Cessna-172

22 Ottobre 2015

Oculus Rift has never been put to better use.

By

Aidan Fay has been obsessed with flying ever since he laid eyes on Microsoft Flight Simulator as an eight-year-old. But while the 17-year-old from La Jolla, CA, has completed initial ground school training and takes flying lessons with an instructor, the FAA barred him from flying solo because of a medical condition.

So Fay did the next best thing: He built his own cockpit using virtual reality. Fay spent 200 hours designing and constructing this DIY Cessna 172 simulator. And he saved his pennies to buy an Oculus Rift headset so he can virtually fly the skies of San Diego.

The life-sized simulator uses real airplane rudder pedals that Fay found on eBay, as well as an authentic steering yoke that he connected to motor gears to create resistance according to his simulated speed, altitude, and weather conditions. The control panel is made from MDF and acrylic, and Fay wired all the switches into circuit boards himself. He used Arduino microcontrollers and old joysticks to make his simulator as realistic as possible.

We need one of these for the office, stat.

Fonte:www.popularmechanics.com/


7 Agosto 2015

Il 10 luglio scorso un piccolo Cessna 172 marche D-EGTB era partito da Marina di Campo (Isola d’Elba) e diretto a Salerno. Ad un certo punto a causa di un guasto ha deciso di atterrare nell’aeroporto romano. Nessuna segnalazione dai radar o dai controllori di volo. L’Agenzia per la Sicurezza del Volo ha aperto un’inchiesta.

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Un aereo “fantasma” ha abbandonato la sua rotta, ha puntato sulle piste di Fiumicino ed è atterrato senza che nessuno lo avesse visto. Oltretutto su una pista sbagliata, la 25 chiusa al traffico.

E’ accaduto nel pomeriggio del 10 luglio, ma su tutta la faccenda è stata messa la sordina. Perché si tratta di un episodio estremamente imbarazzante per tutti. Se ci fosse stato un terrorista al posto del pilota dell’aereo in questione, un sessantenne terrorizzato perché il suo aereo, un Cessna, era finito in guai seri, quel terrorista avrebbe potuto con la stessa facilità arrivare indisturbato sullo scalo romano e forse anche più in là dove voleva: il Vaticano? Palazzo Chigi? Il Quirinale?

L’aereo in questione era un piccolo Cessna 172 marche D-EGTB partito da Marina di Campo (Isola d’Elba) e diretto a Salerno con un piano di volo che per i piccoli aerei di quel tipo prevede una rotta che passa a circa 12 miglia dalla costa.

fantasma
Cessna 172 Skyhawk D-EGTB (C\ N172S-9149) Basato a Arnsberg Nordrhein Westfalen Germania

A un certo punto su quell’aereo è cominciato a saltare di tutto: prima l’impianto elettrico, poi i sistemi radio. Il pilota aveva con sé il cellulare, ma probabilmente preso dal panico per quel che gli stava capitando, non l’ha usato, quasi sicuramente non ci ha pensato e sentendosi perso ha fatto quello che al suo posto avrebbero fatto tutti: ha provveduto a mettersi in salvo. Ha visto che era vicino a Roma e non ha esitato a puntare sulle piste di Fiumicino.

La cosa stupefacente è che mentre stava eseguendo queste manovre al di fuori di qualsiasi regola ed estremamente pericolose, per minuti e minuti nessuno l’abbia visto. Non l’ha visto il radar dell’area terminale di Fiumicino, non l’ha seguito il centro che di solito segue gli aerei di quel tipo e anche quelli speciali della polizia o dei carabinieri oppure i Canadair antincendio. E non l’hanno visto neppure i controllori di volo che in quel momento stavano regolando il traffico dalla torre di Fiumicino. A un certo punto hanno intravisto il Cessna sbucare tra i teloni e le impalcature della torre (ci sono i lavori in corso) e sono restati di sale pregando non succedesse la catastrofe. Neanche la difesa aerea si è accorta di nulla. Confermano a ilfattoquotidiano.it i responsabili dell’Aeronautica: «Non siamo stati attivati da nessuno».

Una volta atterrato l’aereo è stato circondato da uno spiegamento di forze eccezionale, come se su quel piccolo velivolo ci fosse davvero un terrorista: macchine della polizia e agenti con i mitra spianati e auto di servizio dell’Aeroporto di Fiumicino piene di addetti alla sicurezza. Spaventatissimo per il pericolo corso e terrorizzato pure da tutta quella gente e quelle armi puntate, il pilota è sceso e dopo interrogatori serrati e tre giorni di attesa per effettuare tutti i controlli lo hanno fatto ripartire.

