvenuto molti anni fa, era finalizzato alla realizzazione di un esercizio commerciale. Ora il “mostro” giace inutilizzato vicino alla villetta

FONTANAFREDDA (PD). Una gelateria dentro un aereo. Un aereo vero, seppure un po’ malridotto, “parcheggiato” in giardino, davanti alla villetta di famiglia. Un sogno che per molto tempo ha coltivato e rincorso l’impresario Rino De Marco, 71 anni, di Fontanafredda. Un sogno che sarebbe diventato realtà se non ci fosse stato lo stop imposto dalla burocrazia quando già il velivolo rullava a bordo pista.

A Rino De Marco, nonno del pilota di Formula 3 Nicola, la fantasia non è mai mancata. Una volta appassionato di aerei (una volta perché questa vicenda l’ha sfiancato), aveva in mente di dare vita ad un’operazione senza precedenti: realizzare una gelateria dentro un aereo. «Il Caravelle – raccontava a chi gli chiedeva conto della bizzarra avventura – lo acquistai dall’Alitalia nel 1981». La compagnia di bandiera ne mise in vendita tre: li aveva appena restaurati, ma per una serie di vicende, non li rimise in volo, preferendo la strada della cessione.

De Marco quel “Procione”, questo il suo nome, lo acquistò ad un prezzo di 25 milioni di vecchie lire per realizzare la gelateria. Sul terreno di Ceolini ottenne tutti i permessi: sia quello per il deposito sia quello per la realizzazione dello stabile in cemento che sarebbe stato il laboratorio artigianale del gelato da servire a bordo. «Mi costò di più – raccontò ancora – il trasporto da Tessera a Fontanafredda: dovetti noleggiare due camion speciali riadattati per caricarvi la carlinga, le ali e la coda, trasportati in un viaggio-odissea e poi ricomposti sul terreno di 7 mila metri quadrati» situato accanto al campo sportivo.

De Marco ottenne il via libera dal Comune, ma non dall’allora Usl, ora si chiamerebbe Azienda sanitaria, che sollevò incompatibilità con le norme igienico-sanitarie: in aereo non si distribuiscono gelati. Quell’unico sì che mancava non è mai arrivato, mentre l’Ici, quella sì, ha continuato a pagarla.

E pensare, ricordava sempre con amarezza l’imprenditore, «che avrei potuto dare lavoro a una dozzina di persone… Ma è inutile chiedere l’elemosina». Così ha smontato cabina e sedili (ancora perfetti) e li ha messi in un deposito, pronti per l’uso. Attorno a quel Caravelle, il simbolo dell’era glamour dei jet negli anni Sessanta, «ci sarebbero state fontane luminose, aerei militari in mostra statica all’aperto. C’era solo quel permesso che non arrivava e non è mai arrivato».

Fonte:http://ilpiccolo.gelocal.it


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