Alitalia

17 Ottobre 2012

Vi ricordate la cordata dei volenterosi? Ovvero quel gruppo d’industriali, imprenditori e uomini di potere chiamati a raccolta da Silvio Berlusconi per evitare che quel cattivone di Romano Prodi vendesse Alitalia ad Air France?

C’E’ LA CRISI – All’epoca i fautori della “missione italianità” che portò alla nascita della Cai, Compagnia Aerea Italiana, che rilevò il marchio Alitalia lasciando in carico i debiti della compagnia al Tesoro, debiti che rappresentano un totale di 3 miliardi di euro, furono Bruno Ermolli e Corrado Passera, con il secondo oggi Ministro per lo Sviluppo Economico. Bene. Quella cordata a quattro anni dal Piano Fenice torna ancora a far parlare di sé visto che ha deciso per mille esuberi che vanno a sommarsi ai quattro mila esodati del 2008. La giustificazione? “C’è la crisi”.

LOTTA ALLA CONCORRENZA – E siamo a punto ed a capo. E meno male che Alitalia è riuscita negli anni ad azzoppare la concorrenza rappresentata dalle low cost italiche, con l’assorbimento di Air One (ed i saluti di Carlo Toto, unico ad aver “vinto” nell’operazione visto che ha ceduto i suoi debiti alla Cai), la cancellazione di Volareweb ed il killeraggio di Windjet. Nonostante questo, il piano industriale prevede tagli a causa del minor numero di passeggeri e della concorrenza degli stranieri.

 NUMERI DEGLI ESUBERI – Pronti 690 esuberi tra i personale a contratto a tempo indeterminato, con un risparmio di circa 30 milioni di euro. Gli esuberi riguarderebbero 300 assistenti di volo, 300 dipendenti dello staff di terra e 90 nella manutenzione. A comunicare questi numeri ai sindacati l’amministratore delegato di Alitalia, Andrea Ragnetti, in occasione della presentazione ai sindacati del nuovo piano industriale. A questi vanno sommati i 750 posti in Cig a zero ore nel 2011. Per costoro la storia assume i contorni di una beffa: nonostante la cassa integrazione, l’azienda ha giurato che non rappresentavano un esubero perché l’azienda “andava benissimo”. A cosa serva la Cig a zero ore quando una società va bene resta un mistero. L’unica certezza, anche per loro, è che non torneranno più in Alitalia.

MEGLIO GIOVANI – Intanto da sabato 4.300 dipendenti, terminata la cassa-integrazione, sono entrati in mobilità. Peccato che la riforma Fornero ha spostato la pensione per alcuni di loro anche di sette anni. Di questi 4.300, 1.500 sono “esodabili”. Gli altri? Boh. Non una gran risposta, ma al momento è l’unica che si riesce a dare loro. La Cai potrebbe assumerne una parte, no? No. Per i “capitani coraggiosi” è meglio avvalersi di giovani, costano meno. Anzi, i nuovi arrivi hanno addirittura dovuto scucire duemila euro a testa per un corso di formazione.

ALTRO CHE CONTI IN ORDINE – Insomma, come tornare indietro di quattro anni, ovvero al piano dei volenterosi amici inclusi nel “piano Fenice”. Peccato che Alitalia abbia perso in 48 mesi la stessa cifra persa in 20 anni di gestione pubblica la quale poteva contare su seimila dipendenti in più. Oggi i lavoratori di Alitalia sono 14 mila, il loro orario di lavoro è più lungo, i contratti sono derogabili, gli stipendi sono più bassi. Il tutto senza dimenticare la presenza nel capitale azionario di Air France al 25 per cento.

