Roma

13 Ottobre 2016

Roma, Italia – Etihad Airways Partners Pilot Group prosegue percorso monitoraggio andamenti e sviluppi relative compagnie.

eti(WAPA) – “Etihad Airways Partners Pilot Group” (Eapp) prosegue il suo percorso di monitoraggio sugli andamenti e sugli sviluppi dei relativi vettori aerei Etihad Airways Partners con l’auspicio di intensificare la cooperazione con le aziende del gruppo.

Nel corso dell’ultima riunione, organizzata a Bruxelles presso gli uffici di Eca (European Cockpit Association), il Gruppo si è concentrato in particolare sulle evoluzioni in atto in Air Berlin ed Alitalia, sulla ristrutturazione delle flotte regionali, sul potenziale di sviluppo nel settore lungo raggio e sulla crescita di altri partner di Etihad (Air Serbia).

Il Gruppo Etihad Airways Partners Pilot riunisce i rappresentanti delle associazioni professionali dei piloti delle compagnie europee partner di Etihad. Il Gruppo, che organizza regolarmente incontri dal giugno 2015, è ora in attesa di intensificare la cooperazione con Etihad sugli obiettivi di crescita.

I piloti Eapp concordano sul fatto che solo lo sforzo congiunto del management e dei dipendenti porterà stabilità alle attività in Europa consentendo la crescita futura e la redditività delle compagnie aeree partner di Etihad Airlines.

La prossima edizione dell’Eapp meeting, ospitata da Anpac, si terrà a dicembre 2016 a Roma. Anpac, Associazione nazionale professionale aviazione civile”. (Avionews)

Fonte: www.avionews.it/


3 Febbraio 2016

is is
Roma –
Il pressing degli americani su Roma dura da mesi, Matteo Renzi ha già fatto sapere alla Casa Bianca che l’Italia non ha alcuna intenzione di entrare in guerra in Libia, eppure nella trattativa in corso tra gli Usa e i Paesi alleati nella coalizione anti-Isis si sta facendo strada un nuovo punto di caduta, sul quale si sta trattando ancora, ma che rappresenterebbe una svolta di portata strategica: se e quando il nuovo governo libico sarà operativo, a quel punto partirebbero le procedure per un intervento anti-Isis ma guidato, secondo il modello Iraq, dagli stessi libici e al quale si aggregherebbero unità speciali internazionali, con la partecipazione di Stati Uniti, Italia, Gran Bretagna, Olanda, Francia e, possibilmente, anche di alcuni Paesi Arabi.

Le unità speciali
Ed esattamente dentro queste unità speciali- ecco il punto di svolta – troverebbero spazio le eccellenze militari italiane: Tornado e reparti speciali di piccole dimensioni ma di forte impatto operativo. Certo, sarebbe un impegno gravoso per l’Italia e in particolare per Matteo Renzi che, pur conoscendo i vincoli politici e militari con gli Stati Uniti, negli ultimi mesi ha tenuto il punto, in questo coerente con la linea non-interventista e fondamentalmente pacifista che ha connotato la politica estera italiana nel dopoguerra. Oltretutto l’accordo è più ampio e prevede interventi mirati di varia natura ed è esattamente a questo «pacchetto» che si riferiva alcuni giorni fa il «New York Times», quando raccontava sia pure in termini generali di «un nuovo fronte» in Libia, aperto dagli americani, affiancati da inglesi, francesi e italiani.

La coalizione
Certo, quando ci sono di mezzo le armi, quando ci sono soldati da mandare a combattere e quando ci sono catene di comando da affinare, le trattative si prolungano sino all’ultimo minuto utile. E infatti dura da mesi e – sinché un governo non si sarà insediato in Libia – durerà ancora il negoziato tra gli Stati Uniti e i suoi alleati nella coalizione anti-Isis per decidere cosa fare in quel Paese così insidiato, ma le prime, attendibili indiscrezioni sui compromessi già raggiunti sono trapelate da sherpa di varie nazionalità, ai margini della Conferenza organizzata alla Farnesina dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

