Los Roques

17 Ottobre 2013

In corso le operazioni di recupero dell’Islander yv2615u, scomparso il 4 gennaio. Ancora ignota la causa della sciagura aerea.

Appartengono apparentemente a tre persone i pochi resti trovati dai sommozzatori di Caracas nell’aereo inabissatosi il 4 gennaio nelle acque di Los Roques, a bordo del quale si trovavano in tutto sei persone: Vittorio Missoni, Maurizia Castiglioni, Guido Foresti, Elda Scalvenzi e i due piloti. Le operazioni di recupero del relitto sono ancora in corso. Lo riferiscono fonti di Caracas.

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“Si sta procedendo all’esame dei resti che sono stati trovati a 70-75 metri, il punto dove il relitto era stato individuato”, spiegano le autorità di Caracas.

Via alle operazioni di recupero – Le operazioni di recupero del relitto del velivolo sono in corso a Los Roques, soprattutto per stabilire le cause dell’incidente, se si sia trattato quindi di un errore umano o di un’avaria tecnica, spiega Giorgio Serloni, proprietario della posada Acquamarina a Gran Roque. L’aereo sul quale viaggiavano Missioni e i suoi amici era scomparso il 4 gennaio scorso ed era stato individuato nel giugno scorso grazie alle tecnologie della nave oceanografica americana Deep Sea. Il relitto si trova nelle acque a Nord dell’Arcipelago di Los Roques.

Le famiglie: “Nessuna comunicazione ufficiale” – Sul possibile ritrovamento dei corpi dei parenti, le famiglie Missoni, Castiglioni, Foresti e Scalvenzi hanno informato di “non aver ricevuto alcuna comunicazione dettagliata e ufficiale in merito”.

Fonte:www.tgcom24.mediaset.it



“Io ho un elenco di 57 aerei scomparsi in 15 anni da fonti ufficiali venezuelane” dice Mario Pica, ex pilota dell’Aeronautica militare e consulente della famiglia dei passeggeri dell’aereo scomparso nel 2008. “A fine mese partirà una ricerca accurata: se l’aereo è caduto lo sapremo e lo ritroveremo ma se a completamento della ricerca non dovessimo trovare niente potremmo pensare a un’ipotesi di dirottamento”. L’intervista di Antonio Iovane (audio Radio Capital)

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http://video.repubblica.it/dossier/il-mistero-delle-los-roques/los-roques-l-ex-pilota-sono-scomparsi-57-aerei-in-15-anni/115391/113795

Fonte:http://video.repubblica.it



L’annuncio su Twitter del ministro dell’interno di Caracas Jorge Galindo. La Farnesina conferma. I familiari: grazie a tutte le autorità. A bordo c’erano anche due amici dei Missoni oltre a pilota e copilota

ROMA – È stato ritrovato l’aereo dei Missoni scomparso il 4 gennaio in Venezuela. Lo segnala su twitter il portavoce del ministro dell’interno di Caracas Jorge Galindo. «È stato localizzato l’aereo YV2615 di tipo Islander che copriva la rotta Los Roques-Maiqueta lo scorso 4 gennaio 2013», scrive Galindo. YV2615 è la matricola dell’aereo che aveva a bordo Vittorio Missoni e Maurizia Castiglioni, una coppia di loro amici, Guido Foresti ed Elda Scalvenzi, il pilota Hernan Josè Marchan e il copilota Juan Carlos Ferrer Milano.

La Farnesina conferma il ritrovamento dell’aereo dei Missoni. «Il relitto si trovava a 70 metri di profondità, l’aereo era spezzato in più parti, ma la matricola era leggibile», spiegano all’Ansa fonti del ministero degli Esteri. Il velivolo si trova «a nord ovest» dell’arcipelago, mentre l’aereo ritrovato lo scorso 20 giugno – scomparso nel 2008 con otto italiani a bordo – si trova «a sud», sempre rispetto a Los Roques.

