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Francesco Pinocchio nella strage di Ustica ha perso il fratello Giovanni e la sorella Antonella. Elisabetta Lachina, insieme ai suoi due fratelli maggiori e la sorella minore, ha perso i genitori, Giuseppe Lachina e Giulia Reina. Giancarlo Nutarelli il 28 agosto 1980 ha perso nell’incidente di Ramstein suo fratello Ivo, pilota della Pattuglia Acrobatica Nazionale, da più parti ritenuto testimone oculare del volo IH-870 qualche minuto prima della sua scomparsa dai radar. Roland Fuchs, quel 28 agosto 1988, nell’incidente aereo di Ramstein, perde la moglie e la figlia, di soli tre anni. È convinto dell’innocenza del pilota Ivo Nutarelli. Maurizio Landieri, appassionato di aeronautica, studia il caso Ustica e tutta la vicenda processuale, di cui conosce ogni dettaglio. Daniele Osnato è il legale rappresentante di diverse decine di familiari della Strage di Ustica. Giovanni Campana e Tiziana Davanzali da anni si battono per fare luce sulla vicenda che rappresenta una delle pagine più nere della storia del nostro Paese.

Ed è proprio ai familiari delle vittime della strage di Ustica che si rivolge oggi il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per riconoscere l’impegno che hanno dimostrato negli ultimi trentatré anni.

Perché la Strage di Ustica è fatta di persone che cercano e pretendono di ottenere giustizia. È intrisa di dolore per i familiari delle vittime che tengono ancora vivo il ricordo dei propri cari. E ha sete di verità, perché questa storia coinvolge ognuno di noi. Non si può pensare di avvolgere per sempre il caso Ustica nel mistero, soprattutto sapendo che sono state già prodotte 5468 pagine di sentenza – ordinanza. Oggi, a distanza di trentatré anni da quel 27 giugno 1980 sembra che la verità sia sospesa. Ci sono diversi elementi che provano i tentativi di depistaggio, il collegamento con altri strani incidenti, come quello di Ramstein, sono state ascoltate decine di persone, altre si sono impegnate a ricercare e ricostruire la dinamica dei fatti ma la verità processuale sembra viaggiare disgiunta da quella che ognuno di noi si è creato nel corso di questi anni. Napolitano nel giorno dell’anniversario chiede di “accertare responsabilità anche estere”.

Oggi, proprio per fare e far fare memoria della Strage, un ragazzo di soli 20 anni, Francesco Perrella, che non accetta di vivere in un Paese in cui la verità scompare in mezzo al mare assieme alla carcassa del Dc9 Itavia, ha scelto di raccontare le storie di Ustica, ascoltando soprattutto i familiari delle vittime e chi – a diverso titolo – è coinvolto in questa vicenda, per esortare anche le nuove generazioni a non dimenticare. E lo ha fatto pubblicando un ebook, “Ustica l’orizzonte degli eventi” edito da Malitalia, in cui con il piglio del ricercatore, si mette a scavare gli atti, legge fra le righe quanto trascritto dopo il processo penale e si fa portavoce dei familiari e di tutti quelli che, in questa storia, vogliono ancora vederci chiaro. “La vittima eccellente di Ustica – afferma il giovane studente di giurisprudenza che sogna di fare il giornalista – è il diritto di ciascuno di noi di poter leggere con sicurezza e fiducia la storia recente del paese in cui vive. Quel diritto per cui, in tre decenni di storia italiana, si sono compiuti sforzi immani che non meritano di essere relegati all’oblio di qualche cronaca dal sapore documentaristico. La verità sulla strage di Ustica non merita di essere degradata a qualcosa di cui dobbiamo convincerci perché ci piace o perché ci conviene. Non lo dobbiamo solo alle 81 persone che in quel volo hanno perso la vita, e non lo dobbiamo solo ai loro cari. Lo dobbiamo innanzi tutto a noi stessi”.

Ecco perché “L’orizzonte degli eventi”: come ipotizzano gli astrofisici, quel limite teorico situato all’interno dei buchi neri, da cui nemmeno la luce può sfuggire, ed entro il quale è impossibile osservare qualsiasi fenomeno fisico. “Ed è come se – spiega Francesco Perrella – dalle 20.59.45 di quel 27 giugno di trentatré anni fa, l’ora fatale in cui si spegne il transponder del DC9 – il volo IH870 con alla cloche i piloti Gatti e Fontana, non sia precipitato e stia proseguendo nel suo viaggio inesorabile verso l’orizzonte degli eventi. Quel limite oltre il quale sarà impossibile osservare e comprendere la realtà”.

