droni

9 Novembre 2016

Friedrichshafen, Germania – Più propriamente “Aero 2017”, che si terrà a dal 5 all’8 aprile.

Per il suo 25esimo anniversario, “Aero” si annuncia con un’ottima partecipazione di espositori: nell’aprile 2017, la più grande esposizione dell’aviazione generale in Europa presenta il programma completo del settore e si profila una partecipazione record di espositori.

friedrichshafenAlla fiera di Friedrichshafen saranno presenti oltre 600 imprese che mostreranno l’intera gamma dell’aviazione generale: dagli alianti ed ultraleggeri fino ai business jet, gli elicotteri e gli autogiri.

Con uno speciale programma di volo nell’ambito dell'”eflight-flying” e la e-flight-expo nel padiglione A7, la fiera specializzata dedicherà uno spazio maggiore al comparto degli aerei elettrici.

La Avionics Avenue, l’Engine Area e la Uas (Unmanned Aerial System)-Expo/Aerodrones, dedicata ai droni per uso civile ed aeromobili a pilotaggio remoto, sono gli altri settori speciali cui sarà rivolta una particolare attenzione.

Grazie alla sua offerta completa e le numerose anteprime annunciate dagli espositori, l’evento continua a rappresentare una delle maggiori fiere mondiali dedicate all’aviazione generale.

Il direttore della fiera Klaus Wellmann e il direttore di progetto Roland Bosch sono soddisfatti per l’andamento delle iscrizioni alla 25esima edizione, quasi al completo già a novembre 2016. Al prossimo appuntamento nel mese di aprile, al Lago di Costanza verranno mostrate numerose anteprime nel campo dei velivoli elettrici.

Il trasferimento dell’e-flight-expo dall’attuale Foyer West al padiglione A7 è da interpretare anche questo come segnale di questo dinamico sviluppo.

L’ottimo livello di prenotazioni per il prossimo evento è per il direttore del progetto Aero la conferma che per le imprese del settore aeronautico è irrinunciabile presentarsi ai potenziali clienti a Friedrichshafen.

Anche per il 2017 il motto è “Tutto ciò che vola“: alianti ed ultraleggeri, aerei monogetto e con motore a pistoni, elicotteri, autogiri, turboeliche e jet a fascio multiplo. Saranno esposti droni per uso civile e velivoli a pilotaggio remoto.

Nuovi motori, avionica avveniristica, servizi ed accessori in campo aeronautico sono altri punti focali del programma all'”Aero 2017“.

L’e-flight-expo sta attraversando un periodo di forte spinta grazie al recente ingresso dei giganti del settore, tra i quali Siemens ed Airbus, nello sviluppo di aerei con motore elettrico.

Allo stesso tempo, in Germania ha fatto parlare di sé il recente volo inaugurale dell’aereo a quattro posti con motore a pila combustibile e motore elettrico. Se i motori elettrici trovavano finora impiego soprattutto negli ultraleggeri e nei motoalianti, ora questi fanno il loro ingresso anche nella categoria Echo e sono adatti per gli aeromobili da acrobazia, come mostreranno alcuni espositori in occasione dell’air show.

La mostra speciale Uas-Expo/Aerodrones invece è il settore dell’aviazione generale con il più alto tasso di crescita. Nuovi costruttori dei cosiddetti Unmanned Aerial System (Uas), cioè di droni per applicazioni civili o aeromobili a pilotaggio remoto, mostreranno alla fiera i nuovi modelli ed il loro impiego.

Nel 2017, nell’ambito dell’Uas Expo, saranno trattate anche le problematiche che sorgono a causa delle diverse esigenze degli utenti per quanto riguarda lo spazio aereo comune.

Si potranno vedere sia velivoli a controllo remoto sia con pilota di diversi costruttori, attrezzati con i sistemi sensoriali e di misurazione più moderni. Durante l'”Uas Expo 2017″ è prevista inoltre una gara di droni Fpv (First Person View) ed un ‘Inflight-Airfield‘.