Isis e al Qaeda
Sono due i punti di partenza della vicenda. Il primo risale ad alcuni mesi fa e riguarda la presenza sul territorio libico delle milizie dello Stato islamico, tra Sirte verso i terminal petroliferi di Sidra, verso Misurata e in Tripolitania e anche di nuclei qaedisti schierati in Cireanica occidentale ma in espansione. Da mesi gli americani premono su Roma per una presenza italiana di tipo militare. Renzi ha sempre risposto picche, anche a prescindere dall’impegno americano, che hanno sempre escluso un proprio impegno a terra. Ma nelle trattative all’interno della coalizione e anche per effetto di diversi incontri italo-libici, è maturata una prima intesa: gli italiani potrebbero fornire personale militare per l’addestramento della polizia e dell’esercito ma anche per la protezione di obiettivi sensibili (a cominciare dagli aeroporti).

Gb e Italia leader
E soprattutto partecipare ad azioni di unità speciali, di terra e di aria, agli ordini di ufficiali libici. Una coalizione con due Paesi-leader, Italia e Gran Bretagna e dentro la quale i gli altri Paesi darebbero un apporto diverso: gli americani fornirebbero droni, aerei e intelligence; i tedeschi si sono ritagliati un ruolo nell’addestramento militare, in Tunisia.
I francesi si concentrerebbero sul confine sud, quello che si affaccia sul Mali dove si concentano gli interessi di Parigi.

Modello Iraq
Naturalmente le incognite sono ancora tante. Anzitutto lo strumento giuridico-diplomatico: si immagina anche in questo caso di seguire anche in questo caso il modello Iraq, che ha “chiamato” la coalizione, bollando l’Isis come «una organizzazione terroristica globale». E se il piano principale dovesse incontrare difficoltà insormontabili, scatterebbe il piano b: raid aerei sui quartier generali terroristi.

Fonte:www.ilsecoloxix.it/

 


17 Febbraio 2014

L’uomo è un trentunenne dipendente della compagnia senza precedenti.
Il portavoce dell’aeroporto di Ginevra: “Voleva asilo politico in Svizzera”
Il volo ET702 decollato da Addis Abeba aveva a bordo 138 passeggeri italiani.

È un trentunenne etiope, senza precedenti penali, dipendente della compagnia, il copilota che stamattina ha dirottato a Ginevra un aereo dell’Ethiopian Airlines con a bordo 138 passeggeri italiani. Secondo il ministro dell’informazione dell’Etiopia Redwan Hussein, si tratta di Hailemedehin Abera Tagegn e non ci sarebbe alcuna «ragione politica, sociale o economica che giustifichi il fatto di dirottare un aereo e diventare un criminale». Secondo il portavoce dell’aeroporto di Ginevra, Eric Grandjean, l’uomo ha affermato di voler chiedere l’asilo politico in Svizzera.  

 Il volo di linea partito da Addis Abeba e diretto a Roma è stato dirottato nelle prime ore di questa mattina. Il pilota è riuscito ad atterrare all’aeroporto di Ginevra e tutte le persone a bordo sono incolumi. Il volo ET702 decollato da Addis Abeba era diretto a Roma dove sarebbe dovuto arrivare alle 4:40. Il pilota dell’aereo, un boeing 767, ha lanciato un allarme di sequestro a bordo mentre il velivolo sorvolava lo spazio aereo del Sudan. Il sito flightradar24.com ha registrato in tempo reale la rotta seguita dal velivolo, che prima di atterrare a Ginevra ha sorvolato a lungo la città. Lo scalo svizzero rimarrà chiuso fino a nuovo ordine per motivi di sicurezza, diversi i voli cancellati.  

 

“Pensavo che il co-pilota fosse impazzito – ha raccontato Francesco Cuomo, 25 anni, un passeggero italiano che si trovava a bordo del velivolo. – Da quello che ho capito il pilota è stato chiuso fuori dalla cabina di pilotaggio mentre era andato in bagno. Il dirottamento è cominciato mentre eravamo ancora in Sudan. Poi mi sono reso conto di essere fuori dall’Italia riconoscendo le Alpi. Quando abbiamo iniziato a girare sopra Ginevra ci sono stati momenti di forte paura”.  

