ryanair

31 Dicembre 2012

L’Associazione dei Piloti Olandesi ha chiesto alle autorita’ di controllo sull’aviazione civile di aprire un’indagine sull’operato della compagnia aerea Ryanair, a seguito di un ‘reportage’ in cui quattro piloti dell’aerolinea irlandese criticano la politica di sicurezza del vettore. La denuncia e’ stata rilanciata dalla tv fiamminga KRO, secondo cui i piloti hanno detto di essere sotto pressione da parte di Ryanair per risparmiare carburante e volare con meno combustibile possibile. I piloti intervistati ricordano quanto accaduto nello scorso mese di luglio, quando tre aerei di Ryanair chiesero l’atterraggio di emergenza all’aeroporto di Valencia, in Spagna, perche’ il livello del carburante a bordo era al di sotto dei livelli di sicurezza. Il presidente dell’Associazione dei piloti olandesi, Evert Van Zwol, ha espresso tutta la sua preoccupazione per le accuse e ha sollecitato l’apertura di un’inchiesta da e’arte dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea sull’operato della compagnia irlandese .


(29 dicembre 2012)

Fonte:www.repubblica.it


18 Ottobre 2012

La procura di Bergamo ha iscritto nel registro degli indagati Michael O’Leary, amministratore delegato della compagnia aerea irlandese low cost Ryanair, e il suo braccio destro Juliusz Komorek: secondo il pm Maria Mocciaro avrebbero assunto a Dublino 220 dipendenti della compagnia, in realtà di stanza all’aeroporto bergamasco di Orio al Serio, assoggettandoli così alla tassazione irlandese, molto più bassa di quella italiana. La notizia è riportata dal “Corriere della sera”. Questo stratagemma avrebbe comportato un danno all’erario italiano di quasi 12 milioni di euro, stando ai calcoli di Inps e Direzione provinciale del lavoro che, a fine 2011, aveva segnalato proprio all’Inps presunte irregolarità nell’assunzione dei dipendenti della compagnia. Dal canto suo Ryanair ha sempre sostenuto di non dover pagare le tasse in Italia, perché i dipendenti operano a bordo degli aerei irlandesi e non svolgono dunque alcuna attività lavorativa in Italia.
 
La compagnia ritiene di aver agito nel rispetto delle regole – Secondo quanto avrebbe rilevato l’Inps, si tratterebbe di un’evasione di quasi 12 milioni di euro. Cifra che oltretutto potrebbe non essere veritiera in quanto si basa sul numero dei nominativi dichiarati dalla compagnia irlandese. Sempre secondo il Corriere della Sera le cifre in mano alla Polizia di frontiera sarebbero ben più consistenti: dal 2003 al 2010 i dipendenti dello scalo bergamasco sarebbero stati infatti 900. Ipotesi che se confermata configurerebbe un’evasione al fisco molto più importante. Le irregolarità erano state segnalate già dal 2011, ma la compagnia pur avendo avuto la possibilità di regolarizzare la sua posizione non lo ha mai fatto perché sostiene di aver agito correttamente in quanto i suoi equipaggi, operando su aerei irlandesi, devono essere assoggettati alle norme di quel Paese. Secondo la procura di Bergamo, invece, Ryanair fa firmare i contratti a Dublino, dove la tassazione degli stipendi è intorno al 12%, mentre in Italia è al 37%, anche se i lavoratori lavorano a tutti gli effetti nel nostro Paese, dove vivono: il domicilio entro un’ora dall’aeroporto è infatti uno dei requisiti per l’assunzione.
16 ottobre 2012
Redazione Tiscali

Fonte:http://notizie.tiscali.it



Verona, Italia – Il gestore punta ora al recupero dell’equilibrio finanziario

(WAPA) – “Con riferimento alla notizia della sospensione dei voli operati sull’aeroporto di Verona da parte della compagnia aerea Ryanair, la Catullo SpA, la società che gestisce lo scalo, conferma che venerdì 28 settembre la trattativa si è conclusa, sciogliendo la società da un accordo che aveva gravemente pesato sul bilancio della società nel 2011, ritenuto iniquo ed illegittimo dagli attuali vertici dell’aeroporto ed oggetto d’indagine da parte della Commissione europea.

La Ue aveva richiesto nello scorso mese di agosto alla Catullo SpA di trasmettere documentazione finalizzata a condurre l’indagine.