POCHI AEREI DI PROPRIETA’ – Per chi non lo ricordasse, il patto tra i “capitani coraggiosi” è vincolato per cinque anni. Ciò vuol dire che nel 2013 questi potrebbero vendere. Ed a chi darebbero le loro quote se non ad Air France, la quale prenderebbe a meno della metà e senza i debiti pregressi una compagnia aerea? Di italiani oggi restano i debiti. Chi dovremmo ringraziare? Tremonti? Passera? Sacconi? Silvio? Chissà. E’ vero, Alitalia ha 155 aerei e la flotta è tra le più nuove del mondo. Ma quanto velivoli sono di proprietà? Meno del 20 per cento. Il resto è di una società di leasing irlandese. Come fare a capirlo? Semplice, se la registrazione del velivolo inizia per EI, vuol dire che non è di proprietà.

I DILEMMI DI PASSERA – Il piano Fenice, la cordata dei volenterosi, i capitani coraggiosi, ci hanno portato a questo. E certo Passera non avrebbe mai pensato di doversi occupare nuovamente della questione Alitalia, sopratutto in veste di Ministro per lo sviluppo economico. Anche perché ora si trova a dover agire su un piano diretta conseguenza di quello da lui stesso ideato, piano che sta facendo oggettivamente acqua da tutte le parti. Come dimenticare l’abolizione degli obblighi sociali legati all’articolo 2112 del codice civile, il quale ha permesso alla dirigenza Cai di scegliersi il miglior materiale umano al minor costo?

L’APPALTO AI RUMENI – Come dimenticare i precari assunti nonostante le migliaia di lavoratori in cassa integrazione? E la scelta di avvalersi di equipaggi rumeni a seguito di un appalto con CarpatAir da usare sulle rotte nazionali? E l’eliminazione professionale dei vecchi sindacalisti? Ed il bello è che i debiti della “vecchia” Alitalia sono rimasti in carico allo Stato, cioè a tutti noi. La newco nata grazie all’appoggio di un governo complice invece ha devastato quel poco di buono che è rimasto grazie ad un piano studiato dall’attuale Ministro dello Sviluppo Economico. E produce più perdite dell’Alitalia di Cimoli.

IL RECUPERO DI BANCA INTESA – E poi c’è stato il prestito ponte di 300 milioni, l’acquisto da parte della simpatica gang di tutta la struttura a 200 milioni di euro. Passera è riuscito grazie all’affare Alitalia a mettere a posto i conti di Air One in quanto creditrice di Banca Intesa, con Toto rimasto nel board di Alitalia. 300 milioni di euro. Questo il prezzo dei velivoli e degli slot dell’airone, con 100 euro investiti nella nuova avventura. Dove sono gli altri 200 milioni? Chiedere a Passera. Altro che bandiera dell’italianità. Prossimo appuntamento nel 2013, quando si scioglierà il legame dei capitani coraggiosi. Allora li sì che ne vedremo delle belle.

Fonte:www.giornalettismo.com


17 Ottobre 2012

Roma, Italia – Di Berardino (Cgil): “Chiediamo alle istituzioni di affrontare questa emergenza”

(WAPA) – Come previsto, la presentazione del nuovo piano industriale di Alitalia ha ufficializzato la volontà della principale compagnia aerea italiana di ricorrere ai tagli di personale per giungere al tanto agognato pareggio di bilancio: gli esuberi previsti saranno 690 (ieri si parlava di 1000), che riguarderebbero 300 assistenti di volo, 300 dipendenti dello staff di terra e 90 nella manutenzione. In questo modo Alitalia dovrebbe risparmiare circa 30 milioni di Euro.

“Ricordiamoci che ieri è arrivato anche il macigno per i 3500 lavoratori della vecchia Alitalia, che hanno terminato la cassa integrazione e sono finiti in mobilità. Altri settecento, con la nuova Alitalia, con la Cai per capirci, sono in cassa integrazione dall’anno scorso. Chiediamo alle istituzioni di affrontare questa emergenza”, ha commentato il segretario regionale della Cgil Lazio Claudio Di Berardino.

Il vettore aereo invita comunque a considerare le misure prese come un piano di rilancio, mettendo l’accento sui risultati ottenuti: a settembre Alitalia ha operato con un load factor dell’80%, il tasso di riempimento più elevato mai raggiunto dalla compagnia, con miglioramenti anche per quanto riguarda l’indice di regolarità, ovvero il numero di voli operati sul totale dei voli in programma, e la puntualità.