Quel viaggio che attraversa tre decenni fra ipotesi, sentenze, ricostruzioni, depistaggi e sospetti

fonte:www.ilfattoquotidiano.it



L’annuncio su Twitter del ministro dell’interno di Caracas Jorge Galindo. La Farnesina conferma. I familiari: grazie a tutte le autorità. A bordo c’erano anche due amici dei Missoni oltre a pilota e copilota

ROMA – È stato ritrovato l’aereo dei Missoni scomparso il 4 gennaio in Venezuela. Lo segnala su twitter il portavoce del ministro dell’interno di Caracas Jorge Galindo. «È stato localizzato l’aereo YV2615 di tipo Islander che copriva la rotta Los Roques-Maiqueta lo scorso 4 gennaio 2013», scrive Galindo. YV2615 è la matricola dell’aereo che aveva a bordo Vittorio Missoni e Maurizia Castiglioni, una coppia di loro amici, Guido Foresti ed Elda Scalvenzi, il pilota Hernan Josè Marchan e il copilota Juan Carlos Ferrer Milano.

La Farnesina conferma il ritrovamento dell’aereo dei Missoni. «Il relitto si trovava a 70 metri di profondità, l’aereo era spezzato in più parti, ma la matricola era leggibile», spiegano all’Ansa fonti del ministero degli Esteri. Il velivolo si trova «a nord ovest» dell’arcipelago, mentre l’aereo ritrovato lo scorso 20 giugno – scomparso nel 2008 con otto italiani a bordo – si trova «a sud», sempre rispetto a Los Roques.

Con una nota diffusa da Sumirago anche la famiglia Missoni ha confermato la notizia del ritrovamento, ringraziando le autorità venezuelane ed italiane, per il loro intervento: «A nome delle famiglie Missoni, Castiglioni, Foresti e Scalvenzi, si conferma la notizia del ritrovamento dell’aereo YV2615BN-2A scomparso il 4 gennaio scorso. L’aereo – prosegue la nota – è stato identificato al quinto giorno delle ricerche grazie alle tecnologie della nave oceanografica americana Deep Sea. Il relitto si trova nelle acque a Nord dell’Arcipelago di Los Roques. In questo momento in Venezuela sono in fase di valutazione le attività per il possibile recupero del velivolo». «Le famiglie -conclude la nota – ringraziano il governo venezuelano e il governo italiano per l’impegno nel rendere possibile questa ricerca e confidano che le indagini proseguiranno fino all’accertamento delle cause e delle responsabilità dell’incidente».

Fonte:www.ilmessaggero.it



Ecco chi prende i brutti voti

La classifica delle peggiori compagnie aeree per puntualità, pulizia, efficienza e comfort stilata da giornalisti e passeggeri

Da cosa si differenzia una buona compagnia aerea da una meno buona? Dalla puntualità? Forse dalla sicurezza o dal servizio? Magari dal prezzo del biglietto, dalla comodità dei sedili o più semplicemente dall’affidabilità. Alcune compagnie offrono persino nella «terza classe» un ottimo servizio rendendo di fatto il volo un’esperienza indimenticabile. Altre no: l’elenco dei quelle che potremmo definire «Worst airlines in the world», ovvero le peggiori compagnie aeree al mondo, è lungo. Alcune partono anche dall’Italia.

L’ANNO MIGLIORE PER VOLARE – Capita che la prima volta in cui si mette piede su un aereo di linea, di solito si sia terrorizzati. Spesso si è inspiegabilmente convinti che un simile bestione non possa librarsi nell’aria in completa sicurezza. Eppure, il 2012 è stato un anno eccezionale per la sicurezza aerea, il più sicuro nella storia dell’aviazione civile. Secondo la Iata, l’Associazione internazionale del trasporto aereo (che raggruppa 243 compagnie aeree, l’84% del traffico aereo mondiale), il numero di morti in un incidente aereo nel 2012 è stato di 401, contro i 490 dell’anno precedente. Tuttavia, volare può essere un incubo, a volte. I grattacapi per coloro che scelgono una compagnia low cost sono tanti: sovrapprezzi per i bagagli o per i posti a sedere; le fastidiose e innumerevoli condizioni scritte in minuscolo; la complicata prenotazione online. E poi: c’è un programma frequent flyer? Com’è la qualità del servizio a terra e quello a bordo? E la pulizia? Le hostess sono gentili, educate, multilingue o disinteressate e scortesi? E come sono i pasti e l’intrattenimento a bordo? Per non parlare del bagaglio: arriverà a destinazione?

