Carpatair

19 Maggio 2015

wind share.jpgOra, la notizia che fa più scalpore è che Alitalia si sia affrettata a rimuovere il suo logo dalla carcassa dell’aereo caduto a Fiumicino lo scorso 2 febbraio. Sebbene il velivolo Atr 72 battesse bandiera italiana, era gestito dalla compagnia romena , già responsabile di numerosi incidenti. Ma questa volta la colpa non può essere attribuita solo alla mancanza di controlli tecnici adeguati. Sul banco degli indagati c’è anche il wind shear, un fenomeno atmosferico in grado di mettere in pericolo gli aerei in fase di atterraggio.

Le probabili cause dell’incidente infatti sarebbero in parte dovute proprio alle atmosferiche che hanno colpito Roma nei giorni passati. Ma, benché i servizi meteorolgici fossero al lavoro, sarebbe stato impossibile accorgersi di fenomeni improvvisi come il wind shear. Infatti, si tratta di una condizione atmosferica nella quale le correnti d’aria invisibili cambiano velocità in modo imprevisto, tanto da far precipitare gli aerei troppo vicini al suolo, soprattutto in fase di atterraggio.

Secondo una nota del Cnr, una fatalità simile potrebbe aver colpito anche l’aereo dellaCarpatair caduto a Fiumicino. Un evento improvviso che, tuttavia, non sarebbe stato del tutto imprevedibile. Basta dare un’occhiata al progetto Rivona,”RIschi per il VOlo e Nowcasting Aeroportuale” promosso dall’Istituto Isac Cnr. Si tratta di una stazione diradar sperimentali, installati presso l’aeroporto di Brindisi, capaci di individuare fenomeni atmosferici in tempo reale.

Nello specifico, il progetto comprende due radar progettati per individuare e localizzare le correnti di gravità che originano il wind shear. Dato che il fenomeno si verifica in intervalli di tempo molto ridotti (qualche minuto) e in porzioni di cielo estese per 3-5 kilometri, Rivona trasmette le informazioni direttamente alla cabina di comando degli aerei in fase di decollo e atterraggio. Con una manovra di correzione, i piloti possono così evitare la zona a velocità ridotta e prevenire un eventuale schianto.

Visto lo scalpore suscitato dall’incidente di Fiumicino, la tecnologia di proposta da Rivona potrebbe presto prendere piede anche in altri aeroporti. A pensarci bene, dovrebbero essere le stesse compagnie aeree a valutare il rischio di rimanere in balia del vuoto legale causato dal wind shear. Il caso della Carpatair potrebbe infatti sollevare un caso giuridico senza precedenti. Proprio come è accaduto con lasentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea del gennaio scorso. I giudici hanno ripreso Ryanair per non aver prestato assistenza ai viaggiatori durante lo stop dei voli causato dall’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull nel 2010 (Vedi Galileo: Un modello per difendersi dalle ceneri vulcaniche). Ma questa volta c’è di mezzo solo qualche sbuffo di vento.

di

Credits immagine: Nasa

Fonte: www.galileonet.it/


6 Febbraio 2013

A cura di luigi grassia

L’incidente all’aereo CarpatAir uscito di pista a Fiumicino ha fatto scoprire una falla nel sistema della sicurezza aerea?  

Per dirlo bisognerebbe aspettare i risultati delle due inchieste già avviate. Sarebbe scorretto sia verso CarpatAir sia verso Alitalia anticipare giudizi. Ma è un dato di cronaca che si sono levate voci critiche sull’opportunità di ricorrere ai servizi della compagnia romena, critiche che precedono l’incidente di ieri e che di recente hanno portato a uno sciopero di 4 ore dei piloti contro l’utilizzo di CarpatAir da parte di Alitalia. 

La CarpatAir ha una buona reputazione sulla sicurezza?  

L’Alitalia che ricorre ai servizi delle compagnia romena fa notare che «la CarpatAir ha la certificazione di sicurezza sulla base degli standard europei dell’Easa e di quelli mondiali della registrazione Iosa», che consente a un vettore di accedere direttamente agli accordi di code share con altre compagnie aeree, dopo un controllo in cui è coinvolta la Iata (la federazione mondiale delle compagnie aeree). Però la CarpatAir nella sua vita relativamente breve (vola dal 1999) ha subìto diversi incidenti, sia pure senza morti. 

