soccorso

20 Ottobre 2013

Il Grumman HU-16 Albatross era un aereo anfibio bimotore a scafo centrale ad ala alta prodotto dall’azienda statunitense Grumman dagli anni quaranta agli anni sessanta.

File:Hu16-N3HU-071022-13-12.jpg

Originariamente designato SA-16, è stato rinominato HU-16 nel 1962.

Storia del progetto

Negli anni quaranta venne emesso una specifica per la fornitura di un idrovolante destinato ad operare in pieno oceano per missioni di ricerca e soccorso dei piloti abbattuti; tra le richieste la necessità di poter ammarare in condizione di mare agitato.

File:Grumman HU-16A Albatross Aeronautica Militare.jpg

Impiego operativo

Militare

Stati Uniti d’America

La maggior parte degli Albatross, inizialmente designati SA-16, vennero impiegati dall’USAF, principalmente nel servizio di soccorso aereo. L’USAF venne impiegato operativamente durante la guerra di Corea dove si guadagnò la reputazione di modello particolarmente robusto. Successivamente, ridesignato HU16 e nella versione B a lungo raggio, l’Albatross venne ampiamente utilizzato dal Aerospace Rescue and Recovery Service USAF durante la guerra del Vietnam.

GUARDA VIDEO

Captain Don restores Grumman HU-16 Albatross (the story)

https://www.youtube.com/watch?v=vJhyqT9DMOg

La U.S. Navy impiegò gli HU-16D Albatross in missioni SAR (ricerca e soccorso) da basi aeree sulla costa sia dal territorio statunitense che in quelle presenti all’estero. Venne utilizzato anche in operazioni di supporto aereo in ogni parte del mondo e per le “skunk runs” dalla NAS Agana di Guam durante la guerra del Vietnam. Goodwill flights were also common to the surrounding Trust Territory of the Pacific Islands nei primi anni settanta. Vennero frequentemente utilizzati anche per i test di decollo ed ammaraggio assistiti dai sistemi JATO presso le NAS Agana di Guam, Naval Station Guantanamo Bay di Cuba, NAS Barbers Point nelle Hawaii e NAS Pensacola in Florida.

Gli HU-16 operarono per lunghi anni anche con la U.S. Coast Guard in operazioni dalla costa ed in operazioni SAR a lungo raggio fino a quando venne rimpiazzato dagli HU-25 Guardian e Lockheed HC-130.

Italia

Gli Albatross giungono in Italia, grazie al programma Mutual Defence Assistance Program, nel 1958 ed assegnati all’Aeronautica Militare. Gli esemplari sono degli HU-16A surplus ex USAF ma pur se sono modelli già sfruttati sono utilizzati per sostituire gli oramai obsoleti CANT Z.506 operativi nella Regia Aeronautica fin da prima dello scoppio della seconda guerra mondiale. Vennero assegnati al 15º Stormo con compiti SAR e Combat SAR rimanendo in servizio operativo fino alla radiazione dell’ultimo esemplare avvenuta nel 1979.

File:Grumman HU-16A Albatross MM50174 Aeronautica Militare.jpg

L’esemplare attualmente esposto presso il Museo storico dell’Aeronautica Militare di Vigna di Valle apparteneva all’85º Gruppo C/SAR del 15º Stormo.

Civile

Nel 1970, la Conroy Aircraft realizzò una conversione del HU-16A equipaggiandolo con 2 turboeliche Rolls-Royce Dart alla quale diede la designazione Conroy Turbo Albatross. Realizzato in un singolo prototipo, immatricolato N16CA, non ebbe sbocchi commerciali.

Molti esemplari surplus vennero venduti ad operatori civili ed acquistati, soprattutto, da utilizzatori privati. La compagnia aerea che maggiormente utilizzò l’Albatross fu la statunitense Chalk’s International Airlines che operò con 5 esemplari in servizio di linea collegando la Florida con vari punti delle isole Bahamas, ammarando nelle lagune ed altre superfici acquatiche.

Varianti

XJR2R-1
designazione dei prototipi realizzati in 2 esemplari.

HU-16A (originalmente designato SA-16A)

versione USAF.

HU-16A (originalmente UF-1)

versione per l’Indonesia.

HU-16B (originalmente SA-16A)

versione USAF.

SHU-16B

versione da esportazione. HU-16B modificata per la lotta antisommergibile.

HU-16C (originalmente UF-1)

versione U.S. Navy.

LU-16C (originalmente UF-1L)

versione U.S. Navy.

TU-16C (originalmente UF-1T)

versione U.S. Navy.

HU-16D (originalmente UF-1)

versione U.S. Navy.

HU-16D (originalmente UF-2)

versione per la Germania.

HU-16E (originalmente UF-1G)

versione U.S. Coast Guard.

HU-16E (originalmente SA-16A)

versione USAF.