LE PECORE NERE – Skytrax, una società di consulenza britannica che gestisce uno dei sistemi più completi di valutazione e classificazione delle compagnie aeree, ha diffuso molte classifiche, compreso l’elenco delle dieci migliori compagnie aeree. Nella lista, h quasi sempre: Singapore Airlines, Asiana, Qatar Airways, ANA e Malaysia Airlines. Quali sono però le «Worst airlines in the world»? Max Rosenberg e Alex Davies del portale Business Insider (http://www.businessinsider.com/worst-airlines-to-fly-economy-2013-5) si sono presi la briga di stilare una classifica delle 20 compagnie che possono dare grattacapi. Le peggiori per puntualità, pulizia, efficienza, comfort. I giornalisti si sono basati sulle proprie esperienze (spiacevoli) e hanno passato al vaglio dozzine di compagnie che offrono voli internazionali e posti in economy. Per la loro ingloriosa lista hanno inoltre incrociato i dati raccolti http://www.airlinequality.com/Airlines/T5.htm da Skytrax e i giudizi espressi dai passeggeri sempre su Skytrax. http://www.worldairlineawards.com/Awards_2012/Airline2012_top20.htm

LA «WORST OF» – Le peggiori sono dunque la Turkmenistan Airlines, che ha raccolto un totale di 30,8 punti su 100; la Sudan Airways con 33,3 punti su 100 e la Ukraine International Airlines (36,3 su 100). Seguono Uzbekistan Airways (37,5/100); Air Koryo (39,2/100); Bulgaria Air (41,8/100); Rossiya Ailines (42,7/100); Iceland Express (42,8/100) e Tajik Air (43,3/100). Al decimo posto c’è Syrian Air con 44,8 punti su un massimo di 100. Dalla undicesima alla ventesima posizione troviamo Spirit (45/100); Pegasus Airlines (45,8/100) a parimerito con TAAG Angola Airlines; Royal Air Maroc (46,5/100); Nepal Airlines (46,7/100); Cubana Airlines (47,7); Biman Bangladesh Airlines (49/100); Merpati Nusantara Airlines (49,2/100) a parimerito con Ryanair. Infine, Air Algerie con 50 punti su 100.

Fonte:www.corriere.it



VITERBO – Non capiamo come mai nessuno abbia avuto da ridire circa il sorvolo di Viterbo da parte di un aereo (trainante uno striscione pubblicitario di un gruppo che ambisce ad amministrare la città, ndr) che ha commesso numerose scorrettezze perseguibili a norma di legge. Sotto le ali, come previsto, non erano riportate le singole lettere e cifre che figurano sulla targa in metallo che si trova sull’apparecchio che devono essere riprodotte,

ciascuna, in colore scuro su fondo bianco o viceversa nelle dimensioni minime di trenta centimetri per quindici centimetri sulla parte inferiore dell’ala, sulla fusoliera nel caso di apparecchi ad ala rotante, oppure sull’involucro, nel caso di mongolfiera o dirigibile.

Il regolamento Enac inoltre dispone che è vietato il sorvolo di centri abitati, assembramenti di persone, agglomerati di case, caserme, depositi di munizioni, porti militari, stabilimenti e impianti industriali e di aree riservate ai fini della sicurezza dello Stato.

E’ poi vietato il sorvolo delle linee e stazioni ferroviarie, centrali elettriche, dighe, ospedali, carceri e delle principali vie di comunicazione, che, quando strettamente necessario, possono essere sorvolate in senso ortogonale. E’ altresì vietato il lancio di oggetti e di liquidi in volo.