La risoluzione è arrivata con anticipo rispetto alla scadenza del 10 ottobre, quando era previsto il pronunciamento del Tar sulla controversia tra Enac (Ente nazionale aviazione civile) e la compagnia aerea relativamente allo scalo di Verona. Secondo le linee guida del Piano industriale presentato all’assemblea dei soci dello scorso luglio, finalizzato a riportare la società in equilibrio economico entro i prossimi tre anni, anche attraverso la rinegoziazione dei contratti commerciali non allineati con i benchmark di mercato, la Catullo era impegnata nella revisione del contratto con la compagnia aerea irlandese. Mentre la revisione commerciale di contratti non valutati omogenei con il mercato si è conclusa positivamente per l’aeroporto ed i partner commerciali, il contratto con la compagnia Ryanair appariva vincolante per 5 anni imponendo un onere economico di alcuni milioni di Euro che la società non avrebbe avuto la capacità finanziaria di sostenere.

Dopo una lunga negoziazione, la compagnia aerea Ryanair ha comunicato venerdì di voler sospendere la propria programmazione sullo scalo di Verona dal 12 ottobre prossimo. I passeggeri che hanno acquistato biglietti dopo tale data con partenza dall’aeroporto di Verona saranno contattati dalla compagnia aerea per riorganizzare il proprio programma di viaggio.

L’aeroporto di Verona è impegnato, data la decisione di Ryanair, a sostituire con altre compagnie aeree le tratte nazionali ed internazionali, su cui operava il vettore irlandese, garantendo a chi le opererà le stesse condizioni commerciali.

Come avvenuto per la tratta Verona-Catania, dopo il collasso di Wind Jet, che ha sospeso le operazioni di volo da Verona su Calo lo scorso 14 agosto, si lavora da subito per assicurare al territorio la continuità dei collegamenti: oggi collegamenti aerei Verona-Catania sono garantiti da Meridiana fly ed AirOne (che proprio venerdì ha annunciato l’apertura del collegamento Verona-Catania). Lo stesso verrà fatto per i voli nazionali ed internazionali (oggi 19 movimenti settimanali). Il mercato ha già dimostrato interesse per gli spazi lasciati liberi da Ryanair. Da considerare che su alcuni di essi ci sono già operative altre compagnie aeree: Londra (British Airways ed easyJet offrono voli giornalieri), Parigi (Air France, easyJet offrono voli giornalieri), Dublino (Aer Lingus voli quattro volte la settimana)”.

Fonte:www.avionews.it


22 Settembre 2012

La compagnia irlandese, la low cost per eccellenza, che la primavera scorsa celebrato un numero di passeggeri in Italia superiore alla stessa Alitalia, poi smentito, sta vivendo in questi giorni una serie di polemiche, serie e non, che ne stanno comunque minando l’immagine. Di per sé Ryanair è una compagnia aggressiva, amata ed odiata, contemporaneamente da tantissimi utenti: apprezzata per le sue offerte accattivanti, e vista con sospetto per le modalità, anche poco eleganti, con cui cerca di recuperare soldi dai propri clienti.

Negli ultimi mesi però Ryanair è andata incontro ad alcune “cadute” di stile che hanno avuto forse l’effetto contrario rispetto a quanto si prefiggeva la compagnia. Tralasciando le recenti notizie di punture di zecche in un aereo in arrivo a Roma, che però potrebbero essere dovute a fattori esterni, tutti sanno ad esempio, e purtroppo, che Ryanair utilizza la carta più costosa al mondo: se avete acquistato un volo, e non stampate a casa la vostra carta d’imbarco, una stampa in aeroporto vi verrà a costare ben 60 euro!

Fonte:www.ilturista.info



Contributi a Ryanair, indaga la Ue

VERONA — Ryanair nel mirino della Commissione europea, il ministro Corrado Passera che si accinge a presentare ai colleghi il nuovo piano aeroportuale nazionale (con Verona e Brescia considerati scali non «strategici», ma comunque utili al Paese), e il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, che dichiara che in futuro «tutto il traffico cargo di Bergamo sarà trasferito a Brescia». Tante novità per quanto riguarda il traffico aereo, a testimonianza del fatto che il settore vive una fase di rapidi cambiamenti e Verona può cercare di sfruttarli per accrescere la propria offerta commerciale e risanare i conti della società Valerio Catullo, oggi disastrosi.