 Quali incidenti ai voli CarpatAir hanno suscitato allarme?  

Antonio Bordoni, analista di compagnie aeree e di aeroporti, docente alla Luiss di Roma e curatore del sito Internet di incidenti aerei www.air-accidents.com, ne segnala otto (per quanto uno solo di questi con un Atr come a Fiumicino) che diventano nove con quello di sabato.

22 aprile 2008: un aereo di CarpatAir in atterraggio a Bucarest finisce fuori pista. 28

febbraio 2009: atterraggio a Timisoara con il carrello che non esce. 23

febbraio 2009: atterraggio fuori pista a Iasi.

22 dicembre 2011: un aereo in decollo da Fiumicino rientra per fumo in cabina.

13 febbraio 2012: in decollo da Craiova un velivolo va fuori pista.

28 maggio 2012: abortisce un decollo da Firenze per indicazione di allarme.

5 gennaio 2013: un Atr partito da Ancona è costretto a rientrare per depressurizzazione in cabina, con i passeggeri terrorizzati e costretti a indossare le mascherine.

22 gennaio 2013: un velivolo CarpatAir decollato da Roma per Ancona deve rientrare per problemi tecnici.  

Le condizioni meteorologiche di sabato a Fiumicino erano tali da rendere probabile un incidente per errore umano?  

Le condizioni erano: vento di traverso 28 nodi e raffiche a 41. Un comandante pilota dell’Alitalia, sindacalista con tessere della Cisl, ma che preferisce non essere nominato, definisce questo vento «piuttosto forte. Non pericoloso in sé. Io ci atterro tutti i giorni. Sabato altri aerei prima di quallo CarpatAir sono atterrati senza problemi. In casi estremi il pilota deve prepararsi a riattaccare rinunciando all’atterraggio». Il comandante italiano invita a non affrettare giudizi e a non incolpare i colleghi romeni. L’analista Antonio Bordoni è più critico: «Ci sono piloti che hanno poca esperienza di come bilanciare il vento laterale».  

Il vento di traverso non dovrebbe essere parte della vita quotidiana del pilota?  

Bordoni ritiene che si ponga un problema generale, che vale per tutte le compagnie aeree del mondo: «I piloti si stanno abituando troppo a fare assegnamento sugli ausili elettronici e così può succedere che si mostrino poco pronti quando, in emergenza, serve l’intervento umano in situazioni complesse, che è proprio quello che giustifica la loro presenza a bordo. Lo si è visto anche nel caso tragico dell’aereo Air France precipitato nell’Atlantico: il secondo pilota che era da solo ai comandi non ha saputo reagire al malfunzionamento di uno strumento e anche il comandante che è rientrato di corsa in cabina non ha risolto la situazione». Nel caso di vento di traverso come riscontrato a Fiumicino, dice Bordoni, «non serve il computer, è il pilota che deve operare di persona con il pedalino». Ma anche l’analista, come il pilota della Cisl, non vuole anticipare le conclusioni dell’inchiesta: fa considerazioni sulla base delle informazioni incomplete che si hanno fino a questo momento. 

Ma l’Enac non controlla?  

Le certificazioni sugli aerei della CarpatAir spettano all’ente romeno preposto alla sicurezza aerea sulla base degli standard Easa e Iosa a cui si è accennato sopra. Ma l’Enac italiano ha il diritto di fare controlli, sia programmati sia di sorpresa, sugli aerei stranieri che atterrano in Italia, e questi controlli, dicono all’Enac, «vengono fatti regolarmente». 

E l’Alitalia come controlla?  

Dalla compagnia fanno notare che «l’Enac ha fatto una verifica su CarpaAir quindici giorni fa non riscontrando se non un piccolo problema non collegato alla sicurezza. E noi in Alitalia dal marzo 2012 abbiamo fatto cinque controlli, sia alla sede centrale di CarpatAir a Timisoara sia sugli aerei in pista e in volo, anche affiancando nostri piloti a quelli romeni». 