La prossima edizione si svolgerà dal 5 all’8 aprile 2017; gli orari di apertura sono da mercoledì a venerdì dalle 9 alle 18 e sabato dalle 9 alle 17.

Fonte: www.avionews.it/

 

 


1 Maggio 2016

The Economist, Regno Unito

L’uso dei droni a scopo ricreativo è decollato l’anno scorso. 
dron
Nel 2015, in tutto il mondo un milione circa di robot senza equipaggio ha spiccato il volo.

Perciò non è stata una sorpresa la notizia che il 17 aprile un aereo di British Airways è stato colpito da quello che era probabilmente un drone mentre stava atterrando all’aeroporto di Heathrow, a Londra.

Sebbene non sia stato confermato, questo incidente, che ha coinvolto un A320 proveniente da Ginevra con 137 tra passeggeri e membri dell’equipaggio a bordo, potrebbe essere il primo del genere nel Regno Unito.

E in pochi pensano che sarà l’ultimo.

Lo scorso anno nel Regno Unito ci sono già stati sette casi di mancata collisione di “categoria A”, quella più grave.

I dati di fatto veri e propri sull’incidente del 17 aprile scarseggiano. Il colpevole non è stato trovato, perciò non si sa se la persona che controllava il drone avesse cattive intenzioni.

Ma la vicenda pone comunque due questioni.

In primo luogo, occorre interrogarsi su come bisogna agire nei confronti di chi mette in pericolo gli aerei senza volerlo (o ritiene la sua azione solo uno scherzo innocente).

La questione è simile al problema dei laser proiettati sui finestrini della cabina di pilotaggio, di cui si è già parlato in questo blog. Far volare un drone nei pressi di un aeroporto è illegale nel Regno Unito; i colpevoli rischiano fino a cinque anni di carcere.

E tuttavia nessuno può ancora dire con sicurezza quanto questi oggetti possano minacciare gli aerei di linea. Steve Landells della British airline pilots association (Balpa) ha dichiarato alla trasmissione della Bbc Today che ancora non sono stati effettuati test rigorosi per accertarlo.

La sua impressione è che, nel caso di impatto con un aereo, i droni siano una minaccia più pericolosa degli uccelli se colpiscono un motore, a causa delle loro batterie.

Nell’ultimo incidente è stata colpita la prua, ma si è dovuto comunque ispezionare l’aereo prima di dargli il via libera per il prossimo volo.
Se lo si sfruttasse per trasportare degli esplosivi sarebbe di sicuro una minaccia

Molti ritengono che il rischio maggiore sia legato alla possibilità che un terrorista si serva di un veicolo privo di pilota per provocare una catastrofe, per esempio attaccandovi sopra una bomba e intercettando un aereo.

Un’ipotesi simile non deve essere esclusa a priori, ma occorre fare alcune precisazioni.

Al momento il carico di un drone per uso ricreativo è piccolo, spesso solo un paio di chili. Se lo si sfruttasse per trasportare degli esplosivi, piuttosto che una videocamera o una fotocamera, sarebbe di sicuro una minaccia.

Ma abbattere un aereo sarebbe comunque molto difficile. Per avere maggiori possibilità di successo, un dispositivo militare o commerciale – o una cara vecchia granata a razzo – sarebbe una scelta migliore di un giocattolo.

(L’utilità dei droni a buon mercato per i terroristi va ricercata altrove, per esempio nella possibilità di trasportare un’arma batteriologica o commettere un omicidio.

Proprio per questo motivo, quando l’anno scorso il papa ha compiuto un viaggio in America, è stata istituita una zona vietata ai droni).

Questo non significa che non si debba affrontare in modo efficace il problema dei droni in volo nei pressi degli aeroporti. Trovare e punire i responsabili sarebbe utile.