“A noi preoccupa che non si parla più di investimenti. Soprattutto sul lungo raggio, i voli su cui si può davvero guadagnare”, avverte Di Berardino. (Avionews)

Fonte:www.avionews.it


16 Ottobre 2012

Roma, Italia – Improta: “La risposta alla crisi non può essere la cassa integrazione”

(WAPA) – Nel piano industriale di Alitalia, la principale compagnia italiana, che verrà presentato martedì 16 ottobre 2012 sarà prevista la cassa integrazione per 1000 dipendenti del vettore aereo, che si aggiungerebbero così ai 700 che hanno subito lo stesso trattamento nel marzo scorso: si arriverebbe così ad un totale di 1700 su una forza-lavoro complessiva di 14.500 persone. Venerdì 12 ottobre è inoltre scaduta la cassa integrazione per 3500 dipendenti della “Vecchia” Alitalia, ormai scomparsa.

Per avere conferme e dettagli sarà quindi necessario attendere la presentazione del piano industriale, ma secondo alcune indiscrezioni la scure della cassa integrazione dovrebbe abbattersi principalmente sui dipendenti delle divisioni commerciale, elaborazione dati ed amministrazione, le cui attività potrebbero anche essere gestite in outsourcing, nel futuro.

Il piano di tagli ha ovviamente scatenato reazioni negative a livello politico e sindacale: “La risposta alla crisi non può essere la cassa integrazione per i lavoratori. Stiamo seguendo la situazione con molta attenzione: abbiamo già avuto due incontri con tutti gli operatori del trasporto aereo: Alitalia e le altre compagnie, gestori aeroportuali, Enac (Ente nazionale aviazione civile, NdR) ed Enav (Società nazionale assistenza al volo, NdR). Non è pensabile affrontare la crisi con tagli al personale. Le aziende del settore devono investire, e noi dobbiamo creare le condizioni perché gli investimenti siano appetibili”, ha dichiarato il sotto-segretario ai Trasporti Guido Improta.

Anche Claudio Di Bernardino della Cgil concorda sulla necessità di investire: “Contrasteremo qualsiasi piano preveda tagli. I soci di Cai (Compagnia Aerea Italiana, la società che ha rilevato la vecchia Alitalia, NdR) dopo l’investimento iniziale non hanno più messo un Euro nella compagnia, serve un piano di investimenti. Per questo sabato 20 ottobre la manifestazione nazionale della Cgil a Roma sarà dedicata anche al caso Alitalia”.

Fonte:www.avionews.it



Sassari – Un ulteriore scacco per il territorio, ancora da parte dell’ex compagnia di bandiera Cai Alitalia. Arnaldo Boeddu, segretario generale della Filt-Cgil, definisce così la notizia, peraltro non diffusa da Alitalia, dalla Società di Gestione o da altri attori protagonisti nel settore volo (Enav ed Enac), ma che è certa e ufficiale, che dai primi giorni del mese di novembre il nord ovest della Sardegna rimarrà praticamente isolata, ovvero non sarà posta nella condizione di raggiungere Milano. «È una situazione assurda e paradossale.

Oramai – dice Boeddu –, neppure l’indignazione descrive il sentimento che i cittadini del nord ovest dell’Isola sono costretti a vivere quotidianamente. La totale indifferenza da parte dei vettori nei confronti dei sardi è oramai assodata, tanto che nessuno si preoccupa più non solo di cancellare i voli ma neppure di avvisare». Solo collegandosi nel sito di prenotazione voli Cai Alitalia Arnaldo Boeddu è riuscito a sapere che i voli da Alghero per Milano e viceversa cadenti nelle giornate di martedì, sabato e domenica, ed il tutto a partire dal giorno 3 novembre, verranno tutti cancellati. Questo significa che ai cittadini che risiedono nel Nord Ovest viene preclusa la mobilità aerea così come gli viene impedito di essere raggiunti dai concittadini che risiedono nel Nord della Penisola.