Fonte:www.lastampa.it


3 Febbraio 2013

La Compagnia sostiene: colpa del forte vento…

Due persone in codice rosso. L’incidente a un Atr 72 Alitalia, ma operato dalla romena Carpatair, proveniente da Pisa con 50 persone a bordo. Passeggeri ascoltati dalla polizia

Un aereo Alitalia Atr 72 proveniente da Pisa e in atterraggio all’aeroporto di Roma, Fiumicino, è finito fuori pista per circa 300 metri. Il primo bilancio dell’incidente è di sedici feriti, e di questi due ricoverati in codice rosso negli ospedali di Roma. Gli altri passeggeri che hanno riportato contusioni, soprattutto dagli oggetti usciti dalle cappelliere, sono stati medicati nell’infermeria dell’aeroporto. I feriti più gravi sono un’assistente di volo e un passeggero: la prima avrebbe subito danni alla colonna vertebrale ed è stata traspotata in elisoccorso al Policlinico Gemelli, il secondo è ricoverato al San Camillo con una frattura del femore. A bordo c’erano 46 persone e 4 membri di equipaggio.

IL FORTE VENTO – Intorno alle 23.45 è arrivata la nota ufficiale di Alitalia. L’incidente è stato causato «dal forte vento». La nota precisa che «tutti i passeggeri che necessitavano di cure e di accertamenti ulteriori sono stati portati in ospedale. Di essi solo uno ha riportato una frattura del femore. Alitalia ha attivato, per i parenti dei passeggeri, il numero verde 800551350 dall’ Italia, e lo 00390665859051 per le chiamate dall’estero».

SOSPESA LA COLLABORAZIONE – La compagnia di bandiera comunica anche che è stata inoltre avviata un’inchiesta e contemporaneamente «sono stati sospesi tutti i voli operati da Carpatair per conto di Alitalia su Pisa e Bologna». L’accordo era in vigore dal 20 settembre 2011.

I DANNI – L’aereo, che può portare fino a 72 passeggeri, era decollato da Pisa alle 19.15 ed è atterrato a Roma alle 20.15. Uno dei passeggeri soccorso: «Tanta paura, alcuni di noi credevano di morire. A bordo urlavano tutti». Il veLivolo si trova sull’erba ed è leggermente inclinato su un lato ed ha un carrello rotto. Anche il sottopancia del muso dell’aereo presenta danni e alcuni detriti sono sparsi intorno al velivolo. Tutte le porte da entrambi i lati della fusoliera sono aperte e sul fianco sinistro è in funzione la scaletta di sicurezza.

GLI INCIDENTI PRECEDENTI – I tecnici stanno comunque valutando cosa ha provocato il fuori pista del velivolo, che è condotto dall’operatore romeno Carpatair, con sede a Timisoara. Non è la prima volta che la compagnia dell’Est Europa incappa in incidenti: solo nell’ultimo mese e mezzo si sono regitrati problemi proprio su un volo Pisa-Roma e su un collegamento da Ancona alla Capitale. Rimane, come sostiene Alitalia, maggiormente accreditata l’ipotesi del forte vento che in quel momento soffiava sulla zona dello scalo , ma è al vaglio anche quella di un errore umano. I due piloti dell’aereo sono stati sentiti dai dirigenti dello scalo per ricostruire le fasi dell’incidente. Sull’episodio sono state aperte due inchieste, una della Procura di Civitavecchia l’altra dall’Ansv (l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo). I vertici dell’aeroporto hanno chiarito che ci sono stati disagi ma che lo scalo è sempre rimasto aperto: il traffico è regolare ed è stata chiusa solo la pista 16, interessata all’incidente (guarda).

I PASSEGGERI ASCOLTATI DALLA POLIZIA – La polizia dell’aeroporto di Fiumicino, su indicazione del magistrato competente, ha già cominciato a raccogliere le deposizioni e le testimonianze dell’equipaggio e dei passeggeri dell’aereo andato fuori pista a Fiumicino. La maggior parte dei passeggeri ha trascoorso la notte ospite in un albergo. Per recuperare i bagagli a bordo dell’aereo si dovrà comunque attendere la conclusione delle operazioni di messa in sicurezza dell’Atr 72.

 


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