Con qualche sentenza particolarmente pesante la gente ci penserebbe due volte prima di farlo.

Stesso discorso vale per un’anagrafe obbligatoria dei proprietari, simile a quella già in vigore negli Stati Uniti.

Occorrerebbe inoltre attuare una “georecinzione” più efficace, limitando l’area di funzionamento di un drone tramite il gps.

Il rischio sarà anche minimo, ma con la diffusione crescente dei droni, le possibilità di un brutto incidente non possono che aumentare.

Fonte: www.internazionale.it/


23 Ottobre 2015

Drone
Sempre più diffuso l’utilizzo abusivo di droni per la realizzazione di riprese aeree Roma Drone Conference

Il sempre crescente successo dei droni ha portato all’utilizzo di queste macchine per vari utilizzi, tra i quali spicca la realizzazione di spettacolari filmati per gli scopi più disparati, che vanno dai servizi televisivi ai video di matrimoni. Sfortunatamente, in molti casi questi voli vengono effettuati in violazione delle normative vigenti ed è sufficiente un rapido giro su YouTube per rendersi conto di come queste pratiche non rappresentino certo un’eccezione.

Di questo problema si parlerà il prossimo 28 ottobre a “Dronevisioni”, primo appuntamento di “Roma Drone Conference 2015-16”, il nuovo ciclo di conferenze sulle applicazioni professionali dei droni. L’evento si svolgerà presso l’auditorium della Link Campus University di Roma.

I droni sono macchine fantastiche per la tv, la fotografia, il cinema e anche per il giornalismo e la documentaristica, ma devono essere utilizzate nel rispetto delle regole”, spiega Luciano Castro, presidente di Roma Drone Conference. “In caso contrario, il loro utilizzo può rappresentare un pericolo per le persone e le zone sorvolate”.

“Purtroppo in Italia sembra ormai radicata una diffusa illegalità, rappresentata da centinaia di professionisti e di piccole aziende, soprattutto videomaker e fotografi, che volano ovunque con i loro droni a dispetto della normativa“, prosegue Castro. “Ciò, oltre a non garantire la necessaria sicurezza, penalizza anche quelle imprese serie che hanno ottenuto il riconoscimento dell’ENAC e lavorano in modo corretto nel settore delle riprese aeree. Una situazione che ha già fatto scattare le prime denunce”.

Al primo evento, dedicato all’utilizzo dei droni per la realizzazione di riprese video, parteciperanno anche rappresentanti dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC), che potranno così confrontarsi con videomaker, fotografi, giornalisti, broadcaster e società di produzione tv e cinematografica.

Fonte:it.ibtimes.com


26 Gennaio 2015

Corso Riconosciuto da ENAC

Rif. ENAC n° 3688 del 02.10.2014

Operatore SAL Engineering costruttore SAL Engineering attività SPRIMENTALE

Aeroporto di Modena Marzaglia

Il Programma di addestramento SAPR dell’Aeroclub di Modena insieme a SAL Engineering, è in linea con quanto richiesto dal Regolamento e dalle Linee Guida per SAPR di ENAC, per l’abilitazione al volo. Il superamento, da parte di un candidato Pilota DRONE, del corso TEORICO proposto è ritenuto VALIDO per attestarne le adeguate competenze teoriche. 

Il Regolamento ENAC “pone i requisiti di livello di sicurezza sul piano globale delle operazioni, partendo dall’obiettivo di stabilire requisiti che consentano di effettuare operazioni che non comportino un rischio per le terze parti a terra ed in aria superiore a quello che è sinora dovuto alle operazioni dell’aviazione tradizionale, equivalenti per tipologia di operazioni”.

Percorso formativo

Percorso didattico per l’operatore che ha intenzione di specializzarsi nella guida di mezzi aerei a pilotaggio remoto impiegati, o destinati, all’impiego in operazioni specializzate. Per operazioni specializzate si intendono attività fornite a fronte di corrispettivo economico.

