Milano

11 Febbraio 2017

Sono atterrati oggi all’Aeroporto di Modena Marzaglia tre velivoli da Milano.

Gli equipaggi si sono poi trattenuti presso l’Ostaria Gente dell’Aria, il Ristorante dell’Aero Club di Modena.

P.G.


14 Ottobre 2016

Il 13 ottobre del 2005, esattamente 11 anni fa, arriva l’annuncio dell’avvio di una nuova era nell’espansione delle compagnie low cost in Italia, con un passaggio epocale per il settore: EasyJet apre la sua base a Milano, scegliendo l’hub di Malpensa e avviando un percorso di crescita ininterrotta.

 

Il vettore guidato oggi da Carolyn McCall decide con questa mossa dirompere gli schemi, allontanandosi dal modello che vedeva i vettori low fare dirigersi esclusivamente verso gli scali minori, approdando sul secondo aeroporto italiano in termini di passeggeri per iniziare così a catturare nuove fasce di mercato, in primo luogo il segmento del business travel.

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Un modello poi raccolto, ma diversi anni dopo, anche da Ryanair all’interno del suo piano di ristrutturazione denominato ‘Always Getting Better’.

“Malpensa diventa la 16 esima base della compagnia in Europa – si legge nell’articolo pubblicato 11 anni fa da TTG Italia – e su questo scalo easyJet posizionerà tre nuovi A319, appena ricevuti dall’Airbus; i primi due saranno stanziati a partire dal 27 marzo 2006.

E sempre entro marzo verranno inaugurate 5 nuove rotte verso Londra Gatwick (operativa da dicembre 2005 con 2 frequenze al giorno), Parigi Cdg, Atene, Madrid e Malaga. Nei primi 12 mesi di attività la compagnia si aspetta un traffico passeggeri superiore a un milione 200mila passeggeri su Malpensa”.

Quella di EasyJet si rivelerà, come le cifre degli anni a venire confermano, un’intuizione azzeccata: dall’apertura a fine 2015 sono stati oltre 50 milioni i passeggeri movimentati sul Terminal 2 di Malpensa, cifre che hanno consentito alla compagnia di diventare il terzo vettore in Italia, con 15 milioni di pax annui.

Fonte: www.ttgitalia.com/


5 Gennaio 2016

Un volo in più tra Cagliari e Milano

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Aerei più capienti sulle rotte Alitalia tra Sardegna e Milano e Roma e un collegamento aggiuntivo.

Lo annuncia il comitato di monitoraggio sulla continuità territoriale, riunito in seduta permanente all’assessorato regionale dei trasporti.

Sino al 7 gennaio, tutti i giorni, saranno messi a disposizione 22 Airbus sulla Cagliari-Linate-Cagliari, 14 sulla Alghero-Linate-Alghero, 10 sulla Cagliari-Fiumicino-Cagliari e altrettanti sulla Alghero-Fiumicino-Cagliari.

il volo in più è previsto il 10 gennaio prossimo sulla tratta Elmas-Milano.

Fonte:www.unionesarda.it/


30 Dicembre 2013

Il comando della polizia locale ha avviato un procedimento disciplinare dopo un post del suo agente su Facebook: nel mirino la scelta del ministro di servire i pasti in una mensa a Natale. Il vigile, che si definisce “di sinistra da sempre”, chiede scusa: “Il ministro mi perdoni”

Il Vigile rischia anche di dovere rispondere del reato previsto dall’Articolo 290 del Codice penale, ‘vilipendio della Repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate’, con multe fino a 5mila euro. E la pena potrebbe essere ulteriormente incrementata, essendo X. un pubblico ufficiale. «Si tratta di un fatto inaccettabile – riferisce un dirigente dei vigili urbani milanesi – Chi veste una divisa non può permettersi di insultare in quel modo ignobile un alto rappresentante delle istituzioni».

A incastrare “X”. è stato il fatto di avere come immagine del profilo di Facebook una fotografia in cui veste una divisa della polizia locale, con tanto di simbolo della Regione Lombardia. Subito su Facebook è nato il tam tam di quanti si auguravano che «non fosse davvero un vigile». Fra quanti hanno commentato online la vicenda con indignazione c’è anche M. M. , presidente della commissione Sicurezza del Comune.

Il comando di piazza Beccaria ha immediatamente avviato una rapida indagine interna per capire se “X.” fosse effettivamente un vigile urbano. Constato che le è, ha avviato velocemente il procedimento disciplinare: si potrebbe arrivare addirittura alla sospensione dell’agente dal servizio o dallo stipendio. “X.”, che si definisce «di sinistra da sempre, sostenitore del Pci dal 1978 e poi del Partito democratico», chiede scusa. «La mia era una battuta idiota e sconveniente – dice – Semplicemente avevo dato retta alle voci, false, secondo cui la Kyenge avrebbe indossato un orologio da decine di migliaia di euro mentre serviva alla mensa dei profughi e mi sono indignato. Ritengo il razzismo una cosa stupida e inaccettabile e chiedo al ministro di perdonarmi».

