2013 Maggio

Tutte le news dall’Aeroclub di Modena


Giovedì alle 10 i funerali al Santuario della Madonna del Divino Amore

L’Elvis de Noantri è morto. Little Tony se n’è andato in silenzio, assieme al suo ciuffo di ragazzo per sempre. Settantadue anni consumati a tempo di rock e finiti in clinica, nel dolore spietato di una malattia senza scampo. Little Tony era in coma, colpito da un tumore alle ossa contro il quale il suo cuore matto stava lottando da mesi. La notizia era ormai di dominio pubblico nel mondo della musica, molti i colleghi che negli ultimi giorni tempestavano di telefonate la famiglia e gli amici di Little Tony per chiedere notizie, da Mina a Morandi, a Pippo Baudo.

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L’AFFETTO. Segno dell’affetto e della popolarità che circonda il cantante di successi che appartengono alla memoria collettiva, da Cuore matto (una sorta di sigla personale) a Riderà, a La spada nel cuore. Ma Tony non è stato solo un protagonista della nostra musica, è un personaggio legato al costume, un raro esempio di artista fedele al mito di Elvis Presley e del primo rock’n’roll. Una generazione, la sua, cresciuta negli anni Cinquanta, proprio mentre Rock around the clock e Jailhouse rock cambiavano la musica e in Italia dominava ancora la canzone ipermelodica. Little, nato a Tivoli da una famiglia di sanmarinesi, si era fatto le ossa assieme ai fratelli cantando nei matrimoni nei ristoranti dei Castelli, poi un giorno durante un contest al Teatro Smeraldo di Milano arrivò un impresario inglese che lo invitò a fare un tour Oltremanica.

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Per Little Tony and his brothers (così si chiamavano) fu successo che durò un paio d’anni. Quando tornò in Italia, insomma, si era già fatto le ossa e poteva affrontare la sfida su un terreno in cui il principale avversario era un altro fan di Elvis, Adriano Celentano.

LE RIVALITÀ. Le rivalità sono da sempre state il sale del music business italiano, ma nel loro caso la rivalità si trasformò in una sorta di momentanea alleanza e, nel 61, Little e il Molleggiato si trovarono fianco a fianco sul palco di Sanremo a cantare 24 mila baci. Arrivarono secondi e, anche se il successo fu in gran parte assorbito da Adriano, per Little cominciò la popolarità. Una popolarità fatta del suo personaggio fedele alla prima ora del rock, ma capace di una sottile vena melodica presente in tutti i suoi successi. Una popolarità duratura che è continuata fino ad oggi con un’impressionante serie di date e concerti e non solo in Italia. Qualche anno fa, proprio durante un tour in Canada, Tony fu vittima di un infarto.

Fonte:www.ilmessaggero.it



Nonostante crisi e deficit, l’Italia non accenna a tagliare le spese per la Difesa: pochi giorni fa la AgustaWestland ha consegnato un altro dei 116 elicotteri che il nostro paese sta pagando 39 milioni di euro l’uno. Che ne pensa il ministro Mauro?

Crisi o non crisi, alla faccia della spending review e dei tagli annunciati alla casta, l’Italia continua a spendere milioni (anzi, miliardi) di euro in armamenti. AgustaWestland (gruppo Finmeccanica) ha infatti consegnato lo scorso 2 maggio all’Esercito italiano il primo elicottero NH-90 Tth in configurazione Foc (Final Operational Capability) durante una cerimonia ufficiale svoltasi nello stabilimento AgustaWestland a Venezia-Tessera, alla presenza dei generali Giangiacomo Calligaris e Francesco Langella.

Non si tratta di una consegna come tutte le altre, però. Il programma NH-90 è infatti il maggior contratto europeo per la fornitura di elicotteri militari di tutti i tempi, come affermato dalla stessa azienda produttrice: si tratta infatti di fornire 529 unità a 19 forze armate di 14 Nazioni, tra cui paesi in grave crisi economica come Italia, Portogallo, Spagna e perfino Grecia.