In totale i passeggeri a bordo del velivolo erano 193, tra cui un bambino. Di questi 111 erano diretti a Fiumicino, mentre 82 erano diretti a Malpensa. L’aereo proveniente da Addis Abeba è stato intercettato da due caccia dell’AeronauticaMilitare Iitaliana sullo spazio aereo della Sicilia, dove si sono avute le prime evidenze che si trattasse di un dirottamento. I caccia hanno quindi scortato l’aeroplano fino in Francia, dove è stato preso in consegna da aerei militari francesi. 

 

La compagnia aerea etiope ha assicurato che le persone a bordo hanno ricevuto immediato sostegno medico e psicologico e che ora si sta cercando di mettere loro al più presto a disposizione un volo per raggiungere la destinazione. Il velivolo è atterrato nell’aeroporto di Cointrin alle ore 06:05.

Fontewww.lastampa.it



Stop di tre ore alla metro. A Fiumicino bloccato per mezz’ora .Tromba d’aria a S. Marinella

Tetto scoperchiato a Boccea con 4 famiglie evacuate. Allagamenti tra Ladispoli e Cerveteri. Ad Aranova un’auto è finita in un fosso

ROMA – Il cielo scuro della sera alle due del pomeriggio e tuoni così fragorosi da far tremare i vetri. In pochi secondi oggi Roma è diventata una città tropicale, con trombe d’aria e violenti acquazzoni che si sono abbattuti sulla città e anche sul litorale, provocando ingenti danni, lo stop per circa tre ore di un tratto della metro A, con 5 stazioni allagate e momentaneamente chiuse e voli deviati dall’aeroporto di Fiumicino a Pisa e Napoli. Anche l’aereo con a bordo il boss Vincenzo Triassi, estradato dalla Spagna, è costretto a fare uno scalo ad Ancona per poi arrivare in ritardo a Fiumicino. Il maltempo era previsto per oggi da giorni, ma molti sono stati colti impreparati dalla violenza del nubifragio che non ha risparmiato nessuna zona di Roma.

Anche il centro storico con le boutique chic, come quella di Cavalli, allagate. Anche Santa Severa, sul mare, duramente colpita da una tromba d’aria domenica, ha subito nuovi danni. Bombe d’acqua a Ladispoli, allagamenti a Passoscuro, Fregene, Fiumicino e Aranova dove un’auto è finita in un fosso. Circolazione rallentata e deviata sulla Pontina, allagata in alcuni tratti. E se non bastano le foto dei tombini o i rami a terra e le pozzanghere che sembrano quasi laghi a rendere l’idea di quanto è successo, a dare la misura della situazione è il numero di telefonate giunte al 118 tra le 13.30 e le 15: ben 400. In molti hanno contattato i sanitari perchè preda di attacchi di panico, altri perchè hanno avuto incidenti. Ma la situazione delle strade non ha facilitato i soccorsi e una donna incinta è stata raggiunta a piedi dal personale del 118.

Bloccata parte della linea A della metropolitana: il nubifragio ha parzialmente allagato le stazioni di Battistini, Ottaviano, Cipro, Lepanto e Termini e ha reso inevitabile la loro momentanea chiusura al pubblico. Interrotta per circa tre ore anche la linea nel tratto San Giovanni-Battistini. la circolazione è ripresa regolarmente solo verso le 18. La stazione di Cipro, quella rimasta chiusa più a lungo, è stata riaperta in tarda serata. Acqua anche all’entrata delle stazioni di San Giovanni e Colli Albani, ma i tecnici di Atac sono riusciti a mettere in sicurezza i siti ed evitarne la chiusura. Circolazione sospesa fra Pontegaleria e Fiumicino, sulla linea FL1, quella che porta all’aeroporto, chiuso un tratto della tangenziale est.

Danni anche in centro a Roma, dove si è allagata la boutique di Cavalli, a due passi da Piazza di Spagna, e il Museo di arte contemporanea Carlo Bilotti a Villa Borghese. Un pino alto 25 metri è crollato all’Eur. Questo lo scenario dopo un’ora e mezza di pioggia torrenziale. Attimi di paura anche in via di Boccea, dove parte di un tetto di una palazzina è crollato sotto la spinta di una tromba d’aria. I residenti, alcuni feriti altri colti da crisi di panico, sono stati soccorsi dai vigili del fuoco e dal 118. Quattro le famiglie evacuate.