«A quanto ammonterà il danno non solo sociale ma anche economico per il totale isolamento disposto dai vettori nei confronti di questa parte dell’Isola?», chiede Boeddu. Purtroppo, il dramma non finisce qui. Infatti, sempre dai primi di novembre, nei giorni in cui Cai Alitalia ha benevolmente deciso di continuare ad effettuare il collegamento da Alghero per Milano, ovvero i lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì, l’ex compagnia di bandiera ha modificato gli orari, cancellando le prime due fasce orarie per Milano, quella delle 6,40 e delle 10,30. «Dal 1° novembre, per decisione esclusiva del primo vettore nazionale e con il totale silenzio della Regione Sardegna, l’unico volo per Milano sarà quello in partenza da Alghero delle ore 14.00, con arrivo a Milano alle ore 15.00 circa», prosegue il segretario della Filt-Cgil.

Il sopruso perpetrato non termina con la modifica dell’orario dell’unico volo per Milano. Arnaldo Boeddu ha provato ad effettuare una simulazione, prenotando il volo di rientro da Milano per Alghero ed ha preso atto che è impossibile rientrare in giornata per il semplice motivo che l’unico volo Milano per Aho parte alle ore 12, ovvero due ore prima dell’ora di partenza da Aho. Questo significa che ai sardi del nord ovest è stato precluso di partire e rientrare in giornata da Aho per Milano e viceversa. «Un vero e proprio isolamento deciso da un vettore per la totale assenza di regole – aggiunge Arnaldo Boeddu. «È da parecchio tempo che la Filt-Cgil chiede una legge sulla continuità territoriale aerea che tuteli la mobilità dei cittadini riconoscendo la specificità dei sardi che quotidianamente vivono nella condizione di isolani. Ma la mancanza di una legge di continuità territoriale aerea, l’aver perduto parecchio tempo per aver continuato a pensare che la soluzione del problema della mobilità potesse essere la tariffa unica e soprattutto per continuare a non occuparsi con sistematicità di un settore strategico come quello dei trasporti, sta portando il territorio del nord ovest della Sardegna ad un vero e proprio isolamento».

Per questi motivi, il segretario Arnaldo Boeddu chiede alla Regione di varare in tempi brevissimi il bando di gara internazionale per le rotte in continuità territoriale indicando oltre alle destinazioni, gli orari, le frequenze, le tipologie di aeromobili, le tariffe e le eventuali compensazioni economiche per gli oneri di servizio pubblico richiesti. Nel frattempo, resta inteso che la Regione deve attivarsi da subito, convocando la Cai Alitalia affinché ripristini tutti i voli da e per Alghero prima che il territorio venga isolato con gravissime ripercussioni dal punto di vista economico ed occupazionale. «La Filt Cgil – conclude Boeddu – non accetterà la semplice quanto scontata indignazione dei politici eletti grazie ai voti dei cittadini di questo territorio ma anche questi attori dovranno fare quadrato e dare il loro contribuito per sbloccare questa situazione».

Fonte:http://sardies.org



Roma, Italia – “Nonostante la volotà di Alitalia di realizzare l’operazione allungando i termnini dell’accordo e rinegoziando le condizioni d’acquisto”

(WAPA) – AVIONEWS pubblica il seguente comunicato-stampa appena diramato da Alitalia: “A seguito delle dichiarazioni odierne da parte dell’Amministratore Delegato di WindJet, dalle quali è evidente la volontà della compagnia catanese di non rispettare le condizioni sottoscritte negli accordi del 2 e 3 agosto scorsi, Alitalia informa che non vi è più spazio per ulteriori trattative con WindJet per l’acquisizione del vettore catanese.
Alitalia sottolinea che, nonostante la sua volontà di realizzare l’operazione, WindJet non e’ mai riuscita a rispettare le date e gli obblighi derivanti dai vari accordi firmati con Alitalia, conferendo cosi all’operazione un profilo di rischio assolutamente imprevedibile ed inaccettabile nell’ottica di una gestione seria e responsabile.
Il 13 aprile era stato firmato il contratto preliminare per l’acquisizione che prevedeva una scadenza al 29 giugno. Già in questa data WindJet non aveva fornito la maggior parte della documentazione sulla situazione patrimoniale e bilancistica, sull’indebitamento e sui rapporti con le società proprietarie degli aeromobili, documentazione necessaria a concretizzare l’accordo in base ad una valutazione chiara del valore della società catanese.