Non è certo la prima volta che il ministro Kyenge deve sopportare insulti razzisti, anche da parte di rappresentanti delle istituzioni. Lo scorso luglio, intervenendo alla festa del suo partito a Treviglio, il leghista Roberto Calderoli disse: «Quando vedo la Kyenge non posso non pensare a un orango». Ed è stata condivisa migliaia di volte in rete un’immagine offensiva in cui la fotografia di Cecile Kyenge

è affiancata a quella di una scimmia, con la scritta «separati dalla nascita».

Il ministro ha sempre risposto con intelligenza e fermezza a simili insulti razzisti. Per quanto riguarda Calderoli, Kyenge ne chiese le dimissioni da vicepresidente del Senato con questa motivazione: «Calderoli dovrebbe dimettersi? Se non è in grado di tradurre un disagio in un linguaggio corretto, bisogna forse dare il suo incarico a chi è capace di farlo».

NOTA:

-Per la delicatezza del caso ho omesso di pubblicare la foto e di riportare il nome del protagonista della vicenda sostituendolo con “X” benchè fosse pubblicato sulla testata fonte dell’articolo  sotto citata .  ( ndr – AeC Modena )-

Fonte:http://milano.repubblica.it


23 Dicembre 2013

A Milano al «Leonardo da Vinci», il primo esemplare di velivolo realizzato da Enrico Forlanini nel 1877.

MUSEO DELLA SCIENZA A MILANO: i Inaugurata la nuova sala

C’è una data poco conosciuta ma che rimane incisa nella storia dell’aviazione: nel 1877 Enrico Forlanini, ingegnere del Politecnico, faceva volare a Milano l’elicottero, primo oggetto più pesante dell’aria a sollevarsi da terra con un motore. A bordo non aveva passeggeri ma apriva la strada ad un nuovo mondo prima ancora che i fratelli Wright negli Stati Uniti compissero il loro storico balzo nel 1903.

Negli anni Cinquanta, nella brughiera lombarda, il sogno dell’ala rotante riprendeva l’antico filo di Forlanini e la fabbrica Agusta produceva i primi elicotteri su licenza americana. Era solo l’inizio di una storia bellissima che porterà alla nascita di uno dei grandi gruppi elicotteristici mondiali, l’AgustaWestland di Finmeccanica, cui si deve la produzione di macchine che si imporranno sul mercato internazionale. La storia di questa eccellenza italiana prende ora corpo in una nuova sezione del Museo della scienza e della tecnologia «Leonardo da Vinci». E oltre a incontrare l’elicottero Forlanini si possono ammirare altri elicotteri (come l’AW 109 che ha portato al successo la fabbrica di Cascina Costa) e scoprire i segreti del convertiplano oggi in collaudo. Ma si ha pure la possibilità di salire su un simulatore per provare l’avventura e il piacere di pilotare.
«La scuola per fabbricare macchine volanti dove ha studiato Forlanini guarda adesso al futuro preparando gli ingegneri del domani», ricorda Giovanni Azzone, rettore del Politecnico. «E il museo – aggiunge Fiorenzo Galli, direttore generale del “Leonardo da Vinci – vede nella nuova sezione elicotteri un’altra tappa del suo sviluppo sempre più mirato a testimoniare il valore della tecnologia italiana fornendo nel contempo una palestra aggiornata per la formazione dei giovani».

Fonte:www.corriere.it



L’ombra di una guerra tra soci…

Bresso, 6 aprile 2013 – Quattro aerei danneggiati nell’hangar dell’aeroporto di Bresso. Un episodio grave che potrebbe ricollegarsi alla guerra di «potere» all’interno dell’Aeroclub più grande d’Italia, difficile da catalogare come semplice atto vandalico. Qualcuno, in piena notte, si è introdotto negli hangar da poco rinnovati di via Gramsci ed ha danneggiato quattro piccoli aerei da turismo, rompendo vetri dei finestrini e bucando le ali. Ad un «Pa 23 i-angi» sono stati rotti i vetri, gli strumenti e un dispositivo Gps. Il contenuto di un estintore è stato scaricato nel serbatoio.