La storia di questi velivoli parte da lontano, dagli anno ’80, quando venne varato il programma internazionale per la realizzazione del nuovo NATO Helicopter; con la caduta del muro di Berlino e lo sgretolamento dell’URSS tuttavia il progetto subì dei rallentamenti (era scomparso il nemico numero uno per cui gli elicotteri erano stati concepiti) per poi riprendere vita nel 2000, quando l’Italia, insieme ad altri paesi, formalizzò la commessa per la fornitura di 116 nuovi NH-90, 60 per l’esercito e 56 per la marina militare. Il primo elicottero venne consegnato nel nostro paese nel dicembre 2007, ma in una versione diversa da quello uscito dalla linea di produzione giovedì scorso, che è stato il primo con capacità operativa completa (FOC = Full Operational Capability). Il debutto purtroppo non fu dei migliori: pochi mesi dopo la consegna, il primo NH-90 si inabissò durante un’esibizione sul lago di Bracciano, affondando a 150 metri dalla riva e causando la morte del pilota, il capitano Filippo Fornassi.

Ma quanto sono costati questi elicotteri di ultima generazione, adatti – sempre secondo AugustaWestland – a missioni di trasporto tattico, trasporto di carico, operazioni speciali, ricerca e soccorso, di addestramento ed evacuazione di feriti, ma che la Difesa definisce anche anti sommergibile e anti nave, quindi da guerra – e già impiegati dall’Italia in Afghanistan?

Qui le cose si complicano un po’. Secondo l’unica informazione ufficiale rintracciabile sul sito del ministero della Difesa, ma datata 2007 l’impegno finanziario previsto dall’Italia per il programma “Ala Rotante” di cui fanno parte gli Nh-90 “ammonta a circa 3.890 milioni di euro per la fornitura di n. 50 elicotteri TTH per l’EI e di n. 50 elicotteri per la MM”, per un costo unitario che ammonta (o ammontava, visto che i dati sono vecchi di sei anni) a circa 39 milioni di euro per unità. AgustaWestland parla però esplicitamente di una commessa italiana pari a 116 elicotteri, pari a una spesa totale che supera i 4,5 miliardi di euro.

La Grecia ha ordinato 20 elicotteri NH90, di cui 4 sono stati già consegnati; ne restano ancora 16 da pagare, ma è noto che il paese ellenico, stretto nella morsa del deficit, ha già annunciato di voler tagliare il bilancio della difesa; tuttavia non è ancora chiaro se le sforbiciate riguarderanno proprio il programma NH-90. Per quanto riguarda l’Italia, il nuovo ministro Mario Mauro, obiettore di coscienza storico, non ha ancora dichiarato che cosa prevede di fare riguardo al bilancio delle spese  militari italiane: l’avanzamento del programma “Ala rotante” potrebbe dargliene l’occasione?

Fonte:www.vita.it



In 3 mesi la perdita sale a 157 milioni
raddoppia la liquidità. Del Torchio:
«A giugno nuovo piano industriale»

Alitalia archivia il primo trimestre con una perdita in aumento a 157 milioni di euro e una liquidità disponibile di 159 milioni di euro. E con questi numeri, ereditati dalla precedente gestione, che inizia la stagione di Gabriele del Torchio, che oggi ha presentato i risultati del trimestre al suo primo cda dopo quello che l’ha nominato e ha annunciato che è in corso l’elaborazione del piano industriale 2013/2016, che dovrebbe essere sottoposto al consiglio di fine giugno. 

Nei primi tre mesi dell’anno, la compagnia ha messo a segno un rosso di 157 milioni di euro, in aumento rispetto ai -131 milioni dello stesso periodo del 2012 e un risultato operativo (Ebit) pari a -136 milioni da -109 milioni, a causa soprattutto – precisa la compagnia – della «forte diminuzione dei proventi non ricorrenti». I ricavi totali del periodo ammontano a 729 milioni, grazie soprattutto all’aumento della gestione passeggeri e al decremento dei proventi non ricorrenti (22 milioni dai 69 milioni del 2012): i ricavi da traffico passeggeri sono aumentati dell’1,2%, con un -7,4% nel mercato domestico, un +1,1% in quello internazionale e +11,5% in quello intercontinentale. 