 

  1. PROGRAMMA TEORICO

Le lezioni di teoria comprendono nozioni di base delle materie per un numero totale di 35 ore di lezione di seguito elencate:

  • Aerodinamica
  • Meteorologia
  • Tecnologia e prestazioni degli apparecchi SAPR
  • Tecnica di pilotaggio
  • Operazioni ed atterraggi di emergenza
  • Norme di circolazione ed elementi di fonia aeronautica
  • Cenni di Navigazione aerea  per operazioni BLOS e EXTENDED VLOS
  • Elementi di legislazione aeronautica
  • Sicurezza del Volo
  • Documentazione di bordo
  1. PROGRAMMA PRATICO
  • Volo con Multirotori
  • Volo con Ala Fissa
  • Attività Propedeutiche
  • Attività di Preparazione del Campo di Lavoro
  • Preparazione SAPR (Ispezione Pre-Volo)
  • Attivazione del SAPR (Zona di Decollo e Check List)
  • SAPR In Volo (Controllo e Orientamento)
  • Volo Coordinato su tre assi a Velocità Costante
  • Emergenze

II programma pratico si articola in due fasi consecutive rispettivamente:

Addestramento iniziale

Perfezionamento

Entrambe propedeutiche al conseguimento dell’attestazione all’idoneità al pilotaggio di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto. Sviluppate in diverse missioni di volo in funzione della ricettività dell’allievo e del suo standard di apprendimento dovrà essere registrata sul libretto personale dell’allievo (Logbook delle missioni di volo) con le annotazioni dell’istruttore.

PROVA ESAME DI TEORIA

La prova d’esame consiste in un questionario composto da  domande scritte, a risposta multipla:

Ad ogni candidato verrà consegnato un questionario diverso e avrà a disposizione 90′ per la consegna. Ai fini del superamento della prova sono ammessi errori in misura non superiore al 20%.

PROVA ESAME PRATICA

La prova d’esame consiste nell’effettuazione da parte del candidato pilota di un volo con il mezzo aereo a pilotaggio remoto sotto la supervisione del direttore della scuola in cui dovrà essere dimostrata la completa padronanza del mezzo in ogni fase del volo.

Al superamento di entrambe le prove la Scuola rilascia l’attestazione d’idonetà al pilotaggio dei sistemi aerei a pilotaggio remoto.


3) Prova d’esame

La prova pratica d’esame consiste nell’effettuazione da parte del candidato pilota di un volo con il mezzo aereo a pilotaggio remoto sotto la supervisione del direttore della scuola e/o di un responsabile di SAL Engineering in cui dovrà essere dimostrata la completa padronanza del mezzo in ogni fase del volo.

Al superamento delle singole prove la Scuola rilascia l’attestazione relativa (teorica, pratica o di d’idoneità al pilotaggio dei sistemi aerei a pilotaggio remoto prodotti da SAL Engineering).

Al termine delle fasi addestrative teoriche-pratiche l’allievo deve sostenere una prova d’esame composta di una prova d’esame di teoria e una prova d’esame pratica.

L’esito negativo riportato nella prova pratica non comporta l’obbligo di ripetere anche la prova di teoria, ove già superata e soltanto nel caso in cui la prova pratica venga sostenuta con esito positivo entro un anno da quella teorica

 

 

4) I costi (numero max partecipanti 10, numero minimo 5):

Corso teorico, per volo  non  critico,  modulo #001

€750.00

Corso pratico modulo #002

€600.00

Per Ogni Informazione Contattare Aero Club di Modena segreteria@aeroclubmodena.it oppure via tel da merc a sabato +39 059 389090


21 Dicembre 2013

Viviamo in un mondo in cui i diritti umani sono violati praticamente a tutti i livelli, familiare, locale, nazionale e planetario.

leonardo boffIl Rapporto annuale di Amnesty International 2013, che copre 159 paesi con riferimento al 2012, fa esattamente questa constatazione dolorosa. Invece di avanzare nel rispetto della dignità umana e dei diritti degli individui, dei popoli e degli ecosistemi stiamo regredendo ai livelli di barbarie. Le violazioni non conoscono confini e le forme di questa aggressione sta diventando sempre più sofisticate.