Con una nota diffusa da Sumirago anche la famiglia Missoni ha confermato la notizia del ritrovamento, ringraziando le autorità venezuelane ed italiane, per il loro intervento: «A nome delle famiglie Missoni, Castiglioni, Foresti e Scalvenzi, si conferma la notizia del ritrovamento dell’aereo YV2615BN-2A scomparso il 4 gennaio scorso. L’aereo – prosegue la nota – è stato identificato al quinto giorno delle ricerche grazie alle tecnologie della nave oceanografica americana Deep Sea. Il relitto si trova nelle acque a Nord dell’Arcipelago di Los Roques. In questo momento in Venezuela sono in fase di valutazione le attività per il possibile recupero del velivolo». «Le famiglie -conclude la nota – ringraziano il governo venezuelano e il governo italiano per l’impegno nel rendere possibile questa ricerca e confidano che le indagini proseguiranno fino all’accertamento delle cause e delle responsabilità dell’incidente».

Fonte:www.ilmessaggero.it



C’erano quattordici passeggeri. Il velivolo è stato individuato a circa 6 miglia da Los Roques, ad una profondità di 970 metri. I familiari: “Ora almeno sappiamo dove gettare un fiore”. Sulla stessa rotta, sei mesi fa, è scomparso un altro aeromobile con a bordo Vittorio Missoni Junior e la moglie.  L’ex moglie: “Nessuna traccia, convinti del sequestro”

CARACAS – E’ stato ritrovato il relitto dell’aereo disperso il 4 gennaio 2008 mentre era in volo da Caracas per l’arcipelago di Los Roques, in Venezuela, con a bordo 14 passeggeri, tra i quali 8 italiani. Lo rendono noto le autorità venezuelane. Il piccolo velivolo da turismo è stato individuato a circa 970 metri di profondità, a sei miglia a largo di Los Roques. 

  LE FOTO 1 e 2MAPPAVIDEO

Le operazioni di ricerca sono state effettuate dalla SeaScout nell’ambito di un accordo tra Venezuela e Italia. Il corpo del co-pilota fu recuperato alcuni giorni dopo la scomparsa dell’aereo, ma degli altri passeggeri, finora, non c’era stata traccia.

Sulla stessa rotta (ma in direzione contraria), esattamente cinque anni dopo, il 4 gennaio scorso, un altro velivolo simile, con a bordo Vittorio Missoni Junior, uno dei tre figli dello stilista Ottavio Missoni, recentemente deceduto, e la moglie, sparì senza lasciare tracce. Il ritrovamento del velivolo scomparso nel 2008 ora apre la speranza di recuperare anche questo aereo e accertare cosa sia effettivamente successo.

Le ricerche e il ritrovamento. A rendere noto il ritrovamento del bimotore Let 410 della compagnia Transaven è stata la procuratrice generale, Luisa Ortega Diaz. Il ministro degli Interni, Miguel Rodriguez Torres, ha precisato che l’aereo è stato trovato “nove chilometri a sud di Los Roques” e che sono state scattate delle fotografie. Il bimotore, che si trovava a una profondità di circa 970 metri, è stato localizzato dalla nave oceanografica americana Sea Scout che stava operando da giorni nell’area nell’ambito di un accordo Roma-Caracas.

Il velivolo era precipitato in mare dopo il decollo dall’aeroporto Maiquetia di Caracas mentre era diretto a Los Roques, una delle principali destinazioni turistiche dei Caraibi. Venticinque minuti dopo la partenza, il pilota Esteban Bessil aveva lanciato l’sos mentre si trovava ad un’altitudine di tremila piedi e a circa 16 miglia dall’arcipelago. Poi erano scattate le ricerche via mare e via terra, ma senza alcun esito.

Per anni, quindi, la sorte del piccolo aereo è stato un caso irrisolto, definito un mistero sia in Italia che in Venezuela.

Nel bimotore si trovavano gli italiani Stefano Frangione, Fabiola Napoli, Paola Durante, Bruna Guarnieri, le figlie Sofia e Emma, Rita Calanni e Annalisa Montanari. A bordo c’erano inoltre cinque venezuelani – il pilota Bessil, il copilota Osmel Alfredo Avila Otamendi, Patricia Alcala, Karina Rubis, Issa Rodríguez – e lo svizzero Alexander Nierman. Fino ad oggi l’unico cadavere ad essere stato ritrovato – il 13 gennaio nella penisola di Falcon – è stato quello del copilota.