Il contratto Ryanair La notizia del giorno arriva dal settimanale Panorama, che rivela che lo scorso 8 agosto, la Commissione europea ha aperto un’istruttoria sul «presunto contributo di 7 milioni di euro all’anno», concesso a Ryanair dalla Catullo come «premio» per portare i propri voli sullo scalo scaligero. L’iniziativa potrebbe portare a breve all’apertura di un’indagine per «aiuti di stato illegittimi». L’indagine non è la prima del suo genere: già nel 2007 la Commissione aveva avviato un’istruttoria sui presunti aiuti irregolari dati alla Ryanair dalla Sogeaal, la società che controlla l’aeroporto di Alghero. Sotto la lente dei funzionari di Bruxelles sono finiti 43 milioni pagati dalla Regione Sardegna a Ryanair a partire dal 2001. Ora, rispetto al caso di Verona, si tratta di capire quale sarà l’orientamento della Commissione: l’apertura dell’istruttoria era infatti qualcosa di scontato, dopo la denuncia presentata da Meridiana- Air Italy contro il contratto che dà alla compagnia low cost una sovvenzione tanto generosa. La società di gestione dello scalo veronese (dopo il rinnovo dei vertici un anno fa e l’affidamento della presidenza a Paolo Arena) contesta l’eccessiva onerosità del contratto, e un intervento della Commissione che sanzionasse la pratica dei contributi alle low cost, potrebbe tornare utile ai fini della rinegoziazione dello stesso.

Verona scalo prioritario Se il lavoro della Commissione europea incrocia le vicende del Catullo, altrettanto importante è capire l’orientamento del governo verso i due scali collocati in prossimità delle sponde del Garda. Sembra che domani il ministro Passera illustrerà in consiglio dei ministri il piano aeroportuale nazionale elaborato assieme ad Enac, allo scopo di ridurre l’eccessivo numero di aeroporti italiani: nella Penisola oggi se ne contano una sessantina. La buona notizia è che sia Verona sia Brescia hanno un ruolo ben preciso, quindi da parte del governo non arriverà la decisione di chiuderli o di far ricadere sugli enti locali gli eventuali oneri di gestione. La «cattiva » è che il Catullo non rientra tra gli scali «strategici», chiamati a sviluppare il traffico nazionale, ma solo tra quelli «prioritari», cha hanno cioè una loro ragion d’essere ma confinata in ambito locale. Questa classificazione non ha ricadute concrete (chi decide il destino commerciale di un aeroporto è il mercato, perché il governo non può imporre scelte alle compagnie aeree), ma certo non fa piacere vedere che lo scalo di Verona si trova circondato da aeroporti di «categoria » superiore: a est Venezia, che è uno dei tre scali «internazionali » assieme a Fiumicino e Malpensa, e attorno tre aeroporti «strategici» (Linate, Bergamo e Bologna).

Cargo a Brescia Il presidente della Provincia di Brescia, Daniele Molgora, ha dichiarato nei giorni scorsi che non solo a Brescia arriveranno voli cargo (notizia attesa da tempo), ma addirittura che «tutto il traffico cargo di Bergamo» passerà a Montichiari. La ragione è che Orio al Serio, coi suoi 9 milioni di viaggiatori low cost, è già al limite delle proprie possibilità. L’eventualità sarebbe molto positiva ma prima di festeggiare è meglio vedere gli aerei.

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Ryanair, Ue indaga su aiuti italiani

 

Roma – Un presunto contributo di 7 milioni di euro all’anno concesso a Ryanair dalla società Valerio Catullo che gestisce l’aeroporto di Verona. È l’oggetto di un’istruttoria aperta l’8 agosto scorso dalla Commissione europea di cui scrive Panorama in un’inchiesta «sui sostegni occulti degli scali italiani alla compagnia irlandese», e che potrebbe portare a breve all’apertura di un’indagine per aiuti di Stato illegittimi.

Il settimanale scrive anche che «la Commissione, dal 27 giugno, ha allargato l’ambito di un’altra indagine avviata nel 2007 sui presunti aiuti irregolari dati alla Ryanair dalla Sogeaal, la società che controlla l’aeroporto di Alghero. Adesso sotto la lente di Bruxelles ci sono 43 milioni che sarebbero finiti alla compagnia guidata da Michael ÒLeary dal 2001: soldi pagati dalla Regione Sardegna, azionista unico della Sogeaal». Panorama spiega anche «il meccanismo attraverso il quale la low cost irlandese ottiene le sovvenzioni: accordi commerciali con le società di gestione degli aeroporti, quasi sempre controllate da enti pubblici. In cambio di una quota per passeggero trasportato, la compagnia si impegna a pubblicizzare lo scalo. In molti casi, come nell’aeroporto di Verona, Ryanair beneficerebbe anche di sconti sui servizi di terra e dell’esenzione delle addizionali comunali per un contributo totale di quasi 25 euro a passeggero».