La liquidità disponibile, che a fine anno era di appena 75 milioni di euro, è pari a 159 milioni (comprese le linee di credito non utilizzate), mentre l’indebitamento finanziario sale a 1,023 miliardi (inclusi i 95 milioni del finanziamento soci), di cui 636 mln è la quota per l’indebitamento sulla flotta. 

Migliora invece il tasso di riempimento degli aerei (load factor), che sale migliorato dal 68,8% al 70,7% e la puntualità dei voli in arrivo è dell’87%. Inoltre, l’indice di regolarità dei voli raggiunge il 99,5% e migliora l’indice dei bagagli disguidati, che si attesta al 5,5 per mille passeggeri. 

«Nel periodo gennaio – marzo 2013 i risultati dei principali parametri di qualità e affidabilità del servizio hanno mantenuto livelli di eccellenza», sostiene la compagnia, sottolineando che, «per far fronte alla criticità sul versante della domanda, legata al contesto di crisi economico-finanziaria dell’Eurozona, oltre che al sempre più acceso scenario competitivo, il Gruppo ha intrapreso azioni di ottimizzazione della propria capacità».  

Fonte:www.lastampa.it



I voli della cancelleria tedesca saranno protetti da sistemi antimissile della Northrop Grumman. Il sistema sarà installato sui due ACJ319 in dotazione a Berlino dal 2010. I conflitti in Medio Oriente e Africa, scrive Bloomberg Businessweek, fanno temere che gruppi armati riescano a dotarsi di missili a ricerca di calore capaci di intercettare i motori degli aerei.

Il settimanale ricorda l’attacco a un Boeing 757 della Arkia Israeli Airlinese, bersaglio di due missili nel 2002 al decollo dall’aeroporto di Mombasa in Kenya. Un anno dopo toccò invece a un Airbus A300 della DHL costretto a un atterraggio di emergenza a Baghdad.

La Germania cerca quindi di premunirsi da considerato anche il ruolo che riveste all’interno della Nato e i 4.200 soldati tedeschi di stanza in Afghanistan. L’accordo da 26 milioni di dollari per la fornitura del sistema di contromisura direzionale a infrarossi AN/AAQ-24(V) , scrive Flight Global, è stato raggiunto attraverso il dipartimento della Difesa statunitense.

Airbus non ha commentato la notizia dell’aggiornamento dei sistemi che secondo la nota rilasciata dal Pentagono dovrebbe essere completato entro il 2016. Nothrop Grumman, ha sottolineato la difesa Usa, è inoltre in contatto con Oman e Qatar per proteggere i voli dei propri capi di Stato. Equipaggiamenti la cui lista di acquirenti comprende anche l’Arabia Saudita e il Marocco.

Fonte:www.formiche.net



Recentemenete si è svolta la cerimonia di consegna all’aviazione della flotta indiana della 303° squadriglia dotata di caccia russi Mig-29K. Ciò significa che la flotta indiana dispone ora di possibilità fondamentalmente nuove per la dimostrazione della forza lontano dalle proprie coste. Nessun’altra flotta dei paesi asiatici possiede attualmente tali possibilità.

Il Mig-29К è una versione radicalmente modernizzata del caccia Mig-29. L’aereo è caratterizzato da una bassa visibilità per i radar, ha una elevata distanza di volo ed è dotato di radar. Мig-29К può essere non solo rifornito di combustibile in volo ma può fungere esso stesso da aereo rifornitore in quanto sul medesimo è installato uno speciale aggregato di rifornimento. La distanza massima di volo dell’aereo con serbatoi di combustibile appesi è di 3000 chilometri, con un rifornimento in volo è di 5500 chilometri. In base al primo contratto per l’acquisto di Mig-29K e Mig-29KUB(versione biposto), stipulato nel 2004, l’India ha ricevuto 12 aerei (consegne completate nel 2011). Nel 2010 è stato firmato il contratto per la fornitura di ancora29 aerei del valore complessivo di 1,5 miliardi di dollari.