Il dolore delle famiglie. “E’ come se fosse successo oggi, sia per Debora che per i genitori”. Così l’avvocato Riccardo Trupiano racconta all’Adnkronos lo stato d’animo delle famiglie di Stefano Fragione e Fabiola Napoli, la coppia romana in viaggio di nozze che si trovava a bordo dell’aereo scomparso. Trupiano, marito di Debora, sorella di Fabiola Napoli, era stato il loro testimone di nozze: “Ci hanno avvisati questa notte del ritrovamento dell’aereo. E’ stato identificato grazie alla targa, e a questo punto l’incidente è ritenuto un’ipotesi quasi certa. Come abbiamo appreso la notizia? Con dolore, certo, perché è come se fosse successo oggi, sia per Debora che per i genitori. Ma ora si mette un punto dopo cinque anni di lotte”.

“A questo punto, a nome di tutta di la famiglia, ci tengo a esprimere un ringraziamento all’ammiraglio Vitaloni e al Comandante Pica – aggiunge Trupiano – che ci hanno aiutato in questa battaglia e senza i quali certamente non saremmo arrivati a sapere cosa è successo quel giorno. A loro abbiamo chiesto di farci sapere le intenzioni per il recupero dell’aereo ed eventualmente di quello che rimane delle salme. Certo, alla scatola nera sarà interessata anche l’autorità giudiziaria venezuelana che sul caso ha indagato la compagnia per omicidio. In ogni caso, noi faremo di tutto perché sia recuperato il relitto”.

Meno serena e decisamente scossa Paola Fontana, madre di Bruna Guernieri: “Mi sento persa, non so cosa fare. Ci ha telefonato stamattina l’ammiraglio Giovanni Vitaloni che è lì sul posto e ci ha comunicato che senza alcun dubbio il relitto ritrovato è quello dell’aereo su cui stava mia figlia Bruna con il marito e le due bambine”.

“Per me non c’erano dubbi fin da pochi mesi subito dopo la scomparsa – sottolinea la signora – era mio marito Romolo che si illudeva che ci potessero essere alternative (come quella di un sequestro, ndr). Ognuno ha le sue idee, ma per me non c’erano illusioni, ma la certezza che l’aereo era scomparso in mare”.

“Ora almeno sappiamo con certezza dove sono i nostri cari – conclude Paola Fontana – per gettare un fiore. Io non credo che andrò lì, almeno al momento. Stamane lì sul posto c’è una riunione con il magistrato di turno per decidere cosa fare (per l’eventuale recupero, ndr) e abbiamo chiesto di essere subito informati”.

“E’ una buona notizia” perché potrà fornire elementi per “far luce” sulle cause dell’incidente, ma allo stesso tempo, “riapre una piaga che si vorrebbe tenere definitivamente chiusa”. Così Giancarlo Naldi, generale dell’aeronautica ora in pensione e zio di Annalisa Montanari, avvocato bolognese di 42 anni all’epoca dei fatti.

L’ex mogli di Missoni: “Convinti del sequestro”. La notizia riapre naturalmente la vicenda della scomparsa, il 4 gennaio scorso, dell’aereo da turismo, in volo su Los Roques, con a bordo sei persone, quattro delle quali italiane, tra cui Vittorio Missoni. “Tra pochi giorni inizieranno le ricerche anche per il nostro aereo, dobbiamo sapere. Per noi sono vivi” dichiara all’Adnkronos Tania Caputi, ex moglie di Vittorio Missoni.

“Riguardo il nostro aereo non è mai stato trovato nulla – spiega Caputi – tranne quel borsone… Un mistero. Come è un mistero quella targhetta arrivata non scolorita, malgrado l’acqua salmastra”.

L’ex moglie di Missoni non ha dubbi: “Io e i miei tre figli, Ottavio, Giacomo e Marco, crediamo che non sono in acqua. Non è stato un inabbissamento ma un sequestro, o qualcosa di simile. Ci sono tante cose che ci fanno pensare che siano ancora vivi. Dobbiamo sapere la verità. Lottiamo per questo”.

Fonte:www.repubblica.it


22 Febbraio 2013

Verifiche in corso…

Esperti di Curacao stanno verificando se parti del relitto di un aereo trovato su una spiaggia dell’isola appartengano al bimotore su cui viaggiavano Vittorio Missoni e altri tre italiani e scomparso lo scorso 4 gennaio dopo essere partito da Los Roques.