Agli inizi di agosto, Meridiana Fly-Air Italy aveva fatto ricorso alla Ue contro l’aeroporto di Verona e contro Ryanair per concorrenza sleale da parte di Ryanair proprio grazie al contratto con l’aeroporto veronese. «Totale sostegno» all’iniziativa di Meridiana-Air Italy contro «gli aiuti di stato a Ryanair» era stata espressa da Assaereo (Associazione confindustriale delle Compagnie aeree), che contestava «l’incredibile vantaggio competitivo di cui gode il vettore irlandese per l’esenzione dalle addizionali comunali, prezzi stracciati per i servizi di assistenza a terra e contributi commerciali per ciascun passeggero trasportato».

Agevolazioni «finanziate da enti pubblici azionisti delle società di gestione e quindi, in ultima istanza, dai cittadini contribuenti», «per attività di un singolo operatore irlandese» che peraltro «non applica le leggi italiane in materia fiscale, contributiva (in Irlanda è del 12% mentre in Italia è del 37%), previdenziale, e le norme comunitarie a tutela dei diritti dei passeggeri», rilevava Assaereo. Così costringe altre compagnie a cessare le operazioni. L’ispettorato del lavoro di Bergamo, ricordava l’associazione confindustriale, «ha già contestato a Ryanair una evasione contributiva di 12 milioni di euro e sono in corso accertamenti della Guardia di Finanza per un’evasione fiscale dal 2005, stimata in circa 500 milioni di euro».

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Ryanair e i guai del low cost:
dagli aiuti vietati all’evasione fiscale

La compagnia irlandese è sotto gli occhi di Bruxelles e della Guardia di finanza. Sotto accusa per concorrenza sleale e contratti di lavoro speciali per evadere la tasse. Adesso l’Ue sta indagando su presunti aiuti di Stato che l’azienda di O’Leary avrebbe ricevuto per tenere in piedi alcune tratte magari poco redditizie

MILANO – Non è un buon momento per le compagnie di volo low-cost. Il traffico sui cieli è per la prima volta in diminuzione e l’effetto novità del viaggiare con l’areo a prezzi stracciati sembra svanito. Ma per la Ryanair (che nel periodo dicembre 2011-12 ha perso in Italia il 5 per cento), la compagnia irlandese tra i leader nei voli a basso costo, le difficoltà sono anche altrove.

GLI AIUTI CONTESTATI – Prima è arrivata l’accusa di evasione fiscale e contributiva, ora ci si è messa anche la Commissione europea che sta indagando su presunti aiuti di Stato che l’azienda di Michael O’Leary avrebbe ricevuto per tenere in piedi alcune tratte magari poco redditizie. Dal 2001, sono 43 i milioni versati dall’aeroporto di Alghero, mentre sono 12 i milioni di euro all’anno che la regione Puglia paga alla Ryanair per le campagne pubblicitarie dedicate agli scali di Bari e di Brindisi. Aiuti che sono vietati dai regolamenti europei. Anche per questo fu decisa la vendita di Alitalia che non poteva più essere tenuta in piedi dai soldi dei contribuenti italiani. La Commissione europea indaga anche su 7 milioni di euro che sarebbero arrivati dall’aeroporto di Verona, secondo una denuncia della Meridiana, depositata sui tavoli di Bruxelles il 19 luglio: l’8 agosto è stata poi aperta un’istruttoria preliminare.

25 EURO A PASSEGGERO – I 22 scali italiani, sostengono le compagnie concorrenti di Ryanair, versano sostanziosi contributi nelle casse della compagnia irlandese. C’è una quota che viene versata dallo scalo per ogni passeggero in cambio della pubblicità dello scalo stesso sui banner del sito Ryanair. Il dossier aperto dalla Commissione è però solo uno dei problemi della compagnia low cost più famosa in Italia. Oltre alla probabile concorrenza sleale denunciata da Airone per la Sardegna, la Guardia di finanza sta investigando su una presunta evasione fiscale di mezzo miliardo di euro. A Bergamo, invece, l’ispettorato del lavoro contesta un’evasione di 12 milioni di euro: i dipendenti, pur con base in Italia, hanno contratti di lavoro irlandesi, con aliquote più basse rispetto a un contratto italiano. Secondo un’inchiesta di Panorama, la media dell’obolo versato dall’aeroporto per passeggero è di dieci euro, mentre l’aeroporto di Verona avrebbe versato 25 euro per ogni passeggero Ryanair.