Intanto dal Campidoglio l’assessore al Lavori pubblici Paolo Masini, che ha parlato di «danni ingenti» dopo il violento nubifragio di oggi, ha annunciato che il 2 settembre partirà una task force per la pulizia dei tombini. Perchè è il mancato deflusso dell’acqua piovana il principale responsabile degli allagamenti come quelle delle linee metro. I romani potranno scrivere mail e sarà attivo un numero verde dove potranno essere segnalate criticità e luoghi dove intervenire. Dopo un’ora e mezza, è tornato a splendere il sole. Una badante filippina, in Italia da qualche anno, ha confidato alla donna che assiste: «Sembra il clima delle nostre parti, e mi fa paura».

Una tromba d’aria ha attraversato alcune località del litorale romano. In particolare sono state colpite Santa Marinella, Santa Severa e Ladispoli. Già domenica scorsa nella stessa zona si era abbattuta un’altra tromba daria, provocando diversi danni. Sul posto sono al lavoro i vigili del fuoco.

Il violento acquazzone che si è abbattuto sull’aeroporto di Fiumicino ha provocato la chiusura dello scalo per mezz’ora, dieci voli sono stati dirottati sull’aeroporto Capodichino di Napoli. Appena avranno fatto rifornimento e soprattutto lo scalo romano tornerà a regime, i voli torneranno a Fiumicino. Lo si apprende da fonti della Gesac, società di gestione dell’aeroporto napoletano. Tre voli Alitalia che dovevano atterrare a Fiumicino sono stati dirottati a Pisa mentre un volo Ryanair proveniente da Manchester, il cui atterraggio era previsto a Ciampino, è stato dirottato a Pescara. Il volo con a bordo il «boss» Vincenzo Trianni proveniente dalla Spagna sarebbe stato dirottato in altro aeroporto. A quanto si apprende la sede scelta per l’atterraggio sarebbe quella di Ancona.

«Un pino alto circa 25 metri è caduto intorno alle 1.40 di stanotte sulla villa che ospita gli studi televisivi di Roma Uno all’Eur. La caduta dell’albero ha causato danni a tre muri perimetrali e alle due parabole di ricezione e di trasmissione satellitare. Allagamenti all’interno dello stabile».

Allagamenti sparsi in zona Ladispoli e Cerveteri. A Ladispoli, si è allegata piazza Rossellini e alcune vie della città. Allagamenti anche a Cerenova. Ad Aranova una automobile è finita in un fosso. Il conducente è riuscito a salvarsi. I vigili del fuoco hanno allestito un punto mobile in via dei Bolivi a Ladispoli.

Traffico congestionato sulla via Pontina a causa di due incidenti stradali tra lo svincolo Via Di Decima/Ospedale S.Raffaele e lo svincolo Pratica Di Mare/Torvajanica in entrambe le direzioni. La circolazione è fortemente rallentata.

Fonte:www.ilmessaggero.it



Iniziati voli di addestramento

(ANSA) – BOLZANO, 30 APR – ”Oggi abbiamo iniziato i voli di addestramento sull’aeroporto di Bolzano, che andranno avanti fino a sabato. Se dall’Enac arriva il via libera, potremmo garantire i voli di linea per Roma da fine maggio”. Lo ha detto l’ad di Darwin Airline, Maurizio Merlo.”Visto – ha spiegato – che siamo gli unici ad aver partecipato al bando per la concessione, ci portiamo avanti. Serviranno comunque ancora una ventina di giorni di preparativi”. La concessione vera e propria inizia fine giugno.