LOS ROQUES E L’AEREO DI MISSONI – Lo rendono noto fonti locali, precisando che gli esperti dell’isola stanno verificando se si tratti proprio dei resti dell’Islander scomparso qualche minuto dopo essere partito da Gran Roque e mai arrivato a Caracas. Ormai qualche giorno fa, sempre a Curacao, e’ stato trovato un borsone che si trovava nell’aereo disperso. Successivamente sono state ritrovate due sacche su una spiaggia di Bonaire, un’altra isola non molto distante dall’arcipelago di Los Roques. (Ansa)

      

Fonte:www.giornalettismo.com


26 Gennaio 2013

Tre incidenti a dir poco anomali nella storia della sicurezza del volo; come evitare che fra qualche mese o anno ad altri aerei capiti la stessa sorte

marzo 1997 due cittadini italiani sono a bordo del Cessna 402 YV-784 (Chapi Air Travel) in volo
da Caracas a Los Roques;
●4 gennaio 2008 otto cittadini italiani sono a bordo del Let 410 YV-2081 (Transaven) in volo
da Caracas a Los Roques;
●4 gennaio 2013 quattro cittadini italiani sono a bordo del Britten Norman Islander YV-2615 (Transaero) in volo da Los Roques a Caracas.

Cosa hanno in comune questi tre voli? Punto primo, si svolgono con aeromobili immatricolati in Venezuela; punto secondo, sono avvenuti sulla stessa rotta; punto terzo, sono scomparsi.
Riteniamo che a quest’ultimo particolare non si sia data la giusta rilevanza tenendo presente che nella storia dell’aviazione civile, o meglio nella storia della sicurezza volo (safety) non accade che gli aerei scompaiano. O cadono, o qualcuno li porta altrove, non vi sono vie di mezzo a meno che non vogliamo tirare fuori (come in effetti è già accaduto) storie di UFO.

 Detto ciò ci troviamo in presenza di tre incidenti a dir poco anomali nella storia della safety che non possono passare nell’oblio del dimenticatoio non fosse altro per evitare che fra qualche mese, fra qualche anno un altro aereo segua la stessa sorte.
Ebbene quello che colpisce in questa vicenda che si è svolta nel giro di quindici anni, ha coinvolto tre aerei e quattordici nostri connazionali (le persone a bordo erano in totale 26), è l’assordante silenzio sullo stato della safety venezuelana.

 L’aviazione civile è arrivata a fornire sicurezza ai quasi 3 miliardi di passeggeri che ogni anno prendono l’aereo proprio perché quando accadono gli incidenti la dinamica degli stessi viene analizzata in ogni suo dettaglio giungendo così a capire cosa non ha funzionato e provvedendo all’eliminazione dell’inconveniente: è così che l’aviazione civile è potuta giungere a cifre assolutamente rassicuranti per chi prende il mezzo aereo. Ebbene nel caso dei tre incidenti sotto esame il fatto che i velivoli coinvolti negli stessi non siano mai stati ritrovati ha fatto si che non si sia potuto indagare sulle cause di queste tragedie e puntualmente le stesse continuano a verificarsi.

A questo punto allora non essendosi rintracciato ciò che di solito rimane di un velivolo incidentato, le ricerche dovrebbero mirare altrove ed eventualmente spostare il tiro dalla safety alla security. La differenza fra i due termini crediamo sia nota: safety riguarda la sicurezza volo tecnicamente intesa, security significa assicurarsi che a bordo dei velivoli non salgano persone che possano mettere a rischio il volo e l’incolumità dei suoi occupanti. Facciamo presente che in base ai regolamenti ICAO la security è un compito che spetta allo Stato da cui il volo ha origine, pertanto anche volendo spostare la mira dalla safety alla security, è fuor di dubbio che i controlli siano responsabilità dello Stato da cui originano i voli, nei casi in questione quello venezuelano.

 Ora il pubblico sa che gli enti europei preposti alla sicurezza del volo emettono almeno due volte all’anno l’ormai famosa “black list” e la domanda che ci dovremmo fare è se gli ultimi quattro italiani scomparsi a bordo del BN2 il 4 gennaio scorso sarebbero mai saliti a bordo di quell’aereo se la compagnia venezuelana avesse fatto parte dell’elenco.
E’ altresì vero che le autorità di Bruxelles si tutelano avvertendo che se “una compagnia aerea non figura nell’elenco comunitario non significa quindi automaticamente che essa soddisfi i criteri di sicurezza vigenti” ma non ci si può non chiedere cosa altro debba accadere affinchè i turisti italiani ( e non solo essi) vengano resi edotti dei rischi che corrono imbarcandosi su un velivolo locale, una volta che si trovano in vacanza in Venezuela.

