Ritrovamento

23 Agosto 2014

Le spoglie erano state avvistate già ieri notte a Poggio Anzù, sotto la cabina di pilotaggio distrutta del suo aereo: nella località marchigiana erano stati ritrovati il casco della donna e i resti del terzo pilota, il capitano navigatore Paolo Piero Franzese.

Scontro Tornado, ritrovato il quarto corpo: è quello di Mariangela Valentini

L’Aeronautica militare ha confermato il ritrovamento dei resti del quarto pilota disperso dopo lo scontro di due Tornado nei cieli di Ascoli Piceno.

Una foto fornita dall'areonautica militare il 21 agosto 2014 mostra Mariangela Valentini.  ANSA/AREONAUTICA MILITARE (foto: ANSA)Si tratta delle spoglie del Capitano Pilota Mariangela Valentini, avvistate già ieri notte a Poggio Anzù, sotto la cabina di pilotaggio distrutta del suo aereo. Ieri nella località marchigiana erano stati ritrovati il casco di Mariangela Valentini e i resti del terzo pilota, il capitano navigatore Paolo Piero Franzese. , che è stato riconosciuto dagli effetti personali. (foto: ANSA)

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Nei boschi dell’Ascolano lavorano da giorni 70 tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico chiamati a intervenire sul luogo dell’incidente che martedì ha coinvolto due Tornado dell’Aeronautica Militare, con due piloti e due navigatori a bordo. I tecnici fanno parte dei servizi regionali di Marche, Lazio, Abruzzo, Molise e Umbria. Il perimetro delle operazioni si estende per circa dieci chilometri quadrati, ed è stato identificato come area primaria di ricerca dall’Aeronautica. Giovedì era stato il Soccorso Alpino a rinvenire la scatola nera di uno dei due Tornado, la cui integrità tuttavia sembra essere stata compromessa dall’ esplosione.

Intanto l’Aeronautica Militare ha lanciato un appello a tutti i possibili testimoni dell’incidente per ricostruirne la dinamica.

 

Fonte:http://www.ilfattoquotidiano.it/


20 Agosto 2014

Sono proseguite per tutta la notte le ricerche degli equipaggi dispersi (due piloti e due navigatori) dei due Tornado dell’Aeronautica militare precipitati ieri nei pressi di Ascoli Piceno dopo essersi scontrati in volo durante un addestramento.

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Finora sono stati trovati i cadaveri di tre dei quattro piloti. Due stamattina, uno dei quali carbonizzato, di un uomo. Sembra che i resti fossero nella fusoliera di uno dei due caccia, schiantatosi nella zona di Tronzano.

 

Da sinistra, Valentini, Franzese, Palminteri e Dotto

Il secondo cadavere è stato trovato in una collina di fronte, in località Poggio Anzù, ma è stato recuperato solo nel pomeriggio: i resti erano stati avvistati dall’alto, ma la zona è molto impervia e non era stato possibile raggiungere subito il posto. Successivamente è stato trovato il terzo.


Fonte:http://www.ilmessaggero.it/


20 Agosto 2014

IMPATTO TRA I VELIVOLI È STATO PERPENDICOLARE

Rintracciati due dei quattro militari, tra i 31 e i 36 anni, che erano a bordo dei Tornado precipitati nelle Marche. Aperta inchiesta per disastro aereo colposo.

Sono andate avanti tutta la notte le ricerche per rintracciare i quattro piloti a bordo dei due Tornado dell’Aeronautica che martedì si sono scontrati in volo e sono poi precipitati in provincia di Ascoli Piceno. Verso le 11 di mercoledì mattina è arrivato l’annuncio del ritrovamento di un corpo carbonizzato, nella zona di Tronzano, appartenente a un uomo, forse nei resti della fusoliera di uno dei caccia. Poco dopo è stato localizzato anche il corpo di un altro pilota, una donna, in località Poggio Anzù, nella collina di fronte a quella in cui sono stati trovati i resti del primo militare. L’Aeronautica è stato netta sulle probabilità di ritrovare superstiti: «Escludiamo che i piloti dispersi a seguito dell’incidente aereo siano ancora vivi»

 

«Erano piloti esperti, erano capitani»

Intanto sono stati resi noti i nomi dei quattro militari che volavano sui due jet. Il capitano pilota Mariangela Valentini, 31 anni, di Borgomanero (Novara);il capitano pilota Alessandro Dotto, 31 anni di Ivrea; il capitano navigatore Giuseppe Palminteri, 36 anni, di Palermo; il capitano navigatore Paolo Piero Franzese, 35 anni, di Benevento. Fonti dell’Aeronautica hanno precisato che i quattro militari «erano piloti esperti, erano capitani»

Da sx in alto, in senso orario: Alessandro Dotto, Paolo Piero Franzese,  Giuseppe Palminteri,   e Mariangela Valentini