La forma più vigliacca è l’azione di “droni”, aerei senza pilota che da una base in Texas, guidati da un giovane soldato su un piccolo schermo di televisore come se stesse giocando, è in grado di identificare un gruppo di afgani che stanno celebrando un matrimonio, e all’interno del quale presumibilmente dovrebbe esserci qualche guerrigliero di Al Qaeda.

Basta questa ipotesi per lanciare con un piccolo click una bomba che distrugge l’intero gruppo, con molte madri e bambini innocenti.

Si tratta di una forma perversa di guerra preventiva, iniziata da Bush e criminalmente portata avanti dal presidente Obama è venuta meno alle promesse elettorali, con riferimento ai diritti umani, sia sulla chiusura di Guantanamo, sia sull’abolizione del “Patriot Act (Antipatriottico), per cui chiunque all’interno degli Stati Uniti può essere arrestato con l’accusa di terrorismo, senza il bisogno di avvisare la famiglia. E’ un rapimento illegale che in America Latina conosciamo fin troppo bene. In termini economici così come sui diritti umani, si sta verificando una vera latino americanizzazione degli USA, nello stile dei nostri momenti peggiori dell’epoca del piombo delle dittature militari. Oggi, secondo il rapporto di Amnesty International, il paese che viola di più i diritti delle persone e dei popoli sono gli Stati Uniti.

Con la massima indifferenza, quale imperatore romano assoluto, Obama rifiuta di dare una giustificazione sufficiente sullo spionaggio mondiale che il suo governo sta facendo con il pretesto della sicurezza nazionale, su settori che vanno dallo scambio di e-mail amorose tra due amanti fino agli affari segreti e miliardari di Petrobras, violando il diritto alla privacy delle persone e la sovranità di un intero paese. La sicurezza annulla la validità dei diritti inalienabili.

Il continente che soffre la maggior parte delle violazioni è l’Africa. E ‘il continente dimenticato e invaso dai vandali. Le Terre sono acquistate (accaparramento di terre) da grandi corporazioni e dalla Cina per produrre in esse cibo per le loro popolazioni. Si tratta di un neocolonizzazione più perversa di quello precedente.

Migliaia e migliaia di profughi e immigrati per motivi di fame e di erosione della loro terra sono i più vulnerabili. Costituiscono una sottoclasse di persone, rifiutate da quasi tutti i paesi, “in una globalizzazione della insensibilità, come l’ha chiamata Papa Francesco. Drammatico, dice Amnesty International Report, è la situazione delle donne. Costituiscono più della metà dell’umanità, molte delle quali soggette a violenze di ogni tipo e in varie parti dell’Africa e dell’Asia ancora costrette a mutilazioni genitali.

La situazione del nostro paese è preoccupante dato il livello di violenza che imperversa dappertutto. Direi, non c’è violenza: siamo posti in strutture di violenza sistematica che pesano su più della metà della popolazione di origine africana, sugli indigeni che lottano per conservare la loro terra contro l’avidità impunita dell’agrobusiness, sui poveri in generale e sui LGBT , discriminati e persino uccisi. Perché non abbiamo mai fatto la riforma agraria, né politica, né tributaria assistiamo che le nostre città vengono circondate da centinaia e centinaia di “comunità povere” (Favele) dove i diritti alla salute, all’istruzione, alle infrastrutture e alla sicurezza sono garantiti deficitariamente. La diseguaglianza, un altro nome dell’ingiustizia sociale, provoca le principali violazioni.