 Nell’avanzare questi ipotesi facciamo riferimento anche altri particolari: il 23 giugno 2010 nelle aule del Tribunale di San Juan de Los Morros, in Venezuela, si è svolto un processo verso i narcotrafficanti. Il tutto aveva avuto origine dalla scoperta fatta in località Sombrero presso i capannoni di una azienda ove era stato ritrovato anche un velivolo Aero Commander 680 (7 posti, comparabile al BN2) immatricolato YV-1704. Per questa notizia abbiamo trovato la corrispondente sentenza, mentre altre fonti di stampa hanno parlato del ritrovamento di ben 28 aerei, sequestrati in un capannone.

 Chi di dovere si pronunci sulla sicurezza non solo della Conviasa, vettore che ha avuto due incidenti mortali uno nel 2008 l’altro nel 2010, bensì di tutte le compagnie immatricolate in Venezuela, è il minimo che si possa fare per cercare di evitare il ripetersi di simili tragedie.

Antonio Bordoni

Fonte:www.masterviaggi.it


15 Gennaio 2013

Ospite a “Mistero” in una lunga intervista con Marco Berry

Torna l’appuntamento in prima serata su Italia 1 con “Mistero”. Marco Berry intervista Cristina Parodi che nel 2008 visse un’esperienza inquietante su un piccolo velivolo a Los Roques.

 

Lucilla Agosti e Jane Alexander entreranno nell’ex manicomio di Colorno (Parma) a caccia di fantasmi. Infine Daniele Bossari sarà in Umbria sui luoghi di madre Speranza.

Nuovo volto di questa settima edizione è Lucilla Agosti che è entrata nella squadra dei “mystery-busters” formata da: Jane Alexander, Daniele Bossari, Marco Berry, Andrea Pinketts e Nicole Pelizzari.

Quest’anno i telespettatori potranno inviare i video da loro realizzati di avvistamenti alieni o presenze soprannaturali al sito Mediaset www.16mm.it. I filmati più curiosi e originali verranno mandati in onda nel corso del programma.

Una grande novità: nel 2013 Mistero raddoppia. Al programma si affiancherà una rivista ufficiale, a scadenza mensile, ricca di contenuti, rubriche e approfondimenti sul mondo dell’ignoto. Inoltre, per gli appassionati del mistero, è in previsione l’uscita di un DVD. I telespettatori potranno trovare ulteriori informazioni sul sito www.misterotv.it


13 Gennaio 2013

(AGI) – Caracas, 12 gen. – Potrebbe esserci una svolta nelle ricerche dell’aereo scomparso il 4 gennaio in Venezuela con quattro italiani a bordo: dalla traccia di un radar militare e’ stato identificato il punto in cui il piccolo bimotore Islander avrebbe perso improvvisamente quota. Lo hanno riferito fonti dell’ambasciata italiana a Caracas, spiegando che si e’ arrivati a questo risultato incrociando una serie di dati.
L’individuazione di un’area piu’ precisa in cui l’aereo potrebbe essere caduto in mare, intorno alle 11,30 del mattino, permettera’ di concentrare le ricerche in quella zona.

Aereo Missoni non aveva permesso di volare

Il problema, hanno spiegato le fonti diplomatiche, e’ che nell’area individuata i fondali arrivano fino a 2 mila metri, una profondita’ eccessiva per le strumentazioni dei mezzi attualmente impegnati in questa operazione a cui partecipano 400 uomini. Dell’aereo con a bordo Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni, i coniugi bresciani Foresti e i due piloti venezuelani si erano perse le tracce pochi minuti dopo il decollo dalla Gran Roque, principale isola dell’arcipelago di Los Roques. Le ricerche hanno spaziato su un’area molto ampia ma si sono concentrate su un triangolo di mare che dista una dozzina di miglia dalla pista da cui decollo’ l’Islander.
Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, ha assicurato che le ricerche andranno avanti finche’ non ci sara’ “qualche indicazione conclusiva”.

Venerdi’ si e’ sfiorato un altro incidente areeo in Venezuela, con un Cessna 206, decollato dall’isola di Margarita, che e’ stato costretto a un atterraggio di emergenza su una spiaggia, dopo un guasto a uno dei due motori. Illesi i piloti e i quattro passeggeri. (AGI) .