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Ryanair molla tutto? Paura ad Alghero

Dopo le ultime notizie sull’allargamento dell’inchiesta svolta dalla Commissione Ue, grande apprensione in aeroporto

ALGHERO. Sono davvero «aiuti di Stato» quei soldi che la Regione, attraverso la Sogeaal, di sua proprietà, ha dato a Ryanair in forma di contributi co-marketing? Una domanda da almeno 42,5 milioni di euro (tanto sarebbe complessivamente il denaro versato tra il 2000 e il 2010). Alla quale molto presto dovranno dare risposta gli ispettori della Commissione europea, che a partire dal 27 giugno scorso ha allargato l’ambito di un’altra indagine avviata cinque anni fa sempre sui presunti sostegni irregolari concessi alla compagnia aerea irlandese dalla società che gestisce l’aeroporto di Alghero. La questione, dunque, non è proprio nuovissima. Ma ora a riportarla prepotentemente alla ribalta è un’inchiesta contenuta sull’ultimo numero del settimanale Panorama, in edicola da oggi, nella quale si racconta che aria tira nei cieli italiani. Ed è, manco a dirlo, aria di crisi profonda.

La colpa? Stando ai concorrenti della più importante compagnia low cost al mondo – gli stessi che ripetutamente fanno appello all’Unione europea – sarebbe da ricercarsi nelle norme poco chiare che regolano il mercato nazionale dei voli, ma anche (per non dire: soprattutto) nelle sproporzionate agevolazioni che l’azienda fondata nel 1985 dall’uomo d’affari Tony Ryan riesce a ottenere rispetto ai suoi competitor.

I vettori italiani accusano Ryanair di concorrenza sleale. E vanno a lamentarsi a Bruxelles.

Ma come si comporterebbe Ryanair se le venissero improvvisamente a mancare i sostegni da Sogeaal? Proprio come aveva fatto nel corso di una sua recente visita nello scalo di Fertilia, Michael Cawley, numero due della compagnia irlandese, risponde che «se continueranno a infierire saremo costretti a ridurre drasticamente la nostra presenza ad Alghero». Parole sufficienti a generare il panico nella Riviera del corallo.

Fonte:http://corrieredelveneto.corriere.it \www.ilsecoloxix.it  \http://www.ilvostro.it  \http://lanuovasardegna.gelocal.it



La Ryanair sta esercitando una «forte pressione psicologica» sui piloti con l’obiettivo di ridurre il consumo di carburante nei propri voli.

Lo denuncia all’Afp Joerg Handwerg, portavoce del sindacato (Cockpit Vereinigung) che riunisce i piloti tedeschi, dopo che nei giorni scorsi tre aerei di linea della low cost irlandese sono stati costretti ad effettuare atterraggi d’emergenza negli aeroporti spagnoli «Il carburante è il maggiore fattore di costo per una compagnia aerea ed è il pilota che ne decide la quantità da imbarcare visto che è lo stesso pilota ad essere responsabile della sicurezza del volo», ha spiegato il sindacalista.

«Ryanair sta esercitando pressione psicologica sui piloti, violando così i loro diritti, proprio per ridurre il consumo di carburante».

Ieri l’agenzia pubblica di sicurezza aerea spagnola ha aperto un’inchiesta su Ryanair in riferimento al caso dei tre mayday lanciati a Valencia il 26 luglio, quando tre voli diretti a Madrid erano stati deviati a Valencia a causa dei forti temporali che avevano colpito la capitale spagnola.

Fonte:www.ilsole24ore.com



La compagnia: «Tutto secondo le procedure, potevamo volare altri trenta minuti, avevamo carburante per altre 300 miglia»

L’ agenzia di pubblica sicurezza aerea spagnola ha aperto un’inchiesta su Ryanair e il caso dei tre mayday lanciati a Valencia il 26 luglio a causa del carburante. Secondo quanto riporta France Presse, l’inchiesta è stata aperta giovedì dopo la denuncia presentata da Aena, la società di gestione degli aeroporti spagnoli.