A giudicare dalle dichiarazioni dei dirigenti militari indiani e dai lavori degli studiosi militari, la flotta indiana ha di fronte il compito di accrescere le proprie possibilità per la proiezione della forza nella zona dell’Oceano Indiano e, in futuro, in regioni del mondo più lontane. Con l’acquisto di una nuova portaerei russa e con l’entrata in servizio di una squadriglia di aerei da bordo moderni l’India ha compiuto un passo importante in questa direzione.

Per le sue possibilità Mig-29К supera molto il caccia Sukhoj Su-33 sulla base del quale è stato studiato l’aereo cinese J-15. Non solo, ma Mig-29К ha dimensioni minori, per cui nell’hangar della portaerei ne può essere piazzato un quantitativo maggiore. Nel 2014 la flotta russa ha ordinato 24 aerei Mig-29К e Mig-29KUB di cui sarà formato il rinnovato gruppo aereo della portaerei “Admiral Kuznetsov”.

La rielaborazione del progetto di Mig-29, realizzata nell’ambito del contratto con la flotta indiana, prevedeva anche un’altra importante modernizzazione supplementare, ossia le nuove versioni per le truppe terrestri degli aerei Mig-29М e Mig-29М2 (biposto). Sulla loro base è stato studiato il progetto di modernizzazione dell’aereo Mig-29, noto come Mig-29UPG. Nel 2008 con l’Aeronautica militare indiana è stato stipulato il contratto per la modernizzazione di 53 caccia indiani Mig-29 che prevede la trasformazione della versione 9-12B in versione Mig-29UPG. Nove Mig-29UB da addestramento e combattimento della versione 9-51 vengono trasformati in versione Mig-29UB-UPG.

I primi aerei sono stati consegnati alle Forze aeree indiane nel 2012. La modernizzazione con l’impiego degli elaborati del progetto Mig-29К consente di aumentare drasticamente le possibilità combattive dell’aereo. Non è quindi da escludere che successivamente l’India vorrà acquistare aerei Mig-29UPG di nuova produzione.

La Russia ha creato nuove versioni degli aerei Mig-29 ed intende promuoverle per l’esportazione nei paesi che usavano le versioni precedenti degli aerei Mig-29. In questo caso i clienti potranno risparmiare risorse significative sulla costruzione dell’infrastruttura delle basi e sull’addestramento del personale addetto alla manutenzione di questi aerei. I nuovi Mig sono destinati ai clienti da paesi emergenti non ricchi che non possono permettersi caccia Sukhoj più pesanti e potenti. I concorrenti principali dei Mig-29 saranno gli aerei cinesi J-10 e FC-1.

Fonte:http://italian.ruvr.ru



Il primo gruppo d’ingegneri indiani è arrivato a Mosca per iniziare insieme con colleghi russi la progettazione congiunta dell’aereo militare da trasporto russo-indiano MTA. 

I due paesi dovranno intraprendere notevoli sforzi per occupare una nicchia del mercato ad alta competitività di aerei da trasporto di medio raggio.

L’arrivo in Russia degli ingegneri indiani significa che le discussioni pluriennali del progetto di un aereo militare da trasporto congiunto per la prima volta hanno portato a un risultato pratico. L’accordo base sulla fabbricazione congiunta di un aereo da trasporto di medio raggio è stato firmato dalla Russia e dall’India nel 2010 dopo lunghe trattative. Nell’ottobre del 2012 è stato firmato un contratto inerente alla prima tappa della sua progettazione. L’aereo da trasporto multiruolo MTA deve sostituire in tutt’e due i paesi aerei An-12 con capacità di carico fino a 20 tonnellate. Sarà offerto per l’esportazione nei paesi terzi, innanzitutto laddove attualmente sono in uso numerosi An-12 di fabbricazione sovietica.