Per chi non lo sapesse, infine, gli aeroclub non possono trainare striscioni. Perchè? Il traino striscione è lavoro aereo, serve un pilota appositamente addestrato (sembra una sciocchezza ma non lo è affatto, ndr) e soprattutto questi deve essere in possesso di licenza CPL (licenza di pilota commerciale). L’impresa che svolge il traino dello striscione o lancio volantini oppure riprese aeree deve essere oltretutto in possesso di un COA (Certificato di Operatore Aereo) emesso da Enac che autorizza la ditta ad effettuare lavoro aereo.

Ora qualcuno spieghi perchè sabato mattina veniva trainato uno striscione elettorale che ha sorvolato ripetutamente quartieri di Viterbo densamente popolati. A parte il costo, chi ha autorizzato tale attività? La nostra domanda viene rivolta alle autorità competenti circa la circolazione del traffico aereo e le forze dell’ordine preposte.

Ora gli acculturatori per farsi pubblicità possono agire come vogliono? Resta poi da capire chi ha ordinato il sorvolo, chi lo ha eseguito e quale scarico fiscale è stato fatto. Di tutto ciò potrebbe ad esempio interessarsi anche la Guardia di Finanza.

Fonte:www.ontuscia.it



La segnalazione del sistema satellitare della centrale delle Capitanerie di Porto di Roma. Sarebbe un velivolo militare

Un aereo potrebbe essere precipitato in mare al largo delle Eolie. A segnalarlo è stato il sistema satellitare della centrale operativa delle Capitanerie di Porto di Roma. Ricerche in corso tra Lipari e Tropea con alcune motovedette della Guardia Costiera e navi mercantili in transito, scattate a scopo precauzionale, fino ad ora non hanno dato alcun esito. L’allarme – secondo quanto si è appreso – sarebbe attribuito ad un velivolo spagnolo, ma le autorità aeronautiche iberiche hanno escluso situazioni di emergenza.

IPOTESI VEIVOLO SPAGNOLO – «L’Aeronautica non ha ancora nessun tipo di informazione, stiamo cercando di avere più dati». Così un portavoce del ministero della Difesa spagnolo, interpellato dal portale di notizie Terra, ha commentato le notizie secondo cui l’aereo scomparso potrebbe essere un velivolo militare spagnolo. Anche le autorità aeronautiche italiane segnalano traffico regolare. L’ipotesi allo stato prevalente è che possa essersi trattato di un falso allarme, ma la continuazione delle ricerche è dettata dal fatto che, sempre in via ipotetica, potrebbe essere coinvolto un aereo di piccole dimensioni. 

SEGNALE CAPTATO DA BARI – Il segnale è stato captato dalla stazione satellitare di Bari. Sul posto è stato inviato anche un aereo della Guardia costiera, «ma a scopo precauzionale, perché non ci sono conferme neppure dalla autorità aeronautiche», spiegano dal Comando generale delle capitanerie. Quello scattato, infatti, è un allarme definito «Costas-Sarsat»: non si tratta della richiesta di aiuto ricevuta direttamente da un pilota e non si esclude quindi l’ipotesi di un «falso allarme» partito per motivi tecnici da un mezzo aereo trasportato su una nave mercantile.

Fonte:www.corriere.it



Sul cielo della città di Calabasas, nello stato della California, lunedì si sono scontrati due piccoli aerei. Il dipartimento della polizia locale ha comunicato che un pilota è morto. Secondo i dati presenti, un Cessna 172, partito dall’aeroporto di Santa Monica per test tecnici, ha sfiorato nell’aria un altro aereo ed è precipitato nelle montagne. Sul luogo dell’incidente è scoppiato un incendio.

L’altro aereo è riuscito ad atterrare su un vicino campo da golf. Tre persone che stavano a bordo sono leggermente ferite, i testimoni hanno raccontato che nella fase di atterraggio l’aereo ha agganciato un albero e si è girato di 180 gradi.

Fonte:http://italian.ruvr.ru



L’incidente a 800 metri di quota: si è improvvisamente staccato il tettuccio del piccolo velivolo, l’uomo non aveva la cintura allacciata ed è stato scaraventato fuori. L’istruttore atterrato sotto shock

NEW YORK – Dramma nei cieli del Tennessee, nelsud degli Stati Uniti. Un uomo è precipitato dall’aereo mentre stava prendendo lezioni di volo. E’ stato letteralmente catapultato fuori dal velivolo e questo per non aver allacciato la cintura di sicurezza. L’incidente è accaduto nel cielo sopra Chattanooga, quando il tettuccio di uno Zodiac 601 si è staccato mentre il velivolo sperimentale viaggiava a un’altitudine di quasi 800 metri. In quel momento, il pilota, che era anche il proprietario dell’aereo, non aveva allacciato le cinture di sicurezza ed è stato scaraventato fuori.
 