La mancanza di questa documentazione rendeva l’acquisizione di WindJet molto più rischiosa per Alitalia dal punto di vista del debito da assumersi.

Ciò nonostante, Alitalia si era impegnata per settimane in una difficile rinegoziazione dell’accordo, reso ancora più complicato da una decisione dell’Antitrust arrivata tardivamente ed estremamente penalizzante per Alitalia.

Un nuovo accordo, basato sull’assunzione da parte di Alitalia di maggiori rischi a fronte di maggiori garanzie bancarie, era stato approvato il 7 agosto scorso dal Comitato Esecutivo di Alitalia, convocato al solo scopo di approvare le nuove condizioni di accordo concordate con WindJet.

WindJet ha comunicato ad Alitalia il 9 agosto di non essere in grado di adempiere agli obblighi derivanti da quel nuovo contratto e anzi di volerlo rimettere in discussione ancora una volta, richiedendo ad Alitalia di firmare senza avere piena visibilità della sostenibilità finanziaria ed operativa dell’operazione.

In particolare, nonostante le continue richieste da parte di Alitalia, non sono mai state fornite evidenze circa la copertura da parte di WindJet di alcune specifiche obbligazioni contrattuali ed economiche in essere nei confronti del fornitore della manutenzione dei motori e di uno dei proprietari degli aerei.

L’assenza di copertura di tali obblighi nei confronti delle parti avrebbe comportato per Alitalia un maggior costo di oltre 10 milioni di euro da sostenere al termine della revisione dei motori ed al momento della restituzione degli aerei a fine leasing.

L’operazione prevedeva l’acquisto da parte di Alitalia di una newco appositamente costituita a cui WindJet avrebbe conferito il ramo d’azienda funzionale all’esercizio dell’attività di linea a fronte di un’importante assunzione di debito da parte di Alitalia.

Negli ultimi giorni Alitalia ha comunque continuato a lavorare con impegno a favore del raggiungimento di un accordo, con l’obiettivo di garantire e tutelare gli interessi dei passeggeri di WindJet, soprattutto in un periodo di grande traffico come quello estivo, ma anche dei lavoratori e dell’indotto della compagnia catanese, oltre che del territorio siciliano.
DECISIONE ANTITRUST
A questa complicata situazione, si era aggiunta la decisione Antitrust, arrivata oltre i tempi auspicati e molto penalizzante.
A seguito dell’apertura dell’istruttoria per posizione dominante, Alitalia aveva inizialmente proposto ad Antitrust di rinunciare agli slot di WindJet su Milano Linate.
Nei giorni immediatamente precedenti la decisione Antitrust, è emerso che WindJet non era proprietaria degli slot in cui operava sulla tratta Catania – Linate, cosa di cui le autorità aeree erano invece da sempre a conoscenza.
Antitrust ha quindi chiesto ad Alitalia di cedere slot del proprio portafoglio a fronte di slot WindJet di fatto inesistenti.
A seguito della decisione dell’Antitrust, Alitalia oltre a non acquisire nuovi slot sulla Catania – Linate, avrebbe perso slot che aveva prima dell’inizio dell’operazione. Alla fine dell’operazione si sarebbe creata per Alitalia una situazione più svantaggiosa di quella iniziale.
La decisione Antitrust aveva comportato un peggioramento delle sinergie attese, nell’ordine di 20 milioni di euro il primo anno e 30 milioni di euro il secondo anno.
Nonostante tutto questo, Alitalia ha proseguito le trattative.
Ultimo tassello necessario all’acquisizione era la certificazione dello stato della flotta, necessaria alla valutazione di WindJet. Che però non è mai arrivata.