Come prodotto per l’esportazione MTA sarà un diretto concorrente degli aerei militari da trasporto cinesi Y-8C e la loro modifica più sofisticata Y-9, progettati sulla base di An-12, il progetto copiato dai cinesi. Shaanxi Aircraft Industry Corporation, la società produttrice di questo tipo di aerei, ha comunicato in precedenza i propri piani di ammodernamento degli aerei Y-8 e di passaggio all’espansione attiva su scala internazionale. La società sta effettuando ingenti investimenti nelle capacità produttive e sta aumentando le proprie potenzialità di progettistica. Cosicché l’intera documentazione ingegneristica riguardante quest’aereo assai obsoleto è stata digitalizzata.

La Russia attualmente non ha un proprio aereo militare da trasporto della classe più diffusa nel mondo con capacità di carico fino a 20 tonnellate. Aerei militari da trasporto pesanti IL-76, la cui fabbricazione si sta ripristinando e i quali sono in grande quantità in dotazione all’Aeronautica militare russa, sono troppo costosi e complessi. Soltanto i paesi che dispongono di forze armate con numerosi organici e il territorio esteso acquistano i velivoli di questa tipologia.

Per la maggior parte dei paesi in via di sviluppo dell’Asia, Africa e America Latina gli aerei IL-76 sono superflui mentre gli aerei statunitensi C-130J con capacità di carico di 20 tonnellate sono troppo costosi o inaccessibili per motivi politici. Proprio in quei paesi continuano a volare centinaia di vecchi An-12, la quasi totalità dei quali dovrà essere sostituita nei prossimi 10-15 anni.

Il vantaggio principale dei cinesi sta nel fatto che loro hanno già una ben collaudata produzione di aereo da trasporto di medio raggio. L’aereo russo-indiano MTA decollerà invece soltanto nel 2016, e sarà messo in fabbricazione in serie non prima del 2019. D’altronde il vantaggio di MTA sarà un disegno più moderno, la velocità più elevata, motori sofisticati ed elevate caratteristiche di decollo e atterraggio.

S’ipotizza che MTA potrà portare carico di 20 tonnellate per un tratto di non meno di 2000 chilometri e carico di 12 tonnellate per un tratto di 4700 chilometri. L’aereo sarà in grado di utilizzare piste di atterraggio sul terreno, comprese quelle in località in alta montagna. In caso di necessità potrà essere dotato di un sistema di rifornimento di carburante in volo. MTA sarà dotato di nuovi efficienti motori con turboventilatori.

Fino al 2019 la Russia e l’India pianificano di spendere per la progettazione dell’aereo 600 milioni di dollari. E’ evidente che dopo annose lungaggini le parti sono interessate alla realizzazione del progetto nei tempi brevissimi per non farsi sfuggire il mercato degli aerei da trasporto di medio raggio in sostituzione degli An-12.

Fonte:http://italian.ruvr.ru



Il governo russo prevede di aumentare di dieci volte la quota del Paese nella produzione mondiale di materiali compositi. Lo ha dichiarato lunedì il vicecapo del Ministero dell’Industria e del Commercio Igor’ Karavaev. Secondo quest’ultimo, è uno scopo assolutamente realistico. In questo ambito sono già presenti in Russia delle lavorazioni importanti, e i loro risultati potranno presto farsi apprezzare anche all’estero.

Quando si parla dell’uso di materiali compositi, il primo settore ricordato dagli esperti è l’aeronautica. L’utilizzo di tecnologie composite permette di rendere i velivoli più leggeri e migliori sul piano dell’aerodinamica, e ciò significa raggiungere migliori indici, compresa l’economizzazione del combustibile. Se prima i materiali compositi venivano usati in primo luogo nell’ambito della difesa, adesso invece vengono maggiormente sfruttati nell’aviazione civile, nota il direttore generale della società di consulenza “Infomost”, Boris Rybak.