Fonte:www.agi.it


12 Gennaio 2013

Da una traccia di un radar militare venezuelano si riesce a identificare il punto” in cui “avrebbe improvvisamente perso quota” l’aereo scomparso a Los Roques con quattro italiani a bordo, tra i quali Vittorio Missoni. A renderlo noto è stata l’ambasciata italiana.

“Da una traccia di un radar militare venezuelano si riesce a identificare il punto” in cui “avrebbe improvvisamente perso quota” l’aereo scomparso a Los Roques con quattro italiani a bordo, tra i quali Vittorio Missoni.

A renderlo noto è stata l’ambasciata italiana, precisando che nella zona “i fondali arrivano fino a 2 mila metri di profondita’, troppi per le strumentazioni momentaneamente disponibili”.

Nel dare la notizia, l’ambasciata ha inoltre sottolineato che “le autorita’ venezuelane e quelle italiane si stanno accordando per un proseguimento delle ricerche oltre i previsti otto giorni, concentrando le risorse in un’area definita e utilizzando i mezzi che siano maggiormente utili”.

L’annuncio dell’individuazione della traccia arriva una settimana dopo il momento in cui – verso le 11,30 del mattino del 4 gennaio – l’Islander con i quattro italiani a bordo (Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni e i coniugi bresciani Foresti), oltre ai due piloti venezuelani (German Merchan e Jose’ Ferrer) e’ scomparsa nel niente pochi minuti dopo i decollo dalla Gran Roque, la principale delle isole dell’arcipelago.

La notizia giunge d’altra parte sulla scia delle ricerche portate avanti senza sosta dal giorno della scomparsa dell’aereo da parte delle autorita’ venezuelane, con l’impiego di circa 400 uomini e diversi mezzi, sia in mare sia tramite aerei ed elicotteri. Nei giorni scorsi e’ giunto d’altro lato a Caracas un team di esperti italiani per prendere parte in modo congiunto ai tecnici locali nelle ricerche.

Grazie ad una serie di dati incrociati, ora e’ stata quindi identificata un’area piu’ precisa, dove molto probabilmente l’aereo e’ scomparso. Ieri, il ministro degli esteri Giulio Terzi aveva precisato che le ricerche andranno avanti “finche’ non avremo qualche indicazione conclusiva”.

Gli esperti si sono in questi giorni impegnati in diverse aree, nelle acque a sud-ovest e a nord-ovest, compresa l’area di Curazao e Bonaire (Antille olandesi). Uno dei ‘quadranti’ dove le squadre si stanno maggiormente impegnando e’ un triangolo di mare compreso tra 10 e 13 miglia dalla piccola pista di decollo di Gran Roque. La zona che e’ stata setacciata finora e’ comunque vastissima.

Nelle ultime ore, la stampa locale ha d’altra parte reso noto un altro incidente nei cieli venezuelani. Un Cessna 206 ha dovuto effettuare un atterraggio di emergenza su una spiaggia in un villaggio mentre era in volo diretto verso Caracas.

L’aereo era decollato poco prima dall’isola di Margarita, un’altra nota localita’ di turismo dei Caraibi, non lontana da Los Roques. A bordo c’erano quattro passeggeri: “Sono tutti usciti illesi, solo una grande paura”, hanno precisato i media locali, sottolineando che il velivolo ha avuto un guasto a uno dei due motori.


11 Gennaio 2013

Falso allarme: le ricerche continuano

Roma – Un corpo è stato ripescato vicino a Puerto de la Guairia, in Venezuela. La notizia viene riportata dal quotidiano “El Universal”.

Il corpo sarebbe quello di un pescatore. Lo riferisce la Protezione civile locale, affermano fonti diplomatiche italiane a Caracas, precisando che il ritrovamento non avrebbe, secondo i primi accertamenti, niente a che fare con la vicenda dell’aereo scomparso a Los Roques.

In un primo momento, gli inquirenti avevano pensato che il corpo potesse appartenere a uno degli occupanti dell’ aereo scomparso il 4 gennaio mentre volava tra Los Roques e Caracas con quattro italiani a bordo: Vittorio Missoni, la moglie Maurizia Castiglioni e una coppia di amici, i coniugi Foresti. Ma la Protezione civile del Venezuela, ha subito precisato: «il corpo non è di Missoni».

Il quotidiano venezuelano “El Universal”, che cita un altro quotidiano, “Panorama”, scrive che il corpo è stato trovato in avanzato stato di decomposizione, come hanno spiegato i sommozzatori locali.

Fonte:www.ilsecoloxix.it


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