 I FATTI – Il 26 luglio, tre voli Ryanair diretti a Madrid sono stati deviati a Valencia. Tutti e tre i velivoli erano stati deviati a causa dei forti temporali che avevano colpito la capitale spagnola. Ma gli aerei della compagnia low cost, una volta arrivati a Valencia, sono stati costretti a lanciare l’emergenza per il basso livello di carburante presente nel serbatoio. «Abbiamo seguito tutte le procedure di sicurezza del settore» ha risposto Ryanair alla notizia dei tre «mayday» lanciati più di due settimane fa. «A causa dei forti temporali su Madrid – la ricostruzione della compagnia low cost – il 26 luglio l’Atc spagnolo (Air traffic control, ndr) ha deviato verso l’aeroporto di Valencia un certo numero di aerei, tra cui tre velivoli Ryanair. Dopo aver volato su Valencia per 50 minuti, 68 e 69 minuti dopo l’orario previsto di sbarco a Madrid, i nostri aerei (seguendo le procedure standard di sicurezza) hanno chiesto il permesso di atterrare immediatamente per aver raggiunto il minimo carburante di riserva, che permette comunque a ogni velivolo, di operare per altri 30 minuti e volare per altre circa 300 miglia».

ORDINARIA AMMINISTRAZIONE – Per la compagnia low cost insomma, che pur non parla mai esplicitamente di mayday, tutto rientra nell’ordinaria amministrazione. E alla richiesta precisa dei tre allarmi ha precisato: «Quando diciamo “abbiamo seguito le procedure standard di sicurezza del settore” significa mayday, che è il segnale richiesto in questi casi». Respinti dall’operatore low cost tutti i dubbi sulle strategie al risparmio della compagnia e riportate anche dal Telegraph, secondo cui la compagnia aerea imporrebbe ai suoi comandanti di fare il pieno con il minimo possibile di carburante riducendo la cosiddetta scorta di emergenza.

IL CARBURANTE – «Tutti i voli Ryanair operano con i carichi di carburante che seguono le direttive Boeing e European Air Safety Authority». Ma cosa stabilisce l’European Air Safety Authority? La policy dell’Easa stabilisce che è lo stesso vettore a dover adottare delle regole sul carburante, sempre garantendo che ogni volo abbia combustibile sufficiente per il volo pianificato e per un’eventuale deviazione. «La quantità di carburante da portare sull’aereo viene stabilita in base all’alternato – confermano dall’Agenzia italiana per la sicurezza del volo – deve cioè garantire il volo in programma più l’eventuale deviazione in una situazione di sicurezza. Il mayday comunque – precisano dall’Agenzia – è una condizione di emergenza che dalle normative internazionali porta generalmente a un’apertura di un’inchiesta di sicurezza». Come poi è effettivamente accaduto. Anche l’associazione dei consumatori spagnola CEACCU, ha presentato alla direzione generale dell’aviazione civile, una denuncia contro Ryanair. L’accusa è che la politica della low cost in materia di carburante, provochi «una situazione di grave rischio per la sicurezza dei passeggeri». L’associazione ha chiesto per questo una sospensione della licenza per tre anni e una multa da 4,5 milioni di euro.

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Fonte:www.corriere.it



ROMA – E’ un paese strano il nostro. Mentre piccole compagnie low cost, tutte italiane, come la Windjet precipitano nel fallimento, la Ryanair continua a sopravvivere grazie ad una concorrenza definita sleale

Almeno questa è l’ipotesi che ha azzardato la compagnia Meridiana che, numeri alla mano,  ha deciso di ricorrere alla Commissione europea per denunciare il vantaggio competitivo di cui gode il vettore irlandese, ovvero di aiuti dagli enti pubblici e quindi dalle tasche dei contribuenti attraverso “l’esenzione dalle addizionali comunali,  i prezzi stracciati per i servizi di assistenza a terra e i contributi commerciali per ciascun passeggero trasportato. Insomma una situazione che finisce per agevolare uno e far chiudere gli altri.
L’iniziativa è stata appoggiata anche da Assaereo, l´Associazione confindustriale delle compagnie aeree che trova scandaloso che una compagnia estera usufruisca alla fine degli aiuti di Stato.
Lo sanno bene allo scalo Valerio Catullo di Verona Villafranca, dove i voli della Ryanair  sono stati soppressi fino al prossimo 13 settembre perchè la compagnia irlandese avrebbe eluso le tasse per circa un milione di euro.