Fonte:www.ansa.it


6 Febbraio 2013

Washington taglia le commesse dei cargo italiani e a Roma tutti tacciono

di Gianandrea Gaiani

La spesa militare non porta voti. Se ne sono accorti in questi giorni tutti i leader politici italiani impegnati a smarcarsi dal programma per il cacciabombardiere F-35 che negli ultimi 15 anni tutti i governi avevano sottoscritto. Con i costi in crescita e i mille problemi tecnici da risolvere il programma militare più costoso e sofisticato della storia è al centro del dibattito politico e industriale negli Stati Uniti e in molti Paesi che hanno aderito al programma mentre in Italia il cacciabombardiere è diventato un “orfanello” del quale tutti negano la paternità. Eppure proprio la politica e soprattutto il governo dovrebbero alzare i toni con gli Stati Uniti circa le scelte sulle acquisizioni militari. Perché mentre l’Italia si è impegnata a spendere una quindicina di miliardi di euro (almeno) per dotare Marina e Aeronautica dei cacciabombardieri americani F-35 il Pentagono, impegnato a far quadrare i conti con i tagli imposti da Barack Obama, cancella le commesse per gli aerei italiani da trasporto C-27J Spartan destinati alle forze armate e alla Guardia Nazionale e per i vecchi G-222 che gli americani avevano acquistato ammodernati da Alenia Aermacchi (Gruppo Finmeccanica) per consegnarli alle forze aeree afghane.

Nel primo caso il taglio al programma dei cargo tattici ha fatto infuriare la Giardia Nazionale statunitense che aveva selezionato l’aereo italiano (che sta ottenendo un buon successo di export nel mondo) perché meno costoso sotto tutti i profili del più grande aereo cargo C-130 e degli elicotteri da trasporto CH-47 .
Il Pentagono ha però deciso di cancellare l’ordine che prevedeva 38 aerei (inizialmente erano 78) e i 21 già in servizio (costati 1,6 miliardi di dollari) verranno probabilmente venduti sul mercato dell’usato. Una decisione che danneggerà ulteriormente l’azienda italiana che avrà maggiori difficoltà a vendere aerei nuovi se gli Stati Uniti metteranno sul mercato C-27J a “chilometri zero”.

Nel caso dei G-222 (il predecessore del C-27J) lo smacco al “made in Italy” ha il sapore della beffa. Gli Stati Uniti hanno cancellato il programma per 20 aerei da trasporto alle neonate forze aeree afghane lamentando improvvisamente la scarsa operatività dell’aereo, della quale si soni accorti stranamente solo dopo che 16 velivoli su 20 erano stati consegnati a Kabul. Inoltre una disponibilità giornaliera di 8/10 aerei su 16 non sembra certo scandalosa se si considerano i turni manutentivi e l’incompleto addestramento dei tecnici afghani. La decisione del Pentagono di cancellare i G-222 comporterà inoltre risparmi solo per 60 milioni di dollari a fronte dei quasi 600 già spesi ma priverà gli afghani dei velivoli sui quali stanno addestrandosi da due anni.
Il taglio dei programmi C-27J e G-222 pare in realtà pretestuoso e teso non a risparmiare denaro ma a passare le commesse sottratte all’industria italiana a quella statunitense. Basti considerare che i tagli avvantaggeranno Lockheed Martin , la stessa azienda che produce il cacciabombardiere F-35, che fornirà i suoi cargo C-130 Hercules sia alla Guardia nazionale statunitense sia alle forze afghane al posto dei velivoli italiani. Un’ulteriore conferma dell’applicazione della linea “autarchica” varata da Barack Obama già nel 2009 e sintetizzabile con lo slogan “buy american” che impone al Pentagono di acquistare prodotti “made in USA” .

Spiace però constatare che Roma ingoi il rospo e taccia senza reagire o minacciare “rappresaglie” commerciali. Già molti Paesi hanno espresso perplessità sui costi e le prestazioni degli F-35 e se anche l’Italia lo facesse le sorti del mega-programma  americano diverrebbero ancora più incerte. E’ accettabile che a Roma nessuno negozi l’acquisizione dei 90 jet con il rispetto delle commesse americane di aerei italiani? A metà gennaio è giunto in visita a Roma il Segretario alla Difesa, Leon Panetta (in procinto di lasciare l’incarico a Chuck Hagel ) che ha firmato molti dei tagli apportati al bilancio del Pentagono. E’ ammissibile che nel governo Monti nessuno abbia lamentato i danni inflitti alla nostra industria aeronautica?