Aperta un’inchiesta

Mentre sono ancora in corso le ricerche dei dispersi, la Procura di Ascoli Piceno ha aperto un’inchiesta per disastro aereo colposo in relazione all’incidente. Il procuratore capo Michele Renzo l’ha affidata al sostituto Umberto Monti, che martedì notte ha tenuto una riunione in Procura con tutti i soggetti impegnati nelle operazioni di ricerca dei piloti scomparsi. Già sequestrati diversi componenti dei relitti finora rinvenuti

Impatto ortogonale

L’impatto fra i due caccia è stato ortogonale: in pratica i due aerei si sono scontrati perpendicolarmente mentre percorrevano una delle aerovie a disposizione per raggiungere il luogo di un’esercitazione. La commissione dell’Ispettorato sicurezza al volo è al lavoro per accertare le cause dell’incidente. Secondo il racconto dei testimoni, i velivoli stavano volando bassissimi quando uno ha centrato l’altro. I caccia erano partiti dalla base di Ghedi, in provincia di Brescia (dove mercoledì mattina sono arrivati i parenti dei piloti) per una missione di addestramento e sono precipitati a circa 30 km da Ascoli, fra i comuni di Venarotta e Gimigliano, provocando un vasto incendio. I due Tornado sono velivoli da combattimento acquisiti dall’Aeronautica militare a partire dal 1982.

Fonte:www.corriere.it/


20 Agosto 2014

I resti del primo corpo nella fusoliera di uno dei caccia. Smentito il ritrovamento di un paracadute, era un salvagente. Aperta inchiesta per disastro aereo colposo, già sequestrati diversi componenti dei relitti finora rinvenuti .

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20 agosto 2014  Sono stati ritrovati i corpi carbonizzati di due dei quattro piloti che viaggiavano a bordo dei Tornado che si si sono schiantati in volo ieri nei cieli sopra Ascoli Piceno. Sembra che i resti  di uno dei militari, trovati nella zona di Tronzano, fossero nella fusoliera di uno dei due caccia.

Intanto sono stati resi noti i nomi dei quattro militari che volavano sui jet: si tratta dei piloti – entrambi piemontesi – Mariangela Valentini, 31 anni di Borgomanero, in provincia di Novara, e Alessandro Dotto originario di San Giusto Canavese, nella zona di Ivrea. Con loro i capitani navigatori Paolo Piero Franzese e Giuseppe Palminteri. I due velivoli, appartenenti al 6ª Stormo, si erano levati in volo dalla base militare di Ghedi (Brescia) per una missione di addestramento in vista di un’esercitazione Nato in autunno e sarebbero dovuti tornare alla base in serata. 

Smentito ritrovamento paracadute
Non ha avuto conferme, invece, la notizia del ritrovamento dei resti di un paracadute arancione, che aveva alimentato le speranze di trovare vivo almeno uno dei piloti. Si sarebbe trattato solo dei resti di un salvagente. Intanto i Vigili del Fuoco hanno rinvenuto diversi componenti di uno o di entrambi gli aerei, tutti concentrati nell’area di Casamurana.

Aperta inchiesta per disastro aereo colposo
Fonti della Procura di Ascoli Piceno confermano stamani l’apertura di un’inchiesta per l’ipotesi di reato di disastro aereo colposo. Il Procuratore Capo Michele Renzo l’ha affidata al sostituto Umberto Monti, che ieri notte ha tenuto una riunione in Procura con tutti i soggetti impegnati nelle operazioni di ricerca dei piloti scomparsi. Un summit servito anche per stabilire con chiarezza che la competenza sulle operazioni di ricerca e sulle indagini è della magistratura ascolana, che avrà il supporto e l’ausilio di tutte le forze impegnate sul campo, comprese quelle militari. Sono stati già sequestrati diversi componenti dei relitti finora rinvenuti.

Fonte:www.rainews.it/


17 Ottobre 2013

In corso le operazioni di recupero dell’Islander yv2615u, scomparso il 4 gennaio. Ancora ignota la causa della sciagura aerea.

Appartengono apparentemente a tre persone i pochi resti trovati dai sommozzatori di Caracas nell’aereo inabissatosi il 4 gennaio nelle acque di Los Roques, a bordo del quale si trovavano in tutto sei persone: Vittorio Missoni, Maurizia Castiglioni, Guido Foresti, Elda Scalvenzi e i due piloti. Le operazioni di recupero del relitto sono ancora in corso. Lo riferiscono fonti di Caracas.

GUARDA VIDEO http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/2013/notizia/los-roques-trovati-i-resticorpi-con-le-cinture-allacciate_2003881.shtml

“Si sta procedendo all’esame dei resti che sono stati trovati a 70-75 metri, il punto dove il relitto era stato individuato”, spiegano le autorità di Caracas.

Via alle operazioni di recupero – Le operazioni di recupero del relitto del velivolo sono in corso a Los Roques, soprattutto per stabilire le cause dell’incidente, se si sia trattato quindi di un errore umano o di un’avaria tecnica, spiega Giorgio Serloni, proprietario della posada Acquamarina a Gran Roque. L’aereo sul quale viaggiavano Missioni e i suoi amici era scomparso il 4 gennaio scorso ed era stato individuato nel giugno scorso grazie alle tecnologie della nave oceanografica americana Deep Sea. Il relitto si trova nelle acque a Nord dell’Arcipelago di Los Roques.