All’Enav (l’Ente Nazionale per l’Assistenza al Volo) confermano l’episodio mentre all’Ansv (l’Agenzia per la sicurezza dei voli guidata da Bruno Franchi) dopo aver qualificato la faccenda come «inconveniente grave», hanno aperto un’inchiesta per capire come sia potuto succedere.

A memoria di chi lavora da decenni a Fiumicino un caso simile si è verificato una volta sola nell’oltre mezzo secolo di attività dello scalo. E quella volta, comunque, la faccenda andò in maniera assai diversa, senza che il velivolo procedesse per minuti e minuti e per svariate miglia come un aereo fantasma e potesse atterrare senza che nessuno se ne accorgesse. In quel caso successe che durante una tempesta un aereo non appartenente a nessuna compagnia e quindi non autorizzato di regola ad atterrare a Fiumicino, fu fatto scendere per emergenza dopo che le piste erano state opportunamente sgomberate e dopo che tutto l’aeroporto era stato messo in allarme.

 

Fonte: www.ilfattoquotidiano.it/



Il volo turistico era partito da Bolzano

ROMA – Sono quattro le persone morte in un incidente aereo avvenuto intorno alle 16 di sabato sulla Marmolada, tra Trentino, Alto Adige e Veneto. Il veivolo precipitato per cause ancora sconosciute. L’aereo era partito da Bolzano con a bordo tre altoatesini di lingua tedesca più il pilota. Le informazioni vengono confermate dall’aeroclub di Bolzano, che riferisce di un volo turistico. Lo schianto e l’incendio del velivolo, un Cessna 172, quindi un monomotore quadriposto, sarebbe dunque avvenuto circa un’ora dopo la partenza dal capoluogo altoatesino.

Il 118 era stato allertato da un testimone che aveva visto precipitare e prendere fuoco un «Piper» lungo un ghiaione della Marmolada, nella zona del bivacco Dal Bianco. Verso la zona sono arrivati l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore (belluno) e quello dell’Aiut Alpin Dolomites.

Sono stati parecchi i turisti che hanno visto precipitare il piccolo aereo. Spiegano dal rifugio Contrin, in Val di Fassa, affollato di vacanzieri, che in tanti si trovavano sui percorsi da escursionismo nei dintorni, poco sopra i 2.000 metri di quota. Il velivolo è caduto a un chilometro e mezzo in linea d’aria sopra il rifugio, appena sotto il passo dell’Ombretta. Si è schiantato alla base della parete sud-ovest della Marmolada, incendiandosi all’impatto.

Dal rifugio raccontano la versione di alcuni turisti. Il piccolo aereo è stato visto arrivare dalla direzione di passo San Nicolò e volava molto basso, più della quota del passo dell’Ombretta. A quel punto la tragedia: un tentativo di virata non riuscito per via della valle molto stretta e lo schianto. Per la rimozione delle salme è atteso il via libera dal magistrato di turno da Bolzano. Un cordone di sicurezza tiene intanto distanti i curiosi, perchè in molti sembra si stiano avvicinando al luogo dello schianto.

L’Agenzia nazionale per la sicurezza al volo ha aperto un’inchiesta di sicurezza sull’incidente all’aeromobile. L’Agenzia ha disposto l’invio di un investigatore sul luogo dell’incidente.

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Riporto di seguito il commento pubblicato da rossross

Piper o Cessna ???
Buonasera,
le piu’ grandi case costruttrici di aeroplani leggeri certificati sono tre,
la “Piper”, la “Cessna” e la “Beechcraft”.
Almeno per quanto riguarda gli Usa. In ogni caso è piuttosto difficile entrare in un piccolo aeroporto e non trovare un buon numero di velivoli appartenenti ad almeno due di queste case costruttrici.
Negli anni 60 e 70, vista la fama mondiale del velivolo Piper PA 18, era in uso
identificare qualunque aeroplano appartenente all’aviazione turistica e generale
come “PIper”.
In Usa la casa costruttrice Piper protesto’ Legalmente, in quanto ogni qual volta si verificava un incidente, la stampa era solita definire il Velivolo caduto come un “PIper”.
Bene , questo uso che di fatto danneggiava l’immagine della Piper Aircraft Corporation fu cancellato nel bel pieno degli anni settanta.
In Italia purtroppo, nonostante siano passati ben 40 anni , guarniti di battaglie di stampa e legali, si continua a chiamare un velivolo caduto un “piper” , per poi
specificare nei successivi articoli la reale marca dell’aeroplano in questione.
Vi sembrerà una pignoleria, ma vi garantisco che invece è una cosa che riveste la sua importanza.
Possibile che dopo 40 anni non ci si sia aggiornati ?????
 
Commento inviato il 17-08-2013 alle 22:55 da rossross

 

Fonte:www.ilmessaggero.it


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