Si legge nel sito dell’Assaereo:
“Nel caso dell’aeroporto di Verona, oggetto del ricorso di Meridiana fly ma discorso analogo può essere fatto anche per altri scali, è accertato che ad ogni passeggero di Ryanair corrispondono perdite. Ma l’effetto moltiplicatore è dato dal fatto che l’ingresso di Ryanair su un aeroporto determina la fuga forzata da parte di tutte le altre compagnie che, non avendo accesso ad agevolazioni comparabili, sono costrette a chiudere le rotte tradizionali (anche intercontinentali per il venir meno del necessario fideraggio) che invece garantivano la sostenibilità economica degli stessi scali.

In tale contesto già di per se inquietante, il paradosso è che tali agevolazioni sono finanziate dagli enti pubblici azionisti delle società di gestione e quindi, in ultima istanza, dai cittadini contribuenti.

Ci domandiamo, tanto più in questo periodo di Spending Review, quale sia l’utilità di continuare a destinare decine di milioni di euro dei contribuenti per finanziare le attività di un singolo operatore irlandese che grazie a quei soldi costringe i vettori italiani (e i loro lavoratori) a cessare le operazioni.

L’evidente distorsione del mercato non è limitata ai finanziamenti concessi dagli aeroporti, tutt’altro. Continuando ad utilizzare strumentalmente la sua nazionalità irlandese, Ryanair persevera nel non applicare le leggi italiane in materia fiscale, contributiva (in Irlanda è del 12% mentre in Italia è del 37%), previdenziale ed addirittura le norme comunitarie a tutela dei diritti dei passeggeri (come dimostra la gestione del volo cancellato Kos – Bari dello scorso 27 luglio). Come riportato dagli organi di stampa, l’ispettorato del lavoro di Bergamo ha già contestato a Ryanair una evasione contributiva di 12 milioni di euro, sono in corso accertamenti della Guardia di Finanza per un’evasione fiscale dal 2005, stimata in circa 500 milioni di euro.

Il nostro sistema ed il Paese non si possono più permettere di tollerare simili distorsioni.

Le compagnie aeree italiane, grazie alle grandi professionalità ed alle capacità imprenditoriali che sanno esprimere, sono perfettamente in grado di competere e primeggiare sui mercati. La condizione è che le regole valgano per tutti e non solo per alcuni”.

Fonte:www.dazebaonews.it



Assaereo, associazione confindustriale delle compagnie aeree, esprime il totale sostegno all’iniziativa di Meridiana fly – Air Italy di ricorrere alla Commissione Europea per gli aiuti di stato concessi a Ryanair
“Attraverso elementi ben circostanziati,” spiega un comunicato di Assaereo, “la società Meridiana fly – Air Italy ha dimostrato, numeri alla mano, l’incredibile vantaggio competitivo di cui gode il vettore irlandese per l’effetto combinato dell’esenzione dalle addizionali comunali, di prezzi stracciati per i servizi di assistenza a terra e dei contributi commerciali per ciascun passeggero trasportato. Questi accordi, che in prima istanza promettevano grandi vantaggi, alla prova dei fatti si sono dimostrati contratti capestro ed assolutamente insostenibili per le stesse società di gestione degli aeroporti. Nel caso dell’aeroporto di Verona, oggetto del ricorso di Meridiana fly ma discorso analogo può essere fatto anche per altri scali, è accertato che ad ogni passeggero di Ryanair corrispondono perdite. Ma l’effetto moltiplicatore è dato dal fatto che l’ingresso di Ryanair su un aeroporto determina la fuga forzata da parte di tutte le altre compagnie che, non avendo accesso ad agevolazioni comparabili, sono costrette a chiudere le rotte tradizionali (anche intercontinentali per il venir meno del necessario federaggio) che invece garantivano la sostenibilità economica degli stessi scali.” 

Fonte:www.ilvolo.it



Roma, 27 lug. (Adnkronos) – Una class action contro Ryanair da parte del 170 passeggeri bloccati a Kos. La annuncia il Codacons, dopo il grave disservizio del volo 7777 cancellato, con pesantissimi disagi per i viaggiatori i quali, stando alle prime notizie emerse in queste ore, sarebbero stati abbandonati senza informazioni e senza assistenza.

“Cio’ che e’ avvenuto e’ molto grave – spiega il Presidente Carlo Rienzi – non tanto per la cancellazione del volo, quanto per il trattamento riservato ai passeggeri, che non avrebbero ricevuto alcun tipo di assistenza, e da ieri sera bivaccherebbero per strada o presso l’aeroporto”.