Le famiglie: “Nessuna comunicazione ufficiale” – Sul possibile ritrovamento dei corpi dei parenti, le famiglie Missoni, Castiglioni, Foresti e Scalvenzi hanno informato di “non aver ricevuto alcuna comunicazione dettagliata e ufficiale in merito”.

Fonte:www.tgcom24.mediaset.it


26 Ottobre 2012

L’Assopaguro ed il sindaco di Montalto Caci pubblicati su un quotidiano degli USA

MONTALTO DI CASTRO 

 “L’associazione Assopaguro sta portando avanti un lavoro eccezionale. I suoi sub sono riusciti ad identificare il nome del pilota dell’aereo abbattuto durante la II Guerra Mondiale e caduto davanti la costa di Montalto. L’aviatore era originario del New Jersey. Imprigionato è poi stato liberato nel maggio 1944.

 Mi hanno dato l’opportunità di aiutarli nella ricerca dei familiari del militare. Ringrazio loro ed il giornale di Cranford (sua città di origine) per il lavoro che stanno facendo. Un ringraziamento particolare anche alla giornalista americana redattrice dell’articolo, Barbara Rybolt”.

Il sindaco – Sergio Caci

DI SEGUITO LA TRADUZIONE ITALIANA DELL’ARTICOLO USCITO NEL “Cranford Chronicle”del 23 ottobre 2012 (questo è invece il link originale dell’articolo uscito in America: http://www.nj.com/cranford/index.ssf/2012/10/divers_in_italy_find_crashed_p.html)  

Di Cranford il pilota dell’aereo da guerra “WWII” trovato a maggio in Italia in fondo al mare (articolo del 23 ottobre 2012)

Quando i sub al largo della costa italiana trovarono il relitto di un Thunderbolt P47 a circa 25 metri sotto il livello del mare, la loro scoperta avviò una ricerca che alla fine li portò a Cranford. Poi tutto sembro essere un vicolo cieco. 

Sergio Caci, Sindaco di Montalto di Castro, una piccola cittadina a circa 100 chilometri a nord-ovest di Roma, questa mattina ha contattato il ‘Cranford Chronicle’ chiedendo l’aiuto del giornale nel ritrovamento del pilota dell’aereo o dei suoi parenti, così da permettere ai sub che trovarono l’aeroplano di risalire alla storia del pilota. 

I membri dell’associazione subacquea ‘Assopaguro’ che trovarono l’aereo condussero le loro indagini sullo stesso e sul suo pilota. “Dopo una lunga serie di immersioni – dichiara il Sindaco- con l’aiuto di alcuni specialisti, i sub sono stati in grado di risalire al numero di serie dell’aeroplano, lo stesso riportato nel rapporto dell’equipaggio dell’aereo scomparso, il Secondo Luogotenente Neal H. Gundersen di Cranford. Essi hanno portato alla luce anche il suo numero di serie 0-814680 e la notizia che il pilota apparteneva al 64esimo squadrone di combattimento Black Scorpions”. 

Secondo il Sindaco, dalle ricerche del gruppo si è arrivati all’informazione che il 14 aprile 1944, lo Squadrone di Gundersen decollò dalla base di ‘Alto’ in Corsica, diretto al centro Italia per effettuare un bombardamento. “Sulla strada di ritorno alla base –aggiunge Sergio Caci-, il gruppo fu intercettato dagli aerei tedeschi nei pressi del lago di Bolsena e l’aereo di Gundersen venne abbattuto. Altri membri della squadriglia videro l’aereo bruciare mentre precipitava in mare, ma non scoprirono mai se Gundersen sopravvisse. 

L’associazione – continua Caci- ha trovato altri verbali che indicano come Gundersen si gettò dall’aeroplano indossando un paracadute. Fu catturato e fatto prigioniero dall’esercito tedesco e condotto alla ‘Stalag Luft 1 Barth’ a Vogelsang in Prussia. Gundersen venne rilasciato dai tedeschi nel maggio del 1945, un fatto che fu riportato in un articolo della prima pagina del ‘Citizen and Chronicle of Cranford’ del 24 maggio dello stesso anno”. 

C’è un’annotazione ‘nell’indice sociale delle morti certe’ che indica come Neal Gundersen, nato nel 1921, morì nel 1973 in New Jersey, anche se Caci dichiara di non sapere se si tratta della stessa persona.

Il Sindaco ci ha scritto che gradirebbe sapere come Gundersen si salvò, come fu fatto prigioniero e che vorrebbe avere alcune sue fotografie. Egli ha spiegato come quelle informazioni aiuterebbero a colmare un pezzo di storia di Montalto di Castro e come le foto servirebbero a colmare un pezzo mancante nella storia della famiglia Gundersen. 

In definitiva Caci ed i membri dell’Associazione che hanno scoperto il relitto vorrebbero trovare il modo per dare risalto al sacrificio fatto da un giovane americano coinvolto nella battaglia per la liberazione dal Nazismo.

Fonte:www.ontuscia.it


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