CRONOLOGIA

– 25 gennaio 2012: Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia dà il via libera al processo finalizzato a conseguire un’integrazione con la compagnia WindJet, sulla base dei contenuti di un memorandum of understanding sottoscritto dalle due società il 20 gennaio.
– 13 aprile 2012: viene firmato il contratto per l’acquisizione, da parte del Gruppo Alitalia, di attività della compagnia WindJet relative al trasporto passeggeri di linea. L’operazione è subordinata al buon esito di una serie di condizioni, di mercato e normative, individuate nel contratto. Tra queste, in particolare: l’autorizzazione da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e il pronunciamento da parte dell’ENAC per gli aspetti di competenza e una serie di certificazioni che permettano la definizione del valore dell’azienda.
– Al 29 giugno 2012, data entro la quale l’operazione doveva essere conclusa, l’accordo non era stato ancora raggiunto a causa della mancata realizzazione di condizioni sospensive da parte di WindJet riguardanti la situazione patrimoniale e bilancistica, l’indebitamento e i rapporti con le società proprietarie degli aeromobili.
– Alla mancanza di queste condizioni, il 18 luglio 2012 si è aggiunta la decisione Antitrust, arrivata oltre i tempi auspicati e molto penalizzante. L’Antitrust ha autorizzato l’operazione, subordinandola però alla cessione di 5 coppie di slot (fasce orarie di decollo e di atterraggio) sulle rotte Catania – Milano Linate, Palermo – Milano Linate e Catania – Roma Fiumicino. La decisione dell’Antitrust ha modificato in modo sostanziale il profilo dell’operazione.
– E’ stato quindi aperto un tavolo negoziale che tra il 2 e il 3 agosto 2012 ha raggiunto un nuovo accordo a seguito del quale, il 7 agosto, si è riunito il Comitato Esecutivo di Alitalia che ha dato mandato all’Amministratore Delegato per firmare il nuovo contratto, basato sull’assunzione da parte di Alitalia di maggiori rischi a fronte di maggiori garanzie bancarie, una volta arrivata la documentazione mancante.
– 9 agosto 2012, WindJet ha inviato ad Alitalia una lettera in cui conferma di non essere in possesso della documentazione necessaria a chiudere l’operazione e rimette in discussione gli accordi già raggiunti per continuare la trattativa.

RIPROTEZIONE DEI PASSEGGERI WINDJET

Alitalia si è finora impegnata per propria scelta e senso di responsabilità e non per obblighi derivanti da normative, regolamenti, decisioni di enti del settore o ultimatum, a riproteggere i passeggeri di WindJet nel caso in cui la compagnia catanese non fosse stata in grado di operare alcune tratte”.

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Alitalia: fallisce la trattativa per acquisizione Wind Jet

Con un comunicato diffuso nella tarda serata di oggi Alitalia informa che è fallita la trattativa per l’acquisizione della compagnia aerea siciliana Wind Jet.
“A seguito delle dichiarazioni odierne da parte dell’amministratore delegato di WindJet, dalle quali è evidente la volontà della compagnia catanese di non rispettare le condizioni sottoscritte negli accordi del 2 e 3 agosto scorsi, Alitalia informa che non vi è più spazio per ulteriori trattative con WindJet per l’acquisizione del vettore catanese.” Spiega il comunicato della compagnia aerea. “Alitalia sottolinea che, nonostante la sua volontà di realizzare l’operazione, WindJet non è mai riuscita a rispettare le date e gli obblighi derivanti dai vari accordi firmati con Alitalia, conferendo cosi all’operazione un profilo di rischio assolutamente imprevedibile ed inaccettabile nell’ottica di una gestione seria e responsabile.” 