Il fondamento ultimo del coltivare i diritti umani sta nella dignità di ogni persona umana e nel rispetto che gli è dovuto . Dignità significa che è un portatore di spirito e libertà che gli consente di modellare la propria vita. Il rispetto è il riconoscimento che ogni essere umano ha un valore intrinseco, è un fine in sé stesso e mai un mezzo per qualcos’altro. Nel volto di ogni essere umano, per quanto anonimo sia , ogni potere trova il suo limite, anche lo Stato.

Il fatto è che viviamo in una sorta di società mondiale che ha messo l’economia come suo asse strutturale. La ragione è solo utilitaristica e tutto, anche la persona umana, come denuncia il Papa Francesco è divenuto “una merce che, una volta utilizzata può essere gettata via”. In una tale società non c’è posto per i diritti, solo per l’interesse. Perfino il sacro diritto al cibo e al bere è garantito solo a chi può pagare. Altrimenti, starete ai piedi del tavolo, accanto a cani sperando che alcune briciole cadano dalla ricca tavola degli epuloni.

In questo sistema economico, politico e commerciale risiedono le cause principali, non esclusive, che portano alla violazione permanente della dignità umana. Il sistema attuale non ama le persone, solo la loro capacità di produrre e consumare. Per il resto sono solo olio esausto nella produzione.

Il compito, al di là dell’etica e dell’umanitario, è soprattutto politico: come trasformare questo tipo di società malvagia in una società in cui gli esseri umani possano trattarsi in modo umano e godere dei diritti fondamentali. In caso contrario, la violenza è la norma e la civiltà si degrada nella barbarie.

Leonardo Boff (traduzione di Antonio Lupo) da Adital


3 Dicembre 2013

Jeff Bezos presenta il programma Prime Air: velivoli comandati a distanza per trasportare a casa del cliente pacchi fino a 2,3 chilogrammi. La tecnologia è pronta, ma bisogna aspettare il via libera delle autorità sul traffico aereo.

Luca Castelli

 

Nel giro di un paio d’anni, forse i libri pioveranno letteralmente dal cielo. In un’intervista rilasciata alla tv americana CBS, Jeff Bezos ha presentato l’ultima stravagante e futuristica novità targata Amazon: un servizio di consegna pacchi attraverso droni comandati a distanza. Si chiamerà Amazon Prime Air e permetterà di inviare pacchetti dal peso non superiore ai 2,3 chilogrammi (l’86% di quelli spediti dall’azienda, ha detto Bezos), in meno di trenta minuti, a clienti che si trovino nel raggio di 16 chilometri dal magazzino di smistamento.  

 GUARDA VIDEO

Spedizione flash Amazon consegna i pacchi col drone 

http://www.lastampa.it/2013/12/02/multimedia/tecnologia/spedizione-flash-adesso-amazon-consegna-col-drone-LxmyNFLlEKWOi3xL67jVJJ/pagina.html

 

A portare libri, dvd, dischi e qualsiasi altro prodotto di piccola taglia direttamente a casa del cliente – accelerando ulteriormente i processi di automazione del colosso dell’e-commerce – sarà un drone della famiglia “octocopter”, fornito cioè di otto piccole eliche che lo stabilizzano e ne permettono il volo. Un modello in parte simile a quello utilizzato la scorsa estate da un giornalista per riprendere le manifestazioni di Gezi Park a Istanbul, poi abbattuto dalla polizia (in quel caso, le eliche erano solo quattro). Amazon ha distribuito un breve video promozionale in cui mostra un esempio di come avverrebbe la spedizione.  

Il condizionale è ancora d’obbligo, almeno per un paio d’anni. Prima, ha spiegato Bezos, l’azienda di Seattle dovrà ricevere il via libera dalla Federal Aviation Administration, l’agenzia che sovrintende l’aviazione civile negli Stati Uniti e che al momento vieta ancora l’uso di droni a scopo commerciale e civile (mentre lo autorizza, in casi speciali, per la polizia e alcuni enti governativi). Nei prossimi mesi la discussione sulla gestione dei droni sarà un tema caldo nei cieli di tutto il mondo: ci sono già realtà, come l’australiana Zookal.com, che stanno sfruttando il vuoto normativo per provare a lanciare iniziative commerciali.  