G-111 (originalmente SA-16A)

versione USAF.

CSR-110

versione RCAF.

Utilizzatori

Militari

Argentina Argentina
Brasile Brasile
Canada Canada
operò con 10 esemplari ridesignati CSR-110 consegnati tra il settembre 1960 ed il marzo 1961.
Cile Cile
Colombia Colombia
Filippine Filippine
Germania Germania
Grecia Grecia
Islanda Islanda
Indonesia Indonesia
Italia Italia
Giappone Giappone
operò con 6 HU-16D ex U.S. Navy dal 1961.
Malesia Malesia
operò dal 1976 al 1993.
Messico Messico
Norvegia Norvegia
Pakistan Pakistan
Perù Perù
Portogallo Portogallo
Spagna Spagna
ridesignato AD-1 è entrato in servizio nel 1954.
Taiwan Taiwan
Thailandia Thailandia
  • Royal Thai Navy
Stati Uniti Stati Uniti
Venezuela Venezuela

Civili

(lista parziale)

Stati Uniti Stati Uniti

Esemplari attualmente esistenti

In Italia

Constuction number Data di consegna all’USAF Data di consegna all’AMI Matricola militare Codice Luogo di conservazione Stato
c/n G-62 25 maggio 1951 ? MM 50-174 15-2 Aeroporto di Cameri (NO) condizioni buone
c/n G-63 28 maggio 1951 ? MM 50-175 15-3 sommerso nel lago di Bracciano precipita per stallo in decollo nel lago di Bracciano 11 agosto 1971 con la morte del pilota cap. Angelo Natale
c/n G-65 12 giugno 1951 ? MM 50-177 15-4 Aeroporto di Lampedusa (AG) condizioni pessime
c/n G-68 20 luglio 1951 ? MM 50-179 15-5 Vigna di Valle – Museo storico AM condizioni ottime
c/n G-69 23 luglio 1951 ? MM 50-180 15-6 Aeroporto di Cuneo-Levaldigi (CN) condizioni non buone
c/n G-72 12 settembre 1951 ? MM 50-182 15-7 Air – Acqua – Park – Ditellandia Castel Volturno (CE) smontato (se ancora esiste)
c/n G-110 19 febbraio 1952 ? MM 51-035 15-8 Aeroporto di Roma-Ciampino (RM) condizioni ottime
c/n G-112 18 febbraio 1952 ? MM 51-037 15-9 Aeroporto di Gorizia-Merna condizioni pessime
c/n G-207 ? ? MM 51-7157 15-10 ? Sorte sconosciuta
c/n G-225 ? ? MM 51-7175 15-11 Aeroporto di Brindisi-Casale condizioni sconosciute
c/n G-342 ? ? MM 51-7252 15-12 ? Sorte sconosciuta
c/n G-344 ? ? MM 51-7253 15-14 Museo dell’Aria e dello Spazio – Due Carrare (PD) fino al 17/05/2013 Demolito dopo acquisto all’asta°

° VEDI ARTICOLO

https://aeroclubmodena.it/2013/10/comprano-l%e2%80%99idrovolante-all%e2%80%99asta-e-lo-riducono-subito-in-rottami/

File:Vigna di Valle 20110812 — Grumman HU-16 Albatross — MM 50-179.jpg

Descrizione
Tipo aereo anfibio multiruolo
Equipaggio 2
Costruttore Stati Uniti Grumman
Data primo volo 24 ottobre 1947
Data entrata in servizio 1949
Utilizzatore principale Stati Uniti USAF
Altri utilizzatori Stati Uniti U.S. Coast Guard
Stati Uniti U.S. Navy
Italia Aeronautica Militare
Canada RCAF
Esemplari 466
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 19,16 m (62 ft 10 in)
Apertura alare 24,4 m (80 ft)
Altezza 7,8 m (25 in 10 ft)
Superficie alare 82 m² (883 ft²)
Peso a vuoto 9.100 kg
(20.000 lb)
Peso max al decollo 15.000 kg (33.000 lb)
Passeggeri fino a 10
Capacità combustibile 4.068,875 L, più 1.135,5 L in serbatoi supplementari
Propulsione
Motore 2 radiali Wright R-1820-76
Potenza 1.425 hp (10.063 kW)
Prestazioni
Velocità max 380 km/h
(236 mph, 205 kt)
Velocità di crociera 241 km/h
(150 mph, 130 kt)
Velocità di salita 1 min a 427 m
Corsa di decollo 360 m
Atterraggio 700 m (con ostacolo 15 m)
Autonomia 4.587 km
(2.850 mi, 2.477 nm)
Tangenza 6.553 m (21.500 ft)

Fonte:http://it.wikipedia.org & www.youtube.com


29 Aprile 2013

Prima uscita in Dolomiti per le unità cinofile della Croce Rossa. Impegnati quaranta cani da ricerca e due AB 205

OBEREGGEN. Un’esercitazione di simili dimensioni, sopra i duemila metri di quota, con tanta, troppa neve bagnata fradicia, sotto a un sole cocente, con impegnate oltre una quarantina di unità cinofile della Croce Rossa (altoatesina e anche trentina), portate avanti e indietro dai mastodontici elicotteri AB 205 dell’Aviazione dell’Esercito… Da queste parti, qualcosa del genere non si era mai visto.