 “Il 13 aprile,” prosegue Alitalia nel comunicato, “era stato firmato il contratto preliminare per l’acquisizione che prevedeva una scadenza al 29 giugno. Già in questa data WindJet non aveva fornito la maggior parte della documentazione sulla situazione patrimoniale e bilancistica, sull’indebitamento e sui rapporti con le società proprietarie degli aeromobili, documentazione necessaria a concretizzare l’accordo in base ad una valutazione chiara del valore della società catanese. La mancanza di questa documentazione rendeva l’acquisizione di WindJet molto più rischiosa per Alitalia dal punto di vista del debito da assumersi. Ciò nonostante, Alitalia si era impegnata per settimane in una difficile rinegoziazione dell’accordo, reso ancora più complicato da una decisione dell’Antitrust arrivata tardivamente ed estremamente penalizzante per Alitalia. Un nuovo accordo, basato sull’assunzione da parte di Alitalia di maggiori rischi a fronte di maggiori garanzie bancarie, era stato approvato il 7 agosto scorso dal Comitato Esecutivo di Alitalia, convocato al solo scopo di approvare le nuove condizioni di accordo concordate con WindJet. WindJet ha comunicato ad Alitalia il 9 agosto di non essere in grado di adempiere agli obblighi derivanti da quel nuovo contratto e anzi di volerlo rimettere in discussione ancora una volta, richiedendo ad Alitalia di firmare senza avere piena visibilità della sostenibilità finanziaria ed operativa dell’operazione. In particolare, nonostante le continue richieste da parte di Alitalia, non sono mai state fornite evidenze circa la copertura da parte di WindJet di alcune specifiche obbligazioni contrattuali ed economiche in essere nei confronti del fornitore della manutenzione dei motori e di uno dei proprietari degli aerei. L’assenza di copertura di tali obblighi nei confronti delle parti avrebbe comportato per Alitalia un maggior costo di oltre 10 milioni di euro da sostenere al termine della revisione dei motori ed al momento della restituzione degli aerei a fine leasing.”
Nel comunicato Alitalia spiega come l’operazione prevedesse l’acquisto da parte della ex compagnia di bandiera di una newco appositamente costituita a cui WindJet avrebbe conferito il ramo d’azienda funzionale all’esercizio dell’attività di linea a fronte di un’importante assunzione di debito da parte di Alitalia.
“Negli ultimi giorni,” prosegue il comunicato, “Alitalia ha comunque continuato a lavorare con impegno a favore del raggiungimento di un accordo, con l’obiettivo di garantire e tutelare gli interessi dei passeggeri di WindJet, soprattutto in un periodo di grande traffico come quello estivo, ma anche dei lavoratori e dell’indotto della compagnia catanese, oltre che del territorio siciliano. A questa complicata situazione, si era aggiunta la decisione Antitrust, arrivata oltre i tempi auspicati e molto penalizzante. A seguito dell’apertura dell’istruttoria per posizione dominante, Alitalia aveva inizialmente proposto ad Antitrust di rinunciare agli slot di WindJet su Milano Linate. Nei giorni immediatamente precedenti la decisione Antitrust, è emerso che WindJet non era proprietaria degli slot in cui operava sulla tratta Catania – Linate, cosa di cui le autorità aeree erano invece da sempre a conoscenza. Antitrust ha quindi chiesto ad Alitalia di cedere slot del proprio portafoglio a fronte di slot WindJet di fatto inesistenti. A seguito della decisione dell’Antitrust, Alitalia oltre a non acquisire nuovi slot sulla Catania – Linate, avrebbe perso slot che aveva prima dell’inizio dell’operazione. Alla fine dell’operazione si sarebbe creata per Alitalia una situazione più svantaggiosa di quella iniziale.  La decisione Antitrust aveva comportato un peggioramento delle sinergie attese, nell’ordine di 20 milioni di euro il primo anno e 30 milioni di euro il secondo anno. Nonostante tutto questo, Alitalia ha proseguito le trattative.  Ultimo tassello necessario all’acquisizione era la certificazione dello stato della flotta, necessaria alla valutazione di WindJet. Che però non è mai arrivata.”
Nel comunicato Alitalia sottolinea come finora, di propria iniziativa, la compagnia si sia impegnata a riproteggere i passeggeri di Wind Jet nel caso in cui la compagnia catanese non fosse stata in grado di operare alcune tratte