Un Cessna 172 ha subìto la rottura dei vetri, dei piani di coda e le antenne sono state divelte. Ad uno Sport Cruiser è stato rotto il tettuccio, sporcato con olio esausto l’interno, piegata l’elica e gli alettoni, rubate le cuffie, danneggiati tutti gli strumenti e staccate le antenne. Infine, è stato gravemente danneggiato anche un Piper Comanche che era già stato colpito la scorsa estate con modalità analoghe.

Quattro aerei diversi tra loro, due privati e due appartenenti alla piccola flotta dell’Aeroclub Bresso, nato pochi mesi fa dalla scissione dello storico Aeroclub Milano e oggi dislocato su un’area di 500 metri quadrati all’interno degli spazi di ricovero dell’Aeroclub Milano. In un comunicato il nuovo Aeroclub ha di fatto avanzato pesanti sospetti contro gli ex soci, con i quali proprio l’estate scorsa si è consumato un divorzio non indolore.

Una separazione avvenuta mentre l’aeroporto era occupato dai preparativi per la visita di Papa Benedetto XVI. Oggi, a capo del piccolo sodalizio c’è quell’Andrea Corte, avvocato, che per un breve periodo era stato nominato commissario dell’Aeroclub Milano nel pieno di un contenzioso che aveva letteralmente dilaniato l’unità sociale. L’Aeroclub Milano ha anche presentato un ricorso al Tar per estromettere dal campovolo di Bresso il club neonato. 

 Sul posto sono intervenuti la Digos di Milano e i carabinieri di Sesto San Giovanni. Nessuna pista è stata esclusa, dal dispetto, all’atto vandalico. Dunque, almeno per il momento è impossibile puntare il dito su qualcuno. Certo è che questo episodio ha costretto il Direttore della Circoscrizione Aeroportuale di Milano Linate a disporre una chiusura dello scalo per motivi di sicurezza per un periodo di tre mesi.

Fonte:www.ilgiorno.it



(AGI) – Milano, 5 apr. – Questa mattina sono stati trovati distrutti, all’interno dell’hangar dell’Aeroporto di Bresso, 4 aeroplani. Nell’hangar sono parcheggiati oltre 60 aerei. La maggior parte riconducibili all’Aeroclub Milano, e soltanto pochi di essi all’Aeroclub Bresso. Gli aerei distrutti sono soltanto quelli riconducibili all’attivita’ dell’Aeroclub Bresso, mentre non e’ stato toccato alcun aereo dell’Aeroclub Milano. Sono intervenuti, per le indagini, i Carabinieri, la Polizia di Stato e la Digos. La scientifica ha effettuato i rilievi. (AGI) .

Fonte:www.agi.it



Il cantautore, dottore, era malato di cancro e negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano peggiorate. Se n’è andato intorno alle 20,30 nella clinica Columbus di Milano. Con lui c’era tutta la famiglia. Sui social network si inseguono i saluti, da Fazio alla figlia di Gaber, dai Negramaro al sindaco di Milano.

ROMA – Vincenzo Jannacci, detto Enzo, nato a Milano il 3 giugno 1935, è morto nella sua città. Aveva 77 anni. Dopo aver lottato con la malattia che lo opprimeva da anni. Si è spento nella clinica Columbus di Milano, dove era ricoverato da alcuni giorni. Malato di cancro, negli ultimi giorni le sue condizioni di salute  erano peggiorate, per questo motivo era tornato in clinica. Stasera se n’è andato intorno alle 20,30. Con lui, in ospedale, c’era tutta la famiglia.
Jannacci è stato un cantautore, cabarettista, attore e cardiologo italiano. Cinquant’anni di carriera senza schemi fissi, oltre i confini. Dopo aver registrato quasi trenta album, alcuni dei quali indimenticabili, è ricordato come uno dei pionieri del rock and roll italiano, insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber, con il quale formò un sodalizio durato più di quarant’anni. Basta dire Gaber e Jannacci per evocare una Milano che non c’è più, quella della nebbia, già grande città ma non ancora metropoli, una Milano romantica, popolata di personaggi bizzarri e poetici. Di madre pugliese e padre lombardo, Jannacci la sua Milano l’ha sempre portata addosso. Come Gaber, che aveva conosciuto a scuola, all’Istituto classico Alessandro Manzoni. Alla sua morte, il dottore cantautore, riuscì a dire soltanto “ho perso un fratello”.