Fino all’inizio degli anni 2000, i materiali compositi erano utilizzati nella schiacciante maggioranza dei casi per la tecnologia militare. Attualmente, a partire all’incirca dagli anni 2004-2005, il loro uso nella tecnica civile è aumentato sensibilmente. Ciò significa che vi è un aumento dei volumi di utilizzo dei materali compositi nel loro insieme .

La Russia ha di che proporre in questa sfera sia nel mercato interno che in quello estero. Ad esempio, la Ob’edinennaja Aviastroitel’naja Korporacija (OAK) ha investito quasi trecento milioni di dollari nella produzione di pezzi di materali compositi. A Kazan’ è entrata recentemente in funzione una fabbrica che in regime sperimentale produce parti composite per ali di velivoli. Dal prossimo anno esse verranno fornite per la produzione del Sukhoi Superjet 100. In prospettiva, i partner austriaci dell’ОАК prevedono di venderle ai maggiori produttori mondiali nella sfera aeronautica: Boeing ed Airbus. I profitti di questa attività dovrebbero ammontare a 60 milioni di dollari all’anno. Però per la produzione di materiali compositi ОАК punta in particolare sulla fabbrica che in estate verrà aperta a Ul’janovsk. Seguendo una tecnologia unica, verranno prodotte interamente là le ali per la promettente novità russa, l’aereo Irkut MS-21. A questo apparecchio spetta il compito di concorrere con gli aerei di linea come l’Airbus A320neo e la famiglia dei Boeing 737 MAX. Il direttore della rivista “Aviatransportnoe obozrenie” Aleksej Komarov commenta così:

Si presume che questo apparecchio sia più economico dal punto di vista del consumo di carburante, sia grazie a motori maggiormente perfezionati, sia grazie all’aerodinamica migliorata. Deve avere una struttura più leggera, per la quale si presuppone un largo uso di materiali compositi. Il progetto comprende le menti migliori della nostra scuola ingegneristica.

La stessa ОАК sa di poter concorrere con successo con gli aerei dell’Occidente anzitutto grazie alle proprie tecnologie, che renderanno l’Irkut MS-21 meno caro: grazie alle ali fatte interamente di materali compositi, esso sarà più economico del 6-8% rispetto ai concorrenti occidentali.

Fonte:http://italian.ruvr.ru



Uno dei più ricchi uomini del mondo, il principe saudita e uomo d’affari Al Waleed Bin Talal nei prossimi giorni riceverà una versione esclusiva dell’ Airbus-380, ordinata per 485 milioni di dollari, e soprannominata per il suo lusso “Palazzo volante”.

Nell’aereo a tre piani si trovano una sala conferenze ed una sala per banchetti, appartamenti di 5 stanze, una camera per le preghiere, attrezzata da tappeti virtuali che si orientano automaticamente nella direzione de La Mecca. L’ascensore particolare porta il proprietario dell’aereo al piano terra dove si trova il garage per la Rolls-Royce .

Fontehttp://italian.ruvr.ru



La società Airbus ha firmato oggi il più grande contratto della sua storia per la fornitura di 234 aerei “A320”. L’acquirente è la compagnia aerea indonesiana Lion Air. Il valore della commessa è di 18,4 miliardi di euro. Quest’ordine creerà 5.000 posti di lavori in Francia per il prossimo decennio. La cerimonia di firma del contratto si è svolta presso il Palazzo dell’Eliseo, alla presenza del presidente Francois Hollande. Nei primi mesi del 2012 la Lion Air aveva firmato un altro importante contratto con la statunitense Boeing, il principale concorrente di Airbus, acquistando 230 “Boeing-737”.