Fonte:http://news.panorama.it


2 Dicembre 2012

…Si riaccende il mito degli anni70

“Benvenuti nel luogo in cui le ambizioni volano alto”. “Raggiungi le stelle: unisciti ad una delle linee aeree più premiate”. Sembrerebbero gli slogan – ormai considerati vintage – della Pan Am negli anni Sessanta, quando la hostess era una posizione ambitissima e il lavoro a bordo, decisamente ben pagato, era visto come una strategia di emancipazione, la chiave d’accesso a una vita in giro per il mondo.

Sembrerebbe, ma non è così: il primo slogan è l’incipit di uno degli annunci “Opportunità di lavoro” nella sezione Careers del sito di Qatar Airways, linea aerea con base a Doha, nata nel 1993 e inizialmente per il 100% di proprietà della famiglia reale del Qatar, oggi azionista al 50%. Il secondo è il claim dell’annuncio di una selezione che ha riguardato il personale di bordo e che si è svolto a Roma, allo Sheraton Parco de’Medici, non lontano dall’aeroporto di Fiumicino, domenica 2 dicembre.

Accanto alla foto di una hostess sorridente, vestita con la tradizionale uniforme bordeaux, colore simbolo di Qatar Airways, le istruzioni, poche e chiare: presentarsi alle nove del mattino – “precise”, recita l’annuncio: niente “ritardi accademici” all’italiana, si legge tra le righe, per sfoderare un luogo comune -, portare con sé il proprio curriculum con foto, sia a tutta lunghezza sia in formato passaporto.

Alla selezione si stanno presentando in tanti: qualche settimana fa, durante la giornata di recruitment organizzata da Emirates a Malpensa il personale dell’hotel aveva dovuto aggiungere un centinaio di sedie a quelle già previste, considerata l’affluenza record di circa 300 persone.

Allettate da un contratto da 2 mila euro al mese tax free, alloggio gratis e tutta una serie di benefit della durata di 3 anni, le aspiranti hostess – e aspiranti steward: a Milano, per Emirates, gli uomini presenti erano 1 su 3 – erano pronte a trasferirsi all’ombra del Burj Khalifa senza battere ciglio. La scena, dunque, potrebbe ripetersi alla corte di Qatar Airways, che ha ricevuto il premio Skytrack come Migliore Linea Aerea nel 2012 e per 7 anni ha guidato la classifica con il titolo Migliore Cabin Crew nel Medioriente.

Cosa spinge i giovani italiani a intraprendere una carriera che, in Europa, è stata oggetto di un vistoso declino – sia in termini d’immagine sia in termini economici – complice la crisi del settore aereo? In primo piano c’è un business in continua crescita: Qatar Airways nell’anno 2010/2011 ha trasportato 16milioni di passeggeri, attualmente serve circa 120 destinazioni e a breve inaugurerà nuove tratte tra cui Varsavia, Phnom Penh, Chicago.

L’azienda – data più volte sulla via del doppio listing Londra-Doha, ma mai confermato – possiede 100 aerei e ha ad oggi ne ha ordinati più di 250 per un valore di più di 50 miliardi di dollari. Nel 2013, poi, dovrebbe aprire il proprio hub: il New Doha International Airport è frutto di un investimento di 15,5 miliardi di dollari ed entro il 2015 dovrebbe ospitare 50 milioni di passeggeri all’anno.

Accanto, ci sono gli elevati standard qualitativi delle compagnie mediorientali, lo stipendio superiore a quello offerto dalle compagnie europee, ma anche la voglia di viaggiare e di conoscere realtà nuove. Ma anche quella di recuperare una grandeur che sembrava tramontata con la crisi del trasporto aereo e che invece ha semplicemente spostato il proprio asse verso Est.

twitter@MartaCasadei.

Fonte:http://nuvola.corriere.it


SOCIAL NETWORKS

Seguici sui Social

Aeroclub Modena è presente sui maggiori canali Social. Per qualsiasi informazione non esitate a contattarci. Sapremo rispondere puntualmente ad ogni vostra necessità.