Il 19 dicembre 2011 Fabio Fazio conduce uno speciale su di lui in cui amici di lungo corso del musicista milanese, presente in studio col figlio Paolo, lo omaggiano interpretando suoi brani. Tra cui Dario Fo, Ornella Vanoni, Fabio Fazio, Cochi e Renato, Paolo Rossi, Teo Teocoli, Roberto Vecchioni, Massimo Boldi, Antonio Albanese, J-Ax, Ale e Franz, Irene Grandi e altri. Enzo Jannacci compare nell’ultima parte dell’evento cantando due sue canzoni. Si capiva che stava male, che stava morendo, ma mostrava dignità e coraggio di fronte alla malattia. Capiva da medico che il suo corpo stava cedendo, ma lo spirito era sempre lo stesso e anche la voglia di cantare e ironizzare, col figlio Paolo, nato dal matrimonio con Giuliana Orefice, che gli dava le mani per suonare.

“Enzo jannacci era un genio. Le sue parole che non riuscivano a star dietro ai suoi pensieri. La sua poesia ha inventato un mondo bellissimo”, ha scritto Fabio Fazio su Twitter. E in rete continuano ad apparire messaggi, saluti, ricordi. Apparizioni di un uomo che ha sempre cantato la vita surreale, com’era, come la vedeva. E anche il Milan partecipa al cordoglio per la sua scomparsa, per la sua squadra Jannacci nel 1984 aveva scritto l’inno: “Il grande cantautore milanese era un grandissimo tifoso milanista” si legge nella nota pubblicata sul sito. “Tutto il Milan e tutti i Rossoneri apprendono commossi la notizia e si stringono con affetto e sgomento alla famiglia”.

“C’era una volta il Derby, la culla del cabaret. Era il mondo di Enzo Jannacci, una personalità vera, spontanea, originale, estrosa duttile. Amicizie di grande livello artistico e intellettuale le sue: Giorgio Gaber e Dario Fo. Ma la sua avventura si è spesso intrecciata a grandi Milanisti come lui: Beppe Viola, Renato Pozzetto, Teo Teocoli. E allora sarà bello quando vince il Milan! Quante volte i Milanisti hanno fatto il coro al grande Enzo sul ritornello di questa celeberrima canzone. Cantautore e cabarettista, attore e cardiologo, Enzo, figlio del Liceo classico Manzoni di Milano, lascia a tutti noi e all’unico figlio Paolo una grande, grandissima, eredità. Ciao Enzo!”, si legge sul sito.

Il saluto è anche quello del sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che ha commentato su Facebook: “Ci ha lasciato un grande artista, un grande milanese. Enzo Jannacci ha amato Milano ed è stato ricambiato. Con la sua ironia e le sue canzoni ha raccontato la Milano più vera. Rimarrà nella storia della città”.

Enzo Jannacci è stato uno dei più grandi interpreti della canzone italiana de protagonista della musica italiana del dopoguerra. Dalle canzoni di grande successo come “Vengo anch’io, no tu no” e “Ci vuole orecchio” o “E la vita, la vita” scritta con Cochi e Renato, ma anche “Quelli che” o “El portava i scarp del tennis”, “Vincenzina e la fabbrica”, “Andava a Rogaredo”, “Ho visto un re” e mille altre. Dalla laurea in medicina al cabaret, dalla scrittura impegnata al teatro. Mattatore milanese che adorava la sua città, scriveva gran parte dei suoi brani in dialetto. I Nomadi lo salutano con un “Ciao Enzo, Grande Artista…
salutaci le stelle!” e allegano il video live di “Vincenzina e la fabbrica”.

In tanti sul social network  hanno voluto ricordare la “voce degli ultimi”, come lo ha definito Claudio Cecchetto. “Ciao grande maestro” ha scritto il napoletano Gigi D’Alessio, a cui hanno fatto eco i Negramaro con una citazione da “Messico e nuvole”: “Che voglia di piangere ho… addio Enzo!”. A messaggi più sintetici come quello di Syria, che ha salutato Jannacci con un “ciao signor Enzo”, si accompagnano twitt più personali come quello di Paola Turci: “Rimangono tutte le tue canzoni e un pezzo di strada fatta insieme”. Ironico Frankie Hi Nrg: “Ciao Enzo non ti scapicollare”. Triste Luca Bizzarri: “Cristo come mi dispiace. Addio, signor pur talento”. “Enzo Jannacci, rimpiango un genio che se ne va insieme alla Milano meravigliosa delle sue canzoni”, scrive Gad Lerner.

Tanti e accorati i messaggi di Dalia Gaber, figlia di Giorgio: “Ciao Enzo, ti voglio bene” scrive postando una foto da giovani dei due celebri artisti. “Lo ricordo bene: intelligente spiritoso, surreale, geniale. Ha raccontato la poesia di Milano”, ha scritto invece Enrico Ruggeri, “Al suo funerale Enzo Jannacci vedrà che tutti piangono davvero, non solo le suore”, ha scritto su Twitter Red Ronnie citando la celebre “Vengo anch’io. No tu no.

Fonte:www.repubblica.it


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