Fonte:http://italian.ruvr.ru



Massa incidente bis, Alonso solo settimo

Doveva essere la corsa anti-sorpassi: ce ne sono stati tanti, e altrettanti brividi. A Monaco non è formula noia, perché tra caos e schianti, bandiere rosse, safety car e partenza bis, il Gp del Principato ha viaggiato sul filo del thrilling: i 78 giri resi interminabili da una sosta durata oltre mezzora per le barriere finite sul tracciato dopo l’ennesimo incidente alla fine hanno premiato Nico Rosberg che al terzo tentativo di fila partendo dalla pole è riuscito a piazzare la sua Mercedes sul gradino più alto del podio. Nel Principato, trent’anni dopo la vittoria di suo papà Keke. Alle sue spalle le solite Red Bull con Sebastian Vettel e Mark Webber. Solo settima la Ferrari di Fernando Alonso, con gara da dimenticare e tre sorpassi incassati nelle vie tortuose del tracciato monegasco.

Una giornata davvero no per le Rosse. Perché è vero che nella corsa 2013 di Montecarlo è successo di tutto, e tutto male per la Ferrari. A partire dell’incidente bis con cui l’altro ferrarista Felipe Massa ha riavvolto la triste bobina già vista nelle ultime libere del sabato andandosi a stampare sulle protezioni della curva St.Devote. Un altro botto che ha fatto tremare il muretto della Ferrari, identico a quello che aveva tagliato fuori il brasiliano dalle qualifiche: molto spavento con la macchina ancora distrutta e il pilota subito soccorso in pista con collarino di protezione e poi portato al centro medico per accertamenti. “Massa sta bene” rassicura il team del Cavallino a gara in corso. Ma dopo una partenza regolare il caos comincia dal nono giro quando la Caterham di Pic si ferma all’altezza della Rascasse: fumo nel retrotreno, auto rimossa e gara finita per il pilota. Mentre i primi alternano un giro veloce a uno più lento, arrivano i primi pit stop: si ferma Massa al 27/o, due giri dopo lo segue Alonso, partito con le supersoft come i primi dieci in griglia e le cambia con le soft. Al 30/o giro lo schianto di Massa: corsa finita per lui e prima safety car in pista. Rosberg tiene la testa, ma dietro ci sono le Red Bull, perché l’altro di casa Mercedes, Lewis Hamilton è quello che ci rimette, e perde due posizioni. Per otto giri si va dietro alla macchina di sicurezza: al 42/o giro contatto tra Button e Alonso, ne approfitta Perez che mette a segno uno splendido sorpasso su Button.

Il pilota della McLaren scatenato prova anche a passare il ferrarista che riesce però a tenere la posizione. Poche tornate dopo (46/o) un altro incidente condiziona la gara: la Marussia di Chilton prova a chiudere Maldonado, la Williams del venezuelano finisce contro le barriere alla curva del Tabaccaio e tocca Bianchi: bandiera rossa e gara sospesa per le protezioni finite in pista. Tutti al lavoro per rimuovere quanto finito sul tracciato: tanta paura anche per Maldonado, che esce comunque sulle sue gambe. La manovra finisce sotto investigazione e Chilton viene sanzionato con un drive-trough. Nuova partenza dopo 35 minuti di stop. Alonso ricomincia dal settimo posto, avendo dovuto cedere una posizione a Sutil per il taglio di una chicane fatto per evitare una collisione dopo il tentativo di sorpasso all’uscita dal tunnel. 63/o giro e nuovo incidente: stavolta alla chicane tra Grosjean e Ricciardo: la Lotus del francese tampona la Toro Rosso, quest’ultima costretta al ritiro. Grosjean prova a cambiare il musetto, ma poi si ritira (con lui alla fine fuori gara Ricciardo, Perez, Bianchi, Maldonado, Massa e Pic). Ma non è finita: a otto giri dalla fine Perez prova a superare Raikkonen, i due si toccano e vola un alettone. Il finlandese ai box per cambiare le gomme rientra sedicesimo e chiuderà solo decimo. Il tempo per la passerella di Rosberg: la sua Mercedes, pure al centro delle polemiche per un test proibito fatto una settimana fa a Barcellona, riesce a vincere. E canta vittoria Vettel, che dal caos di Montecarlo rafforza il primato.


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