L’esercitazione si è tenuta ieri a Obereggen. E vale la pena raccontarla, perché in troppi danno per scontata la presenza di questi angeli custodi, sempre pronti a intervenire quando qualcuno si smarrisce sulle nostre montagne. In troppi, a dare per scontata un’attività di notevole complessità.

A dirla a parole, infatti, bastano pochi secondi, ma in realtà non si tratta di un gioco da ragazzi. Perché di mezzo non ci sono soltanto persone, ma pure cani da ricerca. E mentre alle persone basta spiegare come funziona perché capiscano e si adeguino, coi cani è tutto un altro paio di maniche: o si fidano, o sei spacciato. E rischi.

Ti avvicini a capo chino, rasoterra, apri il portellone dell’elicottero, fai salire il cane, sali tu, poi ti imbraghi, assicuri il cane, chiudi e poi via, si decolla. Arrivi in quota, apri il portellone, scendi, chiudi, ti allontani.

Capaci tutti, ti vien da pensare. E invece, ci vogliono ore solo per rinfrescare la memoria a dei conduttori di cani esperti come quelli della Croce Rossa, agli ordini del delegato regionale Aldo Bertagnolli. Il prossimo anno, le unità cinofile altoatesine compiranno vent’anni. Gente che ne sa, appassionata: poche parole, ancor meno fronzoli. Tolte la Pusteria e l’Alta Venosta, coprono l’intera provincia. Ogni anno, una sessantina di interventi per la ricerca di persone scomparse. In Alto Adige, non si occupano di soccorso in ambiente alpino, ossia su roccia o in zone difficoltose. Ché da noi ci pensano i soccorsi alpini. Molti volontari della Croce Rossa, però, hanno comunque ottenuto i brevetti internazionali del loro organismo. Che poi, a livello mondiale, è l’unico riconosciuto da tutti a prima vista, proprio grazie alla croce rossa. Tutti, turisti compresi, di qualunque nazionalità siano: se li vedono, si fidano.

Se parli con loro a tu per tu, ti raccontano di una situazione non semplicissima, in Alto Adige. Dove troppi cinofili si fanno belli, parlando delle loro competenze non proprio del tutto acclarate, del troppo vantarsi dei cani molecolari che tanto vanno di moda anche se poi… Ufficialmente, però, parlano bene di tutti i loro colleghi: «Ognuno, ogni gruppo di cinofili, ha la sua peculiarità».

La Croce Rossa, invece, utilizza in pratica qualsiasi tipo di cane. Normale. Perché non ce n’è uno più adatto di un altro. Semmai, ce n’è che non sono tanto adatti, tipo i San Bernardo: nonostante le credenze popolari, sono troppo pesanti per intervenire sulle valanghe. I bolzanini, perciò, utilizzano golden retriever, labrador, pastori tedeschi, lupi italiani e lupi cecoslovacchi, terrier, schnauzer e via abbaiando.

Perché sono cani signorili, intelligentissimi. Ma quando vengono avviate le turbine degli AB 205 e il rotore comincia a vorticare, si mettono tutti ad abbaiare. Invasati. Non che non si divertano anche loro, specie una volta atterrati sopra un metro di manto immacolato, ai piedi delle cime del Latemar. Ma percepiscono anche loro la delicatezza delle operazioni in corso.

Prima, l’intera sequenza di salita e discesa dal velivolo viene provata a elicotteri spenti, su un pratone in piano, fra i masi di Obereggen. Poi, quando tutti hanno preso confidenza, si accendono le turbine e si riprova. Spostamenti d’aria traditori, rombo assordante, il pericolo dei rotori, ché se non sai come fare rischi di rimanere decollato. E i cani, da tenere stretti al guinzaglio perché si agitano.

Ma prova che ti provo, imparano. E allora, si decolla per lassù: sella innevata a 2030 metri, sulle piste da sci deserte e chiuse, dove da decenni ad aprile non si vedeva tanta neve. Così tanta che il punto prescelto per atterrare viene usato solo per quattro coppie cane-conduttore.

Le altre vengono scaricate altrove, in condizioni meno drammatiche. Perché i primi quattro cani devono nuotare in un metro e mezzo di neve. Bagnata fradicia. Pesante. Che sfacchinata!

Fonte:http://altoadige.gelocal.it


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