Qualche rallentamento potrebbe arrivare anche sul fronte della privacy. Nella discussione pubblica in corso negli Stati Uniti, diverse associazioni a tutela dei consumatori sono preoccupate per la presenza di videocamere sui droni e per la gestione delle immagini eventualmente catturate in volo (controversie simili a quelle che – sempre in area high tech – riguardano la registrazione “accidentale” di informazioni private dalle automobili usate da Google nell’ambito del progetto Street View). Dal punto di vista tecnologico, invece, Amazon assicura che i suoi octocopter sarebbero praticamente già pronti a partire domani: “Sembra fantascienza, invece è realtà. Un giorno la vista dei velivoli di Prime Air in cielo sarà normale quanto è oggi quella dei furgoni delle aziende di trasporto sulle strade”.  

Fonte:www.lastampa.it



Dall’avvistamento di droni al carburante in riserva. Fino ai danni causati dagli stormi di uccelli. I possibili rischi in volo.

L’avvistamento di un drone da parte di un pilota Alitalia nei dintorni dell’aeroporto Jfk di New York del 4 marzo fa riporta prepotentemente alla ribalta il tema della pericolosità dei cieli. Tra aerei che volano con poco carburante, droni che sovrastano le nostre teste, code sharing effettuati con compagnie poco affidabili e impatti tra velivoli e uccelli, i nostri cieli sono davvero sicuri?
 droni, per esempio, sono molto più diffusi di quel che immaginiamo: aerei nati per essere utilizzati in missioni militari, ma oggi impiegati anche per scopi civili e commerciali, che vengono comandati a distanza e sfrecciano a velocità eccezionali.
 

AEROPORTO CIVILE E TRAFFICO MILITARE. La loro concentrazione è maggiore nelle vicinanze degli aeroporti: basti pensare allo scalo di Birgi, nel Trapanese, un aeroporto militare aperto al traffico civile in cui gli aerei di linea possono incrociare i droni con disagi evidenti. Nell’estate del 2012, per esempio i piloti di aerei in transito dallo scalo, vista la circolazione dei droni, hanno dovuto sospendere, nelle fasi di partenza e atterraggio degli aerei, le procedure strumentali standard. Per lo stesso motivo, anche i piloti in transito all’aeroporto catanese di Fontanarossa sono stati chiamati a seguire procedure diverse dal comune.

 

OBIETTIVOLA SICUREZZA NAZIONALE. Le “disposizioni in materia di aeromobili a pilotaggio remoto delle forze armate” (legge 178 del 14 luglio del 2004) identificano i droni (chiamati Apr) come velivoli impiegati «per la difesa e la sicurezza nazionale», il cui impiego «avviene nell’ambito di spazi aerei determinati» sulla base delle limitazioni prefissate da Aeronautica militare ed Enac in collaborazione con Enav. Il fatto, però è che spesso tali droni non appartengono alle forze armate italiane: chi vive dalle parti di Sigonella o Birgi potrà confermalo. I disagi, quindi, sono evidenti. Soprattutto in Sicilia

I velivoli con i serbatoio mezzi vuoti

Non solo droni, comunque: i pericoli nei cieli possono provenire anche dagli aerei civili. La denuncia di qualche anno fa dei piloti Rayanair che svelarono come la compagnia irlandese li obbligasse a volare con serbatoi non pieni (con la riserva d’emergenza prevista per legge ridotta al minimo per risparmiare) non è rimasta un caso isolato.