Secondo quanto scrive il Chattanooga Times Free Press, al momento dell’incidente a bordo assieme all’apprendista pilota c’era anche un istruttore che un dipendente dell’aeroporto ha definito “profondamente scosso” dopo l’incidente. Poco dopo l’incidente è stato ritrovato il corpo senza vita dell’uomo la cui identità non è stata rivelata, così come quella dell’istruttore.

Fonte:www.repubblica.it



Il Piper PA-31 fu il primo bimotore executive della Piper, che, grazie alla sua capacità di 6-8 posti, fu configurato per l’impiego come aerotaxi e trasporto d’affari. Inizialmente venne soprannominato Inca, ma dal 1967 prese il nome di Navajo.

Sviluppo

Dalla prima versione ne vennero sviluppate una con motori turbocompressi (PA-31T) e una con fusoliera pressurizzata; poco dopo, nel 1972 la produzione fu sospesa a favore del Navajo Chieftain che presentava una fusoliera più allungata e motori da 355 hp con eliche controrotanti. Un’ ulteriore versione denominata Cheyenne, volò nel 1973 e a differenza della versione precedenti adottava motori turboelica PT6A da 629 shp.

Nel 1980, dopo diverse migliorie si affermò il PA-42 Cheyenne III, che dotato di ala maggiorata, fusoliera allungata da 11 posti, impennaggio a “T” e turboelica PT6A da 730 shp fu sostituito dal Cheyenne IV, oggi Cheyenne 400, equipaggiato con turboeliche Garret da 1014 shp che gli permettono di raggiungere i 544 km/h.

Versioni

PA-31 Navajo
Versione iniziale
PA-31-300 Navajo
Variante del Navajo con motori aspirati.
PA-31 Navajo B
Variante con motori Lycoming TIO-540-E da 310 CV.
PA-31 Navajo C
Variante con piccoli miglioramenti rispetto al Navajo B e motori Lycoming TIO-540-A2C.
PA-31P Pressurized Navajo
Versione pressurizzata con due motori Lycoming TIGO-541-E1A da 425 CV.
PA-31-325 Navajo CR
Variante con eliche controrotanti e motori Lycoming TIO-540 da 325 CV.
PA-31-350 Chieftain
Versione allungata del Navajo con motori da 350 CV controrotanti.
PA-31P-350 Mojave
Variante con motori a pistoni del PA-31T.
PA-31-350T1020
Variante del Chieftain ottimizzato per l’uso in compagnia aerea con meno bagagli e carburanti ma più posti a sedere.
PA-31T3
Variante con fusoliera del PA-31-350T1020 e motori, ali e coda del PA-31T Cheyenne.
PA-31-353
Versione sperimentale del PA-31-350.
T1050
Versione non costruita con fusoliera di 3,51 metri più lunga rispetto al PA-31-350.
EMB 820C
Versione del Chieftain costruito su licenza da Embraer in Brasile.
Neiva Carajá
Variante turboelica dell’EMB 820C
Colemill Panther
Variante del Navajo, costruito con due motori Lycoming TIO-540-J2B da 350 CV, elica quadripala e winglets opzionali.
Descrizione
Tipo aereo executive
Equipaggio 1
Costruttore Stati Uniti Piper Aircraft
Data primo volo 30 settembre 1964
Data entrata in servizio 30 marzo 1967
Dimensioni e pesi
 
Lunghezza 9,94 m
Apertura alare 12,40 m
Altezza 3,96 m
Superficie alare 21,3 m²
Peso a vuoto 1 782 kg
Peso max al decollo 2 948 kg
Passeggeri 6 – 8
Propulsione
Motore 2 Lycoming TIO-540-A
Potenza 310 hp ciascuno
Prestazioni
Velocità max 420 km/h
VNE 438 km/h
Velocità di crociera 383 km/h
Autonomia 1 875 km
Tangenza 8 015 m

 

Fonte:http://it.wikipedia.org



La testimonianza di Renzo Bertazzo: “All’improvviso si trasformò in una palla di fuoco. Ma quale incidente, quello è l’effetto di una bomba”