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WindJet, fallita la trattativa con Alitalia: voli a rischio

 

ROMA – E’ fallita la trattativa tra Alitalia e WindJet, la compagnia aerea low cost siciliana. Lo ha reso noto Alitalia con un comunicato in cui stigmatizza il mancato arrivo delle condizioni chieste alla società siciliana nei tempi stabiliti. Ed elenca la lunga cronologia della vicenda, iniziata il 25 gennaio e durata fino al 9 agosto, per un’aggregazione a cui Alitalia si era detta disponibile nonostante le penalizzanti, a suo dire, clausole imposte dall’Antitrust.

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Il tempo adesso appare praticamente scaduto e l’Enac aveva già fatto sapere nel pomeriggio che attenderà fino a lunedì 13 prima di far scattare la sospensione della licenza. Licenza che potrebbe a questo punto essere riconsegnata già l’11 agosto, e in questo caso l’impegno dell’Ente sarà riproteggere i passeggeri che intanto furiosi accolgono le notizie negli scali tra ritardi e cancellazioni.

Il clima di muro contro muro si era percepito durante la giornata con WindJet che sostiene invece di aver fatto fronte a ”tutte le condizioni minime richieste” e accusa Alitalia di ”differire senza motivo la firma”, di voler – dice l’ad Stefano Rantuccio – ”spuntare condizioni maggiormente vantaggiose, ulteriori rispetto a quanto pattuito, imponendo condizioni vessatorie e usando a pretesto la necessità di ricevere documentazione da terze parti”.

La compagnia siciliana, che per la seconda volta aveva disertato un incontro con l’Enac, non sembra avere chance: se non ci saranno novità dell’ultima ora scatterà la sospensione della licenza ”per manifesta incapacità” ad operare rispettando gli obblighi previsti dal regolamento europeo.

Il presidente dell’Enac, Vito Riggio aveva spiegato di aver lasciato più tempo alla trattativa proprio perché sono coinvolti centinaia di lavoratori”.

In attesa degli esiti della vicenda è stata ancora una giornata di disagi in aeroporto, con quattro voli della compagnia siciliana cancellati (da Fiumicino per Catania e Palermo): oltre 460 i passeggeri coinvolti, per la maggior parte poi partiti con quattro voli speciali organizzati da Alitalia.

Disagi commentati ”con viva preoccupazione” dall’Enac, che ha scritto a Windjet chiedendo ”immediata attuazione a un piano di emergenza” per garantire regolarità dei voli ed evitare disagi ai passeggeri, e di far fronte ai pagamenti dovuti alle società di gestione, agli handler e ai fornitori di servizi.

L’Enac ha anche invitato nuovamente la compagnia a sospendere la vendita di biglietti ”almeno fino a quando non venga eventualmente ripristinata una soddisfacente e duratura regolarità operativa”.

Poi la nota di Alitalia arriva come una pietra tombale: ”A seguito delle dichiarazioni odierne da parte dell’amministratore delegato di WindJet, dalle quali è evidente la volontà della compagnia di non rispettare le condizioni sottoscritte negli accordi, Alitalia informa che non vi è più spazio per ulteriori trattative con WindJet per l’acquisizione del vettore catanese”.

Nonostante la sua volontà di realizzare l’operazione – scrive il gruppo – WindJet non è mai riuscita a rispettare le date e gli obblighi derivanti dai vari accordi firmati con Alitalia, conferendo cosi all’operazione un profilo di rischio assolutamente imprevedibile ed inaccettabile nell’ottica di una gestione seria e responsabile”.

Fonte:www.avionews.it \ www.ilvolo.it \ www.blitzquotidiano.it


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