L’ATTERRAGGIO D’EMERGENZA. Il 26 luglio dell’anno scorso, per esempio, tre voli Ryanair sono stati costretti ad atterraggi d’emergenza a Valencia a causa della scarsa quantità di carburante a disposizione. Secondo la compagnia low cost, il minimo carburante di riserva permette ai velivoli per volare per circa 300 miglia, per almeno mezz’ora.
Insomma, quando prendiamo un aereo dobbiamo sperare che non si verifichino inconvenienti che possano provocare deviazioni impegnative o troppo prolungate, per evitare conseguenze disastrose.

LE REGOLE DEI VETTORI SUL CARBURANTE. L’European Air safety authority, d’altra parte, lascia un certo margine di indipendenze alle compagnie: spetta, infatti, al singolo vettore stabilire le regole sul carburante. Lo scorso settembre, per esempio, fece scalpore un comunicato della Fit Cisl Piloti in cui si sosteneva che alcuni comandanti associati di Alitalia avessero ricevuto telefonate da parte di membri dell’azienda in cui venivano richieste giustificazioni a proposito della quantità di carburante imbarcato: richieste percepite come pressioni psicologiche per imbarcare, in futuro, meno carburante, e quindi favorire il risparmio.

I voli di linea affidati ad altre compagnie

 

Aerei della compagnia di volo Alitalia.Ad allarmare i passeggeri, poi, è – soprattutto negli ultimi tempi – anche il code sharing, cioè la pratica secondo cui una compagnia aerea copre una tratta ponendo il proprio codice sui voli di un’altra compagnia. Un accordo di cui, per esempio, molti italiani sono venuti a conoscenza lo scorso 2 febbraio, quando un aereo Carpatair (che gestiva in subappalto la linea Pisa-Roma per Alitalia) è finito fuori pista all’aeroporto di Fiumicino. La compagnia romena, con sede a Timisoara, già nel recente passato era stata protagonista di incidenti: dall’allarme incendio dello scorso maggio a Firenze alla perdita di carburante di un volo Pisa-Roma a dicembre, fino alla depressurizzazione in cabina di un volo Ancona-Roma di gennaio.

LA PREOCCUPAZIONE DEI PILOTI. Una sequenza di episodi preoccupante, che aveva allarmato non poco sindacati e piloti: proprio questi ultimi, tra l’altro, si erano lamentati delle livree italiane che rivestivano i velivoli. Secondo l’Associazione nazionale piloti aviazione commerciale, si trattava di un’assenza di «chiarezza e trasparenza: con piloti e assistenti di volo addestrati in Romania, i clienti vengono imbrogliati».
Chi pensa di volare con una determinata compagnia, dunque, dovrebbe controllare il codice del vettore riportato sul biglietto, per evitare sgradite sorprese

Gli stormi di uccelli in volo

Un aereo in volo.Non badano alla nazionalità delle compagnie, invece, i cosiddetti bird strike, vale a dire gli impatti violenti tra aerei e stormi di uccelli, che, secondo quanto riferisce l’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), rappresentano «un problema estremamente concreto ed importante a causa degli altissimi costi, sia di natura umana che di tipo economico, che esso comporta per i vettori e per gli stati maggiori dell’Aeronautica di tutto il mondo».

DANNI GRAVI AL VELIVOLO. Anche un uccello di piccole dimensioni, infatti, può provocare danni molto gravi nel caso in cui venga colpito dal velivolo a velocità elevata: se ingerito dalle turbine, addirittura, può causarne il danneggiamento e lo spegnimento, così che l’aereo non riesce più a volare, o comunque deve farlo in condizioni di emergenza.
Solo negli Stati Uniti, tra il 1912 e il 2004, sono stati 243 i morti causati da incidenti dovuti a impatti tra aerei e uccelli. Sempre secondo l’Enac, esiste il 25 % di probabilità «che nei prossimi 10 anni avvenga un incidente disastroso tra un grande jet da trasporto e i volatili in Usa o in Canada».
Più che i droni, insomma, sembra che dobbiamo temere rapaci, pavoncelle e gabbiani.

Fonte:www.lettera43.it


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