Zeme, 16 marzo 2013 – A pochi mesi dalle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, Renzo Bertazzo ha deciso di raccontare quanto ha visto in quel 27 ottobre 1962.
«Quel giorno, qualche ora dopo quelle piogge autunnali di breve durata, ero con mio padre nel cortile di casa — racconta il 78enne, ancora oggi coordinatore dell’Associazione partigiani cristiani —. Per un agricoltore c’è sempre qualcosa da fare, anche attorno alle 18. Poco dopo era uscito il sole e mio padre mi disse: “Renzo, guarda quell’aereo, sembra d’argento”. Da casa nostra sembrava volasse sopra San Martino Siccomario o Pavia, in direzione di Milano. All’improvviso, però, l’aereo si trasformò in una palla di fuoco e cadde velocemente a suolo in una specie di picchiata. Si trattò di pochi minuti».

Lei che cosa pensò?

“Che si era trattato di una bomba. Ho fatto il militare, so che cosa succede quando scoppia una bomba”.

Che cosa fece allora?

Chiamai immediatamente il maresciallo dei carabinieri per avvisarlo dell’accaduto. Allora i carabinieri erano sempre al servizio dei cittadini. Mi rispose il maresciallo Giovanni Gullo, il quale dopo avermi ringraziato, mi assicurò che sarebbero corsi sul posto, lì dov’era precipitato l’aereo in fiamme. Comunque annotò sulla sua agenda il contenuto della mia telefonata. Successivamente quel maresciallo è stato trasferito a Torino, all’Ispettorato del lavoro”.

E lei non venne mai chiamato a testimoniare?

No, mai. Non ho mai potuto raccontare quanto vidi a un giudice”

Adesso lo farebbe?

Certo, perché no? Ripeterei a un giudice le stesse cose che sto raccontando a lei. Ho una memoria fantastica, ricordo perfettamente tutto ciò che vidi quel 27 ottobre. Dopo aver letto il bellissimo libro di Raffaele Morini (scrittore pavese, ex partigiano e collaboratore di Mattei, ndr) con la dichiarazione del maresciallo Pelosi di Landriano e le tante testimonianze rese al tribunale di Pavia, da italiano, sento il dovere di dire a certe persone indegne di avere rispetto per Mattei, che la stampa estera a suo tempo ha definito l’uomo più potente del mondo”.

Lei ha avuto modo di conoscerlo?

“No, non l’ho mai incontrato personalmente. Ho conosciuto solo i suoi collaboratori, ma so che se ci fosse ancora qui il grande Enrico Mattei, l’Italia non sarebbe certamente in queste condizioni”.

Perché ha deciso di portare la sua testimonianza solo a cinquant’anni di distanza dalla tragedia?

Credevo che quanto avevo detto al maresciallo dei carabinieri bastasse. Invece, vedo che ci sono ancora persone che parlando a vanvera, raccontano che l’aereo dell’ingegner Mattei è precipitato integro per un temporale. Vergogna! È ora di tappare la bocca a certe persone. Quella è stata un’uccisione per specularci sopra”.

Vorrebbe che si facesse finalmente chiarezza su quel 27 ottobre?

“Sì, è ora che si sappia la verità. Di fandonie ne sono state raccontate troppe…”.

Fonte: www.ilgiorno.it



Tre vittime in Florida

L’impatto ha provocato un incendio che ha coinvolto diverse macchine

L’aereo è precipitato nel parcheggio di un’area industriale a Sud della Florida, a pochi chilometri dall’aeroporto di Fort Lauderdale

New York, 16 marzo 2013 – Un piccolo aereo bimotore si è schiantato nel parcheggio di un’area industriale a sud della Florida, a pochi chilometri dall’aeroporto di Fort Lauderdale. Come ha fatto sapere in una nota la Federal Aviation Administration, l’agenzia federale che si occupa del traffico aereo, nell’incidente sono morte tre persone.

Lo schianto, avvenuto ieri alle 16.20 ora di New York (le 21.20 in Italia), ha provocato un incendio che ha coinvolto diverse automobili parcheggiate nell’area. Non è ancora chiaro se i morti fossero tutti a bordo dell’aereo e neppure il numero delle persone che si trovavano sul velivolo, che era decollato pochi minuti prima dal vicino aeroporto.

Fonte:http://qn.quotidiano.net


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