L’associazione annuncia quindi una denuncia all’Enac contro Ryanair, affinche’ accerti le violazioni della normativa vigente adottando i dovuti provvedimenti nei confronti della compagnia aerea, e gia’ da oggi raccoglie le adesioni dei 170 passeggeri del volo alla causa collettiva che il Codacons sta studiando, volta a far ottenere ai viaggiatori il risarcimento dei danni materiali e morali subiti. Gli interessati possono comunicare l’intenzione di agire legalmente inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it

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ROMA – L’aereo della Ryanair non parte e 170 persone sono rimaste bloccate a Kos, in Grecia. E’ accaduto la sera del 26 luglio, quando il volo 7777 delle 23 per Bari è stato cancellato. Forti disagi per i passeggeri, con la Codacons che è pronta alla class action contro la compagnia aerea. La Ryanair si è scusata con i passeggeri e rimborserà il costo dell’albergo, come ha dichiarato in una nota Stephen Mcnamanara, il direttore della Comunicazione Ryanair.VOLO CANCELLATO – Uno dei passeggeri ha raccontato all’Ansa: “Dovevamo partire ieri sera, intorno alle 23, con il volo 7777 della Ryanair. Un volo mai partito. Abbiamo fatto il check-in regolarmente e siamo stati in fila per tre ore e mezzo senza avere alcun tipo di comunicazione del perché del ritardo. Da ieri sera bivacchiamo chi all’aeroporto chi per strada. Solo in serata abbiamo avuto un panino e una bottiglietta d’acqua. Ma nessuno ci ha comunicato perché il volo non c’é stato. E nessun tipo di assistenza ci è stata fornita dalla stessa Ryanair. Forse ci sono stati problemi di visibilità per nebbia, così ci hanno informalmente detto alcuni operatori dell’aeroporto. Anche altri voli sono stati cancellati ma le compagnie hanno fornito sistemazioni alberghiere ai passeggeri. A noi no”.

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“Abbiamo fatto avanti e indietro con i bagagli. Abbiamo dormito chi da una parte chi dall’altra. Qui ci sono bambini, anche una piccola di tre mesi”, ha raccontato un’altra passeggera del volo.

Un medico di Bari, Marco Della Pianta, ha tenuto a sottolineare ”l’inadempienza del personale dell’aeroporto e l’assenza del personale della Ryanair. Qui non c’era un cane quale riferimento della compagnia. Nessuno ci ha assistiti”.

RYANAIR CHIEDE SCUSA – Mcnamanara, responsabile della comunicazione della compagnia, ha dichiarato in una nota: ”Ryanair si scusa sinceramente con i passeggeri per il ritardo e rimborserà la spesa alberghiera dietro richiesta con relativa ricevuta al servizio clienti Ryanair”. Il volo Ryanair FR7777 (da Kos a Bari) del 26 luglio ha subito il ritardo dopo che il volo in arrivo è stato dirottato a Rodi a causa della nebbia. Ai passeggeri sono stati forniti buoni ristoro prima dell’imbarco su un aeromobile sostitutivo, che è partito da Kos alle 10 ora locale del 27 luglio”.

LA CLASS ACTION –  La Codacons ha annunciato una class action dopo il ”grave disservizio del volo 7777 cancellato, con pesantissimi disagi per i viaggiatori i quali, stando alle prime notizie emerse in queste ore, sarebbero stati abbandonati senza informazioni e senza assistenza”.

Carlo Rienzi, presidente della Codacons, ha detto: “Ciò che è avvenuto è molto grave, non tanto per la cancellazione del volo, quanto per il trattamento riservato ai passeggeri, che non avrebbero ricevuto alcun tipo di assistenza, e da ieri sera bivaccherebbero per strada o presso l’aeroporto”.

L’associazione, in un comunicato, annuncia quindi una denuncia all’Enac contro Ryanair, ”affinché accerti le violazioni della normativa vigente adottando i dovuti provvedimenti nei confronti della compagnia aerea, e già da oggi raccoglie le adesioni dei 170 passeggeri del volo alla causa collettiva che il Codacons sta studiando, volta a far ottenere ai viaggiatori il risarcimento dei danni materiali e morali subiti”.

Fonte:www.liberoquotidiano.it  & www.blitzquotidiano.it


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